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Primarie, tempesta su Bersani

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2010 11:12
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20/12/2010 10:20


Congelate quelle con Vendola, forse annullate a Napoli. Rivolta sui blog per l'apertura ai centristi
CARLO BERTINI

ROMA
Senza attendere la direzione del 23 dicembre per dire la sua, Pierluigi Bersani fa un primo scatto in avanti con un’intervista a «Repubblica» in cui apre a un’alleanza col Terzo Polo, si dice pronto a sacrificare le primarie e a rinunciare alla candidatura alla premiership. E’ già molta carne al fuoco, anche se manca l’unica mossa in grado di mettere in difficoltà i terzopolisti e cioè una presa di distanze netta da Di Pietro, ancor più che da Vendola, chiesta da molti moderati del Pd.

«Noi siamo destinatari di offerte che non ci interessano da una parte e dall’altra, non siamo sul mercato, ma apprezziamo l’autocritica», è la carezza di Pier Ferdinando Casini; mentre quella di un finiano doc come Della Vedova è meno tenera, «proposta seria, ma siamo impegnati in un progetto alternativo, anche al centrosinistra». Ecco, bastano queste due posizioni a far capire quanto l’intervista del segretario del Pd fosse pensata per provare a disinnescare la mina delle primarie che possono terremotare il partito al centro, dopo averlo già dilaniato in periferia. Nella nomenklatura ormai c’è un clima ostile a questo strumento, al punto che in Campania gira voce che stiano meditando di annullare le primarie di Napoli, già convocate in gennaio, con tre candidati del Pd, Oddati, Cozzolino, Ranieri; e uno sostenuto da Sel, l’ex magistrato Libero Mancuso, dato per favorito negli ultimi sondaggi.

E se comunque la barra al centro di Bersani è una prima risposta alle sollecitazioni dei vari D’Alema, Letta e Veltroni in vista di una direzione complicata, così facendo il leader Pd scopre il fianco a sinistra. Facendo infuriare i «rottamatori» come Civati («se Bersani vuole “lasciare” il Pd noi non lo seguiremo») e tutti quelli convinti che le primarie non si possano svendere sull’altare di un accordo di là da venire. Il papà delle primarie Arturo Parisi lo sferza, «così vuole tornare alla prima Repubblica» e anche sul blog del segretario fioccano i commenti indignati («sono un ex iscritto del Pd e tra poco anche un ex elettore», solo per citarne uno), a conferma di quel sondaggio che vuole il 60% dei simpatizzanti pendere a favore di un’alleanza con Sel e Idv, a fronte di un 20% più sbilanciato al centro.

E non deve sorprendere che il principale destinatario di questa frenata, Nichi Vendola, non reagisca ad alzo zero, ma ribadisca che «le primarie sono ormai nel cuore del popolo democratico». Perché la sua prima preoccupazione è non alimentare polemiche indigeste a un bacino elettorale ormai comune; e poi di non dar alibi a chi lo accusa di voler lanciare un’opa ostile sul Pd. Come fa notare il braccio destro di Nichi, Gennaro Migliore, «dobbiamo evitare il logoramento su ipotesi che non esistono, perché Bersani mi deve spiegare come farà la campagna elettorale con le facce di Fini e Casini a fianco. Sarebbe un suicidio». A reagire bene alle aperture al centro Letta, Follini e pure Franceschini. Mentre Nicola Latorre sfrutta la palla alzata da Bersani per rilanciare l’idea di rifondare il Pd insieme a Vendola. «Noi non siamo più disposti a buttare a mare altri pezzi della nostra identità come le primarie in cambio di nulla», obietta Gentiloni.

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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20/12/2010 10:21

Primarie, scontro tra Vendola e D'Alema

Massimo: sei ossessionato dalla leadership. E Nichi: voi lontani dalla base
CARLO BERTINI

ROMA
Ci sarà un motivo se, coperti dall’anonimato, molti peones del Pd condividano nella sostanza una tesi come quella espressa ieri da un berlusconiano doc come Osvaldo Napoli. E cioè che «Bersani e Casini sono i primi ad augurarsi che il governo possa rafforzarsi perché questo è l’unico modo che hanno per allontanare da sé l’amaro calice elettorale». Basta registrare la guerra senza esclusione di colpi che si fanno da giorni gli stati maggiori di Pd, Sel e Idv, così come i continui smarcamenti di Casini dai suoi corteggiatori, per capire come allo stato l’unica coalizione sicura in caso di voto sia quella Pdl-Lega. A sinistra infatti regna sovrana la confusione, con alleanze d’ogni sorta evocate e subito contrastate, primarie rinviate e opposte interpretazioni alle porte socchiuse dai centristi. Stasera i 75 parlamentari della minoranza “Modem” riuniti da Veltroni, Fioroni e Gentiloni, faranno il punto in vista della Direzione convocata da Bersani il 23 dicembre. E malgrado la contrarietà a rinunciare ad un pezzo dell’identità Democrat come le primarie, la correzione di linea del segretario ha raffreddato un poco gli animi. E anche la definizione del Pd di Massimo D’Alema ieri sera da Fabio Fazio potrebbe essere in teoria sottoscritta dai veltroniani: quella di «una grande forza che deve indicare una prospettiva al paese anche indicando le riforme da fare, con un progetto: chi lo condivide lo sosterrà, non dobbiamo guardare da una parte o dall’altra, come nella fisica siamo noi il corpo maggiore». Ma l’incertezza sul destino delle primarie scuote nel profondo la base del partito e fa infuriare l’alleato Nichi. «Anche gli americani mi hanno detto che siamo matti a farle così, servono regole e garanzie», dice D’Alema.

Vendola ribatte dunque al fuoco di sbarramento del vertice Democrats (con Bersani che lo apostrofa, «io sto fuori dal Palazzo, non tu» ed Enrico Letta che lo accusa di «autismo»), con un’operazione di marketing elettorale volta a rovesciare la prospettiva: «Leggo sull’Unità sondaggi secondo cui se il Pd va col Terzo Polo è al 35%, mentre se si allea con Sel e Idv è al 37%. E poi Sel è una cosa, ma io prendo voti ovunque, anche a destra. E mi spieghino come si fa ad allearsi con Fini che vuole rifondare il centrodestra». E ancora: «Quelli del Pd mi attaccano per coprire la rivolta della base e se ho solo il milione di voti delle europee perché hanno paura delle primarie? L’autismo è il loro che non sono in grado di elaborare risposte all’altezza dei problemi di oggi».

«Con lui vorrei parlare di cosa ritiene necessario per il futuro del Paese», replica caustico D’Alema, che liquida la pur «legittima ambizione» di Vendola come frutto di «un’ossessione della leadership carismatica alla Berlusconi». Convinto che «l’esito probabile siano le elezioni», il presidente del Copasir annuncia che la campagna elettorale sarà giocata sul tema dell’unità nazionale e rilancia la prospettiva di «un governo che affronti i problemi e dia speranze al paese». Un governo «che per me può unire un arco ampio di forze, anche forze che sembravano lontane». Quindi anche con il leader del Fli, «con il quale dialogo da tre anni su vari temi: con lui ho riscontrato ad esempio una convergenza sul voto agli immigrati, che sarebbe stata impossibile ai tempi della Bossi-Fini».

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Sportivo ipercafone
20/12/2010 11:12

Personalmente credo che il PD stia facendo un po' di cazzate ...
Sulle primarie, posso anche concordare che non vogliano farle subito: almeno si aspetti che cada il governo e si indicano elezioni. Cosa che tra l'altro darebbe un buon alibi alla dirigenza PD per continuare a rinviarle.

Ma in questo momento storico uscirsene con questa apertura al 3° polo mi sembra alquanto imprudente.
Se non altro per il fatto che finiscono col fare brutta figura, visto che i finiani non vogliono allersi col PD (sarebbe la definitiva consacrazione del "tradimento" di cui parlano da mesi i giornali berlusconiani) mentre con Vendola e SEL riuscirebbero a raccogliere un po' di elettorato di sinistra senza bisogno di prendersi la federazione della sinistra.
Poi concordo con l'idea di dover cercare voti anche nell'area moderata, perchè la sinistra da sola non basta, ma quantomeno al prossimo giro se l'area moderata si presenta divisa è l'occasione migliore per lasciarla in pace coi loro problemi ...

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