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Come cambiano i libri

Ultimo Aggiornamento: 15/08/2011 12:05
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28/05/2011 19:45

Siamo spesso portati a pensare, ragionando sull'ebook, che il grande cambiamento riguardi soprattutto il modo di leggere, il passaggio dal supporto familiare (la carta) a quello nuovo (lo schermo). Ma questa, per i tanti che ogni giorno «fanno il salto» e abbandonano le care vecchie rilegature, è una modifica delle abitudini che si compie senza traumi.
Tuttavia, se milioni di lettori cambiano le proprie abitudini come sta accadendo in questi mesi, si innesca un effetto a catena che disegna uno scenario completamente nuovo. E molto complesso, perchè quello che sta accadendo non nasce con l'ebook e fa parte di una trasformazione profonda della nostra cultura e del modo in cui le nostre società gestiscono la conoscenza. Ne parliamo ogni settimana su questa rubrica, ma tentiamo un riepilogo.

Tutti i libri sono allo stesso click di distanza.Questo processo è stato avviato nella seconda metà degli anni novanta, quando Amazon ha cominciato a vendere i libri online e altri ne hanno seguito l'esempio. Già allora avevamo accesso a libri pubblicati negli USA o in qualsiasi altra parte del mondo.
Ma gli ebook chiudono il cerchio e portano a sistema quello che sarà il metodo principale di accesso ai libri (e che già lo è per chi -come me- legge ormai solo in digitale).

Il mercato si costruisce sulla scoperta e non sulla disponibilità.Nel mondo della carta, la capacità di distribuire capillarmente un titolo e renderlo disponibile era un asset molto importante. Oggi Amazon, negli Stati Uniti (e presto negli altri mercati in cui sta portando il Kindle Store), non è leader di mercato perchè ha un grandissimo catalogo. Piuttosto, è leader di mercato perchè un catalogo così ampio (fatto da centinaia di migliaia di titoli) non è usabile senza strumenti di discovery, ovvero senza un sistema che faccia scoprire ai lettori i titoli che possono trovare interessanti.
Il sistema di raccomandazione, i meccanismi sociali che mettono a disposizione dei lettori l'esperienza degli altri lettori, l'ecosistema complesso (che alla fine è un insieme di servizi): sono questi gli elementi che disegnano la libreria digitale. Non a caso, tra i sei maggiori «librai» americani e internazionali, solo uno è un libraio tradizionale. Gli altri sono tech companies che lavorano sul matching, sulla facilitazione dell'incontro tra lettore e libro che può piacergli.

I costi di pubblicazione e distribuzione tendono a zero.Se hai un testo ben editato e un progetto grafico per la copertina, potenzialmente puoi venderlo e raggiungere i lettori a costi bassi (la commissione del libraio o il tuo stesso sito). La maggior parte dei costi che un editore sostiene restano uguali (organizzazione, amministrazione, editing, traduzioni, ecc.), ma la prospettiva dell'autore cambia. Ci sono molti strumenti gratuiti per confezionare un ebook e i principali librai hanno delle piattaforme che consentono in automatico di accedere al canale di vendita e di controllarlo.
L'impatto di questa «abilitazione» che le tecnologie digitali diffondono è sostanziale per l'editoria di domani. Si racconta che 200 milioni di americani hanno intenzione di scrivere un libro e già oggi molti autori (famosi ed esordienti) stanno facendo da soli.
Certo, è difficile capire quale quota di mercato conquisterà il self-publishing, ma i principali librai americani hanno subito compreso che si tratta di numeri importanti e che non è il caso di perderli.

Il costo maggiore è uscire dall'oscurità.Con tutti i libri ad un solo click di distanza e con il numero di libri destinato ad aumentare in maniera esponenziale, il vero problema è -ancora una volta- far incontrare il titolo con il lettore che può apprezzarlo. Gli strumenti disponibili sono la rete, i blog, i social network. Ed è un lavoro centrale, che inizia appena si è confezionato il libro. Gli autori partono molto avvantaggiati in questo, perchè possono gestire con maggior concentrazione la propria community e la visibilità del proprio libro. Per gli editori si tratta di capire che, se prima cedevano il problema a distributore e librerie, oggi il loro cliente è direttamente il lettore.
Nella grammatica di rete, il lettore è la vera distribuzione. Se i lettori parlano dei libri, se linkano le schede sulle librerie, se attivano il passaparola, se fanno funzionare gli algoritmi di raccomandazione, il libro si vende. Certo, c'è un ristrettissimo numero di titoli su cui si parte da motivazioni fortissime (Harry Potter, ad esempio, o quei libri che fanno notizia). Ma per tutti gli altri il difficile comincia nel momento stesso in cui l'ebook viene pubblicato. Come dice qualcuno, oggi il lettore è il gatekeeper.

L'eccesso di offerta è un aumento di scala.La facilità di accesso alla pubblicazione e alla lettura. dicevamo, è un'evoluzione fisiologica. Ma leggere è un'attività costosa (per leggere un libro investiamo molto tempo), probabilmente la più dispendiosa tra le forme di intrattenimento e di informazione. Il tempo di lettura complessiva che -tra tutti- dedichiamo ai libri, non aumenterà in modo significativo. Può essere che la lettura, con queste nuove facilità, guadagni alla sua causa qualche altro lettore, ma non ci sarà su questo versante l'aumento di scala che osserviamo e osserveremo nell'offerta di titoli.
Quindi ci troveremo con una quantità di attenzione invariata e un numero crescente di soggetti (e quindi libri) che sgomitano per ottenerne una parte. Come sempre accade, quando la domanda è ristretta rispetto all'offerta, la competizione ridisegna le regole del gioco.
«In futuro, il prezzo dei libri», dice James Wallace Harris,«non sarà più basato su quanto l'editore crede che il libro valga, ma su quanto il lettore è disposto a pagare per leggerlo». Ed è possibile che sia così, anche perchè gli autori che si pubblicano da soli hanno meno da difendere e possono adottare strategie più aggressive, in grado di modificare le abitudini dei lettori sulle soglie di prezzo.
Ma il prezzo è solo una delle cose che cambieranno. Il resto è abbastanza imprevedibile: la battaglia si farà sulle idee, sull'innovazione, sulla sperimentazione, sulla «socialità» dell'editore, sui modelli di acquisto (dall'abbonamento alle letture temporanee, a quanto saremo capaci di inventarci).

Tutto questo non esaurisce, è chiaro, le cose che stanno cambiando. Ma forse aiuta a dare un'idea. E per quanto la osserviamo da diversi punti di vista, l'unica certezza che emerge sempre è questa: il lettore, l'amante dei libri, ci guadagnerà. Ed entrerà in un mondo in cui leggere sarà più facile, con maggiori opportunità e con maggior soddisfazione.

di Giuseppe Granieri
Fonte: http://www3.lastampa.it/opinioni/blog/
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La Pecorina
29/05/2011 15:55

Sì..ma l'odore della carta..le pagine spiegazzate e bisunte..son tutte un' altra cosa

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Ka cimm a fe?




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29/05/2011 20:42

E' un gran dibattito questo.
Molto fanno i lettori di ebook che non affaticano la lista non essendo retroilluminati, ma l'amore per il libro (che mi coinvolge anche me) è difficile da estirpare.

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Il foro di Settecolori

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29/05/2011 23:07

A me annoia terribilmente leggere un post che supera le 4 righe su uno schermo, figuriamoci se mi ci leggo un libro! [SM=x44466] [SM=x44466]

Per leggere preferisco starmene comodo sul divano e sfogliare pagine di carta, questo è piacevole e rilassante [SM=x44462] [SM=x44458]





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30/05/2011 00:14

Anch'io continuo a preferire nettamente il libro di carta, non sento la necessità di dover digitalizzare necessariamente anche quest'imperdibile piacere in nome del progresso. Non so, mi pare più una trovata commerciale che una reale necessità. Riesco a trovarvi qualche vantaggio solo per gli studenti che non dovranno più essere oberati di carichi sulle spalle, e magari avvicinerà alla lettura qualche tecnocapra [SM=x44452] , ma io sto bene così
[SM=x44515]
30/05/2011 11:48

Re:
Mr Weiss, 5/29/2011 8:42 PM:

E' un gran dibattito questo.
Molto fanno i lettori di ebook che non affaticano la lista non essendo retroilluminati, ma l'amore per il libro (che mi coinvolge anche me) è difficile da estirpare.




si, ho letto un commento molto intelligente al proposito proprio sul tuo forum... [SM=g1700002]
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30/05/2011 17:07

Io concordo sul piacere del librone cartaceo se si legge rilassati su un divano. Essendo però spesso un lettore "da tram", credo che se avessi il coso elettronico ne apprezzerei la leggerezza.
E ancora di più, presumo, la apprezzeranno le signore per cui il libro occupa una buona percentuale in quei 27 kg standard di borsetta in cui, in alternativa, potrebbero cacciare altre decine di diavolerie. [SM=x44483]

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IL MIO 8 MARZO [SM=x44624]

La musica non è mai un'isola... la musica è il mare
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31/05/2011 01:34

In fondo passare dal libro stampato all'ebook è solo un cambiamento di tecnologia, come tanti nel passato.
Anche l'introduzione della stampa a caratteri mobili di Gutemberg forse fu vista con un certo astio da chi era abituato ai manoscritti.
Per non parlare degli altri cambiamenti: la luce elettrica al posto di quella a gas, il CD al posto del vinile (e prima i 78 giri di gommalacca), la foto digitale al posto delle pellicole in celluloide, e così via.

Comunque è curioso riconsiderare quanto un evento tecnologico, appunto i caratteri mobili, abbiano condizionato la storia umana.
Il libro stampato divenne il primo, e per molti secoli unico, strumento per diffondere conoscenza ed idee, la parola stampata divenne sinonimo di cultura.

Arti figurative, architettura, musica, danza, ridotte a ruoli secondari perché non riproducibili.
Ancora oggi le pagine della "cultura" nei quotidiani sono focalizzate solo sui libri.

E' solo per un fatto tecnologico, sedimentato da secoli di storia, che una poesia ci appare una forma di espressione più alta di una canzone. Ma i poeti greci erano cantori, e infine una poesia è solo una canzone privata della musica!

Ma la conoscenza umana ha ora finalmente altri mezzi, altri supporti, di cui forse non ha ancora piena consapevolezza, e forme di arte e comunicazione diverse magari devono ancora svilupparsi.

Sir Walter Scott quando scrisse Ivanhoe usò la tecnologia disponibile, la stampa, per diffondere le sue storie, oggi invece di un romanzo dirigerebbe un film, o qualcosa del genere.

Pur se ammirato della tecnologia che permette oggi di godere di un ebook, non posso non restare perplesso nel vedere tanta scienza utilizzata solo per imitare qualcosa di così semplice e vecchio.
Sicuramente c'è la possibilità di farne un uso più creativo, magari una forma di espressione e comunicazione non ancora esplorata.

L'avvento dell'ebook mi ricorda quello che successe in architettura quando si iniziò a disporre della tecnologia del ferro e dell'acciaio per costruzione. L'uso iniziale che se ne fece fu di imitare le forme preesistenti, rese solo più accessibili ed economiche, quindi si fecero colonne con capitelli corinzi in ferro, balaustre e scale in ferro, eccetera.
Ci vollero un pò di anni prima di capire che con l'acciaio si potevano fare costruzioni prima impensabili, come dimostrò Eiffel, e nacquero i grattacieli (anche se il primo edificio qualificato tale fu costruito ancora in mattoni..).

Oggi con l'elettronica imitiamo il libro di carta: non credo che sia finita qui, mi aspetto una generazione di artisti, divulgatori, scienziati che possa usare le tecnologie attuali in modo più creativo
(ma non so quale, se lo sapessi non starei qui a battere queste sciocchezze su una tastiera..).
31/05/2011 09:55

Re:
fabius039, 5/31/2011 1:34 AM:

il CD al posto del vinile ...




Infatti i cultori di musica tornano al vinile... [SM=x44452]


per un motivo molto semplice, che ovviamente non c'entra con le altre innovazioni, con l'analogico non vengono tagliate nè campionate le frequenze... e poichè si è scoperto non tanto tempo fa, che non sentiamo solo con l'orecchio ma anche con la parte frontale del ns corpo (leggasi petto-stomaco), è importante ascoltare in maniera analogica.

Poi c'è un fatto pratico... e te lo dico perchè ne so qualcosina....

un lettore cd a valvole del valore di 10.000€ viene battuto da un "banalissimo" giradischi di circa 500€.
A questo aggiungici che cd e vinili hanno all'incirca il medesimo costo...


Ovviamente parliamo di alta fedeltà... se ascolti la musica solo con l'mp3 forse ti basta un lettore cd da 2000€ semivalvolare per farti venire un orgasmo. [SM=x44455]
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31/05/2011 13:47

Re:
SPACC THE BALLS, 29/05/2011 23.07:

A me annoia terribilmente leggere un post che supera le 4 righe su uno schermo, figuriamoci se mi ci leggo un libro! [SM=x44466] [SM=x44466]

Per leggere preferisco starmene comodo sul divano e sfogliare pagine di carta, questo è piacevole e rilassante [SM=x44462] [SM=x44458]









[SM=x44462]

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"Cinque anni fa la Puglia era conosciuta in Europa per inquinamento e criminalità. Oggi siamo una Regione-modello per il turismo, la cultura, la bellezza. Non abbiamo ceduto al ricatto delle imprese che volevano farci bere e respirare veleno per farci lavorare e abbiamo fatto comunque crescere l'economia. I pugliesi, oggi, sono orgogliosi di esserlo" - NICHI VENDOLA

"[...]però la tanto contestata Puglia ha dato tante soddisfazioni al suo capo: le escort a Palazzo Grazioli" - NICHI VENDOLA
15/08/2011 12:05

Entro gennaio le vendite degli ebook aumenteranno di venti volte
Un milione e mezzo di ebook venduti entro il gennaio del 2012». Oltre venti volte il numero di romanzi e saggi digitali acquistati in tutto il 2010. Tanto che, dopo ripetuti falsi allarmi, «i prossimi mesi potrebbero segnare la vera partenza del libro digitale in Italia». È uno scenario di straordinaria «crescita esponenziale» quello descritto dalla società di consulenza A. T. Kearney nello studio «I lettori sognano i libri elettronici?», presentato oggi in occasione del primo anno di vita della piattaforma e «negozio» digitale BookRepublic. «Certo, si parte da un mercato esiguo, attualmente lo 0,3-0,4 per cento di quello complessivo del libro — chiarisce Giovanni Bonfanti, curatore della ricerca —. Ma si può prevedere che queste percentuali raddoppieranno di anno in anno».

Più in dettaglio, lo studio ipotizza che il mercato del libro elettronico possa spingersi all’inizio del 2012 fino all’1 per cento, toccando un giro d’affari di 12 milioni di euro, contro i 500 mila del 2010. Condizioni essenziali: più dispositivi di lettura (ereader e tablet) in circolazione, un maggior numero di titoli in italiano e il loro ingresso — finora non avvenuto — nelle librerie online di Apple, Amazon e Google. «Tutti eventi molto probabili — spiega ancora Bonfanti —. E anche nel peggiore dei casi, prevediamo comunque che entro gennaio saranno venduti almeno 900 mila ebook».

Non solo futuro. Il primo anno di vita di BookRepublic — che vende libri elettronici di 318 editori, da Mondadori a Rizzoli a Voland — offre anche uno spaccato di chi sono e che cosa scelgono i lettori digitali. «Risultano diversi rispetto a quelli dei libri di carta» li descrive l’amministratore delegato Marco Ferrario: «Ci sono più amanti della narrativa di genere (gialli, noir, fantascienza) e appassionati alla Rete e all’universo elettronico». Basta scorrere la classifica dei titoli più venduti negli ultimi dodici mesi da BookRepublic per rendersene conto: al primo posto Il cimitero di Praga di Umberto Eco (Bompiani), seguito dal saggio La mente accresciuta di Derrick de Kerckhove (40k), dal thriller L’ultima risposta di Einsteindi Álex Rovira e Francesc Miralles (Newton Compton) e dal libro sul fondatore di Apple Nella testa di Steve Jobs di Leander Kahney (Sperling & Kupfer).

«Visto che siamo uno store online — commenta Ferrario — è abbastanza scontato intercettare un pubblico sensibile a temi tecnologici. A chi interessa la narrativa di genere, invece, possedere un ebook reader può consentire di acquistare immediatamente in digitale il libro che si desidera leggere. Oppure, ad esempio, di avere sempre con sé la propria collezione di gialli». Un ultimo dato, infine, riguarda i lettori più giovani. Il 13 per cento dei titoli venduti nel suo primo anno da BookRepublic appartiene alla categoria dei libri per ragazzi. «Un risultato che mi ha sorpreso — ammette Ferrario —. Segno che dobbiamo iniziare a riflettere anche sulla diversa età di chi legge in digitale».

di Alessia Rastelli
Fonte: http://www.corriere.it/cultura/
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