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Egitto, guerra civile contro il regime Mubarak

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2014 12:50
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29/01/2011 00:54

Egitto, Mubarak destituisce il governo
Usa: "La soluzione venga dal popolo"

Il presidente parla alla tv e promette riforme al termine dell'ennesima giornata di proteste. Caos nella capitale e negli altri centri principali del Paese. Almeno venti vittime e oltre mille feriti. Libero dagli arresti domiciliari il leader d'opposizione El Baradei. La polizia si ritira, arrivano i militari. In fiamme la sede del partito del presidente. Il monito dell'Onu. La Casa Bianca: "la soluzione venga dal popolo"

IL CAIRO - "Il governo egiziano si è dimesso e domani verrà nominato un nuovo esecutivo che varerà nuove misure per la libertà e la democrazia". Lo ha detto il presidente egiziano Hosni Mubarak in un discorso televisivo alla nazione. Il leader egiziano ha deciso di parlare al Paese dopo l'ennesima giornata di scontri, al culmine di un escalation di violenze che sta mettendo seriamente in discussione la tenuta del suo regime.

Mubarak: "Resto presidente, dispiacere per le vittime". Un intervento del presidente egiziano era stato annunciato fin dal pomeriggio, ma Mubarak è apparso in tv solo a tarda notte. Inizialmente si era parlato di una dichiarazione televisiva del presidente del Parlamento, una voce che aveva fatto pensare a una soluzione "tunisina" della crisi, con Mubarak rimpiazzato dall'uomo che la Costituzione indica come successore in caso di impossibilità del presidente a governare. Parlando alla tv di Stato, Mubarak ha subito chiarito di non aver nessuna intenzione di lasciare il potere. Le violenze, ha detto, "sono un complotto per destabilizzare, i nostri obiettivi saranno raggiunti con il dialogo". Allo stesso tempo, il presidente si è detto "estremamente dispiaciuto" per le vittime delle manifestazioni e ha promesso "nuove misure" per la democrazia. Poi il messaggio alla piazza: "Questa sera ho chiesto al governo di dimettersi e domattina darò incarico per formare il nuovo esecutivo". Un segnale di discontinuità che, nelle speranze del regime, dovrebbe servire a disinnescare il malcontento popolare facendo rientrare una rivolta sempre più fuori controllo.

Vittime in tutto il paese, assalto ai palazzi del potere. Neanche il coprifuoco ha fermato la protesta popolare. Nonostante l'intervento dei blindati dell'esercito, i dimostranti impegnati dal mattino nel "venerdì della collera" - così gli oppositori hanno ribattezzato questa giornata - hanno occupato le principali città. Assaltando i palazzi del potere, dai ministeri alla sede del partito del presidente. Tentativi di saccheggio al Museo Egizio, successivamente messo in sicurezza dall'esercito. La tv di Stato ha annunciato il coprifuoco, fino alle 8 di domani, nella capitale, a Suez e Alessandria. Sale il bilancio delle vittime, almeno venti fra il Cairo, Suez, Alessandria; a Porto Said è morto un dimostrante di appena 14 anni. Un'altra persona è morta nel Sinai e vi sarebbero anche due vittime tra le forze dell'ordine. I feriti sono oltre mille. Circa 400 le persone arrestate. La Casa Bianca: "Questa crisi può essere risolta solo dal popolo egiziano".

AUDIO Dall'inviato Renato Caprile

FOTO / DOSSIER VIDEO

"L'esercito è con noi". Impossibile, per la polizia, sedare la protesta. Mubarak ha inviato l'esercito. Ma la situazione è in continua evoluzione: un convoglio di blindati è stato ripreso da Al Arabiya mentre sfilava per le vie della capitale, applaudito dai manifestanti che invocavano la fine del regime di Mubarak, al grido di "l'esercito è con noi". Il cancelliere tedesco Angela Merkel chiede a Mubarak di autorizzare manifestazioni pacifiche. Anche dal ministero degli Esteri italiano un fermo invito all'"immediata cessazione di ogni tipo di violenza", al rispetto delle "libertà civili, di espressione e comunicazione incluso il diritto allo svolgimento di manifestazioni pacifiche".

Bloccati web e mobile. Il segretario generale delle Nazione Unite Ban Ki-Moon intima: "La libertà di espressione deve essere rispettata". Ma oggi è difficile anche comunicare. Al Cairo le connessioni internet sono bloccate, saltate anche le comunicazioni fra telefoni cellulari. Il servizio sms era già inutilizzabile da alcune ore. L'operatore di telefonia mobile britannico Vodafone fa sapere di aver sospeso la copertura su richiesta del governo egiziano. Una mossa che il dipartimento di Stato Usa condanna con un messaggio su Twitter: "Siamo preoccupati per il fatto che le comunicazioni, compreso internet, i social media e perfino questo messaggio tweet, sono bloccati in Egitto", si legge nel messaggio firmato dal portavoce del dipartimento P.J. Crowley.

La Casa Bianca. E se in un primo momento, dagli Usa, era arrivato il monito del segretario di Stato Hillary Clinton che aveva chiesto di "evitare la violenza, rispettare i diritti umani, mantenere aperti i canali di comunicazione", poco dopo è la Casa Bianca a prendere posizione. La situazione "può essere risolta solo dal popolo egiziano", dice il portavoce Robert Gibbs. Il presidente Obama (che, fa sapere Gibbs, "oggi non ha parlato con Mubarak") ha convocato i vertici della sicurezza nazionale per discutere della crisi. Attraverso le parole del portavoce, gli Usa sollecitano il governo egiziano ad "affrontare immediatamente le rimostranze del tutto legittime" degli egiziani. "La violenza non è la risposta", ha detto Gibbs, aggiungendo che la situazione rappresenta un'importante opportunità per procedere a riforme economiche e politiche.

Gli Usa: "Internet è un diritto fondamentale". "In più occasioni - ha ricordato - il presidente Obama ha sottolineato l'importanza che gli Usa danno alle libertà fondamentali. E anche il libero accesso a internet rientra nei diritti fondamentali". Poi l'esortazione alla "moderazione", nel rispondere ai manifestanti, rivolta alle forze di sicurezza. Infine, l'annuncio che gli Stati Uniti rivedranno la loro politica di aiuti nei confronti dell'Egitto "sulla base degli eventi che avranno luogo nei prossimi giorni".

El Baradei è a casa. Mohammed El Baradei non è più ai domiciliari. La sorella Layla assicura che "sta bene, a casa, la sua abitazione non è più circondata dalla polizia". Si erano inseguite notizie contrastanti sulla sorte di El Baradei. Secondo alcuni testimoni, si trovava alla testa di una marcia pacifica nelle strade del Cairo. In mattinata si era diffusa la notizia che fosse stato "trattenuto" dalla polizia per evitargli di partecipare alle manifestazioni. Secondo altre fonti, infine, si trovava agli arresti domiciliari. Il leader dell'opposizione, rientrato ieri sera da Vienna, dopo aver concluso il suo mandato di direttore dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, in mattinata aveva preso parte alla preghiera del venerdì in una moschea nel quartiere di Giza. Subito dopo, la folla aveva iniziato a inveire contro Mubarak, innescando l'intervento delle forze speciali. A quel punto la polizia avrebbe impedito a El Baradei di mettersi alla testa delle manifestazioni. Oltre all'ex direttore dell'Aiea, bloccato anche Osama al-Ghazali, presidente del Fronte democratico.

Arrestati giornalisti. Quattro reporter francesi sono stati arrestati. Si tratta di un giornalista di Le Figaro e un collega del Journal du Dimanche, un reporter di un'agenzia fotografica e un collaboratore del magazine Paris Match. Sarebbero almeno dieci i giornalisti arrestati. La polizia avrebbe anche aggredito numerosi reporter, di media locali e internazionali. La testimonianza di Assad Sawey, reporter della Bbc, andato in onda con una benda sulla testa e la camicia sporca di sangue. "Stanno prendendo di mira i giornalisti - denuncia - hanno preso la mia telecamera e dopo avermi fermato hanno cominciato a colpirmi con spranghe di ferro, come quelle usate qui per macellare gli animali, e hanno usato manganelli elettrici per darmi la scossa". La tv satellitare Al Arabiya lancia un allarme sulla sorte di una sua troupe inviata al Cairo: non ha più sue notizie da questa mattina, quando è scesa in strada per seguire le manifestazioni.

Fonte: Repubblica

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