Vittoria preziosissima dovuta più alla volontà e alla concentrazione che alla qualità del gioco, che è stata spesso latitante.
Di contro un Catania con buone potenzialità (1000 volte meglio del Bari) e che forse ha avuto il torto di pensare troppo a difendersi e osare poco in fase offensiva.
Discutibile la scelta di tenere Mascara largo, dove si è schiantato contro Criscito che conferma il suo buon momento, anzichè posizionarlo tra le linee, dove poi è stato messo Ricchiuti che ha creato parecchi grattacapi nei 10 minuti finali.
Veramente bravo il giovane Marinho, tecnicamente dotato e molto concreto, in certi momenti sembrava che il Catania avesse tre giocatori con la maglia numero 20 in campo.
Da parte nostra, i soliti limiti dovuti alla stanca applicazione di un modulo e di un sistema di gioco ormai meno imprevedibili dell'happy end di una commedia rosa americana con Jennifer Aniston protagonista.
Toni, da applausi per abnegazione e volontà, lasciato completamente solo davanti perché Rudolf sta iniziando a mostrare i segni del lavaggio di cervello del Guru di Grugliasco: mai visto oggi accentrarsi e tirare da fuori, a differenza di quanto fatto a Roma e con il Grosseto in Coppa Italia, al contrario lo si è notato in un paio di rincorse su Potenza fino alla nostra bandierina del corner.
Gasperini sta riuscendo nel capolavoro di trasformare una talentuosa seconda punta nel clone di Sculli: dopo la panchina d'argento gli daranno il Nobel per l'Eugenetica.
Il Guru ci aveva anche illuso con un tridente vero nella formazione iniziale, puntualmente accantonato dopo l'infortunio di Palladino al 22'.
Sostituirlo con Zuculini mettendo Rafinha (ancora una volta schierato in mezzo) nel tridente (ovvero, se una delle tre punte deve essere un terzino che sia almeno un brasiliano con i piedi buoni)?
Nemmeno per idea, dentro Mesto e uno dei due fronti d'attacco si è trasformato come per magia nel solito cul de sac.
Il pugliese, a onor del vero, è stato meno dannoso e più utile del solito, così come ho assistito alla prima buona prestazione di Dainelli dopo 9 mesi di stipendio a babbo.
Poco prima di metà ripresa, constatando il latitare di qualunque occasione da gol, Gasperini decide di giocare con il 4-4-2 della disperazione, naturalmente non accentrando Rudolf a fare la seconda punta ma sostituendo l'ungherese, l'unico fantasista, con Destro.
Il ragazzo, che ha buoni numeri anche se si è divorato il gol del 2-0 nel finale, si è ritrovato così all'ala sinistra per andare a caccia di palloni, visto che non c'era più alcun giocatore d'estro in grado di innescare i due centravanti.
Al 68' il gol, propiziato da discesa e cross di Rafinha avvenuti nei soli 5 minuti in cui il brasiliano ha giocato sulla fascia destra, ossia nel suo ruolo...ma guarda un po' il caso!
A dieci minuti dalla fine il consueto stacco di spina con trasformazione dell'area rossoblu in Fort Apache: al posto di Milanetto che aveva esaurito le batterie l'impareggiabile mister ha deciso di dare l'ennesimo schiaffo morale a Zuculini (unico centrocampista presente in panchina) preferendo inserire Kaladze.
Ovvio finale in apnea con 4 centrali e 4 terzini contemporaneamente in campo e meno male che Eduardo ha sfoderato un miracolo su Ricchiuti, l'arbitro non ha abboccato allo svenimento di Antenucci e gli stessi Antenucci e Ricchiuti sono rimasti a guardarsi anzichè lanciarsi su uno spiovente dalla trequarti all'ultimo minuto.
Venerdì arriva l'Inter, se giochiamo con la difesa a 3 e con Rossi e Rafinha centrali di centrocampo ci sarà da divertirsi. Per loro
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