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Aspettando Pontida

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2011 19:53
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2011: PdL sotto schiaffo di Bossi
Cosa succederà nei prossimi giorni?
Dal folcloristico raduno leghista a Pontida, alla verifica in Parlamento prevista per il 22, quali nuovi scenari per il 4° Governo Berlusconi?
Lenta agonia o nuovo reimpasto di governo? O elezioni anticipate?
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Lega

Pontida, la sfida di Bossi

di Marco Esposito

Libia, patto di stabilità e riforma fiscale:

questo il prezzo fissato dalla Lega per la stabilità del governo. A via Bellerio bocche cucite, ma i più avvertono: ci sarà tanto fumo e poco arrosto.

E chi si aspetta la caduta del Cavaliere metta il sogno nel cassetto

(17 giugno 2011)
Raduno della lega a Pontida Raduno della Lega a Pontida
Libia, patto di stabilità, manovra e riforma fiscale. Saranno questi i temi su cui il leader indiscusso e indiscutibile della Lega Nord Umberto Bossi fisserà il prezzo della tranquillità estiva dell'alleanza di governo dal palco di Pontida domenica prossima. Quasi tutti, chi ufficialmente, chi meno, sono però convinti che ci sarà "molto fumo e poco arrosto", per usare le parole di Flavia Perina, deputata di Futuro e Libertà.

Insomma, chi spera che dal raduno del popolo leghista esca una rottura tra Berlusconi e il Senatur farebbe meglio a rimettere nel cassetto il proprio sogno. Almeno fino a settembre. Infatti, il vero appuntamento decisivo potrebbe essere quello di fine estate a Venezia. Mentre Pontida potrebbe diventare l'occasione per ascoltare, da vicino, il malessere del popolo leghista.

Da Via Bellerio, intanto, la voglia di parlare è pochissima; in tanti danno appuntamento a domenica, "non c'è mai stata tanta tensione prima di questo incontro" dicono a mezza bocca. "Non sarà tanto importante capire cosa diranno sul palco, ma cosa si dirà sul pratone", avvertono i commentatori più avveduti.

Allentamento del patto di stabilità, una data certa per concludere l'intervento italiano in Libia, spostare la manovra di bilancio a dopo l'estate: queste le asticelle che dovrebbero arrivare da Pontida. Un esito che lascerebbe tranquillo il premier, che sa bene, come assicurano in molti che orami un "governo Tremonti non vedrà mai la luce".

Tra i pochi ad esporsi c'è Mario Borghezio, leghista di lungo corso, dal cuore "padano": "Ovviamente ci dobbiamo aspettare una parola chiara e definitiva di Bossi per uscire da un cul de sac in cui ci siamo venuti a trovare a causa di una coalizione che ha perso i contatti con l'azione del popolo del nord". Quale sia l'indicazione, però, Borghezio non lo dice: "Qualunque cosa dica sarà nella direzione giusta e nella nostra linea che non è il traccheggiare tipico delle politiche romane, ma sono decisioni nette". 

Ma su Roma, ha avvertito Gianni Alemanno, non sono più consentite invettive. "Quello che i dicono i romani entrano in un orecchio ed escono dall'altro", risponde beffardo Borghezio. "Quello dello spostamento dei ministeri è il minimo sindacale. Mi attendo un clima che rappresenti un forte ritorno alle origini. A quella Lega che ovunque sia rappresentata non assuma quello stanco aplomb ministeriale romano che fa cascare le balle alla gente padana".

Mentre il leader de La Destra Francesco Storace fa sapere che "Trascorrerà il fine settimane a Pontinia", Lucio Malan smorza i toni di eventuali polemiche: "Dei dissensi tra Borghezio e Alemanno non mi preoccuperei". Il senatore del PdL non vede un pericolo imminente per la maggioranza a Pontida: "Colori forti, e spero proposte costruttive. Non penso la coalizione sia in pericolo". In molti, invece, temono che un attacco della Lega possa creare delle lacerazioni nel PdL: "Se torniamo a fare proposte forti non c'è pericolo di spaccatura. Queste spinte derivano da un momento di stasi dove si sviluppano e si amplificano le istanze del territorio. Torniamo a parlare di ridurre il peso fiscale e quello dello stato".

Non nutrono grandi aspettative su quanto avverrà al raduno leghista anche Flavia Perina e Debora Serracchiani. "Mi aspetto i soliti slogan – afferma la parlamentare europea democratica - e il decreto sull'immigrazione approvato giovedì dal governo è il primo slogan di Pontida. Non avranno il coraggio di dirsi le cose in faccia. Non fanno un congresso dal 2002."

L'ex direttore del Secolo D'Italia è sulla stessa lunghezza d'onda: "Non mi aspetto qualcosa che sancisca eventi epocali. Mi aspetto che la Lega fissi il suo prezzo per ultimo tratto dell'anno. Fino a novembre e poi ragionano". Sullo sfondo rimane il tema della legge elettorale, che potrebbe diventare "elemento di dialogo con altre forze", spiega la Serracchiani. "Cercheranno di lavorare per ottenere una riforma elettorale in senso proporzionale", cosa che renderebbe i lùmbard autonomi in eventuali elezioni politiche. Secondo la Serracchiani la Lega "vive uno psicodramma, il suo forte legame con l'elettorato paradossalmente è il principale problema della lega nord. Mi pare lontana dalla sua base. Sono partiti per Roma per cambiarla, e invece sono loro ad essere cambiati".

Tranchant il giudizio di Enzo Carra, parlamentare di lungo corso: "Mi piacerebbe che dicessero la verità. Dopo anni di bugie al loro elettorato. Non so per quanti anni potranno andare avanti nascondendo al loro elettorato i fallimenti del governo di cui fanno parte. In realtà", prosegue il parlamentare dell'Udc, "la metteranno sulle bombe che costano troppo e Berlusconi risponderà che le comprerà di seconda mano. Se la vogliano mettere sul ridicolo, sul "loro politichese" una grande nuvola in cui tutto viene nascosto, avranno ancora delle amare sorprese dal loro elettorato".

Ostenta tranquillità anche Maurizio Paniz, deputato del PdL vicinissimo al premer: "Non mi aspetto scossoni per il governo, perché non ci sono differenze di fatto tra Lega e PdL. Mi aspetto che Pontida rappresenti per la Lega un nuovo momento di coesione. Effettivamente ci sono delle divisioni e rilanciare obiettivi forti e comuni può essere utile. Esiste uno scollegamento tra basi e vertici lega. Si sente anche che c'è timore su questo punto. La posizione di Maroni, per fare un esempio, non è la stessa posizione di Calderoli . Anche a livello locale alcuni sindaci prendono delle posizioni non in linea con il governo".

Paniz, però, esclude che le provocazioni della Lega possano creare strappi nel PdL "romano": "Quando un partito è grande posizioni diverse, magari riferite agli obiettivi di un territorio specifico sono fisiologiche, le comprendo e le giustifico, anche se sono contrario alle correnti".

Per Flavia Perina, invece, si tratta di un "un gioco delle parti". "Nel Pdl nessuno ha uno schema. Stanno andando tutti avanti per riflessi pavloviani. Nessuno ha fatto un'analisi delle sconfitte delle amministrative e del referendum e nessuno ha un'exit strategy dalla situazione in cui si trovano. Alla fine tutti si riallineano. Sono sul Ttitanic, lo sanno, ma nessuno cala la scialuppa in mare".

Fonte: LINK© Riproduzione riservata
[Modificato da Etrusco 17/06/2011 12:06]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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17 giugno 2011

Lo spadone della disperazione

C’è da salvare il rispetto umano per le persone, che mai deve venire meno, e che nei confronti di Umberto Bossi diventa anche ammirazione per la tenacia e per la forza di volontà.
Detto questo, dovrebbe essere evidente a tutti il problema di un paese le cui sorti dipendono da un uomo che fatica a parlare, si esprime con assurdi gesti delle mani (dito medio alzato, pollice verso, pollice dritto) quando non con pernacchie, non è sempre presente a se stesso e per questo motivo dev’essere sempre circondato da una corte che è diventata un partito nel partito.
E questo perché, come capita con Berlusconi, solo la presenza fisica del fondatore dà continuità e senso a una storia
, a un partito, a migliaia di militanti e milioni di elettori.

C’è poi un altro motivo di ansia per la Lega che va a Pontida.
Perché molto si parla delle delusioni provocate al Nord dalla mancata rivoluzione fiscale o dal fallimento dei respingimenti. I leghisti con più testa, però, hanno letto bene, soprattutto nella perdita del voto d’opinione delle grandi città cedute al centrosinistra.
E sanno che alla base della crisi c’è l’emergere di limiti strategici per i quali non possono incolpare Berlusconi o Tremonti.
Drammatica deve esser stata la scoperta di quanto in definitiva poco importasse al Nord del grande obiettivo storico raggiunto (il federalismo), e di quanto la batosta di Milano abbia reso inservibili i principali strumenti della propaganda padana. Insieme alla Moratti, la devastante ironia degli arancioni di Pisapia ha affondato le isterie sugli zingari e le apocalissi sugli immigrati: d’ora in poi, chiunque cercherà di spaventare gli elettori rischia di farli morire. Dalle risate, però.

Davvero s’è afflosciato lo spadone di Alberto da Giussano, come Bersani fa scrivere sui manifesti. Un po’ per la vergogna di difendere Berlusconi, la cricca e gli assessori maneggioni (com’è capitato a Cota).
Ma anche perché s’è rivelato uno spadone di latta davanti alla durezza della crisi.
Del resto era già capitato ad altri, di conquistare la stanza dei bottoni per scoprire che coi bottoni non si scatenano le rivoluzioni.

Editoriale di Stefano Menichini
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Utente Power



17/06/2011 19:48

.. oggi bersani ha detto " la lega rifletta se trovare una strada nuova " .. ma su cosa deve riflettere ?? [SM=x44464] io allearmi con gente come borghezio e calderoli ?? ma vaff [SM=x44474]
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17/06/2011 19:53

Re:
sperminator, 17/06/2011 19.48:

.. oggi bersani ha detto " la lega rifletta se trovare una strada nuova " .. ma su cosa deve riflettere ?? [SM=x44464] io allearmi con gente come borghezio e calderoli ?? ma vaff [SM=x44474]




non si tratta di un'alleanza di ampio respiro:
alla Lega serve solo trovare una nuova strada per "parlare" ancora di Federalismo (solo quello)
e blandirlo come esca a cui far abboccare il suo elettorato [SM=x44461]

NB Pagliarini ha già capito da anni che ormai il Federalismo è morto e sepolto con l'abbraccio mortifero Lega-PdL. [SM=x44461]
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