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Forcing del governo e alla Camera passa il processo breve

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2011 23:13
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13/04/2011 23:46

Processo breve, via alla battaglia sul ddl
Grasso: "Vogliono far morire i procedimenti"

Il sottosegretario Gianni Letta: "Giornate affanose e amare".
Il voto finale previsto nella serata di domani.
I deputati del Pd leggono la Costituzione a Montecitorio.
Anm: "Irresponsabile denigrare i magistrati in piazza".
Il procuratore antimafia: "Vogliono far morire il processo".
Alfano: "Solo lo 0,2% diprocessi a rischio"


ROMA - Alle 23.30 la vicepresidente della Camera - che aveva dato il cambio al presidente Gianfranco Fini - ha pronunciato la frase "la seduta è tolta". Una lunga giornata alla Camera, dove ha preso il via l'esame del ddl sul processo breve con la norma che accorcia i tempi di prescrizione per gli incensurati che cancellerebbe il processo Mills in cui è imputato Silvio Berlusconi. E, come era nelle previsioni, è stato subito scontro tra maggioranza e opposizione. I parlamentari del Pd hanno messo in scena una singolare forma di ostruzionismo, leggendo in Aula gli articoli della Costituzione. "Noi siamo e vogliamo essere il partito della Costituzione. Mi pare che oggi, qui in Parlamento, venga una ferita molto seria all'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Abbiamo voluto sottolinearlo", spiega il segretario Pier Luigi Bersani. Dal procuratore nazionale antimafia, invece, arriva un duro monito al governo: "Vogliono far morire i processi".

LA SCHEDA: IL PROCESSO BREVE

VIDEOSCHEDA: IL PROCESSO MILLS

La delicatezza della fase è tutta nei numeri. Con la presenza di 13 ministri decisiva per sostenere la maggioranza. E' per questo che domani il Consiglio dei ministri sarà "contingentato": è stato convocato a un orario insolito, le 14, così da svolgersi durante la pausa dei lavori parlamentari. L'nsidia (stasera o domani) potrebbe essere l'unica votazione segreta che Gianfranco Fini, ha fatto sapere che, se richiesta, concederà. Quella su un emendamento dell'idv all'articolo 3.

Il calendario. La mobilitazione. Domani mattina i lavori riprenderanno alle 9.30 e si interromperanno alle 13.30. Restano da esaminare 180 emendamenti. Alle 15 in aula è previsto il question time con i ministri, poi dalle 16 riprende l'esame del provvedimento fino alle dichiarazioni di voto e al voto finale, intorno alle 20. Per il voto finale si prepara a tornare anche la mobilitazione della piazza. Dalle 15 appuntamento dei "viola" a Montecitorio, dalle 18 manifestazione a piazza del Pantheon a Roma.

L'ansia di Letta. Le ansie nella maggioranza alle prese con la strenua difesa di una delle leggi salva-premier si avvertono nelle parole con cui Gianni Letta ha deciso (una delle rare volte) di commentare il passaggio parlamentare: "Quella che si prospetta sarà una settimana incandescente e oggi è una giornata difficile. "Alle nostre solite responsabilità - aggiunge il sottosegretario - in questi giorni aggravate dalla guerra in Libia e dalla questione degli immigrati, si aggiungono queste giornate incerte, affannose e amare".

Il riferimento al dibattito è esplicito. Così come la preoccupazione nello stato maggiore del Pdl su possibili assenze strategiche di deputati da qui a domani sera, quando Montecitorio dovrebbe dare il via libera al provvedimento. E il gruppo parlamentare in vista del voto. Mario Mantovani, che insieme a Daniela Santanché ha organizzato le truppe azzurre davanti al Tribunale di Milano, ammette che "la situazione è difficile ma mercoledì andrà tutto bene. Anzi, molti dei nostri sono già partiti alla volta di Roma per essere presenti fin dal primo momento in Aula. Siamo convinti di arrivare fino in fondo nei tempi previsti".

Alfano difende il ddl. Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano l'ostruzionismo delle opposizioni non ha fondamento. La "prescrizione breve - dice il Guardasigilli - incide in termini molto tenui solo sugli incensurati". Quindi, secondo Alfano, "argomenti e modalità dell'ostruzionismo" utilizzati "legittimamente" dall'opposizione "hanno poco a che fare con il merito" della proposta di legge in discussione. Secondo il ministro attualmente i processi prescritti sono ogni giorno 466, "e poco cambierà con le norme del processo breve e della prescrizione breve", che, giura, non incideranno più di tanto sui procedimenti come quello per il disastro di Viareggio o per il crack Parmalat. Concludendo: ""I processi penali a rischio per effetto del processo breve sono lo 0,2 per cento".

L'attacco di Grasso. 'Quella che vogliono farci passare come riforma della giustizia e' una riforma allo scopo di intimidire, bloccare e minacciare i magistrati, soprattutto i pubblici ministeri" dice Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia. Secondo Grasso, con la separazione delle carriere e il coordinamento della polizia giudiziaria ai magistrati, i magistrati "diventerebbero dei passacarte". Non solo: "La dizione di processo breve è impropria. E' un modo per far morire il processo, piuttosto che per trovare le eventuali responsabilità dei colpevoli o l'eventuale assoluzione di innocenti".

Anm: "Irresponsabile denigrare i magistratri". "L'appello alla "piazza", la denigrazione dei magistrati, il clima di crescente e organizzata ostilità, simbolicamente rappresentata davanti ai luoghi in cui ogni giorno migliaia di cittadini sono processati in nome della legge, costituiscono un irresponsabile atto di delegittimazione di un fondamentale potere dello Stato e un palese tentativo di turbare la serenità dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni". Lo sostiene l' Associazione nazionale magistrati che esprime perciò "vivo sconcerto e grande preoccupazione per quanto accaduto nei pressi del tribunale di Milano in concomitanza con la celebrazione di un processo nei confronti del Presidente del Consiglio".

Fonte: Repubblica

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13/04/2011 23:52

Dalla Camera sì al processo breve
Maggioranza ferma a 314 voti

Ministri e sottosegretari bloccati a Montecitorio tutta la giornata.
Alla fine il provvedimento viene approvato ed ora passa al Senato.
Berlusconi soddisfatto: "Siamo compatti".
Bersani: "Il governo ha compiuto un passo verso l'abisso".
L'Anm: "Faremo sentire la nostra voce".
L'Unione delle camere penali: "Norme illogiche e sbagliate"


ROMA - "314 sì, 296 no, la Camera approva". Con la formula di rito il presidente di Montecitorio Gianfranco Fini chiude la maratona in Aula sul processo breve. Una giornata senza gravi incidenti e con l'opposizione che avendo esaurito il tempo a disposizione poco ha potuto fare nella sua battaglia per far cadere la maggioranza in qualche votazione. L'ultima "trappola" è stata la richiesta di voto segreto su un un emendamento presentato da Di Pietro ma la maggioranza ha retto (anzi ha conquistato sei voti dello schieramento avversario) anche, e soprattutto, grazie alla presenza compatta e assidua dei ministri e dei sottosegretari. E allora, mentre all'esterno della Camera i familiari delle vittime delle tante tragedie che hanno funestato il Paese facevano sentire le loro voci, alle opposizioni non è rimasto altro che scegliere di far emergere il proprio dissenso in altri modi: i deputati del Pd hanno votato tenendo in mano una copia della Costituzione, la stessa dalla quale ieri avevano letto uno per uno gli articoli, mentre quelli dell'Idv hanno innalzato dei cartelli con, fra l'altro, le scritte "Rogo Thyssen, nessuna giustizia"; "Crac Parmalat, nessuna giustizia"; "Santa Rita, nessuna giustizia" riferendosi ai processi che, dopo l'applicazione della legge, avranno una prescrizione breve prevista dall'articolo tre della legge che ora passa al Senato.

LE IMMAGINI

LA SCHEDA

Ovvia la soddisfazione del presidente del Consiglio: se la legge passa in Senato, si vedrà prescritto il processo Mills. "Finalmente una legge che ci mette al passo con l'Europa" è stato il commento di Berlusconi ai deputati che lo hanno chiamato dopo il voto. Il Cavaliere, in verità, dopo la preoccupazioni è sembrato sollevato dalla tenuta della maggioranza bloccata a 314 voti ma che nel suo ottimismo il presidente del Consiglio continua a vedere proiettata verso quota 330. "Noi siamo compatti, loro no", il commento soddisfatto del Cavaliere. "Una macchina da guerra", ha chiosato il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. Al quale ha fatto subito coro Umberto Bossi contestato al grido di "venduto" venduto" fuori dal Palazzo. "I numeri ci sono - ha detto il Senatur - il governo va avanti. Non sono 330 ma sempre meglio di niente". Quanto alle accuse di aver fatto un'amnistia, il leader leghista è sbrigativo: "Sono tutti trucchetti, giochi di prestigio della sinistra. Hanno fatto una battaglia alla morte, non sapevano più cosa dire e hanno tirato fuori la storia dell'amnistia...". Però a chi gli chiedeva se la Lega aveva votato con piacere questa legge il ministro ha risposto: "Abbiamo votato...".

Dall'opposizione invece parole di fuoco. "Oggi il governo nella coscienza degli italiani ha compiuto un passo verso l'abisso", ha detto Pier Luigi Bersani, soddisfatto però per la battaglia condotta. "Ora - ha aggiunto - sta a noi far comprendere la vergogna di questo provvedimento, l'assoluto disprezzo del governo verso i problemi veri del paese mentre ha messo il massimo impegno sul processo di Berlusconi. Per me questo rimarrà un marchio indelebile della Legislatura". Anche il finiano Italo Bocchino va all'attacco: "E' stato triste vedere la Camera dei deputati bloccata alla presenza di tutti i membri del governo al solo fine di far prescrivere il processo Mills prima della più che probabile condanna di Berlusconi in primo grado". E Antonio Di Pietro sarcastico: "Ai tempi miei c'erano due tipi di imputati: chi andava ad Hammamet per sfuggire ai giudici e chi veniva in procura. Berlusconi ha inventato il terzo tipo, quello che va in Parlamento e si fa le leggi per non farsi processare".

E anche i magistrati e avvocati fanno sentire il loro dissenso. "Valuteremo eventuali forme di
protesta, ma soprattutto faremo sentire la nostra voce illustrando le ricadute che queste norme avranno sul sistema", ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara. Mentre l'Unione delle camere penali in una nota parla di una normativa "illogica ed erronea prima ancora che evidentemente ispirata da ragioni che non tutelano il bene comune".

Fonte: Repubblico

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13/04/2011 23:56

Prescrizione incensurati, si' a tempi piu' brevi
I contrari sono 296. Il testo passa ora al Senato. Anm: 'E' una sconfitta per lo Stato'


ROMA - Il testo sulla prescrizione breve è stato approvato nell'Aula della Camera con 314 voti a favore e 296 contrari. Presenti e votanti sono stati 610.

ANM DOPO VOTO CAMERA,E'SCONFITTA PER LO STATO - ''E' una sconfitta per lo Stato''. Cosi' il presidente dell'Anm Luca Palamara commenta il voto con cui la Camera ha licenziato la prescrizione breve. ''Cosi' si affossa definitivamente il processo'', aggiunge il leader del sindacato delle toghe. ''Si rinuncia ad accertare l'eventuale responsabilita' o innocenza di un imputato e contestualmente - sottolinea Palamara - si nega la giustizia alle vittime di un reato''.

PANIZ, NO EFFETTI SU PROCESSO MILLS, E L'AQUILA - "Escludo che la norma produca effetti sul processo Mills. Escludo che sia una legge ad personam, è invece un atto di civiltà in quanto distingue tra incensurati e recidivi". Lo ha detto il deputato del Pdl Maurizio Paniz all'uscita da Montecitorio. Paniz che sta parlando con i manifestanti riuniti dal Popolo Viola in Piazza Montecitorio ha poi aggiunto: "Ho già spiegato più volte che non ci sarà alcun effetto sui processi per la strage di Viareggio e il terremoto dell'Aquila".

BERSANI, GOVERNO HA FATTO PASSO VERSO ABISSO - ''Il governo nella coscienza degli italiani ha fatto un passo verso l'abisso. Ora sta a noi far comprendere la vergogna di questo provvedimento che dimostra l'assoluto disprezzo verso i problemi veri del paese''. Cosi' il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta il via libera alla Camera sul processo breve.

PALAMARA, I MAGISTRATI FARANNO SENTIRE LA LORO VOCE - L'Associazione nazionale magistrati valutera' ''eventuali forme di protesta'' in caso di approvazione delle norme sul cosiddetto processo breve ma soprattutto fara' sentire la sua voce. Ad annunciarlo e' stato il presidente Luca Palamara oggi a Perugia per un dibattito su ''Giornalismo d'inchiesta o complotto mediatico-giudiziario?'' ''Faremo sentire la nostra voce - ha detto -, illustrando le ricadute che queste norme avranno sul sistema''. ''Continueremo a fare - ha aggiunto - quello che abbiamo fatto in tutti questi anni. Nei quali purtroppo ci siamo occupati di leggi annunciate o promulgate non nell'interesse di tutti ma solo per risolvere situazioni contingenti''. Riferendosi all'intervento del ministro della Giustizia Angelino Alfano, Palamara lo ha definito ''fuori della realtà'' perche' ''non tiene conto di quella dei tribunali italiani''.

NO A ESCLUSIONE OMICIDIO: PD, VERGOGNA! - La maggioranza ha soppresso l'emendamento, prima firmataria Donatella Ferranti (Pd), che prevedeva di escludere dalla prescrizione breve il reato di omicidio colposo. Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, chiede al centrodestra un sussulto di dignità almeno in memoria e per rispetto dei cittadini de L'Aquila. Anche Benedetto Della Vedova (Fli) si appella al centrodestra: "Cercate di votare a favore dei cittadini de L'Aquila". Ma il centrodestra non ascolta e boccia la proposta di modifica. Così dai banchi dell'opposizione si alza il coro: "Vergogna! Vergogna!".

"Come opposizione abbiamo fatto di tutto contro questa vergogna. Ora però abbiamo finito i tempi a nostra disposizione e vogliamo denunciare quello che sta facendo la maggioranza in diretta tv affinché i cittadini sappiano...". Il presidente dei deputati del Pd Dario Franceschini spiega così la decisione presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio di fissare le dichiarazioni di voto sula prescrizione breve dalle 19 di questa sera per arrivare al voto verso le 20.30. Tutto in diretta Tv. "La Rai aveva aperta solo una finestra dalle 19 alle 20.30 - interviene il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl) - e così si è raggiunta l'intesa tra tutti i gruppi di far sì che le dichiarazioni di voto e il voto avvenissero a quell'ora". "Il provvedimento - aggiunge Franceschini - si sarebbe dovuto votare circa due settimane fa. Loro erano convinti di poterlo approvare in un giorno, un giorno e mezzo. E invece con la nostra opposizione siamo riusciti a tenere aperta il più possibile la finestra su questa vergogna!". "Oggi - prosegue - gli abbiamo rivolto anche un ennesimo appello: di escludere dal testo della prescrizione breve il reato di omicidio colposo plurimo, quello che farebbe prescrivere prima il processo dell'Aquila. Ma neanche su quello hanno voluto ascoltarci. Aggiungendo così vergogna a vergogna".

GIACHETTI ATTACCA FINI, CASINI LO DIFENDE - Roberto Giachetti del Pd attacca duramente la conduzione dei lavori dell'Aula della Camera da parte di Gianfranco Fii durante l'esame della prescrizione breve. "Da quando è sotto attacco di Pdl e Lega che chiedono le sue dimissioni - ha spiegato Giachetti - lei è il peggior presidente della storia". Fini, impassibile, ha proseguito con gli interventi sul processo verbale. Ma Pier Ferdinando Casini si schiera al fianco di Fini: "Sono allibito dalle parole del tutte incongrue di Giachetti contro il presidente: se avevo qualche dubbio sulla sua terzietà, ora ogni dubbio è svanito. Qui ciascuno vuol tirare il presidente dalla sua parte, ma il presidente non si difende solo quando fa le cose che piacciono a noi...".

Fonte: ANSA

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14/04/2011 23:00

che schifo..sempre più nel baratro

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15/04/2011 23:48

Processo breve, Napolitano gela Berlusconi
E il premier promette: “Chiariremo tutto”


Più che un avvertimento, una promessa. Da Praga, Giorgio Napolitano mette cappello sul processo breve e toglie il sorriso dalla bocca del Cavaliere che pensava di essere ad un passo dalla vittoria. “Valuterò i termini di questa questione – ha detto il Capo dello Stato – quando saremo vicini all’approvazione definitiva in Parlamento”. Dunque, prima che il Senato dia il via libera definitivo. E’ il preludio di uno scontro, non ci sono dubbi. Anche perché Napolitano ha esplicitamente parlato di “prima” dell’approvazione del processo breve, non subito dopo, quando cioè l’unica freccia al suo arco potrebbe essere solo la decisione di non firmare la legge. S’immagina, dunque, che nella mente del Presidente della Repubblica si stiano agitando molti pensieri, primo fra tutti – probabilmente – quello di impedire che la legge diventi tale senza modifiche sostanziali, in modo da non spazzare via un numero impressionante di processi, compresi quelli più dolorosi (dalla Thyssen Krupp a Viareggio, passando per il Crac Parmalat e per la Eternit) dove le persone attendono fiduciose di avere giustizia.

Non appena le parole di Napolitano sono rimbalzate in Italia, nel quartier generale berlusconiano di Palazzo Grazioli si è scatenato il finimondo. Il ddl sul processo breve ieri è approdato a Palazzo Madama e mercoledi prossimo la conferenza dei capigruppo lo calendarizzzerà in commissione giustizia; relatore sarà il pidiellino Giuseppe Valentino. Quel che gli avvocati del Caimano temono, e un po’ anche il ministro Alfano, è che Napolitano chieda di vedere la legge e sollevi alcuni rilievi che non potranno essere in alcun modo disattesi, pena la negazione della firma finale. Nell’aria si agita una parola che fa paura ai tanti avvocati del presidente del Consiglio: amnistia mascherata. Napolitano, proprio su questo “fraintendimento” potrebbe picchiare duramente. Scardinando la legge.

Berlusconi, accigliato, ne ha parlato anche con i capigruppo, riuniti a Palazzo Grazioli per fare il punto sulle amministrative, ma anche sulla tenuta della maggioranza dopo la battaglia parlamentare di ieri. Il Cavaliere sarebbe più convinto che mai di “andare avanti come un treno”. Sulla riforma della giustizia, perché “la battaglia contro i magistrati va vinta una volta per tutte”, e sulle intercettazioni, come ha annunciato lui stesso oggi. Anche se l’uscita di Napolitano lo ha preoccupato parecchio. Per quanto abbia garantito che riuscirà a convincere il Capo dello Stato, annunciando che “con il Colle chiariremo tutto”, il timore è forte.

Molto più dell’ennesimo sommovimento creato dalle sue chiacchiere in libertà davanti ai corrispondenti esteri in Italia (poi ovviamente ritrattate) e da quell’investitura, un po’ estemporanea, un po’ no, di Alfano come suo delfino. Anche questa, ovviamente, smentita dopo 24 ore. Persino uno lontano più di altri dai più feroci giochi di potere che si stanno intrecciando in questi giorni, persino – insomma – uno come Altero Matteoli si è fatto saltare la mosca al naso sul nome del Guardasigilli: “Alfano delfino? Lo deciderà un congresso”.

Ma ad un congresso bisogna arrivarci e questa non sembra una priorità per Berlusconi. Che, invece, ne ha altre due sul tappeto; prima la vittoria alle amministrative, poi la “ristrutturazione” del Pdl, ormai oltre la semplice balcanizzazione. E’ probabile, però, che uno sguardo alle amministrative lo stia anche tenendo il Capo dello Stato. Qualcuno dei più attenti osservatori del Quirinale ha infatti ipotizzato che l’avvertimento di Napolitano sul processo breve possa anche materializzarsi una volta noti i risultati delle urne di maggio. Se, come appare probabile, il Pdl e la Lega non porteranno a casa i numeri sperati e qualche scricchiolio comincerà a sentirsi più forte anche in quelle che sono da sempre le roccaforti più pesanti come Milano, ebbene a quel punto uno stop più severo del Capo dello Stato al processo breve potrebbe avere ripercussioni pesanti sulla tenuta della maggioranza. E sulla sorte politica del Caimano.

In serata il Quirinale invita a non interpretare le parole di Napolitano come un “annuncio di un intervento preventivo”. In ambienti del Colle si osserva che l’espressione “vicini al momento” significa che il Capo dello Stato comincerà a esaminare il testo alla vigilia della decisione che dovrà prendere a proposito della promulgazione”, si fa notare. Pertanto, “interpretare le sue parole come l’annuncio di un intervento preventivo è del tutto arbitrario”.

Fonte: ilfattoquotidiano

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15/04/2011 23:59

Anche Avvenire boccia il processo breve


Il processo breve non piace nemmeno ai vescovi. Dopo la bocciatura di opposizioni, magistrati, parenti delle vittime di Viareggio e dell’Aquila, il quotidiano della Cei Avvenire critica la norma approvata ieri dalla Camera per abbreviare la prescrizione agli incensurati nei processi di primo grado. ”Al di là delle partigianerie – si legge in un editoriale a firma Danilo Paolini – i nodi della giustizia non saranno sciolti”. Perché come tali “non vanno intese le urgenze del presidente del Consiglio di risolvere i propri guai con taluni magistrati di Milano e la costanza (non priva di forzature procedurali, né, talvolta, perfino di venature d’astio) con la quale questi ultimi lo incalzano ormai da quasi vent’anni, bensì proprio la lentezza dei processi civili e penali”.

Secondo il quotidiano dei vescovi, più che chiedersi a che cosa servirà la nuova norma, “sarebbe meglio chiedersi a che cosa non servirà questa legge, per convenzione e sintesi giornalistica definita ‘sul processo breve’. E la risposta è che purtroppo non servirà ad abbreviare i tempi dei processi. Come tutti i testi analoghi da cui è stata preceduta, potrà soltanto prendere atto, di volta in volta, di un fallimento: quello di uno stato che non riesce a garantire una sentenza definitiva in tempi ragionevoli. Ma questa è la radiografia del male, non la cura”.

Fonte: ilfattoquotidiano

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16/04/2011 00:07

Dopo l’impunità adesso Berlusconi
punta dritto sulla legge-bavaglio

Durante un vertice a palazzo Grazioli, il premier ha parlato del ddl intercettazioni
"perché - ha detto - intorno a questo provvedimento c'è un grande consenso popolare".
Mentre sulla riforma della giustizia si è detto convinto di poter convincere Napolitano"


Incassata l’impunità con la prescrizione breve votata ieri alla Camera, ora Berlusconi punta dritto sul bavaglio.”Adesso andiamo avanti con la legge sulle intercettazioni perché intorno a questo provvedimento c’è un grande consenso popolare. Le gente non vuole sentirsi spiata”. Queste le sue parole, a quanto raccontano, nel corso del vertice a palazzo Grazioli con i capigruppo della maggioranza.

Il premier torna, quindi, sul suo futuro erede smentendo il passaggio di testimone all’attuale ministro della Giustizia. “Non ho assolutamente detto che Alfano sarà il mio successore. A una domanda specifica sul ministro Alfano, ho detto che è uno capace. Ma poiché siamo un partito democratico, il mio successore lo deciderà il partito”. Quindi è tornato a commentare il provvedimento sul cosiddetto processo breve. “C’è molta disinformazione su questo provvedimento, dobbiamo spiegarlo meglio alle persone. Bisogna andare in giro e dire alle persone che non è assolutamente vero che la strage di Viareggio e quella dell’Aquila resteranno impunite”. Quindi si è detto convinto che riuscirà a convincere il presidente Napolitano a firmare la legge perché il documento, prosegue il Cavaliere, non va contro la Costituzione. Quindi annuncia che il ministro della Giustizia si recherà quindi al Colle per “spiegare le false notizie che sono state diffuse in merito alla prescrizione breve. La conclusione cui arriva il presidente del Consiglio è chiara: avanti tutta con le riforme. Le linee guida escono dal vertice di maggioranza.

A riferire dei contenuti dell’incontro è il capogruppo dei Responsabili, Luciano Sardelli, che spiega: “Abbiamo deciso di puntare molto sulla riforma istituzionale, riforma della giustizia e di andare avanti con le intercettazioni che sono ferme alla Camera. Ora che la maggioranza è coesa, possiamo farlo”. Lo stesso Sardelli si mostra fiduciosa per l’approvazione del ddl intercettazioni: “Adesso che la maggioranza si è mostrata coesa e si è rafforzata andremo avanti con il disegno di legge sulle intercettazioni”. Parole confermate dallo stesso Berlusconi al termine del vertice. ”Abbiamo la maggioranza, usiamola!”. Quindi Silvio Berlusconi, nel corso del vertice a palazzo Grazioli, ha esortato così i presenti a portare avanti il pacchetto giustizia, sottolineando che su questo tema, soprattutto dentro Fli e nel Pd, si possono registrare convergenze di singoli deputati, come dimostra il voto di ieri.



Sulla questione della successione interviene da Berlino anche il ministro della Giustizia. ”Non ho ricevuto alcuna investitura – ha detto Angelino Alfano – perché si tratta di indiscrezioni giornalistiche che raccontano di una cena” con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Ciò che il presidente del Consiglio avrebbe detto, e io non sono sicuro che lo abbia detto, appartiene alla sua generosità e all’affetto che nutre nei miei confronti – ha sottolineato il ministro -. Ma se io dovessi parlare con lui del futuro, gli consiglierei almeno cinque nomi che ho in mente, che non dico per non danneggiarli, di esponenti del Pdl e della Lega che sono senz’altro più bravi e meritevoli di me per avere future incombenze di governo”. Ciò premesso, ha aggiunto Alfano, “io sono convinto che Silvio Berlusconi sarà presidente del Consiglio ancora molto a lungo e che ogni discussione che riguarda il futuro è assolutamente prematura”. E poi: “Non foss’altro per il motivo evidente che in tutte le democrazie occidentali il presente e il futuro dei leader lo stabiliscono gli elettori e mi pare che gli elettori abbiano suggellato ancora una volta in quest’ultimo triennio il loro favore nei confronti del presidente del Consiglio, il quale peraltro ha una maggioranza solida in Parlamento”. Quanto al suo futuro, Alfano ha ricordato di essere “ministro della Giustizia da quasi tre anni” e di essere “molto impegnato in questo sforzo”. “Spero di aver fatto bene ciò che mi sono ripromesso di fare – ha aggiunto -. In primo luogo le norme antimafia, la riforma del processo civile, la digitalizzazione del sistema giudiziario insieme al ministro Brunetta, un percorso (questo) che non è ancora completato”. Quindi, ha concluso, “credo che a ciascuno competa di fare il compito che gli è stato assegnato, tenendo bene i piedi per terra”.

Fonte: ilfattoquotidiano

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16/04/2011 23:11

Berlusconi: 'Si' al processo breve, devo essere tutelato'

'Pm eversivi, se serve voto subito. Modificare architettura istituzionale'. Anm: sdegno

16 aprile, 21:51



"Dal 2008 abbiamo vinto tutte le elezioni e vinceremo anche le prossime elezioni amministrative". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, auspicando anche un rilancio del Pdl. Il presidente del Consiglio ha parlato nel corso di una convention organizzata dal ministro Brambilla.

"STRAPPARE NAPOLI A MAL GOVERNO" - "Dobbiamo strappare Napoli al mal governo di certi signori". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, intervenendo al primo meeting nazionale del 'Pdl-al servizio degli italiani' in corso a Roma.

"GIUDICI DA 17 ANNI TENTANO FARMI FUORI" - "Sono 17 anni che la magistratura tenta di farmi fuori considerandomi un ostacolo, ma io sono ancora qui e nonostante tutti i processi non sono mai stato condannato".

"SINISTRA PUR DI COLPIRMI NUOCE AL PAESE" - "La sinistra pur di fare il male di Silvio Berlusconi nuoce al Paese".

"GIUDICI EVERSIVI VOGLIONO CAMBIARE VOTO" - "La magistratura è permeata di idee di una certa sinistra che vuole cambiare ciò che gli italiani hanno scelto con il voto, in altri termini questo si chiama eversione". "Dobbiamo andare a votare per cambiare questo sistema. Non possiamo continuare a permettere che la sovranità appartenga ai pm eversivi della sinistra" prosegue il premier invitando i militanti a non disertare le elezioni, a partire dal voto alle amministrative.

CONSULTA ORGANO POLITICO SOTTOPOSTO PM - "La Corte costituzionale da organo istituzionale è diventato un organo politico sottoposto ai pm di sinistra"

BERLUSCONI DIFENDE P.BREVE E DICE, DEVO ESSERE TUTELATO - "Un presidente del Consiglio deve difendere il suo Paese in politica estera e deve essere per questo tutelato e non può essere distratto per delle bazzecole magari accadute 15 anni prima". "Il governo ha fatto tre leggi: il lodo Schifani, il lodo Alfano e il legittimo impedimento. Tutte approvate con tempi lunghissimi dal Parlamento ma che la Corte costituzionale ha abrogato e non sto a dare giudizi su quei giudici". "Questa legge può casomai facilitare il sistema giudiziario e manda in prescrizione solo lo 0,2% dei processi"

PDL VITTIMA DI PATOLOGIA, APRIRE LE PORTE - "Il Pdl, come altri partiti, è vittima di una inevitabile patologia, perché chi è entrato da molti anni comincia a dare gomitate affinché i concorrenti non gli tolgano il posto, guarda con preoccupazione i nuovi entrati e chiude la porta ai possibili nuovi ingressi". Il presidente del Consiglio ha invitato proprio i militanti presenti in sala "a dedicarsi alla politica in modo da essere i nuovi esponenti del partito. Quello che dobbiamo fare ora è aprire a tutti gli italiani le porte del Pdl".

"LEADER SINISTRA STESSI GIOVANI DELL'89" - "Nel nostro Paese la situazione è difficile perché l'opposizione è rimasta sempre la stessa, con i loro leader che sono gli stessi giovani dell'89. Hanno una politica che va contro il buonsenso e che è del 'tanto peggio tanto meglio'".

"ARRIVERO' A 120 ANNI" - "Arriverò a 120 anni, ma sono pur sempre un mortale"..

"PM NON INTERESSA CONDANNARMI MA GETTARE FANGO" - "Ai pm non interessa la condanna perché sanno che non possono arrivarci. A loro interessa gettare fango mediatico su di me, sul Pdl e sul governo".

"PROCESSO MILLS? E' EVERSIONE" - "Il processo Mills? E' eversione!". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi spiega ad una convention del Pdl alcune delle sue vicende giudiziarie. E sul caso Mills, in particolare, difende la sua estraneità dai fatti sostenendo che l'avvocato inglese non è mai stato corrotto, ma ha semplicemente tentato di evadere il fisco inglese. Siccome però "é uno sfigato", aggiunge, è stato coinvolto in una storia giudiziaria che lo ha portato alla condanna.

"SI' COMMISSIONE INCHIESTA PER PM EVERSIVI" - "Serve una commissione d'inchiesta parlamentare per accertare l'esistenza di un'associazione a delinquere a fini eversivi dentro la magistratura. Questa è una patologia della democrazia con cui noi dobbiamo fare i conti, una parte della magistratura ha un ruolo eversivo". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi.

"MODIFICARE ARCHITETTUTA ISTITUZIONALE" -

STATO AIUTI FAMIGLIE PER SCUOLE PRIVATE - "La sinistra dice che io ho attaccato la scuola pubblica, non è vero. Io ho semplicemente detto che se una famiglia poco abbiente manda suo figlio in una scuola pubblica e per sua sfortuna si trova un'insegnante di sinistra che vuole inculcargli dei valori diversi rispetto a quelli della famiglia, lo Stato attraverso del Regioni deve intervenire e dare a quella famiglia il sostegno adeguato per mandare suo figlio in una scuola privata e cattolica". Così il premier Silvio Berlusconi, nel corso del suo intervento alla convention del ministro Brambilla torna sulle polemiche innescate da alcune sue dichiarazioni in merito al ruolo degli insegnanti di sinistra nelle scuole pubbliche.

"SIAMO GOVERNO AMICO DELLE MAMME E DELLA FAMIGLIA" - "Poiché vantiamo una cultura che predilige l'amore e rifiuta l'invidia e l'odio cerchiamo di essere un governo amico delle donne e soprattutto delle mamme". Lo ha indicato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel messaggio. Berlusconi ha ricordato "i tanti provvedimenti" sviluppati dal governo per la famiglia. "L'abbiamo tutelata con il bonus bebé - ha spiegato - il piano casa, gli affitti agevolati per le giovani coppie, la riduzione dei costi scolastici e il bonus per la scuola privata".

PD, DA BERLUSCONI SU DONNE-FAMIGLIA SOLO RETORICA E FALSITA' - "Con il governo Berlusconi ogni donna che aspetta un figlio è a rischio licenziamento". La responsabile politiche per la famiglia e terzo settore del Pd Cecilia Carmassi commenta così il messaggio che il premier ha inviato alla riunione dell"Associazione nazionale delle mammé a Padova. "Sulla famiglia e sulle donne, solo retorica e falsità - aggiunge - non so con quale faccia, Berlusconi possa affermare di sostenere e tutelare la maternità quando uno dei primi atti del suo governo è stato quello di cancellare il divieto delle dimissioni in bianco: con il governo Berlusconi ogni donna che aspetta un figlio è a rischio licenziamento attraverso la pratica di far firmare alle donne, al momento dell'assunzione, un foglio di dimissioni in bianco". "Non so con quale coraggio Berlusconi - prosegue - riesca a parlare di aiuti sulla casa e sugli affitti. Il suo governo ha praticamente azzerato il fondo nazionale per il contributo sugli affitti e non è in grado di sostenere un piano d'edilizia pubblica rivolto alle giovane coppie e alle famiglie numerose. Da quest'anno grazie ai tagli di Berlusconi e di Tremonti, l'Italia è fanalino di coda in tutta Europa sui finanziamenti alle politiche sociali e alle politiche per la famiglia". "Tutto il resto - conclude - è retorica elettorale, offensiva dell'intelligenza degli italiani e delle italiane".

IDV, PREMIER AMMETTE CHE PROCESSO BREVE E' LEGGE AD PERSONAM - "Il presidente del Consiglio nella sua incontinenza e violenza verbale ha gettato la maschera ed ha ammesso che il processo breve è una legge ad personam. Così pubblicamente dice agli italiani che lui, il satrapo nostrano, é al di sopra della legge è che per colpa sua molti cittadini non avranno giustizia e vedranno i criminali restare impuniti". E' quanto afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge: "I suoi pretoriani hanno preso in giro gli italiani parlando di riforma epocale: qui di epcali ci sono solo le bugie e l'arroganza di una maggioranza senza dignità e asservita al dittatore del bunga bunga". E' quanto scritto in una nota dell'Idv.

FINOCCHIARO: BERLUSCONI DELIRANTE LUI EVERSIVO - "A dispetto del buon senso e delle raccomandazioni del Presidente della Repubblica, che non più tardi di alcuni giorni fa ha invitato al Quirinale tutti i gruppi parlamentari proprio per richiamare a un confronto improntato a maggiore serietà e sobrietà tutte le forze politiche, Berlusconi continua con il suo delirio irresponsabile, oggi contro la magistratura, la Consulta, la scuola pubblica. A questo punto mi pare che l'unico vero eversivo sia lui". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd del Senato.

ANM A PREMIER, NON CI SONO PAROLE PER ESPRIMERE SDEGNO - "Non esistono parole e aggettivi nuovi per esprimere lo sconcerto e lo sdegno di fronte a queste affermazioni". Lo dice il presidente dell'Anm Luca Palamara a chi lo interpella sulle dichiarazioni sulla magistratura fatte oggi dal presidente del Consiglio.

ANSA
[Modificato da fabius039 16/04/2011 23:13]
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