Raduno della Lega a Pontida
Libia, patto di stabilità, manovra e riforma fiscale. Saranno questi i temi su cui il leader indiscusso e indiscutibile della Lega Nord Umberto Bossi fisserà il prezzo della tranquillità estiva dell'alleanza di governo dal palco di Pontida domenica prossima. Quasi tutti, chi ufficialmente, chi meno, sono però convinti che ci sarà "molto fumo e poco arrosto", per usare le parole di Flavia Perina, deputata di Futuro e Libertà.
Insomma, chi spera che dal raduno del popolo leghista esca una rottura tra Berlusconi e il Senatur farebbe meglio a rimettere nel cassetto il proprio sogno. Almeno fino a settembre. Infatti,
il vero appuntamento decisivo potrebbe essere quello di fine estate a Venezia. Mentre Pontida potrebbe diventare l'occasione per ascoltare, da vicino,
il malessere del popolo leghista. Da Via Bellerio, intanto, la voglia di parlare è pochissima; in tanti danno appuntamento a domenica,
"non c'è mai stata tanta tensione prima di questo incontro" dicono a mezza bocca. "Non sarà tanto importante capire cosa diranno sul palco, ma cosa si dirà sul pratone", avvertono i commentatori più avveduti.
Allentamento del patto di stabilità, una data certa per concludere l'intervento italiano in Libia, spostare la manovra di bilancio a dopo l'estate: queste le asticelle che dovrebbero arrivare da Pontida. Un esito che lascerebbe tranquillo il premier, che sa bene, come assicurano in molti che orami un "governo Tremonti non vedrà mai la luce".
Tra i pochi ad esporsi c'è
Mario Borghezio, leghista di lungo corso, dal cuore "padano": "Ovviamente ci dobbiamo aspettare una parola chiara e definitiva di Bossi per uscire da un cul de sac in cui ci siamo venuti a trovare a causa di una coalizione che ha perso i contatti con l'azione del popolo del nord". Quale sia l'indicazione, però, Borghezio non lo dice: "Qualunque cosa dica sarà nella direzione giusta e nella nostra linea che non è il traccheggiare tipico delle politiche romane, ma sono decisioni nette".
Ma su Roma, ha avvertito Gianni Alemanno, non sono più consentite invettive. "Quello che i dicono i romani entrano in un orecchio ed escono dall'altro", risponde beffardo Borghezio. "Quello dello
spostamento dei ministeri è il minimo sindacale. Mi attendo un clima che rappresenti un forte ritorno alle origini. A quella Lega che ovunque sia rappresentata non assuma quello stanco aplomb ministeriale romano che fa cascare le balle alla gente padana".
Mentre il leader de La Destra
Francesco Storace fa sapere che "Trascorrerà il fine settimane a Pontinia",
Lucio Malan smorza i toni di eventuali polemiche: "Dei dissensi tra Borghezio e Alemanno non mi preoccuperei". Il senatore del PdL non vede un pericolo imminente per la maggioranza a Pontida: "Colori forti, e spero proposte costruttive. Non penso la coalizione sia in pericolo". In molti, invece, temono che un attacco della Lega possa creare delle lacerazioni nel PdL: "Se torniamo a fare proposte forti non c'è pericolo di spaccatura. Queste spinte derivano da un momento di stasi dove si sviluppano e si amplificano le istanze del territorio. Torniamo a parlare di ridurre il peso fiscale e quello dello stato".
Non nutrono grandi aspettative su quanto avverrà al raduno leghista anche Flavia Perina e Debora Serracchiani.
"Mi aspetto i soliti slogan – afferma la parlamentare europea democratica -
e il decreto sull'immigrazione approvato giovedì dal governo è il primo slogan di Pontida. Non avranno il coraggio di dirsi le cose in faccia. Non fanno un congresso dal 2002." L'ex direttore del Secolo D'Italia è sulla stessa lunghezza d'onda: "Non mi aspetto qualcosa che sancisca eventi epocali.
Mi aspetto che la Lega fissi il suo prezzo per ultimo tratto dell'anno. Fino a novembre e poi ragionano".
Sullo sfondo rimane il tema della legge elettorale, che potrebbe diventare "elemento di dialogo con altre forze", spiega la Serracchiani. "Cercheranno di lavorare per ottenere una
riforma elettorale in senso proporzionale", cosa che
renderebbe i lùmbard autonomi in eventuali elezioni politiche. Secondo la Serracchiani la Lega "vive uno psicodramma, il suo forte legame con l'elettorato paradossalmente è il principale problema della lega nord. Mi pare lontana dalla sua base. Sono partiti per Roma per cambiarla, e invece sono loro ad essere cambiati".
Tranchant il giudizio di
Enzo Carra, parlamentare di lungo corso: "Mi piacerebbe che dicessero
la verità. Dopo anni di bugie al loro elettorato. Non so per quanti anni potranno andare avanti nascondendo al loro elettorato i fallimenti del governo di cui fanno parte. In realtà", prosegue il parlamentare dell'Udc, "la metteranno sulle bombe che costano troppo e Berlusconi risponderà che le comprerà di seconda mano. Se la vogliano mettere sul ridicolo, sul "loro politichese" una grande nuvola in cui tutto viene nascosto, avranno ancora delle amare sorprese dal loro elettorato".
Ostenta tranquillità anche
Maurizio Paniz, deputato del PdL vicinissimo al premer: "Non mi aspetto scossoni per il governo, perché non ci sono differenze di fatto tra Lega e PdL. Mi aspetto che Pontida rappresenti per la Lega un nuovo momento di coesione. Effettivamente ci sono delle divisioni e rilanciare obiettivi forti e comuni può essere utile.
Esiste uno scollegamento tra basi e vertici lega. Si sente anche che c'è timore su questo punto.
La posizione di Maroni, per fare un esempio, non è la stessa posizione di Calderoli . Anche a livello locale alcuni sindaci prendono delle posizioni non in linea con il governo".
Paniz, però, esclude che le provocazioni della Lega possano creare
strappi nel PdL "romano": "Quando un partito è grande posizioni diverse, magari riferite agli obiettivi di un territorio specifico sono fisiologiche, le comprendo e le giustifico, anche se sono contrario alle correnti".
Per
Flavia Perina, invece, si tratta di un
"un gioco delle parti". "Nel Pdl nessuno ha uno schema. Stanno andando tutti avanti per riflessi pavloviani. Nessuno ha fatto un'analisi delle sconfitte delle amministrative e del referendum e nessuno ha un'exit strategy dalla situazione in cui si trovano. Alla fine tutti si riallineano.
Sono sul Ttitanic, lo sanno, ma nessuno cala la scialuppa in mare".