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Quesito n° 1 - scheda rossa - Privati $p€cul€ranno su "Acqua e servizi pubblici comunali"

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2011 20:11
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10/06/2011 20:11

Referendum 2011


Quesito numero 1 - scheda rossa - acqua e servizi pubblici comunali:

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione (cancellazione della legge)



«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»



Il decreto legge che si intende abrogare (cancellare) afferma che mentre oggi la gestione degli acquedotti, delle fogne e degli altri servizi pubblici comunali dev’essere controllato per la maggioranza da enti pubblici, con tale decreto deve passare in mano ai privati.
Se si vota sì,
la gestione rimarrà per la maggior parte in mano agli enti locali (che non potranno aumentare del 7% bollette e che se gestiranno male saranno puniti anche dal voto dei cittadini);
se si vota no,
i privati potranno diventare azionisti dei servizi da un minimo del 40% fino al 100%, per un periodo di 15-25 anni, operando indisturbati in un regime di "monopolio privato" dove saranno liberi di alzare i costi delle bollette anche del 400% come già stanno facendo i privati che gestiscono le acque ad Arezzo, Viterbo, Latina, Frosinone
e come hanno già fatto a Parigi e Grenoble (dove sono già dovuti ritornare alla gestione pubblica).

RAGIONI DEL FRONTE DEL NO:
Oscar Giannino, Della Vedova ed altri sostengono la bontà di questa privatizzazione, perchè dicono che solo i privati possono mettere i soldi per fare i lavori necessari per ridurre le perdite degli acquedotti (30-40% circa) che richiederebbero circa 60miliardi € in 20 anni.
Dalle critiche che questa non sarebbe una vera "liberalizzazione", ma solo una privatizzazione, replicano dicendo che si farà una gara trasparente che affiderà la gestione dei servizi idrici alla migliore offerta pervenuta.

RAGIONI DEL FRONTE DEL SI:
la "gara trasparente" non è sufficiente a garantire un servizio qualitativamente valido:
è già successo che ad alcune gare si è presentato un unico partecipante (ti piace vincere facile?).
Inoltre l'Authority che dovrebbe vigilare sulla qualità delle acque non ha poteri sanzionatori efficaci, non può nemmeno ritirare la licenza al gestore dinanzi a gravi inadempienze (arsenico nell'acqua potabile!).
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