Sondaggio:: Aumento IVA, super prelievo da redditi alti, donne in pensione dopo 65 anni
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Aumento IVA, super prelievo da redditi alti, donne in pensione dopo 65 anni

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2011 14:08
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10/09/2011 10:13

Ti convince la manovra?
Dal sondaggio sul Corsera:

Aumento dell’IVA al 21% [SM=x44472]
super prelievo per i redditi sopra i 300'000€,
donne in pensione a 65 anni anche nel privato dal 2014.
Vi convince la 4a correzione del Governo Berlusconi alla manovra?


No 76.9%
Sì 23.1%
Numero votanti: 15'243
[Modificato da Etrusco 10/09/2011 10:30]
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10/09/2011 10:29

Riporto qui dall'altra discussione/sondaggio:

fabius039, 09/09/2011 21.09:

KuntaKinte77, 9/9/2011 8:37 PM:

verissimo quello che scrivi se si vuol fare, farlo subito...che tolgano soldi ai lavoratori è vero, ma è poca roba per il singolo... tanta roba sul numero dei lavoratori in Italia. Questa manovra - nella sua interezza - così come è non serve a nulla. È fatta malissimo, non è equilibrata e soprattutto non ha alcuna prospettiva di rilancio economico o un piano industriale per la nazione.insomma, la solita vecchia solfa... fatta pure peggio ed in un periodo di profonda crisi. [SM=x44465]


Assolutamente vero, non c'è una singola proposta che lasci anche solo sperare in un miglioramento della situazione economica di cittadini ed imprese. Ed anche i conti sono fatti col culo: aumento di 1 punto percentuale dell'IVA, aumento pari pari del suo gettito.Ma quando? L'aumento del costo dei beni e servizi all'utente finale inevitabilmente ed automaticamente porta ad una contrazione dei consumi se non pari, almeno comparabile; non mi meraviglierei che i consumi interessati diminuissero dello 0,5%, portando alla fine alla stato solo la metà dei 4 miliardi pronosticati.
Ma il problema è un altro: una riduzione anche solo dello 0,5% dei fatturati delle imprese, in questi tempi di crescita vicina allo zero, è pesantissima: arranchiamo tanto per un risicato incremento dello 0,3% del PIL, poi facciamo manovre che deprimono i consumi e le imprese?



In sintesi, sembra che l'intero Governo, con questa manovra dimostri di esser affetto di grave miopia, perchè al problema della stagnazione sta facendo di tutto per provocare anche un'inflazione, con tutti i problemi a catena che ne conseguiranno! [SM=x44472]


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11/09/2011 16:56

se un corrotto fa danni e un incapace ne fa anche di più...
cosa può fare un governo come il nostro???


quando le belle menti che nel chiuso dell'urna hanno gettato la crocetta laddove il putridume era solo nascosto da litri di acqua di colonia si renderanno conto del disastro di cui sono padri???!!!
[SM=x44457] [SM=x44457]

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11/09/2011 22:03

Al solito le cose non sono mai così semplici.

Donne in pensione a 65 anni anche nel privato dal 2014?
Per me è sì, vuol dire rinunciare ad un diritto attuale, ma oggettivamente a fronte di ben mutate aspettative di vita, e comunque è una convergenza su una posizione comune europea.

Super prelievo per i redditi sopra i 300'000€?
Per me è sì, sia perchè non mi riguarda [SM=x44453], ma soprattutto oggettivamente se proprio occorre un prelievo questo è certamente il meno doloroso per chi lo subisce.

Aumento dell’IVA al 21%?
Per me è no, per lo stesso criterio per cui il primo è sì: ci allontana dalla convergenza europea.

Ma nonostante alcune misure in sè siano condivisibili e sopportabili, quello che rende totalmente negativa è lo scopo per cui sono fatte, non le misure in sè.

Sono fatte solo per gettare altra acqua (soldi) nella vasca della spesa corrente dello stato, senza avere messo a posto il tappo (riduzione della stessa).

Quindi la risposta è: le tre misure riportate sono efficaci per raccogliere danaro, anche la più dubbia, quella dell'IVA, ma il danaro così speso verrà bruciato sull'altare dell'inefficienza, quindi il giudizio complessivo non può che essere totalmente negativo.

Ben diverso sarebbe stato se i fondi così reperiti fossero serviti per il rilancio economico: riduzione di imposte ai lavoratori, investimenti strutturali, allora perfino l'aumento dell'IVA si poteva accettare.
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11/09/2011 22:10

Re:
fabius039, 11/09/2011 22.03:

Al solito le cose non sono mai così semplici.

Donne in pensione a 65 anni anche nel privato dal 2014?
Per me è sì, vuol dire rinunciare ad un diritto attuale, ma oggettivamente a fronte di ben mutate aspettative di vita, e comunque è una convergenza su una posizione comune europea.

Super prelievo per i redditi sopra i 300'000€?
Per me è sì, sia perchè non mi riguarda [SM=x44453], ma soprattutto oggettivamente se proprio occorre un prelievo questo è certamente il meno doloroso per chi lo subisce.

Aumento dell’IVA al 21%?
Per me è no, per lo stesso criterio per cui il primo è sì: ci allontana dalla convergenza europea.

Ma nonostante alcune misure in sè siano condivisibili e sopportabili, quello che rende totalmente negativa è lo scopo per cui sono fatte, non le misure in sè.

Sono fatte solo per gettare altra acqua (soldi) nella vasca della spesa corrente dello stato, senza avere messo a posto il tappo (riduzione della stessa).

Quindi la risposta è: le tre misure riportate sono efficaci per raccogliere danaro, anche la più dubbia, quella dell'IVA, ma il danaro così speso verrà bruciato sull'altare dell'inefficienza, quindi il giudizio complessivo non può che essere totalmente negativo.

Ben diverso sarebbe stato se i fondi così reperiti fossero serviti per il rilancio economico: riduzione di imposte ai lavoratori, investimenti strutturali, allora perfino l'aumento dell'IVA si poteva accettare.




e soprattutto questa è l'ennesima correzione aggiuntiva alla manovra finanziaria,
ma il punto è che ormai è ora di tirar fuori il coraggio per fare quello che serve veramente al paese: delle riforme serie ed efficaci.
Basta con questi palliativi di manovre! [SM=x44498]

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13/09/2011 14:42

saranno felici tutti quanti con una ulteriore contrazione dei consumi dei beni non di prima necessità [SM=x44520]


... e alla fine dovranno fare una manovra aggiuntiva... [SM=x44457]


ps. i mercati lo han capito... e stanno punendo duramente. Se il nano non si toglie subito dalle palle si rischia grosso!
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20/09/2011 10:55

Dossier manovre 2011

Documenti

Il testo integrale della manovra di Ferragosto

TITOLO IDISPOSIZIONI PER LA STABILIZZAZIONE FINANZIARIA Art. 1 Disposizioni per la riduzione della spesa pubblica1. In anticipazione della riforma volta ad introdurre nella Costituzione la ...

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30/09/2011 11:40

Approfondimenti: Manovra e carovita
L'IVA sale dell'1%, ma i prezzi anche del 7%
Dai pedaggi ai cd, alla benzina: aumenti oltre l'incremento di imposta.


- Il 17 settembre è scattato, per effetto della manovra, l'aumento dell'Iva. Sono passati dal 20 al 21%
i detersivi, i giocattoli, le tv ma anche auto, moto, abbigliamento, scarpe, computer, vino, cioccolata, calzature e una serie di altri servizi. E da un giorno all'altro sono aumentati i prezzi. Dell'1%, penserà il più ingenuo. Non proprio. L'effetto dell'operazione, scattata per rimpinguare le casse dello Stato tra i 4 e i 5 miliardi l'anno, sta diventando un po' più complessa. Soprattutto per i consumatori.

Le associazioni lo avevano annunciato: il rischio è un aumento indiscriminato dei prezzi. Tant'è. La benzina è subito volata a 1,7 euro al litro (per poi ripiegare: ieri oscillava tra 1,63 e 1,64 euro), le sigarette sono aumentate in media del 4%, con punte del 15% per il tabacco trinciato. Ma non solo. L'Adoc, l'associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, ha preso carta e penna e con l'aiuto dei suoi volontari, ha monitorato alcuni negozi in tutta Italia prima e dopo l'innalzamento dell'aliquota. Il risultato? Oggi per fare un corso in piscina potremmo spendere al mese il 5,4% in più e per l'aperitivo con gli amici, aumenti del 3,2%. Certo, si tratta solo di un campione e alcuni prezzi (come nel caso degli aperitivi) sono solo una media di quelli rilevati sul territorio nazionale (nessuno ha mai pagato per un happy hour 7,75 euro). Ma dai risultati finali si ha un'idea di quanto, l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto, stia impattando sui nostri acquisti.

Il Codacons poi fa notare: «Se l'Iva passa dal 20 al 21%, non significa che un bene che prima veniva 1 euro ora passa a 1,01 euro. Bisogna scorporare e considerare il prezzo del bene senza Iva, e su quello applicare l'Iva maggiore al 21%». Giusto. Lo abbiamo fatto, ma anche così i conti non tornano. Lo dimostrano, oltre ai calcoli le decine e decine di segnalazioni arrivate proprio all'associazione presieduta da Carlo Rienzi. Simile a questa: «Stamattina al solito bar, la tazzina di espresso - scrive un consumatore di Roma - mi è stata fatta pagare 0,90 euro contro gli 80 centesimi pre-Iva. È una truffa».

Un caso tutto particolare è quello dei cd musicali, un mercato che con l'avvento della musica digitale è sempre più in crisi. Innumerevoli gli appelli degli artisti che negli anni passati hanno implorato di far scendere l'aliquota Iva sui cd dal 20 al 4%. Al danno, oggi, si aggiunge la beffa. «A questo punto auspichiamo una decisione sotto il 5% a livello comunitario» commenta Enzo Mazza, presidente della Fimi (Federazione industria musicale italiana). Nel frattempo i prezzi dei cd, anziché scendere per contrastare il fenomeno del download (illegale) e della pirateria, sono saliti. Nei negozi monitorati dall'associazione, al netto delle offerte e delle promozioni, sono passati da 19,40 euro a 20,90 euro.

Con un incremento lontano da quell'1%. E vediamo perché: il prezzo medio dei cd prima del 17 settembre, era di 19,40 euro. Scorporando l'Iva si arriva a un prezzo base di 16,16 euro. Applicando l'Iva al 21%, il risultato è di 19,55 euro. Eppure il prezzo finale al consumatore è di 20,90 euro. Il 7,7% in più se confrontiamo il prezzo prima e dopo l'aumento dell'imposta. Il 6,9% in più se confrontiamo il prezzo del cd per come doveva essere con l'Iva al 21% (19,55 euro) e com'è invece oggi (20,90 euro). «Questo non aiuta né il commercio né i consumatori - aggiunge Carlo Pileri, presidente dell'Adoc -, che in alcuni casi rinunciano all'acquisto. Senza parlare delle sigarette, una vera e propria speculazione di Stato. E a parlare è un non fumatore: a fronte dell'aumento dell'Iva sono stati alzate anche le accise per un totale di 15-20 centesimi a pacchetto». E poi ci sono le autostrade. A sollevare il caso è stata questa volta Altroconsumo: «I pedaggi autostradali - spiegano dall'associazione - sono una delle categorie di servizi interessati dal recente aumento dell'Iva. Nulla di strano, quindi, se sono state adeguate le tariffe. Peccato che sia stato fatto per scaglioni di 10 centesimi e non applicando matematicamente l'1% in più come previsto dalla manovra finanziaria. Cosa significa? Che a Como, ad esempio il pedaggio è passato da 1,90 euro a 2,00 euro, con un incremento reale del 5,26%».
«Un arrotondamento disciplinato dal decreto interministeriale 10440/28/133 del 12 novembre 2001, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell'Economia e delle Finanze» fanno sapere da Autostrade per l'Italia. «In pratica, su una cifra da uno a dieci - spiegano - se l'incremento dell'Iva fa arrivare la tariffa a quattro, si arrotonda per difetto (zero). Ma se l'incremento fa arrivare il pedaggio a sei, si arrotonda per eccesso (dieci)». E così ci sono caselli dove l'aumento dell'Iva non ha fatto registrare alcun tipo di incremento (ad esempio Lainate) e altri dove invece il pedaggio è aumentato per eccesso. I comaschi si rassegnino.

Qualche giorno fa è intervenuto sull'argomento anche Mr Prezzi, Roberto Sambuco che ha avviato, in coordinamento con la Guardia di Finanza e gli uffici del Mise, delle azioni di verifica e ispezione. Oltre a un tavolo anti-speculazione. Subito sono seguiti i commenti sarcastici del Codacons: «Mister Prezzi si è svegliato dal letargo in cui sembrava essere caduto - ha detto Rienzi -. Peccato però che i controlli di cui parla andavano realizzati molti giorni fa, ossia ancor prima dell'entrata in vigore dell'aumento». Dall'altra parte, quella delle aziende, c'è chi ha deciso di farsi carico dell'aumento senza alzare i prezzi dei cartellini. Zara, Esselunga, Benetton, solo per citarne alcuni, assorbiranno l'incremento dell'imposta senza riversarla sui consumatori. Almeno per ora.

Fonte: Corriere della Sera - Corinna De Cesare
30 settembre 2011 08:55© RIPRODUZIONE RISERVATA
[Modificato da Etrusco 30/09/2011 11:41]
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Iva al 21%. Solo sul piano pratico è una rottura di palle immane.

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26/10/2011 14:08

LA NECESSITÀ DI UNA SVOLTA VERA

Mettere il Paese davanti a tutto


Prima il Paese. L'Italia non è la Grecia. È la settima economia al mondo, la seconda industria manifatturiera d'Europa. Ha più patrimonio che debiti. È ricca il doppio della Spagna. È perfettamente solvibile. Fine. Non merita ironie e sarcasmi. Ma il rispetto deve conquistarselo. E poi pretenderlo. Le misure che l'Europa ci chiede sono sempre state necessarie. Ora lo sono anche per gli altri, per la salvezza dell'euro. Le avessimo adottate per tempo, non correremmo il rischio di confezionarle in fretta e male. Da commissariati. Qualcuno dice: no al diktat di Bruxelles. Bene, ma non scordiamoci che: siamo un Paese fondatore dell'Unione europea; che chiediamo ogni anno 200 miliardi in prestito; che viviamo di export e moriremmo di autarchia (è già accaduto). Il resto sono chiacchiere in libertà e perniciose illusioni.

Sarà anche ingiusto, ma oggi siamo percepiti come il lato debole dell'Europa. Perché non siamo più credibili. Abbiamo annunciato per mesi provvedimenti poi smentiti o non attuati. Varato sì una manovra da 59,8 miliardi, di cui 20 però incerti, ma per la crescita, che rende sostenibile il debito, non è stato fatto finora nulla.
Alesina e Giavazzi, sul Corriere , hanno proposto misure concrete. Discutiamone. Non basta una lettera d'intenti (Tremonti l'ha firmata?) per dimostrare agli altri, dopo mesi di ondeggiamenti, che facciamo finalmente sul serio. Berlusconi sembra voler sopravvivere a se stesso. Ma se non è in grado di adottare, per l'opposizione della Lega, provvedimenti seri ed equi, non solo sulle pensioni, ne tragga le conseguenze. E in fretta. Vada da Napolitano e rimetta il mandato. Esiste in Europa, piaccia o no (a noi non piace perché vi vediamo anche un pregiudizio anti-italiano) un problema legato alla persona del premier, più che al governo. E la colpa è solo sua. Il Cavaliere, con il quale la storia sarà meno ingenerosa della cronaca, è anche uomo d'azienda. Sa valutare il momento in cui è necessario mettersi da parte per salvare la sua creatura, il partito e le future sorti del centrodestra italiano. Ma prima ancora viene il Paese. Una volta tanto.

E la soluzione quale potrebbe essere? Non è semplice. Più volte, su queste colonne, si è invitato il premier a fare come Zapatero: chiedere le elezioni anticipate e dire che non si ricandiderà. L'avesse fatto, saremmo fuori dal mirino della speculazione. Come la Spagna. Oggi, davanti alla palese dissoluzione di una maggioranza, che vota la fiducia ma non governa, l'esito non potrebbe essere che quello di elezioni ravvicinate, imposte dagli eventi. Un eventuale governo Letta o Schifani, o tecnico (improbabile) di cui si parla in queste ore, si troverebbe comunque nella scomoda necessità di dare una risposta economica credibile ai mercati. E di fare scelte impopolari e costose in termini di consensi. Una proposta utile potrebbe essere quella di considerare il «pacchetto Europa» di un eventuale nuovo esecutivo come un programma bipartisan, aperto al contributo e al voto di tutti. Un'opposizione responsabile, se si trovasse al governo, non potrebbe fare diversamente su molti temi oggi in discussione. E non avrebbe più l'alibi della presenza ingombrante di Berlusconi. Ma a giudicare dalle dichiarazioni di queste ore, sembrano prevalere populismo e opportunismo. Le malattie italiane sono tante, purtroppo.

Editoriale di Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera
26 ottobre 2011 07:36
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