Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 
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I dati corretti sul fotovoltaico

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2016 22:39
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02/04/2011 22:24

I dati corretti sul fotovoltaico

Carissimi lettori questi sono dati reali del fotovoltaico attuale.
Siamo costretti a metterli in rete per controbattere la campagna mediatica degli ultimi mesi condotta contro le fonti rinnovabili
, e il fotovoltaico in particolare, con lo scopo di screditare l’affidabilità tecnica e le potenzialità economiche delle fonti rinnovabili e per giustificare così il ritorno all’energia nucleare.
Viene ancora una volta confermata la nostra ipotesi di tenere all’oscuro gli italiani. Le reti televisive, sia Mediaset che Rai, omettono tutto quello che concerne la tecnologia solare, infatti dalle rimostranze degli addetti al fotovoltaico colpiti dal blocco improvviso del 3° Conto Energia che comporta il fermo delle attività di circa 150.000 posti di lavoro, le reti sopra menzionate non hanno mai accennato, mentre molte volte siamo costretti a sorbirci servizi per ditte di qualche “vattela pesca” attività che licenzia una cinquantina di persone, o per qualche esasperato che sale sù le gru.
All’interno del recepimento della Direttiva Europea 2009/28/CE emanata per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sono stati inseriti dal Ministro Romani dei commi che ne hanno snaturato il contenuto, andando di fatto a colpire gli investimenti del settore fotovoltaico ed eolico.
Contro questo intervento legislativo si sono mobilitate moltissime organizzazioni di categoria e ambientaliste: Aper, Assosolare, Gifi, Asso Energie Future, Legambiente, WWF, Greenpeace, Kyoto Club, Rete Imprese Italia (associazione che comprende Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti), CGIL, Cisl, Uil e molte altre hanno preso posizione chiedendo al Governo di rivedere la sua decisione.
A sostenere l’intervento del Governo è la lobby del nucleare, con ENEL in testa, che ha preferito gettare discredito sulle rinnovabili diffondendo una serie di informazioni non corrette e tendenziose invece di avviare un serio confronto sulle fonti energetiche.
Ci sembra quindi opportuno fare chiarezza su una serie di critiche che vengono rivolte al nostro settore.

MAGGIORI ONERI NELLE BOLLETTE
Una critica costante apparsa sulla stampa è relativa agli oneri che la collettività deve sostenere per coprire gli incentivi erogati alle fonti rinnovabili.
APER è andata a fare un calcolo preciso degli impatti in bolletta delle sovvenzioni alle rinnovabili.
Considerando una bolletta media di 425 €/anno si può vedere come 31 € siano destinati alle voci A3, A2 e MCT. Dietro queste sigle si nascondono varie spese che nulla hanno a che vedere con le fonti rinnovabili:
- 5,2 € sono destinati allo smantellamento delle centrali nucleari. Considerato che le 3 centrali italiane sono state “spente” nel lontano 1987, si può facilmente intuire quale sia l’enorme spreco di denaro anno dopo anno per la messa in sicurezza e la gestione (impossibile) del problema scorie;
- 2,8 € vengono regalati alla grandi imprese energivore, come cementifici e acciaierie, per fornire loro energia a basso prezzo. L’Unione Europea ha già multato varie volte il nostro Paese perché questa è una pratica di concorrenza sleale;
- 8,4 € vengono destinati alle cosiddette “assimilabili” ovvero all’energia prodotta bruciando i rifiuti (inceneritori) e gli scarti dei processi di raffinazione del petrolio. In 9 anni sono stati spesi 33 Miliardi di € per sovvenzionare questa energia, altamente inquinante e fonte di gravissime patologie.
Rimangono quindi meno di 15 € all’anno, pari a 1.25 €/mese, di fondi realmente spesi per le rinnovabili e
Poniamoci questa domanda:
E’ bene ricordare che i costi esterni legati all’uso delle fonti fossili sono enormi: come detto, il problema delle scorie nucleari è tutt’ora irrisolto e vengono spesi circa 200 Milioni di € all’anno solo per “andare avanti” in attesa di una soluzione, mentre d’altro canto i danni ambientali delle centrali termoelettriche a carbone sono enormi e si scaricano sul sistema sanitario nazionale.
Purtroppo in Italia non ci sono numeri precisi ma secondo uno studio dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti sono stimabili spese di circa 12 Miliardi di € all’anno per la cura di patologie legate agli inquinanti emessi da centrali termoelettriche.
Se nei prossimi mesi la bolletta sarà più pesante non sarà certo per colpa del fotovoltaico ma dell’andamento del prezzo del petrolio al quale il prezzo dell’energia è strettamente legato: di contro se avessimo avuto una maggiore potenza installata da fonti rinnovabili, tale dipendenza sarebbe molto ridotta.
Si dimentica poi di ricordare che il settore fotovoltaico produce gettito per le casse dello Stato e allo stesso tempo la distribuzione di incentivi ad impianti medi e piccoli significa tenere la ricchezza sul territorio.

ESEMPI DI DISINFORMAZIONE
- Dal Sole24ore del 1 Marzo 2011 pagina 22: il ministro Romani sostiene che gli italiani “in bolletta hanno pagato 20 Miliardi di incentivi tra il 2009 e il 2010”. Falso: i dati del 2010 non sono ancora noti mentre quelli del 2009 sono pari a 2.1 Miliari di euro (fonte: Autorità per l’Energia).
- Dal Corriere della Sera del 3 Marzo 2011 pagina 35: il giornalista Sergio Rizzo riporta che sarebbero state richieste autorizzazioni per 130 GW. Un numero fuori da ogni logica se si considera che, come rilevabile in data odierna dalla home page del sito www.gse.it siamo giunti a 3.7 GW, ovvero solo il 2% di quanto riportato dall’autore. L’autore presenta poi il dato della Puglia, dicendo che ben 358 ettari sono stati occupati dal fotovoltaico. Purtroppo non basta dare un numero “grande”: l’astronomica cifra equivale infatti allo 0.02% della superficie complessiva. Nel contempo si dimentica che in Puglia è attiva, a Cerano, la centrale a carbone più inquinante d’Europa: “grazie” a questa centrale un salentino su 3 è a rischio cancro.
Nell’altra parte dell’articolo l’autore continua a riportare dati non contestualizzati: prima cita il caso di un impianto non completo in Puglia e poi di un sequestro in Sicilia. Fermo restando che è giusto punire gli speculatori e chi non rispetta le procedure, vale la pena ricordare che sul primo caso l’ing. Trezza del GSE si è espresso dicendo che era l’unico palese caso di violazione riscontrato in centinaia e centinaia di controlli, mentre quanto al sequestro si tratta di un impianto che come detto dall’autore non è “ mai entrato in funzione” e, pertanto, in base al criterio del Conto Energia, non riceverà nemmeno un euro di incentivi.
- Dal Sole24ore del 4 Marzo 2011 pagina 5: il titolo dell’articolo fa intuire che si siano fermate le speculazioni grazie alla legge del Governo. Niente di più falso. Il decreto all’art. 23 comma 9-ter reintroduce una potenza massima annuale come nella primissima versione del Conto Energia del 2005. Questo sistema fu modificato proprio per evitare che speculatori senza scrupoli, con in mano solo un pezzo di carta, potessero lucrare sulle autorizzazioni a scapito dei veri investitori.
- Dichiarazione dell’AD di ENEL, Fulvio Conti il 5 Marzo: secondo Conti il decreto spinge “allo sviluppo dell’efficienza della tecnologia che progredisce”. Si fatica a capire come si possa fare “sviluppo” o “efficienza” senza un quadro legislativo chiaro. Conti poi dice che ENEL sta costruendo a Catania una fabbrica da 750 Milioni di Euro per produrre moduli fotovoltaici: farebbe bene a ricordare che circa il 40% di tale cifra arriva da una sovvenzione statale e regionale a fondo perduto.
- Dal Sole24ore del 6 Marzo 2011: il Ministro Romani sostiene che “questo decreto stabilizza il mercato dando un quadro chiaro sugli incentivi”. E’ quasi ridicolo dover commentare questa frase: non esistono incentivi certi dopo il 31 Maggio 2011 e il mercato è in subbuglio totale.

In dettaglio le cifre reali:
Gli impianti realizzati con il Conto Energia dal 2007 a fine 2010 collegati alla rete circa 5 GW
La produzione di energia annua sarà quindi circa 6.000 GWh/anno
L’incentivo pagato ai produttori di energia è circa 0,35 €/kWh
La cifra annua da incentivare è quindi di 2,1 Miliardi di Euro
L’italia consuma circa 333 Miliardi kWh/anno
(dati TERNA)
Quindi per finanziare il fotovoltaico, ogni kWh
consumato da ogni Italiano dovrà essere gravato di un’addizionale A3 di 2,1 / 333 = 0,0063€

CAPITO BENE??? 0,0063 Euro/kWh!!!

Questo aggravio significa che una famiglia con un consumo di 3.500 kWh anno pagherà in totale 3.500×0,0063= 22,05 €/anno.
Condividete questi concetti con amici, parenti e conoscenti. I dati parlano chiaro e in questo momento abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra causa.

FONTE

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05/02/2013 19:13

Fotovoltaico e grandi quotidiani: ancora disinformazione

Sul Corriere della Sera di ieri l'ennesimo episodio di disinformazione ai danni del fotovoltaico. Un editoriale degli economisti Francesco Giavazzi e Alberto Alesina che in poche righe raccoglie una quantità notevole di dati sbagliati e tesi fantasiose. Parole che farebbero sorridere se non fosse che alimentano un pregiudizio che danneggia il settore.

E' solo l'ennesimo episodio di disinformazione ai danni del fotovoltaico, ma vogliamo segnalare comunque un editoriale sul Corriere della Sera di ieri. Da molto infatti non ci capitava di leggere così tante inesattezze e assurdità sul solare concentrate in così poche righe. Affermazioni approssimative e sbagliate che stupiscono ancora di più perché non vengono da un discorso da bar tra due sprovveduti, ma sono messe nero su bianco da due economisti di casa ad Harvard e alla Bocconi come Francesco Giavazzi e Alberto Alesina.

Nell'editoriale gli incentivi al fotovoltaico italiano vengono citati come paradigma di un modo sbagliato di promuovere l'innovazione. “Qualche anno fa – si legge - per favorire gli investimenti in energie rinnovabili si decise di sussidiare l'installazione di pannelli solari. Per far presto furono concessi incentivi che oggi, a pannelli installati, si traducono in una rendita di circa 11 miliardi di euro l'anno: li pagano tutte le famiglie nella bolletta elettrica e vanno a poche migliaia di fortunati. Non solo si è creata un'enorme rendita che durerà per almeno un ventennio: si è favorita una tecnologia che a distanza di pochi anni è già vecchia. Oggi l'energia solare si può catturare semplicemente usandouna pittura sul tetto, con costi e impatto ambientale molto minori. Ma i nostri pannelli rimarranno lì per vent'anni e nessuno si è chiesto quanto costerà e che effetti ambientali produrrà la loro eliminazione.”

Come chiunque abbia un minimo di familiarità con il FV nota subito, si tratta di affermazioni che denotano superficialità e ignoranza, quando non anche una discreta dose di fantasia. Ignoranza quando si dice che il costo in bolletta degli incentivi al FV è di 11 miliardi all'anno: non è vero, si sta invece avvicinando ai 6,7 miliardi, come non è vero che a beneficiarne sono “poche migliaia di fortunati”, a meno che per “poche migliaia di fortunati” gli autori non intendano gli oltre 480mila proprietari di impianti FVe le famiglie dei circa 12mila impiegati diretti del settore (18mila prima che circa 6mila posti venissero persi nel 2012 causa i noti tagli) e dei circa 100mila dell'indotto.

Fantasia pura quando si definiscono i pannelli solari una tecnologia superata e si parla di una vernice da tetto che produce energia equivalente a un pannello fotovoltaico: non esiste ancora come soluzione sul mercato, anche se un prodotto del genere si sta studiando. Se esistesse e fosse conveniente d'altra parte non ci sarebbe un motivo per il quale i vari conti energia l'avrebbero penalizzata rispetto ai moduli convenzionali, dato che – come Alesina e Giavazzi probabilmente ignorano – gli incentivi premiano l'energia prodotta e non l'installazione dei pannelli, e la premiano più generosamente se prodotta da tecnologie innovative.

Falso poi che nessuno si sia chiesto che ne sarà dei pannelli a fine vita: come sappiamo sia il quarto che il quinto energia contengono disposizioni precise per garantire lo smaltimento corretto dei moduli. Smaltimento che ricordiamo per inciso non è affatto problematico, come sottolinea Averaldo Farri, ad di PowerOne, tra i molti nel mondo del FV che questa mattina hanno reagito all'editoriale del Corsera: “I pannelli sono per il 95% vetro, silicio e alluminio. Un paese che fino a un annetto fa voleva iniziare un programma nucleare e avrebbe dovuto smaltire scorie nucleari, sarà in grado di smaltire vetro, sabbia e alluminio?”

Insomma l'intervento dei due economisti farebbe sorridere, se non fosse che articoli di questo genere - scritti magari in buona fede e dettati da semplice ignoranza della materia - vanno ad alimentare un pregiudizio negativo che abbiamo visto sfociare in provvedimenti penalizzanti per il settore. Come il quinto conto energia, che ha tagliato le gambe al solare italiano, in maniera perfettamente funzionale agli interessi della lobby dell'energia convenzionale, da qualche anno danneggiata economicamente dal fatto che la concorrenza a costo marginale zero del FV sta portando perdite a chi ha investito nei cicli combinati a gas.

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  • Articolo Parigi, 11 aprile 2016




  • I dati dello Snapshot of Global PV Markets 2016


    Italia regina del fotovoltaico nonostante la morsa del governo






  • Con una percentuale dell’8% il Belpaese è in cima alla lista della quota elettrica coperta dall’energia solare,
    ma la crescita di nuova capacità ristagna

Italia regina del fotovoltaico nonostante la morsa del governo

 

(Rinnovabili.it) – Se si tratta del contributo del fotovoltaico sulla domanda elettrica, l’Italia non è seconda a nessuno.
Nella classifica delle 22 Nazioni nel mondo in cui l’energia solare copre oltre l’1% dei consumi di elettricità, il Bel paese
occupa il primo posto con un ottimo 8%. A riconfermare lo straordinario primato nostrano,
notificato per la prima volta la scorsa primavera, sono i dati dello Snapshot of Global PV Markets 2016,
elaborato dal Photovoltaic Power System Programme dell’Agenzia Internazionale dell’Energia  (IEA PVPS).
Il nuovo rapporto,che confluirà nel PVPS Trends pubblicato nel mese di settembre 2016, rende conto di movimenti
e numeri del mercato solare mondiale.

Mercato che oggi continua a crescere: lo scorso anno si è chiuso con un più 50 GW di nuova potenza installata
che ha così portato la capacità fotovoltaica globale a quota 227 GW.

 

Il merito va a quelli che fino a ieri erano considerati i nuovi mercati (ma che oggi già non sono più tali). Cina e Giappone,
da soli si sono resi responsabili di oltre la metà della nuova capacità aggiunta (rispettivamente con più 15,3 GW e più 11 GW),
regalando alla regione Asia Pacifico – ma anche i 2 GW dell’India hanno contribuito – la fetta maggiore del mercato fotovoltaico.
In altre parole qui si investe molto, qui si istalla molto, e con buona pace dell’industria mondiale, qui si fabbrica molto:
tre delle cinque società che si spartiscono la top five 2015 dei maggiori produttori di moduli e celle sono cinesi
(Trina Solar, JinkoSolar, JA Solar).

 

All’Occidente tocca in parte accontentarsi. L’Unione Europea e gli Stati Uniti rimangono ben distanti dalle perfomance sino-giapponesi,
con 7 GW di crescita ciascuno, ma mentre per gli Usa si tratta di un dato in aumento, per l’UE rappresenta un valore in negativo in termini
crescita assoluta, ovvero meno 18% da un anno all’altro.

Nonostante ciò, nel vecchio Continente il passato di generosi feed-in-tariff ha lasciato un segno positivo.
Il report rivela che dei 22 Paesi il contributo del fotovoltaico al fabbisogno elettrico ha superato l’1%, il podio è tutto europeo:
al primo posto, per l’appunto, l’Italia con un contributo dell’8%, seguita dalla Grecia a quota 7,4% e dalla Germania al 7,1%.

 

Difficile predire per quanto ancora il nostro Paese possa mantenere il primato: i vari rimaneggiamenti normativi introdotti dal Governo
hanno frenato bruscamente la crescita solare. E così, tra gennaio e novembre 2015, il fotovoltaico italiano ha registrato
una diminuzione del 32% della potenza
degli impianti entrati in esercizio rispetto a quella del medesimo periodo del 2014,
con un totale di 270 MW installati. Di buono c’è che oggi il maggior contributo alla crescita arriva non più dalle mega centrali,
ma dagli impianti con potenza di picco sino a 20 kW tipiche del residenziale e dei fabbricati (rappresentano il 64%
del totale installato del 2015) grazie al supporto di alcuni meccanismi previsti tra cui quello dei TEE e quello sull’autoconsumo.
Di negativo invece, le revisioni apportate ad entrambi gli strumenti (primi fra tutti i SEU) e che inevitabilmente penalizzeranno il comparto.

 


L’INFOGRAFICA IEA SUL FOTOVOLTAICO

FonteSnapshot_2015_-_Infographic


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