Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 

Moda

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2015 23:03
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07/07/2011 06:43

Valentino: il lusso è una questione privata
Ci vuole coraggio a togliere il sipario all'alta moda, a cancellare i trucchi, a spegnere le luci sul palcoscenico dell'haute couture. Ci vogliono coraggio e spericolatezza per passare da Moulin Rouge alla Nouvelle Vague, dal kolossal a un film intimista. Coraggio e spericolatezza, però, sono proprio le carte vincenti dell'accoppiata Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, i due stilisti alla direzione creativa di Valentino che hanno deciso di piegare persino l'alta moda alle nuove direttive "intimiste" dettate dalla loro idea di lusso contemporaneo.
Così, sulla passerella parigina della nuova collezione Valentino Haute Couture per l'autunno 2011, i due hanno deciso di mettere in scena una parabola sfocata, un piccola produzione cinematografica che finge di adottare un budget ristretto, quando invece è esattamente il contrario. Perché dietro gli abiti quasi monocromi, con la silhouette allungata e i tessuti impalpabili, si nasconde un lavoro faraonico e costosissimo di ricami, accostamenti, sovrapposizioni della migliore artigianalità italiana. I due parlano di "lusso privato" intendendo, in primo luogo, raggiungere il piacere di chi indosserà queste creazioni, più di chi le guarderà. I tagli al laser, i tulle invisibili, i pizzi accostati con la leggerezza di un soffio, dovranno soprattutto compiacere alla pelle, ai movimenti e all'allure delle milionarie più che agli sguardi curiosi e ammirati del loro pubblico.
In secondo luogo, questo nuovo approccio all'alta moda vuole premiare soprattutto l'artigianalità, la grande maestria del Made in Italy. Senza però deviare nel baccano: ciò che importa del decoro, infatti, è la sua variante più silenziosa, pacata, quasi in sordina. Piume, cristalli, pastiglie... ogni dettaglio è trattato come se all'ago e al filo fosse chiesto di abbassare il volume, di controllare la teatralità, di provare a descrivere un'estetica più intima che chiassosa.
I colori sono contenuti: beige, oro, grigio, argento, nero, qualche tocco di rosso smorzato (non il famoso rosso Valentino). Dettagli e ispirazione sembrano guardare a Bisanzio e alla delicatezza magica dei mosaici di Ravenna o dell'isola veneziana di Torcello. A differenza del passato, però, l'incosistenza rarefatta di certe creazioni di Chiuri e Piccioli si riempie di tessuto e di forma, soprattutto per i cappotti di broccato o per le maxi cappe che arrivano ad accarezzare il pavimento come fossero mantelli.
Continuando su una strada precisa, ormai diventata maestra, con questa sfilata il nuovo corso di Valentino si trasforma nel nuovo corso del lusso, ambito in completa evoluzione che oggi, più che mai, richiede il massimo dell'artigianalità e il minimo delle convenzioni.



di Simone Marchetti
Fonte:http://d.repubblica.it/
07/07/2011 10:08

Re: Valentino: il lusso è una questione privata
killing zoe, 7/7/2011 6:43 AM:






insonnia? oppure il tuo primo pensiero del mattino va alla moda?? [SM=x44455]
07/07/2011 18:41

Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
KuntaKinte77, 07/07/2011 10.08:


insonnia? oppure il tuo primo pensiero del mattino va alla moda?? [SM=x44455]



come potevo dormire con il dubbio amletico se farmi oggi le ugnhie rosso ciliegia o rosa bubble [SM=x44457] [SM=x44453]


07/07/2011 19:27

Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
killing zoe, 07/07/2011 18:41:



come potevo dormire con il dubbio amletico se farmi oggi le ugnhie rosso ciliegia o rosa bubble [SM=x44457] [SM=x44453]






a me le donne piacciono molto con lo smalto trasparente, senza french o siliconi vari [SM=x44450]

gli altri colori, se messi alla cacchio di cane (come vedo spesso in giro), non mi piacciono per niente...


e cmq non sarebbe un pensiero del primo mattino [SM=x44457]
07/07/2011 19:29

Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
KuntaKinte77, 07/07/2011 19.27:




a me le donne piacciono molto con lo smalto trasparente, senza french o siliconi vari [SM=x44450]

gli altri colori, se messi alla cacchio di cane (come vedo spesso in giro), non mi piacciono per niente...


e cmq non sarebbe un pensiero del primo mattino [SM=x44457]



forse perchè per me le 6.42 non sono il primo mattino [SM=x44457]

10/07/2011 22:29

Chapeau!
La stagione del cappello è iniziata ufficialmente il 29 aprile a Westminster, per le nozze di William e Kate. È poi continuata nel Principato di Monaco, per il matrimonio di Alberto e Charlene. Archiviate le occasioni ufficiali, però, il cappello resta il protagonista delle ultime tendenze di moda in vacanza e in città. Ma come si sceglie e come si indossa? Per capirlo ci sono due modi. Il primo è guardare le attirici e modelle che lo usano come arma per mascherare i capelli in disordine, per celare i segni di una notte brava o per aggiungere il tocco finale al proprio look.
Il secondo è seguire le tre regole semplici ma efficacissime che lo trasformano in un pezzo di grande charme. Eccole:
1) Ogni testa ha la sua taglia. Misura il diametro del tuo capo con un metro da sarta appoggiato sopra le sopraciglia. Quella che rilevi è la taglia e va orientativamente da 54 a 63 cm. Un cappello che non calza o al contrario uno che sprofonda sugli occhi è sempre sbagliato.
2) Ogni figura ha il suo cappello. Come per ogni capo d'abbigliamento, anche per la scelta del cappello bisogna considerare le proprie misure. I modelli a falda larga, per esempio, sono sconsigliati alle figure minute perché non aiutano la verticalità della silhouette. Quelli a falda stretta, invece, vanno bene per visi allungati. Quelli grandi, invece, sono perfetti per affinare, in virtù del gioco d'ombre, i visi paffuti.
3) Ogni look ha il suo cappello. Kaftani trasparenti e maxi dress vanno daccordo con cappelli grandi e scenici. Shorts, jeans e abbigliamento casual, invece, si abbinano a modelli panama, Fedora o da garçonne.



di Martina Marchiorello
Fonte:http://d.repubblica.it/
10/07/2011 22:38

Re: Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
killing zoe, 07/07/2011 19:29:



forse perchè per me le 6.42 non sono il primo mattino [SM=x44457]





a che ora ti svegli? [SM=x44473]

... e qte ore dormi? [SM=x44465]
10/07/2011 22:43

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
KuntaKinte77, 10/07/2011 22.38:




a che ora ti svegli? [SM=x44473]

... e qte ore dormi? [SM=x44465]



a seconda di cosa devo fare per lavoro a volte alle 5.45 o alle 6.00.

Perchè tu quando ti svegli?
10/07/2011 22:49

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
killing zoe, 10/07/2011 22:43:



a seconda di cosa devo fare per lavoro a volte alle 5.45 o alle 6.00.

Perchè tu quando ti svegli?




non hai detto qte ore dormi... [SM=x44452]


solitamente mai prima delle 7.00. Per arrivare in ufficio ho bisogno solo di 20-30 min [SM=x44462]
14/08/2011 09:32

Re: Louboutin contro Saint Laurent
killing zoe, 25/05/2011 22.21:

Quando la moda vede rosso, il Fashion System diventa una corrida. O almeno questo sta succedendo nella causa che il designer di scarpe Christian Louboutin ha intentato contro la maison Yves Saint Laurent. Il motivo della contesa è la famosa suola rossa delle scarpe Louboutin copiate, a detta del creativo, dal brand francese. La notizia è stata riportata dal sito dailymail: secondo il quotidiano online, le ultime creazioni Louboutin affiancate a quelle di Yves Saint Laurent nei grandi magazzini di New York (Saks Fifth Avenue, Bergdorf Goodman e Barneys) non lascerebbero dubbi riguardo al plagio. Tanto da portare il brand di calzature a depositare un'istanza presso la corte federale di Mahattan chiedendo il risarcimento di un milione di dollari e la sospensione immediata della produzione e della vendita degli accessori contestati.
La replica da parte di Yves Saint Laurent non si è fatta aspettare: in un comunicato, la maison risponde che "le suole rosse sono un ornamento comune nel design di scarpe fin dai tempi di Luigi XIV, nel 1600. Non solo: anche il personaggio di Dorothy nel film 'Il mago di Oz' è inquadrata mentre ne porta un paio". Il marchio francese, infine, non perde occasione di ricordare come la suola rossa fosse presente nelle proprie collezioni fin dagli anni Sessanta.
Queste dichiarazioni, però, sembrano non bastare a Louboutin che continua a rivendicare la paternità del dettaglio. Infatti, ha intentato anche un'altra causa, per l'esattezza contro il marchio brasiliano Carmen Steffen, ritenuto colpevole dello stesso reato. Anche in questo caso, il brand citato ha risposto per le rime: "Come un nostro catalogo può provare", si legge nelle dichiarazioni "è dal 1996 che Carmen Steffen produce modelli con questo dettaglio, mentre il marchio Louboutin è stato registrato solo nel 2008".
Brand amato dalle star di tutto il pianeta e piccolo impero del Fashion System (non vuole aumentare la propria produzione e rifiuta categoricamente ogni proposta di acquisto da parte di grandi gruppo del lusso), Christian Louboutin è nuovo a queste cause: la sua artigianalità e creatività, infatti, l'hanno trasformato in pochi anni in uno dei marchi più prestigiosi, amati e invidiati nel panorama della moda. Un piccolo gioiello che non vuole perdere la dimensione famigliare del business, preferendo la qualità e l'esclusività dei suoi prodotti ai fatturati milionari delle multinazionali della moda.



di Simone Marchetti
Fonte: http://d.repubblica.it/



Louboutin perde contro Dior

Alla fine Christian Louboutin ha dovuto cedere le armi. La corte federale di Manhattan ha emesso la sua sentenza sulla causa intentata dallo stilista delle scarpe contro Yves Saint Laurent e Dior: la suola in vernice rossa delle scarpe non è un marchio protetto. Louboutin aveva chiesto un milione di dollari e la sospensione immediata della produzione e della vendita degli accessori di Saint Laurent dichiarando che questi aveva copiato la suola rossa delle sue celebri scarpe adorate dalle celebrities. La replica da parte di Yves Saint Laurent non si era fatta aspettare. In un comunicato, la maison rispondeva che "le suole rosse sono un ornamento comune nel design di scarpe fin dai tempi di Luigi XIV, nel 1600. Non solo: anche il personaggio di Dorothy nel film 'Il mago di Oz' è inquadrata mentre ne porta un paio". Il marchio francese, infine, non perdeva occasione di ricordare come la suola rossa fosse presente nelle proprie collezioni fin dagli anni Sessanta. Louboutin però non aveva ceduto e anzi aveva fatto "spiare" la maison Dior convinto che stesse preparando a sua volta una collezione di scarpe dalla suola rossa. Dior aveva smentito anche se proprio come Saint Laurent rivendicava il diritto di usare la tinta per le suole. Louboutin aveva cercato di controbattere chiedendo il copyright solo sul rosso vermiglio lasciando ai suoi "rivali" la possibilità di usare altre tonalità. Ma ora il tribunale di New York ha chiuso definitivamente la polemica lasciando Louboutin con un palmo di naso.

Fonte: http://d.repubblica.it/
14/08/2011 10:03

Tutta di stampe mi voglio coprire
È bastata una comparsata, giusto un flash alle ultime sfilate maschili per riaccendere la voglia di ripescare i tessuti stampati anche per lei. D’altronde le tinte unite di matrice minimal ci avevano nauseato. Neanche il «color block» - che accosta le sfumature più accese e fluo basta più a frenare l’ondata di fantasie che stanno lastricando il guardaroba. E che fantasie. Mica fiorellini, righe o quadrettini da pic-nic in Provenza. No, troppo facile.
I motivi che tornano prepotenti adesso ma, attenzione, anche il prossimo autunno-inverno e addirittura la primavera ventura - sono quelli giganti, esagerati, Anni Ottanta. Modello «Barocco style» alla Versace; genere caleidoscopio targati Pucci; d’impronta hermèsiana sui temi equestri; firmati Gucci; o Etro prima maniera nei mix di paisley.
Camicette, foulard, gonne, abiti che molte di noi hanno nascosto in fondo agli armadi in attesa di tempi migliori. Ecco sono arrivati. Anzi, proprio in questi giorni in vacanza si è aperta la caccia nei mercatini agli esemplari d’antan. Chi non può acquistare gli esemplari delle grandi griffe, che rieditano le loro pietre miliari, si tuffa nel vintage, setaccia fra le imitazioni. O si diverte a sfoggiare le citazioni dei marchi che cavalcano l’onda del «foulard print», come D&G che ci ha costruito sopra un’intera collezione per lui. O Fisico che con i carré di seta ha creato una sventagliata di parei, tuniche e copricostume da annodare e trasformare. Per non parlare del «tropical power», costellato di frutti e fiori macro, con cui Prada e Stella McCartney hanno disseminato prendisole, bluse e giacche di sapore latino-americano. Firma o non firma poco importa, quel che conta sono i disegni, i colori sparati.

Ma non basta. Per simpatia monta parallelo un gran ritorno ai foulard d’epoca, istoriati come tableaux, da mettere al posto dei top, da esibire in testa alla pirata, da buttare nella cesta da spiaggia e sfruttare all’occorrenza a mo’ di bandana. Un modo come un altro per contaminare con estro il classico seriosetto. Magari con l’attitudine rock & royal predicata da Gianni Versace 30 anni fa. Tanto che sua sorella Donatella riparte proprio dalle sue mitiche stampe per rilanciare lo stile della Medusa. «Very Versace, i giovani da noi vogliono l’essenza del marchio spiega la stilista - lo conferma anche il fatto che Lady Gaga è andata spesso in scena con i nostri capi più datati».
Da dove nasce tutto questo bisogno di iper-decorativismo che soprattutto nell’uomo è piuttosto insolito? «Fino a ieri era una caratteristica dei capi casual. Oggi, che lo sport entra nel formale rendendolo più rilassato, si porta dietro anche le fantasie», racconta Alessandro Sartori che per Z-Zegna ha creato per i prossimi caldi giubbini madras, o con disegni geometrici astratti, in seta vetrificata, spalmati con una ceramica trasparente.
Morale: l’egemonia dell’unito è arrivata alla frutta.



di ANTONELLA AMAPANE
Fonte: http://www3.lastampa.it/moda/
14/08/2011 10:07

L'abito su misura diventa globale
Trecento maestri sarti di tutto il mondo si sono dati convegno a Roma e hanno eletto il loro presidente, è il signor Kim Yong-Earn della Corea del Sud, che prende il posto di un classico e tradizionale sarto italiano, Mario Napolitano, che da 64 anni lavora in bottega.

La globalizzazione si è allargata anche a questa antica professione, di cui il fior fiore si è mosso da tutt’Europa fino all’Asia per il 34˚ congresso della Federazione mondiale dei maestri sarti, appuntamento che ha cadenza biennale. Quest’anno è stata anche l’occasione per festeggiare i cento anni della Federazione, che nasce nel 1865, anche se il primo congresso fu nel 1910 a Bruxelles, con la partecipazione di 250 sarti da 15 diverse nazioni. In quell’occasione la categoria elesse il proprio comitato esecutivo, allora presieduto dal fondatore Jacques Frickx, costituendosi come Federazione mondiale dei maestri sarti.

Nei primi anni non fu possibile rispettare la cadenza degli incontri, prima per lo scoppio della Prima guerra mondiale, poi per la generale recessione economica che ne seguì. I maestri delle forbici e dell’ago riuscirono dunque a riunirsi quindi a Parigi solo nel 1937, con la presenza di un centinaio di sarti, a Zurigo nel 1939 e a Londra nel 1950, dove si è svolto il quarto Congresso mondiale. Solo allora fu possibile rispettare la cadenza biennale stabilita nel corso della sua prima edizione.

Il nostro Paese, culla storicamente accreditata dell’alta scuola di sartoria maschile, è rappresentato dall’Accademia nazionale dei sartori, la più antica associazione italiana del settore abbigliamento, che oggi unisce più di 200 maestri italiani. L’accademia fa risalire la sua fondazione al 1575, quando per volontà di Papa Gregorio XII nacque l’Antica università dei sartori. I «Sartori», ora eletti al rango di accademici, si sentono portatori di una missione quasi sacrale, dalle loro voci è facile capire come stia loro a cuore tutelare la categoria del «sarto per vocazione profonda» come un patrimonio in via di estinzione.

Il vero dramma per un accademico sartore è forse oggi quello di essere scomparso come protagonista assoluto nella filiera della produzione di un abito di livello. Attualmente è il marchio dello stilista e la stampella di carne del testimonial che attribuiscono valore a un abito, il sarto sembra dissolto o per lo meno si immagina trascurabile il suo intervento. Le voci più rappresentative della categoria spiegano come il declino per i sarti tradizionali iniziò negli Anni 60, quando le prime sfilate erano accompagnate dalla raccomandazione martellante: «Vietato parlare male degli abiti confezionati». Era quasi un diktat. Negli anni in cui l’industria andava privilegiata per la rinascita del Paese, la famiglia italiana, davanti a Carosello, assaporava la vertigine del benessere sotto forma di fanciulle che sospiravano «Ho un debole per l’uomo in Lebole», o di Delia Scala che mostrava le meraviglie del Velicren, quando il tessuto naturale veniva considerato un cascame del passato in nome dei modernissimi abiti «antimacchia», o camicie «che non si stirano», figli anche loro della plastica. Poi arrivarono i grandi stilisti, nomi importanti, ma che poco avevano a che fare con la confezione personalizzata di un abito, quella che prescrive come condizione essenziale il rapporto fisico tra il sarto e il cliente e non meno di 60 ore di lavorazione. Infine un presidente di categoria che viene dall’Oriente. Per quanto tutti minimizzino la portata dell’evento, anche questo sarà un segno per nostri custodi dell’antica regola dell’ordine cavalleresco dell’ago e filo, delle forbici e del gessetto.



di GIANLUCA NICOLETTI
Fonte: http://www3.lastampa.it/moda/

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15/08/2011 15:00

Vestiti eleganti
La semplicità dei mini abiti Prada P/E 2011 conquista le star, chi preferite?



Le star vanno letteralmente pazze per Prada. Ma questa volta non si tratta di accessori o preziosissimi abiti di haute couture bensì dei semplicissimi ma deliziosi abiti con la stampa Azulejos, realizzati in un cotone morbido e leggero. Un vero must direttamente dalla collezione primavera estate 2011, tanto che le attrici che vi mostro in fotogallery hanno indossato questi abiti nelle occasioni più differenti e in outfit completamente opposti. Alcune hanno decisamente fatto centro per altre vale il detto secondo il quale non basta indossare un abito di un’importante griffe per essere eleganti. Da Lea Seydoux a Jennifer Garner,da Meg Ryan a Jennifer Aniston, chi ha scelto l’abbinamento giusto? Scopriamolo insieme…


Elegante e sbarazzina, la proposta di Jennifer Aniston che ha indossato l’abito Prada in occasione di un red carpet. La biondissima attrice ha coordinato il vestito ad un paio di open toe firmate Gucci. Deliziosa anche Lea Seydoux che ha scelto un abitino sui toni dell’azzurro abbinato ad un paio di pumps turchesi: l’azzurro è uno dei miei colori preferiti e non posso non apprezzare il look di Lea.

Decisamente out Meg Ryan, non tanto per la sua chioma fuori posto quanto per i sandali che ha scelto di abbinare all’abito: davvero terribili! Non era meglio un’infradito ultra flat? Un po’ meglio Jennifer Garner, paparazzata mentre faceva la spesa, che per lo meno ha optato per un sandalo più giovanile ma comodo allo stesso tempo.

E secondo voi chi ha abbinato meglio questo abito Prada?

moda.pourfemme.it/articolo/la-semplicita-dei-mini-abiti-prada-p-e-2011-conquista-le-star-chi-preferit...
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15/08/2011 17:18

Re: Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
killing zoe, 07/07/2011 19.29:



forse perchè per me le 6.42 non sono il primo mattino [SM=x44457]





[SM=x44466]
16/08/2011 16:41

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Valentino: il lusso è una questione privata
Thomas turbat@, 15/08/2011 17.18:


[SM=x44466]



[SM=x44458] in quel periodo la mia sveglia oscillava tra le 5:00 e le 5:30 [SM=x44471] [SM=x44469]


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21/08/2011 14:58

Le novità per la moda donna autunno-inverno 2011/12 di Zara


Abbiamo già visto la collezione di moda uomo per l’ autunno-inverno 2011/12 di Zara, nonché una parte della collezione di moda donna: oggi vediamo cosa il brand ha ancora da proporre per quest’ ultima, già a disposizione nei negozi.


Non manca davvero niente nella linea donna di Zara per il prossimo autunno-inverno, neanche il sexy e intrigante abito nero per le serate più raffinate e romantiche, come anche il vestito metallizzato senza maniche, sempre molto sensuale; tanti comunque i vestiti tra i quali potrete scegliere.

Se volete farvi notare potete scegliere la gonna rossa decorata con le piume, magari da abbinare con una delle tante t-shirt che Zara ha creato, rock o romantiche, tutte di tendenza; molto alla moda e must di questo autunno-inverno la jumpsuit, in tessuto pesante per coprire dal freddo e proposto in tinta unita con tonalità scure.

Zara è tra i marchi che meglio segue i trend stagionali, quindi per questa stagione fredda non mancano proposte per un look maschile, né le fantasie a pois, né i colori vivi come l’ arancione e l’ azzurro per rompere il predominio delle tinte scure come il nero ed il blu.
moda.guidone.it/2011/08/20/le-novita-per-la-moda-donna-autunno-inverno-201112-di-zara/?re...


ma....

Pesanti accuse per Zara in Brasile

Inditex, big spagnolo che controlla Zara, continua a crescere a ritmi elevatissimi (nel primo trimestre fiscale +11% i ricavi e +10% l'utile netto). La griffe però rischia di vedere successo e immagine appannati da gravi problemi in Brasile, dove è accusata di usare mano d'opera in condizioni di lavoro da schiavitù. Tanto che il ministero locale del lavoro ha avviato un'inchiesta dopo una denuncia sulle condizioni disumane di lavoro in un laboratorio clandestino di San Paolo. «Abbiamo trovato bambini esposti a rischio, macchine senza protezione, locali insalubri...», ha detto al Globo il funzionario del ministero del lavoro, Luis Alexandre de Faria, che ha partecipato a due blitz in fabbrica. Altri laboratori che lavorano per Zara sono stati denunciati per infrazioni varie. Inditex si è difesa precisando che c'è stata una terziarizzazione non autorizzata di un fornitore (la ditta Aha) che avrebbe commesso le infrazioni di cui sopra. Insomma, probabilmente una mancanza di controllo da parte degli spagnoli, una "leggerezza", che però potrebbe costare cara. (R.Fi.)

www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-08-19/pesanti-accuse-zara-brasile-082236.shtml?uuid=...

[SM=x44491]

27/08/2011 20:55

Di lusso o low cost è l'anno del pitone
Quando il gioco si fa duro le dure cominciano a giocare: di fronte alle sfide della crisi autunnale le ragazze 2011 avanzano combattive e determinate. Infatti hanno voglia di una nuova pelle di serpente, s’intende falsa ed ecologicamente corretta, ma carica di significati inconsci visto che è simbolo di fierezza, ferocia, seduzione. Prepariamoci alla carica delle nuove pitonate, perché è questo il primo trend preciso di stagione: guizzi rettiliani sulla giacca, gli stivali, l’abito, perfino sulla camicia di chiffon. Non soltanto nel classico neroavorio naturale, ma in tutti i colori fluo: dal senape al giallo limone, dal corallo al turchese. Per ispirarsi, basta dare un’occhiata alla campagna di Prada, con quegli audacissimi stivali magari col cinturino che sono l’ultimo oggetto del desiderio.

Ma dalle nuove stampe animalier, così eleganti dal punto di vista grafico, si sono fatti tentare tutti: Gucci, Cavalli, Chloé, Valentino, Lanvin, Yves Saint Laurent; Missoni negli abiti di toni pastello, il belga Dries Van Noten per certi tronchetti di gusto punk, Giorgio Armani per le borse morbide e multicolor, Dior con le casacche rosa confetto dalle corte maniche svasate. E non è necessario spendere una fortuna: da Zara i mocassini rockabilly costano 79 euro e 95, la shopping-bag idem, lo stivale alto 149 euro. Lo stesso da H&M, da Mango e da Topshop: la caccia al serpente è aperta. Il pitone striscia sui red carpet e sotto i flash dei paparazzi: già avvistate con la nuova uniforme Nicole Kidman, Blake Lively, l’idolo delle teenager americane Ciara e la sempiterna Kate Moss.

Più acido e meno scontato del classico leopardo, il pitone può dare grandi soddisfazioni, ma necessita di alcuni accorgimenti. La blogger canadese Clara Young ricorda che «il cobra è cattivo: vi mettete addosso un animale capace di stritolare un roditore di media stazza. Perciò, se pitone dev’essere, sperimentatelo con attenzione». Clara, che ha ottime frequentazioni, racconta di aver inaugurato il suo impermeabile verde pitonato di Prada durante un weekend da amici in un castello della Borgogna. Ma quello che, il venerdì pomeriggio, alla partenza da Parigi, pareva un capo perfettamente all’avanguardia in cui sentirsi molto a proprio agio, al mercato del paese il sabato mattina si è trasformato in una bizzarria che non c’entrava niente con la sporta della spesa. Dunque: bene per la discoteca e l’happy hour, ma pensateci prima di vivere in pitone dalle nove a mezzanotte.

Soprattutto perché il pitone è una dichiarazione di guerra, o almeno di ribellione. Con un giubbotto di «pelle di serpente» (titolo italiano del film di Sidney Lumet, in originale «The Fugitive Kind») lo sradicato Marlon Brando affascinava nel 1959 la matura matriarca italiana Anna Magnani. Tutta di pitone era la giacca di Sailor Ripley alias Nicolas Cage in «Cuore selvaggio» di David Lynch, e il medesimo materiale abbonda nelle divise delle rockstar, evocando deserti dell’Arizona, tequile, sonagli minacciosi, vapori afosi.

Il compito delle trendsetter, ora, è quello di renderlo metropolitano, limitando le dosi, magari, a una cintura sottile o a una scarpa dal tacco a stiletto che spezzino un abito beige o nero. Perché l’importante è non farsi vittimizzare: né dal serpente né dalla moda.



di EGLE SANTOLINI
Fonte:http://www3.lastampa.it/moda/
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05/09/2011 15:50

Vogue Fashion's Night Out
Una notte di acquisti, aperture straordinarie, cocktail party, arte e musica: è la Vogue Fashion's Night Out (VFNO), prevista per l'8 settembre. Un evento mondiale dove protagonista assoluta è l'eleganza, resa accessibile al grande pubblico con prezzi democratici e aperture straordinarie. Quest'anno la manifestazione si estende a nuove aree cittadine: oltre al Quadrilatero della Moda e all'intero quartiere di Brera, sarà possibile assistere a eventi anche in zone come Piazza Cadorna e Porta Genova. Circa 600 i negozi aperti fino a tardi, con promozioni, feste e dj set. Molte grandi griffe, come Armani e Moschino, realizzeranno un oggetto speciale in limited edition firmato VFNO, il cui ricavato sarà utilizzato per finanziare l'intervento di recupero e valorizzazione di una cascina milanese.



A questa speciale notte bianca partecipano anche il Museo del Risorgimento e Palazzo Morando, aperti fino alle ore 23.30. Palazzo Morando, inoltre, sarà la prestigiosa sede della mostra Watch&Click, per valorizzare i giovani talenti della fotografia attraverso una riflessione sul tema del tempo. Ingrediente immancabile per VFNO, la musica, che creerà suggestioni ora classiche ora jazz in diversi punti della città, da Brera a Piazza Cadorna.

www.milanodabere.it/milano/manifestazioni/vogue_fashion_s_night_out_24...
10/09/2011 15:06

E' la cuffietta il copricapo di stagione
Finiti i tempi del panama in paglia, dei foulard da gran diva e degli scenografici cappelli a tesa larga, è giunta l'ora di ripensare velocemente a cosa mettersi in testa, pena il rischio di giungere impreparate alle giornate fredde e piovose dell'autunno inverno ormai alle porte.
Che poi, se proprio vogliamo essere sincere, non è detto che un copricapo debba servire ad uno scopo "primario": sia come puro elemento decorativo che come ciliegina sulla torta di un outfit impeccabile, gli headpieces più à la page sono quelli che catalizzano l'attenzione di chi li guarda, a volte persino a costo di risultare eccentrici.
Fra le proposte più gettonate di stagione, è la cuffietta a farla da padrona, declinata in molteplici varianti, da quelle più appariscenti e originali a quelle più semplici e funzionali, passando per i deliziosi modellini bon-ton e childlike.
Per chi ama osare e non passare inosservato, c'è solo l'imbarazzo della scelta: dal modello da aviatore di Prada a quello da fantino di Hermès; dall'elmo in feltro pink di Lika al berretto in pvc lucido di Babbu. Sono graziosi cappellini in lana decorati di rose e fiocchetti le nuove proposte di Rosè a pois, mentre brillano di paillettes e Swarovski quelle di Blugirl e Chanel. E' una soffice boule di lapin a righe o total black la cuffietta secondo Marc Jacobs, mentre non riuscirete a non trovare ciò che fa per voi se siete amanti del tricot: Missoni, Max & Co, Mulberry, Etro, Bally e Stella McCartney sono solo alcune delle griffe che hanno proposto morbidi e caldi copricapi, con tanto di trecce e pon-pon.



di Daniela Raspa
Fonte:http://www3.lastampa.it/moda/
11/09/2011 16:46

New York apre la stagione delle sfilate
Dieci anni fa, la tragedia dell'11 settembre fermo' la Fashion Week di New York e tutta la moda si ritrovo' attonita a riflettere sul senso della propria esistenza. Quest'anno, il decennale delle Torri Gemelle verra' celebrato proprio in mezzo alle sfilate della Grande Mela che sono entrate nel vivo il 10 settembre, aprendo, come sempre, la lunga stagione del pret-a-porter femminile per la primavera-estate 2012.
Dopo New York, che chiudera' il 15 seguira' Milano dal 21 al 27 settembre e, dal giorno successivo fino al 5 ottobre, sara' poi la volta di Parigi. In questi dieci anni il mondo della moda ha superato il complesso della futilita', se mai lo ha avuto: anzi, vestiti e accessori sono stati inalberati come simboli di un modo di vivere occidentale che non intendeva piegarsi alle minacce di Osama Bin Laden. La moda ha fatto da traino, anche a New York, nel ritrovare la voglia di vivere, nel rimettere in moto dal macchina del business. E se quello choc collettivo e' stato dolorosamente superato elaborando il lutto, oggi altri traumi scuotono il mondo: non solo la crisi del 2008, con il crollo di tante certezze economico-finanziarie, ma quest'anno, il rischio di default perfino per gli Usa. In questo quadro dunque vanno in passerella le collezioni piu' belle del mondo, in un mese di sfilate e presentazioni. New York servira' per iniziare a capire se la moda, ancora una volta, stringera' i denti e dara' coraggio a tutti. Dal resto, anche in Italia - dicono gli esperti - le aziende producono, esportano, migliorano i conti, vincendo una battaglia quotidiana nonostante la politica sembri aver perso la testa. Tra calendario ufficiale della Mercedes-Benz Fashion week, al Lincol Center, e sfilate organizzate autonomamente, tra presentazioni ed eventi collaterali, sono quasi duecento gli appuntamenti a Manhattan.

Tra i marchi da annotare, senza fare distinzione tra nomi grandi o meno noti, Lacoste, Helmut Lang, Alexander Wang, Victoria Beckham, Bespoken, Derek Lam, Edun, Diane von Furstemberg, Thakoon, Zac Posen, Custo Barcelona, Tommy Hilfiger, Carolina Herrera, Donna Karan, Rachel Zoe, Michael Bastian Herchovitch, Thom Browne, Mulberry, Marc Jacobs, Tory Burch, Vera Wang, Rodarte, l'italiano Diesel Black Gold, Marchesa, Theyskens' Theory, Oscar de la Renta, Tibi, Milly, Narciso Rodriguez, Michael Kors, Ports 1961, Jeremy Scott, Gant, Reed Krakoff, l'italiano Philosophy di Alberta Ferretti, Obando, Proenza Schouler, Ralph Lauren, Calvin Klein, Bill Blass. Quasi tutti hanno ormai preso la decisione di proporre le proprie sfilate in diretta web, per quelle al Lincoln Center su www.youtube.com/liverunway.

E mentre stasera Valentino Garavani riceve il Couture Council Award per l'arte nella moda, New York come tante altre citta' si prepara alla Vogue Fashion Night di domani, una festa per avvicinare stilisti e giovani, moda firmata e grande mercato, aprendo i negozi e proponendo eventi e prodotti speciali anche a poco prezzo. Perche' e' ormai di questo mix che vive la moda: anche Missoni arriva a New York con una collezione fatta apposta per il fast fashion di Target, oltre 1700 punti vendita in 49 stati americani.



di Roberta Filippini
Fonte:http://www.ansa.it/
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