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Bahrein: scontri e morti, la protesta in M.O. si allarga

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2012 18:54
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18/02/2011 01:46

Bahrein, tre morti negli scontri
Obama: "No alla violenza"

La polizia irrompe in piazza delle Perle a Manama dove a centinaia protestano contro il regime. Moltissimi i feriti, malmenato giornalista della rete americana Abc, drammatica testimonianza via Twitter del New York Times. Tensione a Tripoli per la protesta organizzata dall'opposizione, vittime anche ad Al Beida e a Bengasi. In Iran convocata manifestazione per domenica, scontri in Yemen: un morto

MANAMA - Sale il bilancio dei morti dopo gli scontri della notte a Manama, capitale del Bahrein, e la violenza non sembra cessare. Sono tre le vittime ufficiali e 231 i feriti. Ma il bilancio potrebbe essere ben più grave a dar credito alle testimonianze che arrivano via Twitter dall'inviato americano del New York Times, Nicholas Kristof: manifestanti ammanettati e giustiziati, soccorsi ai feriti impediti, autisti di ambulanze minacciati, giornalisti bloccati. L'esercito annuncia che verranno adottate "tutte le misure rigorose e i deterrenti necessari" per "garantire la sicurezza dei cittadini e degli abitanti", come pure "la stabilità e l'ordine pubblico".

Usa: "No alla violenza, sì al cambiamento". Come avevano fatto durante gli eventi egiziani, gli Stati Uniti lanciano il monito anche alla dinastia al potere a Manama. "Chiediamo al Bahrein, alleato e amico dell'America, moderazione in vista di possibili nuovi disordini - dichiara il segretario di Stato, Hillary Clinton -. Chiediamo inoltre che sia mantenuta la promessa di ritenere responsabile chi ha fatto un uso eccessivo della violenza contro manifestanti pacifici. Gli Stati Uniti sostengono il processo per veri, significativi cambiamenti politici nel paese". Il portavoce di Obama conferma: "Il presidente è contrario all'uso della violenza contro i dimostranti". Il Pentagono riferisce di una telefonata tra il segretario alla Difesa, Robert Gates, e il principe ereditario Salman del Bahrein, vice comandante supremo delle forze armate del paese. I due hanno discusso della "situazione attuale sul piano della sicurezza", precisa il portavoce Geoff Morrell. Nel Bahrein gli Stati Uniti hanno il quartier generale della quinta flotta, incaricata di sorvegliare le rotte marittime percorse dalle petroliere nel Golfo, sostenere le operazioni in Afghanistan e contrastare un'eventuale minaccia iraniana.

Blitz della polizia a piazza delle Perle. La polizia, intervenuta all'alba, ha smontato le tende dei manifestanti in piazza delle Perle, nella capitale, ancora ricoperta del fumo dei lacrimogeni lanciati nella notte. Detonazioni e sirene di ambulanze si sono sentite a centinaia di metri dal luogo degli scontri, così come il ronzio dei motori di alcuni elicotteri militari. All'ospedale Salmaniya, principale nosocomio di Manama, continuano ad arrivare centinaia di feriti bisognosi di assistenza.

Deputato opposizione denuncia: "60 persone sparite". Oltre alle vittime e ai feriti, un deputato dell'opposizione ha sottolineato la scomparsa di circa 60 persone dopo il blitz con cui la notte scorsa le forze di sicurezza hanno annientato la tendopoli nel centro di Manama. La sparizione di così tanti dimostranti è stata denunciata da Ibrahim Mattar, deputato del principale cartello delle forze di opposizione sciite, il 'Wefaq'. "Sono in prigione?", si è chiesto polemicamente. "O sono riusciti a scappare, e adesso si nascondono in casa? Non lo sappiamo", ha sottolineato, annunciando che i rappresentanti del suo partito lasceranno in blocco il Parlamento, nel quale finora occupavano 17 seggi su un totale di 40.

Il ministro: "La polizia non ha sparato". Il ministro degli Esteri del Bahrain, Khalid al-Khalifa, è intervenuto in diretta in un programma della tv di stato per negare che le forze di sicurezza abbiano aperto il fuoco contro i manifestanti nel centro della capitale Manama. Il ministro ha definito la morte di tre manifestanti come un "incidente deplorevole" e ha spiegato che l'intervento della polizia si è reso necessario per evitare di portare il paese "sull'orlo dell'abisso settario".

Giornalista Abc picchiato. Blindati sono stati dispiegati nei pressi della piazza: le forze armate hanno avvertito di evitare le strade centrali di Manama, mentre la televisione americana Abc fa sapere che un suo giornalista è stato picchiato mentre era al lavoro, malmenato durante una violenta carica della polizia in piazza. Miguel Marquez era in collegamento telefonico con la redazione quando si è sentito gridare: "No, no,no, Sono giornalista...Vado, Vado, mi picchiano". Il collegamento è stato interrotto bruscamente e poi Marquez ha spiegato che si è visto sottrarre la cinepresa ed è stato picchiato da un gruppo di balordi nella piazza che ospitava le manifestazioni antiregime di questa notte.

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Kristof (Nyt) via twitter: "Manifestanti giustiziati". Drammatiche le testimonianze via twitter. L'inviato del New York Times Kristof, nei suoi post dal Bahrein racconta di una situazione che sta degenerando rapidamente: diversi manifestanti malmenati dalle forze dell'ordine, colpiti alla testa, alcuni giustiziati sul posto, secondo il racconto di giornalisti locali. Un'infermiera ha riferito di aver visto un prigioniero ammanettato, picchiato dalle forze dell'ordine e poi ucciso con un colpo di pistola. Un autista di ambulanza, scrive sempre Kristof, intervistato da lui, ha detto di essere stato minacciato con una pistola puntata alla testa: se avesse soccorso i feriti, sarebbe stato ucciso. Il governo del Bahrein ha vietato alle ambulanze di uscire dagli ospedali. Oltre seicento feriti sono arrivati nelle strutture sanitarie, feriti soprattutto alla testa. I giornalisti stranieri vengono bloccati in aeroporto, per evitare che possano assistere a quello che sta succedendo nel paese, riferisce Kristof.

Esercito: "Evitare il centro di Manama". In un comunicato del ministero dell'interno, il generale Tarek Al Hassan ha affermato che "le forze di sicurezza hanno evacuato piazza delle Perle dopo avere esaurito tutte le possibilità di dialogo" con i manifestanti. "Alcuni hanno lasciato il posto di loro spontanea volontà, altri si sono rifiutati di sottoporsi alla legge ed è stato necessario un intervento per disperderli", ha aggiunto l'alto ufficiale. Un portavoce del ministero è apparso oggi alla televisione nazionale per annunciare che le forze di sicurezza hanno ordinato alla popolazione di evitare le zone centrali della capitale Manama, teatro da tre giorni di manifestazioni di protesta della maggioranza sciita contro il regime monarchico assolutistico, e la concentrazione del potere nelle mani dell'élite sunnita, cui fa capo la stessa Famiglia Reale.

Ue e Onu condannano le violenze contro i manifestanti. L'Unione europea condanna la violenza della polizia del Bahrein contro i manifestanti antigovernativi e invita le autorità locali a rispettare il diritto dei cittadini di protestare pacificamente, riferisce la delegazione del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton. Il segretario dell'Onu Ban ki-Moon ha fatto appello al governo affinché blocchi le violenze delle forze dell'ordine. "In Bahrein, come ovunque, non si deve impiegare la violenza contro i manifestanti pacifici e i giornalisti - dice in conferenza stampa alle Nazioni Unite -. In un certo numero di paesi la transizione è iniziata o sono state fatte delle promesse. E' cruciale che i leader rispettino tali promesse". Ban aggiunge che, nei prossimi giorni, si metterà in contatto con i governanti del mondo arabo per far arrivar loro questo messaggio. "Lo dico ancora una volta: la situazione richiede riforme coraggiose, non repressione".

Libia, giornata della collera: morti ad Al Beida. Situazione difficile anche in Libia, dove oggi nel Paese è stata proclamata una 'giornata della collera', convocata via internet dell'opposizione libica. Nelle ultime 48 ore le vittime degli scontri sono almeno 14, riferisce Al Jazeera. La tv spiega che due persone sono morte mercoledì ad Al Beida, nell'est del Paese, e non fornisce informazioni sulle altre dodici vittime. Da Ginevra, l'organizzazione Human Rights Solidarity parla invece di 15 morti e molti feriti ad Al Beida, dove sarebbero giunte milizie da Tripoli. Manifestanti anti-Gheddafi hanno dato fuoco a un commissariato di polizia ad Alzentan, a sud-ovest di Tripoli, dove nei violenti incidenti hanno preso fuoco anche il tribunale, la sede della Guardia di sicurezza e una sede di comitati rivoluzionari libici che sostengono Gheddafi. Lo ha riferito l'edizione on line del quotidiano Quryna, appartenente al figlio del colonnello, Seif el Islam. Non ci sarebbero morti. Dopo queste violenze, Gheddafi ha silurato il responsabile della sicurezza nella provincia di Al Jabar All Akhdar, colonnello Hassan Kardhaoui.

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Manifestazioni contro il leader libico Muammar Gheddafi sono in corso a Tripoli e Bengasi. Secondo quanto riferisce il sito dell'opposizione libica '17 febbraio', un primo corteo è partito dalla zona di Suq al-Hout e si dirige verso al-Darih, nella capitale libica. A Bengasi invece è in corso un sit-in degli avvocati libici davanti al tribunale della città. Qui sei persone, denunciano i siti di opposizione, sono morte negli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti anti-regime. Altre quattro sarebbero morte, sempre oggi, ad Al Beida, riferiscono gli stessi siti. Nelle città libiche sono scesi in piazza anche i sostenitori del Colonnello, con il pericolo di sanguinosi scontri. In particolare a Tripoli un centinaio di persone ha cantato slogan in favore di Gheddafi, portando a mano il suo ritratto. La tv libica ha trasmesso solo immagini di manifestazioni di sostegno a Gheddafi in varie città e la stampa ha ignorato completamente gli scontri a Bengasi.

Iran, domenica nuova manifestazione a Teheran. Prosegue l'agitazione anche in Iran, dove siti internet collegati ai gruppi di opposizione hanno inviato i cittadini a "radunarsi domenica in una nuova manifestazione a Teheran e in altre città", per commemorare la morte dei due manifestanti antigovernativi rimasti uccisi lunedì scorso durante gli scontri con la polizia locale. Lo ha reso noto il movimento verde iraniano in un comunicato pubblicato su kaleme.Com, sito web del principale leader dell'opposizione Mir Hossein Mousavi.

Yemen, scontri a Sanaa e Aden: due morti. E' di almeno un morto e 25 feriti il bilancio degli scontri a Sanaa tra duemila manifestanti e i sostenitori del regime del presidente Ali Abdullah Saleh, nel quinto giorno consecutivo di proteste. Un manifestante è stato ucciso anche ad Aden, 10 i feriti nella città portuale
a sud dello Yemen, dove la polizia ha aperto il fuoco per disperdere un corteo di protesta contro il regime. Lo hanno riferito fonti dell'ospedale della città. Saleh ha deciso di istituire una commissione d'inchiesta sui disordini scoppiati ieri ad Aden, durante i quali sono morti due manifestanti, mentre alcuni religiosi hanno invocato la creazione di un governo di unità nazionale. Mercoledì c'erano state diverse proteste non solo a Sanaa, dove in 800 hanno marciato contro il regime, ma anche a Taiz e nel quartiere di al-Mansoura ad Aden. Per tentare di placare la rivolta in un Paese segnato dalla povertà endemica, stretto a tenaglia dai ribelli Houti a nord e dai secessionisti al sud e già impegnato a soffocare l'ala locale di Al Qaeda, Saleh ha promesso che non si ripresenterà alle elezioni del 2013 e ha aperto un tavolo con l'opposizione.
In conferenza stampa a Sanaa, lo sceicco Abdul Majid al Zandani, leader di spicco del Partito islamico all'opposizione e rettore dell'Università di al Eymanha, ha invitato i dimostranti a scendere in piazza se il presidente Ali Abdullah Saleh non accetterà la loro richiesta di trasferimento pacifico dei poteri. "Deve nascere un governo di unità nazionale, con i ministeri più importanti assegnati in modo equo all'opposizione e al partito al potere, per preparare le elezioni nell'arco di sei mesi". Lunedì prossimo, ha detto lo sceicco citato dai media locali, tutti i leader religiosi dello Yemen si incontreranno e diffonderanno un comunicato per chiarire la loro posizione sulle proteste antigovernative in corso nel Paese arabo per chiedere le dimissioni di Saleh.

Fonte: Repubblica

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