Aids troppo lontana dai banchi di scuola per i giovani il preservativo resta un tabù
Secondo un rapporto Anlaids il 53% degli studenti romani non usa il condom e il 54 % rifiuta l'ipotesi di mettere distributori negli istituti scolastici. È troppo bassa la percezione del rischio nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili e dell'Aids. Gli esperti: "Solo il 6% dei giovani fa il test dell'Hiv"
ROMA - Preservativo? "No grazie". Gli studenti romani sfidano la sorte e di condom proprio non ne vogliono sapere. Chi lo usa, lo considera solo come un anticoncezionale e non come un'arma utile a tenere lontane le malattie sessualmente trasmissibili. Precoci, smaliziati ed emancipati ma poco informati. I giovani tra i 16 ei 19 anni hanno rapporti sessuali ma non vogliono i distributori di profilattici nelle scuole, ignorano il pericolo di contrarre l'Aids e non fanno il test per l'Hiv. È quanto emerge dal rapporto 'Informazione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmettibili in ambito scolastico'. Un report che l'Anlaids Lazio ha realizzato nel corso del 2010 e che ha presentato a Roma in Campidoglio in occasione della giornata mondiale contro l'Aids del primo dicembre.
"La nostra indagine è stata condotta su mille studenti, di dodici scuole romane - dice Massimo Ghenzer, presidente dell'Anlaids Lazio - e i risultati, in termini di prevenzione, lasciano senza parole. Il 64% del campione ha già fatto sesso, il 49% non usa il preservativo per i rapporti occasionali e il 16% crede che l'Aids si non sia un problema perché si cura con un vaccino". I ragazzi hanno più rapporti delle coetanee: il 68% contro il 59%. Tra gli intervistati, il 5% ha già contratto una malattia sessualmente trasmissibile.
"L'88% dei ragazzi è consapevole che prevenzione fa rima con protezione, eppure - dice Ghenzer - solo il 47% dei giovani intervistati usa il condom con partner occasionali. Tutti gli altri lo fanno senza". La ragione, dicono, è che indossare il preservativo crea imbarazzo (27% ), ad alcuni sembra addirittura un atto di sfiducia nei confronti del partner. E ancora, il 28% degli studenti intervistati non sa dell'esistenza e dell'efficacia del vaccino contro papilloma virus (il virus responsabile del tumore al collo dell'utero) ma il 16% crede che ne esista uno già in commercio contro l'Aids.
Stando ai dati Anlaids Lazio, sembra che il condom sia addirittura un pericolo da tenere lontano. Quantomeno dai banchi di scuola. Il 54% dei giovani romani considera l'eventualità di mettere i distributori nelle scuole diseducativa, imbarazzante, quasi un'incitazione a fare sesso in età scolare. "A scuola si va per imparare - scrivono nei questionari - non è il luogo opportuno dove procurarsi un condom". Ma c'è anche un 46% più saggio: "Aprendo alla distribuzione di condom nelle scuole si creerebbe meno imbarazzo, sarebbe uno stimolo in più a utilizzare questo importante strumento di prevenzione contro l'Aids e le malattie sessualmente trasmissibili".
Ma c'è un dato che più di tutti preoccupa, continua il presidente di Anlaids Lazio, il test dell'Hiv resta ancora un privilegio per pochi. Il 6% dei giovani studenti romani si è sottoposto al test, il 94% non l'ha mai fatto e, tra questi, solo il 15% si dichiara disponibile a farlo. E ancora, sei ragazzi su dieci considerato l'Aids come una patologia tipica dell'Africa, lontana anni luce dai Paese industrializzati. Questo riflette una tendenza nazionale degli ultimi anni: si è abbassata la percezione del rischio, si sottostima l'incidenza dell'Hiv e non si fa il test, così ci si ammala senza aver scoperto di aver contratto il virus dell'Hiv. E così si arriva in ritardo per le cure di una malattia che, se presa in tempo, può essere tenuta sotto controllo per tutta la vita. Proprio come una malattia cronica.
E la risposta delle autorità? "Informazione, informazione, informazione. Questi dati sono illuminanti e per certi versi preoccupanti - dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - dobbiamo aumentare la responsabilità tra i giovani con campagne informative. Un decalogo può essere uno strumento utile per contrastare la disinformazione".
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...