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Dl omnibus : gli assenti al voto di fiducia

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2011 18:10
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Dl omnibus: tutti gli assenti al voto di fiducia

ROMA – 8 deputati del Terzo Polo (4 Udc e 4 Fli), 2 del PdL, 3 del Pd e 6 del misto:
e' questo il quadro dei deputati assenti alla votazione sulla fiducia che il governo ha posto sul decreto legge ommibus.
3 i deputati in missione, e quindi assenti giustificati: si tratta di Angelo Lombardo dell'Mpa e dei sottosegretari Giuseppe Cossiga (Pdl) e Daniela Melchiorre (Ldr). Dal gruppo Misto erano assenti Antonio Gaglione, Calogero Mannino, Francesco Nucara, Italo Tanoni e Ferdinando Latteri. Fra gli altri non ha votato Silvano Moffa, di Iniziativa responsabile.
Da Fli mancavano i deputati Divella, Maroni, Patarino e Ruben; dal Pdl Angeli e Lazzari e dall'Udc Cera, Marcazzan, Merlo e Mondello. Per il Pd erano assenti i deputati Amici, Mastromauro e Vaccaro. Gli astenuti sono i deputati delle minoranze linguistiche Zeller e Brugger.

www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/dl-omnibus-tutti-gli-assenti-al-voto-di-fiducia...

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Nucleare, passa la fiducia: 313 a 291

Era contenuta nel decreto Omnibus. Il Pd: "Vogliono scippare il voto del referendum". Il silenzio della Rai: le tribune alle 9 di mattina.

Monia Cappuccini
Anche questa volta Berlusconi ce l’ha fatta. Il governo ha infatti incassato la sua quarantesima fiducia. Questa volta sul cosiddetto decreto Omnibus. Quello in cui è contenuta anche la moratoria di due anni sul nucleare. Ossia quel provvedimento studiato ad hoc per evitare il quesito referendario sull’energia atomica, nella consultazione in programma il 12 e 13 giugno. Hanno votato a favore della fiducia 313 deputati, contro 291. Solo 2 gli astenuti.
Non è detto però che questo provvedimento serva ad evitare il voto popolare. La moratoria, infatti, non cancella l’intera legge, ma solo il piano di costruzione delle nuove centrali. Così sarà la Corte di Cassazione a decidere, porossimamente, se il quesito sul nucleare sarà presente alla prossima consultazione referendaria.
 
 

Bersani: "Uno scippo agli italiani" 

"Quello che spicca è lo scippo fatto al popolo italiano rispetto alla possibilità di decidere sul nucleare" ha subito commentato il segretario del Pd Pierluigi Bersani, parlando con i giornalisti alla Camera dopo la presentazione dei 'Discorsi parlamentari' di Alessandro Natta.
 

La decisione annunciata ieri

La decisione di procedere con il voto di fiducia è stata annunciata dal ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito: "Considerati - ha detto - i tempi ristretti di scadenza del decreto (ndr: il testo scade il 30 maggio) a nome del governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto numero 34 del 2011''.
Una scelta, dunque, ufficialmente motivata dai tempi ristretti; ma ufficiosamente è chiaro che il governo ha paura di non avere la maggiornaza (l'altra settimana era andato sotto 5 volte in un solo giorno); soprattutto su un argomento delicato come quello del nucleare.
Dall’esito della votazione sul decreto omnibus dipenderà infatti la fattibilità o meno del terzo quesito del referendum, legata a tempi strettamente tecnici, ma dietro i quali si muovono precise volontà politiche.
 

Oggi voto a Montecitorio

La Camera tornerà a riunirsi oggi alle 13,45 per le dichiarazioni di voto, mentre il voto di fiducia sul provvedimento è previsto a partire dalle 15,10 ma senza la diretta tv.
 

Il Pd: "Vogliono scippare il voto al referendum"

Immediata la reazione del Pd. "Con la decisione di mettere la fiducia sul decreto omnibus, il governo le prova tutte per sfuggire al voto degli italiani nel referendum indetto per il 12 e 13 giugno": ha dichiarato Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Partito Democratico.
"Nelle norme che l'esecutivo vuole imporre non c'è nessun abbandono del piano nucleare ma solo un rinvio per evitare il giudizio dei cittadini che, come già dimostrato dal voto in Sardegna, è nettamente contrario al ritorno delle centrali nucleare in Italia".
"Siamo di fronte - ha concluso la Bianchi - all'ennesimo tentativo di scippo del voto ai cittadini che non avrà successo dal momento che si tratta solo di un espediente che non cambia la sostanza delle cose".

Il decreto omnibus e il nucleare

Presentato dall’esecutivo all’indomani del disastro di Fukushima e motivato ufficialmente dalla necessità di acquisire nuovi dati sulla sicurezza delle attuali tecnologie, l’emendamento sul nucleare contenuto nel decreto Omnibus attiene alla rinuncia, limitatamente ad un anno, all’energia atomica da parte dell’Italia. 
Per questo i Comitati referendari "vota sì per fermare il nucleare" e "2 sì per l'acqua bene comune", hanno organizzato un presidio permanente davanti a Montecitorio ''a difesa della democrazia, del diritto al voto e all'informazione'', in concomitanza con il voto alla Camera.


Che significa un sì della Camera

Con il sì della Camera salterebbe la moratoria in vigore e sarebbero abrogate tutte le disposizioni relative alla localizzazione e alla realizzazione di nuovi impianti nucleari. Le ragioni del referendum verrebbero perciò a mancare, mentre il programma per il riavvio in Italia delle centrali nucleari subirebbe solo una battuta d’arresto e non uno stop definitivo, contrariamente a quanto auspicato dal comitato referendario, sulla scorta del plebiscito di Sì sul quesito nucleare registrato domenica scorsa in Sardegna.
 

L'iter legislativo

Il voto è previsto per domani, ma già oggi in fase di discussione ci potrebbero essere sorprese: se ci dovessero essere degli emendamenti il decreto dovrebbe infatti tornare all’altra Camera, allungando ulteriormente i tempi.
Una volta approvato in aula, con o senza emendamenti, il decreto passerà poi nelle mani del Presidente della Repubblica per la conversione in legge, e non è detto che Napoletano non sollevi profili di illegittimità costituzionale rifiutando dunque di firmarlo.

Tempi lunghi

Vanno aggiunti ancora i tempi per la decisione della Cassazione, alla quale spetta in ultima istanza valutare se le modifiche introdotte in Parlamento siano sufficienti a far saltare la consultazione. Nel frattempo si attende anche la sentenza al ricorso per conflitto di attribuzione presentato presso la Corte Costituzionale dai promotori del referendum: l’udienza è stata fissata d’urgenza e dovrebbe tenersi a giugno.

L'associazione contro il nucleare: “non abbassiamo la testa”

Mentre il Governo prende tempo, le oltre 80 associazioni aderenti al comitato “Vota Sì per fermare il nucleare” si preparano invece al rush finale. Dopo un weekend di catene umane in tutta Italia – “la più grande manifestazione antinucleare dai tempi del referendum del 1987” - oggi si ricomincia con un presidio permanente davanti Montecitorio. “Alziamo la testa, la voce non basta” per denunciare lo scippo della democrazia ordito dal palazzo. Gli antinuclearisti seguiranno i lavori parlamentari dalla piazza, dove dalle 14 di oggi – e fino alla mezzanotte di domani - sarà allestito un palco sul quale si alterneranno attori, musicisti, giornalisti, attivisti e chiunque abbia voglia di condividere informazioni o arte.

Referendum, il silenzio Rai: le tribune alle 9 del mattino

12 minuti su piccolo schermo, 6 dai microfoni radiofonici: minutaggi risicati e relegati in fasce orarie di improbabile ascolto. Sulla Rai vanno da oggi in onda le tribune elettorali dei comitati impegnati nella campagna referendaria del 12 e 13 giugno. Si comincia e si chiude con il quesito numero 1 sull’acqua pubblica: il primo confronto sarà trasmesso per la prima volta stasera alle 22,24 su Radio2; l’ultimo venerdì 10 giugno su Radio1 alle ore 22,54. Quattro interventi in tutto, due per il SI e due per il NO, in onda alternativamente, in rispetto alla par condicio.
 

In tv c'è solo Rai3 alle 9 del mattino

Eccezion fatta per alcuni passaggi radiofonici (sette in tutto) in ora di punta (alle 14,33), il resto della campagna informativa è relegata ad una fascia di basso ascolto. Scelta che la dice lunga su quanta rilevanza sia stata concessa dalla Rai, la tv del servizio pubblico, alla copertura mediatica dell’ imminente appuntamento elettorale. Va molto peggio in tv, dove i confronti sono stati collocati esclusivamente su Rai 3 alle 9 del mattino.  

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Nucleare%2C+passa+la+fiducia%3A+313+a+291&idSezione=10923






Ultimo aggiornamento: 24/05/11

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