Perchè voterò sì al referendum per la cancellazione del programma nucleare
Una premessa: sono ragionevolmente certo che la tecnica attuale consenta di costruire centrali nucleari altamente sicure. E penso anche che dopo Fukushima si siano acquisite ulteriori conoscenza per renderle ancora più sicure.
Ma voterò per l'abbandono del programma nucleare, perchè penso che oggi, in Italia, non ci siano le condizioni per costruire centrali sicure ed idonee a sostenere la nostra economia.
La situazione italiana la conosciamo tutti: l'economia è in gravi difficoltà, lo stato ha un deficit enorme, non ha risorse per investimenti, e dovrà, a parte tutte le chiacchiere, chiedere ulteriori sacrifici a tutti per evitare la deriva greca. Oltre a non avere risorse economiche, non abbiamo una industria nucleare nazionale. Per costruire centrali dovremmo spendere all'estero enormi cifre, sottraendole al circuito dell'economia interna. Dovremmo fare arricchire le industrie francesi (Areva e sui fornitori), mentre le nostre chiudono e lasciano a a casa o in cassa integrazione migliaia di persone (se non ricordo male l'anno scorso calo di circa 400 mila occupati).
I costi (e non ne abbiamo bisogno!)
In questo quadro, dovremmo affrontare una spesa secca dell'ordine di circa
6 miliardi di Euro per una centrale da 1600 MW (dati riferiti alla centrale ora in costruzione in
Finlandia).
Ora in Italia abbiamo una capacità produttiva di circa 100 GW, quindi i 6 miliardi (o multipli) sono a fronte di un aumento dell'1,6% (o multipli) della capacità produttiva.
Notare che di questo aumento non ne abbiamo bisogno, il picco di consumo massimo finora è stato di circa 60 GW.
Wikipedia
Anche considerando che tutta la capacità produttiva non è sfruttabile, ed alcuni impianti sono antieconomici, circa 70 GW sono effettivamente disponibili.
Le previsioni di consumo futuro sono di aumento estremamente limitato, nel caso più ottimistico 0,8% annuo, e questo senza tener conto delle riduzioni di consumo già in atto per l'evoluzione tecnologica.
Appare quindi assurdo spendere 6 miliardi per una quota di energia, 1.6%, che può essere facilmente risparmiata con semplici misure di contenimento degli sprechi. Per circa 15 milioni di famiglie, 100W installati in meno (elettrodomestici di classe migliore, lampadine moderne, eccetera) compensano già una centrale nucleare!
Per non parlare dei tempi. La citata centrale finlandese, la più moderna in costruzione, è stata commissionata nel 2000 per consegna nel 2009, ma a quella data risulta "in ritardo di almeno 3 anni e mezzo", e siamo in Finlandia!
Fonte.
Ed infine la sicurezza.
Non abbiamo le strutture per garantire la sicurezza delle centrali nucleari.
Per impianti di questa complessità, ci sono tre attori sulla scena:
- il committente
- il fornitore
- l'ente di sorveglianza
Committente e fornitore sono società private, che giustamente fanno ognuna il proprio interesse.
Il committente (es. Enel) vuole spendere il meno possibile, avere l'impianto operativo al più presto, ed avere le minime spese di gestione. Se il fornitore avrà ritardo, sarà ben lieto di applicare penali.
Il fornitore (es. Areva) vuole ridurre i costi, e rispettare i tempi per non subire penali.
E' sempre così, ed è giusto così. Ma cosa succede quando nasce un contrattempo nella costruzione? un subfornitore consegna materiale conforme? Il main contractor lo respinge, ed accetta di andare in ritardo e subire penali? Ci penserà due volte, e cercherà il
compromesso migliore ai suoi occhi.
E qui nascono i problemi, ovviamente.
E' solo l'ente di sorveglianza, che deve essere indipendente e competente, che può garantire la sicurezza, controllando ogni fase dell'attività del fornitore, dal progetto agli acquisti alla costruzione vera e propria. E se necessario imponendo al committente un uso più limitato (e meno economico) dell'impianto, ad esempio limitando l'utilizzo a percentuali di potenza inferiori alla massima.
Ma noi non abbiamo questo ente. Ovvero, ne è stato messo in piedi uno in fretta e furia con a capo il povero Veronesi, che non ha (l'ente) nessuna competenza reale, nessuna esperienza, e soprattutto nessuna autonomia.
In Francia questa autorità è ministeriale, ed esiste dagli anni 50, cioè da quando la Francia è entrata nel nucleare per la costruzione della bomba atomica.
Vogliamo che i francesi ci costruiscano una centrale in casa senza essere in grado di controllare, giorno per giorno, cosa fanno?
Non siamo in grado di controllare noi? Bene, chiamiamo una organizzazione terza, competente ed indipendente, ad esempio americana o inglese, ed affidiamo a loro questo incarico. (Ci sarebbe da ridere a vedere gli inglesi che controllano e sindacano le azioni dei francesi!)
Ovviamente i costi crescerebbero ancora.
Morale?
Non ci sono le condizioni!
E notate che non ho parlato di mafia, di scioperi, di terrorismo, di corruzione, e chi più ne ha più ne metta.
Sì al referendum tutta la vita!