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San Raffaele, Don Verzè (mazzette, debiti, pedofilia)

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2012 21:12
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02/07/2012 21:12

Emergono ulteriori nefandezze nella gestione del San Raffaele

Ospedale S.Raffaele, maxi-furto in caveau
Sarebbe avvenuto il 13 luglio del 2011, poco prima del suicidio di Mario Cal

02 luglio, 18:41



MILANO - Danilo Donati, uno dei responsabili della security del San Raffaele, è stato arrestato con le accuse di tentata estorsione e incendio, a lui contestate in concorso con il fondatore don Luigi Verzé, morto nei mesi scorsi. Nell'ambito di un filone dell'inchiesta sull'ospedale, condotta dalla Gdf di Milano e coordinata dai pm Pedio, Ruta e Orsi, sono state arrestate altre 2 persone sempre della security del San Raffaele. Al centro delle indagini la vicenda di un campo di calcio che sorgeva a fianco all'ospedale.

Due dei tre responsabili della security del San Raffaele, Antonio Cirillo e Francesco Pinto, arrestati stamattina nell'ambito dell'inchiesta condotta dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, sono accusati di un furto da 1 mln di euro che sarebbe avvenuto il 13 luglio del 2011, poco prima del suicidio di Mario Cal. I soldi sarebbero stati sottratti dal caveau dell'ospedale.

DA GIP NO AD ARRESTO EX CAPO UFFICIO TECNICO - Il gip di Milano Vincenzo Tutinelli ha negato l'arresto di Andrea Roma, l'ex capo dell'ufficio tecnico del San Raffaele, accusato di tentata estorsione assieme al responsabile della security interna Danilo Donati, una delle tre persone arrestate oggi. La Procura di Milano, da quanto si è saputo, impugnerà il provvedimento con cui il giudice ha negato l'arresto per inattualità delle esigenze cautelari. Per la vicenda Donati e Roma sono indagati in concorso con don Luigi Verzé, il fondatore del gruppo morto lo scorso dicembre. Il caso in particolare riguarda un incendio che si è verificato nel 2006 del quadro elettrico che illuminava gli impianti sportivi vicini al San Raffaele. Un complesso che sorgeva su un terreno che l'allora presidente dell'istituto di ricovero e cura dell' istituto scientifico voleva acquisire ma che uno dei proprietari dell'area non voleva cedere. Per questo gli inquirenti hanno accertato che venne organizzato anche un altro incendio a scopo estorsivo.

ANSA
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Da quanto riportato risulterebbe che la "Sicurezza interna" era il braccio armato che don Verzè usava per intimidire chi si opponeva ai suoi voleri, e costoro forti del loro ruolo invece di garantire sicurezza e legalità perseguivano impunemente e con la connivenza del fondatore ogni sorta di misfatto, incluso il furto.

Le minacce e gli attentati, inclusi gli incendi dolosi, sono tutti in puro stile mafioso, d'altronde don Verzè meritava il titolo non
in quanto religioso (?), ma in quanto mafioso, "don" con copola e lupara metaforiche, e non con rosario ed ostensorio.

Quanto marciume deve ancora venir fuori da questo "sepolcro imbiancato"?
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