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Il divorzio all'italiana è poco europeo

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2010 16:51
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01/12/2010 10:14

Chissà perchè...

Sono passati 40 anni dalla legge Fortuna-Baslini ma per le coppie resta un'odissea: la sentenza definitiva può richiedere un decennio
FABIO SINDICI

Mattina presto. Interno giorno. Quaranta coppie soffrono chiuse in uno stanzone in attesa della prima udienza dal giudice che avvierà lo spossante percorso verso la separazione e, nella maggior parte dei casi, il divorzio. Siamo nel tribunale di una qualunque grande città italiana nell'anno 2010: i corpi sono vicini, l'atmosfera è elettrica per il risentimento. Quaranta, secondo una ricerca dell'Ami, l'associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, è la media delle coppie che, due volte alla settimana, in ogni città d'Italia, si presentano dal magistrato per dirsi addio in maniera legale. Quaranta sono anche gli anni che oggi compie la legge Fortuna-Baslini, che introdusse l'istituto del divorzio nel sistema giuridico italiano. Ma che dall'osservatorio degli specialisti in diritto di famiglia non ha reso la vita più facile alle coppie che vogliono disfare - e rifare - un matrimonio.

«Le facce sono da pronto soccorso, mostrano lo stesso smarrimento di chi sta per essere ricoverato all'ospedale. L'aria è irrespirabile e non solo per l'affollamento» racconta Gian Ettore Gassani, avvocato matrimonialista con una lunga esperienza tra coppie in frantumi. Gassani, presidente dell'Ami, ha appena scritto il capitolo conclusivo di un libro, denso di storie personali e statistiche, sulla crisi della famiglia italiana. E sull'incapacità del nostro sistema giuridico e giudiziario di fornire una soluzione. O, perlomeno, un sollievo.

Si chiama «27 minuti» il libro che sta scrivendo, un titolo provvisorio che sembra quello di un film. E invece è un'altra statistica: la durata media della famosa prima udienza. «Un'udienza in cui il giudice non riesce ad acquisire dati sufficienti per decidere. E quindi serve solo a rimandare» dice Gassani. Insomma, da quel fatidico 1 dicembre 1970, le cose non sono migliorate. Per ottenere un divorzio in Italia ci vogliono dai cinque ai dieci anni, secondo se la separazione è consensuale o giudiziale. E la spesa va dai mille ai cinquantamila euro. Il saggio di Gassani - che anticipiamo - ha un andamento quasi cinematografico. Le cifre vanno insieme alle immagini. C'è l'uomo politico che dà il benservito alla convivente di vent'anni, per spalancare le porte di casa alla nuova amante russa. E c'è la noia insostenibile della coppia, che ha superato le corna, in cima alla classifica dei motivi di divorzio. Tra i dati irrompono le storie: marito, moglie e amante che scatenano una rissa in un albergo all'Argentario. E l'avvocato accorre in bermuda sul luogo del misfatto. Scene da commediaccia balneare degli anni '60. Ma poi si deve tornare a fare i conti: 200 omicidi all'anno tra le pareti domestiche. Succede quando l'insofferenza supera i limiti di guardia. «La famiglia uccide più delle mafie» dice Gassani.

Il divorzio all'italiana è cambiato. Negli ultimi 15 anni i matrimoni sono scesi della metà, le separazioni raddoppiate e i divorzi saliti del 50 per cento. Si registra un divorzio ogni tre matrimoni. «E, al contrario di prima, si divorzia a tutte le età, non solo i giovani, ma i sessantenni che hanno perso la testa per la badante, la cinquantenne insoddisfatta che vuole cambiare aria e partner. I quarantenni sono quelli che divorziano di più. La crisi del settimo anno è solo un ricordo, il momento critico è tra i dieci e quindici anni di convivenza» elenca Gassani. Oltre alla routine e ai tradimenti, quali sono le altre ragioni che fanno allontanare una coppia? «Una causa sempre più ricorrente sono i figli. Spesso una nascita anziché avvicinare marito e moglie apre le prime crepe. Ho avuto, tra i miei clienti, mariti esiliati dal letto e spediti sul divano, per fare posto al figlio bisognoso di coccole».

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01/12/2010 11:25

Di pdl sul c.d. divorzio breve ce ne sono depositati decine, ogni tanto se ne parla in qualche commissione, su qualche forum (in tv neanche troppo perchè interessa poco) e alla fine non cambia nulla.

Anche questa è politica Italiana.

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01/12/2010 13:57

Il divorzio 40 anni dopo: una legge da cambiare

CARLO RIMINI

Quaranta anni dopo l'introduzione del divorzio, la legge del 1970 avrebbe bisogno di un incisivo intervento riformatore. Sono infatti maturi i tempi per un ripensamento sui presupposti del divorzio e per l'eliminazione, o quantomeno la riduzione, del termine di tre anni che deve trascorrere fra la pronuncia della separazione e il divorzio. Oggi il periodo di separazione triennale non è certamente un tempo dedicato dai coniugi a tentare la riconciliazione (come il legislatore del 1970 aveva ipotizzato), ma è una anacronistica attesa a cui si sommano i tempi (purtroppo spesso molto lunghi) e i costi di due cause (la separazione e, tre anni dopo, il divorzio). Nonostante ciò, ogni tentativo per modificare la legge su questo punto è fallito.

Tuttavia vi è un altro aspetto in relazione al quale la legge mostra con evidenza i segni del tempo: la disciplina delle conseguenze economiche del divorzio.

La norma vigente prevede ancora, come nel 1970 (nonostante una modifica del 1987), che il «coniuge più debole» (generalmente la moglie) abbia diritto a ricevere dall'altro dopo il divorzio un assegno mensile definito «assistenziale». Il divorzio non fa dunque venire meno l'obbligo reciproco di assistenza fra i coniugi. Questa regola oggi non soddisfa più alcuno. Talora scontenta il coniuge più debole che vuole una effettiva compensazione per i sacrifici, spesso enormi, fatti a favore della famiglia e dei figli durante il matrimonio e riceve invece dall'altro un assegno assistenziale mensile che generalmente, lungi dal consentire di mantenere lo stesso tenore di vita matrimoniale, costringe a penose rinunce. Talora scontenta invece il coniuge più forte (generalmente il marito) che non comprende per quale ragione, dopo la fine del matrimonio, deve essere tenuto a versare mensilmente una somma di denaro che egli interpreta come una rendita vitalizia parassitaria.

Non si comprende allora che cosa impedisca di adeguare la legge all'evoluzione della nostra società. Si dovrebbe finalmente affermare che, dopo il divorzio, non vi è più alcun obbligo di assistenza reciproca fra gli ex coniugi. Come ormai avviene in quasi tutti gli Stati che ci sono vicini, si dovrebbe riconoscere un adeguato trattamento economico solo come corrispettivo per i sacrifici fatti da un coniuge durante il matrimonio. Un corrispettivo che dovrebbe essere tanto maggiore quanto maggiore è stato l'impegno a favore della famiglia e dei figli. Si eviterebbero così, da un lato, la frustrazione di colui (o più spesso di colei) che, dopo molti anni di rinunce e di sacrifici, ottiene solo una pallida assistenza nella forma di un modesto assegno mensile; d'altro lato, la rabbia che prova colui che, dopo un breve matrimonio magari senza figli, è tenuto a pagare all'altro coniuge un assegno a tempo indeterminato che può protrarsi per una vita intera.

* ordinario di diritto privato nell'Università di Milano

Fonte

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01/12/2010 15:48

Re:
paperino73, 01/12/2010 11.25:

Di pdl sul c.d. divorzio breve ce ne sono depositati decine, ogni tanto se ne parla in qualche commissione, su qualche forum (in tv neanche troppo perchè interessa poco) e alla fine non cambia nulla.

Anche questa è politica Italiana.




Forse che ci sia qualcuno che mal digerisce già il divorzio lungo e ci tiene che non diventi breve? [SM=x44467]
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Re: Re:
radcla, 01/12/2010 15.48:

Forse che ci sia qualcuno che mal digerisce già il divorzio lungo e ci tiene che non diventi breve? [SM=x44467]




Credo di sì.
Credo che il problema sia la solita, cronica, mancanza di coraggio dei politici che guardano all'immediato ritorno di immagine delle loro azioni.
E la legge sul divorzio breve, se ben strumentalizzata, può essere mediaticamente controproducente.

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01/12/2010 18:58

Re: Re:
radcla, 01/12/2010 15.48:




Forse che ci sia qualcuno che mal digerisce già il divorzio lungo e ci tiene che non diventi breve? [SM=x44467]




beh, potresti trovare qualche risposta in quel palazzo in fondo a sx di quella strada dove passavi spesso per lavoro...
dove in pochissimo tempo riesci ad ottenere il divorzio...
ci ha provato anche un mio amico e nonostante una situazione molto complicata, figli, etc. ci è riuscito in breve tempo e con mia grande stupore...

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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Re: Re: Re:
paperino73, 01/12/2010 17.35:




Credo di sì.
Credo che il problema sia la solita, cronica, mancanza di coraggio dei politici che guardano all'immediato ritorno di immagine delle loro azioni.
E la legge sul divorzio breve, se ben strumentalizzata, può essere mediaticamente controproducente.




Per questo rimpiango la c.d Prima Repubblica, almeno quella classe politica si schierò, coraggiosamente, da una parte e dall'altra.
E qualcosa di concreto è stato ottenuto, poi si può essere favorevoli o contrari, ma non si può ignorare il fatto che una decisione la si sia presa.
Oggi parlano, parlano, parlano ... mezzo passo avanti, mezzo dietro, se dico A vediamo chi viene con me, però se le prime reazioni non sono confortanti, il giorno dopo dico che sono stato frainteso ... e tutti sempre con lo sguardo verso la finestra di Piazza S.Pietro ... [SM=x44463]
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Re: Re: Re: Re:
radcla, 01/12/2010 21.05:

Per questo rimpiango la c.d Prima Repubblica, almeno quella classe politica si schierò, coraggiosamente, da una parte e dall'altra.
E qualcosa di concreto è stato ottenuto, poi si può essere favorevoli o contrari, ma non si può ignorare il fatto che una decisione la si sia presa.
Oggi parlano, parlano, parlano ... mezzo passo avanti, mezzo dietro, se dico A vediamo chi viene con me, però se le prime reazioni non sono confortanti, il giorno dopo dico che sono stato frainteso ... e tutti sempre con lo sguardo verso la finestra di Piazza S.Pietro ... [SM=x44463]




beh dai ... rimpiangere la prima repubblica è forse troppo ... diciamo che mi auguro sempre una nuova classe politica e dirigente più pragmatica, più lungimirante e più attiva.
sogno ?

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02/12/2010 15:58

Re: Re: Re: Re: Re:
paperino73, 02/12/2010 9.10:




beh dai ... rimpiangere la prima repubblica è forse troppo ... diciamo che mi auguro sempre una nuova classe politica e dirigente più pragmatica, più lungimirante e più attiva.
sogno ?




Io la rimpiango, con un bel proporzionale secco alla faccia dell'ingovernabilità, guarda cosa è stato fatto dalla Costituente fino al craxismo. Poi con Craxi, non a caso padre spirituale di Berlusconi, è iniziato il declino e il debito pubblico si è gonfiato.

Ora in quasi un ventennio non abbiamo fatto nulla, se non entrare nell'euro. E grazie a Prodi, uomo della prima repubblica.
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radcla, 02/12/2010 15.58:




Io la rimpiango, con un bel proporzionale secco alla faccia dell'ingovernabilità, guarda cosa è stato fatto dalla Costituente fino al craxismo. Poi con Craxi, non a caso padre spirituale di Berlusconi, è iniziato il declino e il debito pubblico si è gonfiato.

Ora in quasi un ventennio non abbiamo fatto nulla
, se non entrare nell'euro. E grazie a Prodi, uomo della prima repubblica.




[SM=x44462]

Ormai il Bipolarismo è clamorosamente fallito in Italia,
ma del resto ha evidenziato le sue lacune anche in Inghilterra [SM=x44461]
Non è un caso che con questo sistema maggioritario i partitini anzichè scomparire, come qualche sognatore si illudeva, si son addirittura moltiplicati! [SM=x44464]

Non ci son migliori alternative: o proporzionale
o maggioritario, ma con opportune modifiche tipo il doppio turno.

Quanto all'influenza della Chiesa, non so quanti anni ancora possa durare,
visto che ormai vedo che i fedeli a messa la domenica son sempre meno: quest'estate ho notato chiese notoriamente affollate negli anni precedenti che invece ora son semideserte.... (e nonostante tutto la cosa mi mette un po' di tristezza).
Quindi è probabile che di pari passo la chiesa avrà sempre meno influenza sull'elettorato e potrà esercitare sempre più deboli ricatti. [SM=x44461]
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