Roma, poltrone ai fascisti
di Emiliano Fittipaldi per
L'Espresso
Ex di Avanguardia Nazionale, esponenti di Terza Posizione, perfino naziskin vicini a Mokbel. Così Alemanno ha piazzato nei posti che contano della Capitale i suoi amici estremisti neri
Gianni Alemanno
Boia chi molla, gridava a fine anni Ottanta il giovane Gianni
Alemanno, al tempo capo del Fronte della Gioventù e fedelissimo di
Pino Rauti, leader dell'ala movimentista dell'Msi e futuro
suocero.
Vent'anni dopo, nessuno può accusarlo di incoerenza: Gianni,
diventato sindaco di Roma, non ha mollato nessuno. Non ha tradito,
non ha lasciato per strada i vecchi camerati, nemmeno quelli finiti
in galera per banda armata e atti terroristici, neppure i
personaggi più discussi della galassia d'estrema destra
protagonista degli anni di piombo. Anzi.
Nell'anno di grazia 2010 Roma è sempre più nera, con fascisti ed
ex fascisti che spuntano dappertutto. Nei posti cardine
dell'amministrazione comunale e nell'entourage ristretto del nuovo
Dux, nell'assemblea capitolina e nelle società controllate dal
Comune, passando per enti regionali e ministeri.
Vecchie conoscenze sono comparse anche nella parentopoli che ha
investito l'Atac, dove lavorano - come ha scritto Ernesto Menicucci
sul "Corriere" - l'ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e
processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, fu
scarcerato per decorrenza dei termini) e l'ex di Terza posizione
Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è a capo del Servizio relazioni
industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu
protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d'armi.
La sinistra ha gridato allo scandalo, ma i due sono sono solo la
punta dell'iceberg di un gruppo di potere sempre più radicato in
città, cementato dagli ideali e dall'antica appartenenza, da
interessi (anche economici) e da relazioni amicali e familiari. La
lista comprende ex militanti di Terza posizione e dei Nuclei armati
rivoluzionari, uomini di Forza nuova, naziskin vicini alla cricca
di Gennaro Mokbel, capi storici di Avanguardia nazionale, ultrà e
combattenti delle battaglie degli anni Settanta e Ottanta. Battuto
a sorpresa Francesco Rutelli, disintegrati i potentati di Forza
Italia (già messi a dura prova durante la giunta regionale guidata
da Francesco Storace) ora sono nella cabina di controllo e, nella
nerissima capitale, comandano loro.
Uomini d'oro
I due personaggi più influenti dell'amministrazione non sono
assessori, ma due amici del sindaco: Franco Panzironi e Riccardo
Mancini. Del primo, a capo dell'Ama, si sa praticamente tutto. Meno
noti, invece, sono i trascorsi dell'uomo che Alemanno ha voluto
alla guida di Eur spa, società controllata dal Campidoglio e dal
ministero dell'Economia che ha nel suo portafoglio immobili per
centinaia di milioni. Mancini, classe 1958, ha finanziato la
campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella
del 2008.
È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio
della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel
2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura
oltre 6 milioni di euro l'anno. Anche lui, che ha sempre vissuto
all'Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel
1988 è stato processato - insieme ai leader del movimento Stefano
Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con
Teodoro Buontempo - e la Corte d'Assise lo condannò a un anno e
nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo
vent'anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che
conosce bene, quello del "mitico" bar Fungo, dove un tempo si
ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo
Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Una curiosità: un socio in affari di Mancini, Ugo Luini
(amministratore della holding del gruppo, la Emis) è pure tra i
consiglieri della fondazione del sindaco, Nuova Italia.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il
capo dell'Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già
portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo
indeterminato. La scelta ha fatto gridare allo scandalo il
centrosinistra, ma sono altre le indiscrezioni che preoccupano
Alemanno.
Mancini, l'uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti
amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e leader della
sezione dell'Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale
della Banda della Magliana: il personaggio del "Nero" del film
"Romanzo Criminale" è ispirato alla sua storia. I due sono spesso
insieme, tanto che qualcuno sospettava che l'ex estremista
(incriminato per vari delitti efferati ma assolto - quasi sempre -
da ogni accusa) fosse stato assunto dalla municipalizzata. «Una
sciocchezza» chiosano a "L'espresso" gli uomini del sindaco
«Mancini lo vede solo perché si conoscono da anni. Nessun
rapporto di lavoro».
Naziskin & C. Un lavoro ben retribuito
Alemanno e Panzironi l'avevano invece trovato a Stefano Andrini,
assurto agli onori delle cronache perché insieme a un gruppetto di
naziskin picchiò selvaggiamente, nell'estate del 1989, due
"compagni" davanti al cinema Capranica. Andrini, 40 anni, fa parte
di una generazione successiva a quella dei movimenti storici degli
anni di piombo. La rissa costò a lui e al fratello gemello una
condanna a quattro anni e otto mesi (poi ridotti a tre) per tentato
omicidio.
La carriera criminale continua anche dopo la reclusione: entrato
nell'orbita del gruppo di Delle Chiaie, Stefano nel 1994 viene
arrestato per alcuni scontri con gli autonomi. Un passato
burrascoso che nel 2009 non gli impedisce di sedersi sulla poltrona
di amministratore delegato di Ama Servizi Ambientali. Andrini,
ultrà della Lazio, non c'è rimasto molto. Lo scorso febbraio è
stato travolto dall'inchiesta sugli affari della banda capeggiata
da Gennaro Mokbel. Secondo i magistrati sarebbe stato proprio lui a
organizzare - tramite i suoi agganci a Bruxelles - la falsa
candidatura di Nicola Di Girolamo, il senatore tanto caro a Mokbel
(«Sei il mio servo», gli diceva) e alle famiglie 'ndranghetiste
di Isola Capo Rizzuto.
Il sindaco, si sa, non molla mai nessuno. E perdona tutti, forse
perché anche lui è stato sfiorato da vicende giudiziarie, come
aggressioni e lancio di bombe molotov (sempre assolto). Non bisogna
sorprendersi, così, che abbia provato a sistemare anche altri ex
skin protagonisti del pestaggio al cinema Capranica. Così Mario
Andrea Vattani (arrestato con gli Andrini ma poi assolto al
processo), figlio del potente presidente dell'Ice Umberto, è
diventato capo delle relazioni internazionali e del cerimoniale del
Campidoglio. Assunto fino al 2013, costerà ai contribuenti 488
mila euro tra stipendio e oneri previdenziali.
Anche Demetrio Tullio, pure lui arrestato e prosciolto, ha
ottenuto un posto fisso. Stavolta al ministero delle Politiche
agricole: è entrato grazie a un concorso bandito nel 2006, quando
Alemanno era titolare del dicastero. Tullio lavora alla direzione
generale della Pesca marittima, ma nel tempo libero si occupa anche
di manifestazioni culturali. Il mensile di Ostia "Zeus" lo indica
come «presidente dell'associazione Minas Tirith», dal nome della
città assediata del Signore degli Anelli, che qualche giorno fa ha
organizzato un convegno intitolato "Serate dannunziane". Secondo il
giornale, la tre giorni è stata un successo.
Mi manda Mokbel
Non sappiamo se Alemanno ha perdonato anche Mokbel, che si è
vantato di averlo preso a schiaffi durante una manifestazione (era
il 1998) in cui Gennaro organizzava il sevizio d'ordine. Di sicuro
l'inchiesta sul faccendiere che ha messo in piedi la più colossale
truffa dal dopoguerra non gli fa dormire sonni tranquilli.
Mokbel (in passato «destinatario», scrive il gip Aldo Morgigni
nell'ordinanza, «di provvedimenti cautelari per fatti omicidiari
collegati ad azioni di gruppi terroristici di estrema destra
unitamente a soggetti - quali ad esempio Carminati Massimo - ancora
oggi oggetto di ricerche da parte delle forze di polizia») ha
infatti complici assai vicini al mondo di quella che fu Alleanza
nazionale. In primis l'avvocato Paolo Colosimo, finito anche lui in
galera per associazione a delinquere: fino a qualche tempo fa tra i
suoi clienti c'era Nicolò Accame, l'ex portavoce di Francesco
Storace alla Regione Lazio. Rampollo della dinastia Accame (il
papà Giano, "fascista di sinistra", fu un intellettuale influente,
la sorella Barbara è la moglie del leader carismatico di Terza
posizione Peppe Dimitri, morto tragicamente nel 2006) è stato
condannato per corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti
d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Lazio-gate".
Non solo. Del gruppo Mokbel fa parte anche Silvio Fanella,
considerato dagli inquirenti il cassiere della banda. Il suo nome
è spuntato a sorpresa nella compravendita di una società, la
Mondo Verde, fondata anni fa dal capo della segreteria di Alemanno,
Antonio Lucarelli, e da due suoi cugini. A "L'espresso" risulta che
Fanella rilevi il 50 per cento delle quote nel luglio del 2000,
quando Antonio ha già lasciato l'impresa. Dopo pochi mesi, Fanella
e il suo socio Teodolo Theodoli vendono le azioni a una ditta
amministrata da tal Fabrizio Moro. Sarà un caso, ma Moro è un
amico di Lucarelli. Sarà una coincidenza, ma per la Mondo Verde
targata Moro lavorerà in alcuni progetti - come ha rivelato
"Repubblica" - il cognato di Gennaro Mokbel.
I fedelissimi
Lucarelli, classe 1965, imprenditore, è uno dei fedelissimi di
Alemanno. Con l'estrema destra ha sempre avuto grande feeling: il
segretario del sindaco nel 2000 era il portavoce romano di Forza
Nuova, movimento di estrema destra fondato nel 1997 dai latitanti
Massimo Morsello, ex Nar, e Roberto Fiore, ex Terza posizione, che
sfuggirono a una retata.
Era il 1980, l'anno della strage di Bologna. I due scapparono a
Londra, e tornarono solo quando le condanne per banda armata furono
prescritte o, nel caso di Morsello gravemente malato,
inapplicabili. Lucarelli si dà da fare: con i suoi organizza sit
in inneggianti al leader dell'ultradestra austriaca Haider,
manifestazioni contro il gay pride (i volantini lo definivano «la
saga del pervertito») e risse davanti al Campidoglio (Marcello
Fiori, vicecapo di gabinetto di Rutelli, denunciò di essere stato
spintonato da Lucarelli).
Nel who's who della cerchia di Alemanno ci sono anche altri ex
camerati di rango. Vincenzo Piso, ex militante di Terza posizione e
di Ordine nuovo, siede oggi in Parlamento ed è coordinatore del
Pdl regionale. Venne arrestato nel 1980, restò in carcere per
quattro anni con l'accusa di banda armata, venne poi
prosciolto.
Influente consigliere di Piso e del sindaco è poi Marcello De
Angelis, anche lui di Terza posizione, cinque anni di carcere alle
spalle e una carriera come cantante del gruppo musicale 27Obis,
riferimento all'articolo del codice penale sulle associazioni con
finalità di terrorismo. Fratello del leader di Terza posizione
Nanni, morto in circostanze misteriose in carcere, Marcello ora è
senatore e direttore di Area, la rivista fondata da Alemanno e
Storace.
Duri e puri
Da un anno al Comune lavora anche Loris Facchinetti (nell'ordinanza
del 31 dicembre 2009 si specifica che la collaborazione è «a
titolo gratuito»), ex leader di Europa civiltà, un movimento
neopagano e paramilitare di estrema destra nato nel 1969 che aveva
rapporti pure con la massoneria. Fermato «per reticenza
nell'inchiesta di piazza Fontana», come ricorda Ugo Maria
Tassinari nel suo libro "Fascisteria", Facchinetti - sposato con la
sorella di Fabio Rampelli - oggi è delegato del sindaco di Roma
per il Mediterraneo, ed esperto di "Politiche internazionali" della
fondazione di Alemanno.
Che ha voluto vicino a sé pure Claudio Corbolotti, aiutante di
Lucarelli al Comune, arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti
fuori l'Olimpico durante il derby Lazio-Roma. A proposito di
ultrà, anche Guida Zappavigna, ex dei Boys della Roma ed ex Fuan,
arrestato come presunto Nar e prosciolto in istruttoria, ha avuto
un incarico dalla Polverini: ora è presidente del parco del Lago
Lungo e Ripa. Grande tifoso di Totti e compagni è anche Mirko
Giannotta.
Le cronache ricordano che è stato arrestato nel 2003 insieme al
fratello perché accusato di rapine ai danni di banche e
gioiellerie, e che dal 2008 è diventato capoufficio del decoro
urbano del gabinetto del sindaco. Già. Alemanno, cuore nero, non
molla mai nessuno.