l'affondo contro il Governo
09/10/2011 - AFFONDO NELL'INTERVISTA A CHE TEMPO CHE FA
Marcegaglia: "Sviluppo ultima chance
Il condono? Un errore, premia i furbi"
Il presidente di Confindustria Marcegaglia ospite di Fabio Fazio
Il presidente di Confindustria:
«Non farò il leader del Centro»
MILANO
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, boccia l’ipotesi del condono fiscale accarezzato dalla maggioranza e chiede al governo di «fare in fretta» sul decreto Sviluppo perchè «è l’ultima chance» per «salvare il Paese» e sottrarlo al rischio-recessione. Il leader degli industriali, intervistata da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, chiude anche la porta a una sua candidatura alla guida del Terzo Polo, ventilata dal leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. «Il 24 maggio quando scadrà la mia presidenza di Confindustria, torno a fare l’imprenditore e la mamma a tempo pieno» ha detto. Nessun interesse per la politica? «Assolutamente no».
Lo stop della Marcegaglia al condono viene spiegato con ragioni di giustizia fiscale e sociale perchè la misura arriverebbe in un momento in cui «dobbiamo combattere fortemente l’evasione fiscale e l’illegalità e la logica del condono dà un messaggio assolutamente sbagliato», in quanto «premia i furbi» mentre «noi abbiamo bisogno che tutti paghino le tasse e rispettino le regole». Quello che serve al Paese, anzichè misure di dubbia equità, è «ridurre strutturalmente il debito e il deficit». Con il Decreto Sviluppo «non si facciano condoni, non si facciano cose una tantum, si facciano grandi riforme eque dove chi ha di più paghi di più». Perchè, ammonisce, «o ci salviamo tutti o cadiamo tutti».
Marcegaglia ripropone la disponibilità di Confindustria alla patrimoniale che «però deve servire non per sostenere la spesa pubblica ma per abbassare le tasse su lavoratori e imprese». Chiede la riforma delle pensioni «anche se Bossi non è d’accordo» perchè, è il suo invito al governo, sono necessarie «anche cose anche impopolari, anche scontentando pezzi della maggioranza». Sprona il governo a varare la riforma fiscale, ad accelerare le liberalizzazioni e gli investimenti in infrastrutture.
Dal leader degli industriali arriva a più riprese l’invito a «fare in fretta» per «far svoltare il Paese» perchè l’Italia «rischia l’impoverimento». Ma, alla domanda se occorra un nuovo governo, non si sbilancia. «Non spetta a me dirlo - dice a Fazio - quello che so è che l’attuale governo deve fare alcune cose e velocemente. Se non dovesse farle, si prenderebbe una responsabilità forte di fronte al Paese». Quanto all’uscita della Fiat da Confindustria, Marcegaglia ha ribadito le sue ragioni sostenendo che l’accordo tra sindacati e Confindustria non depotenzia l’articolo 8 della manovra sui contratti aziendali, come sostenuto dal Lingotto. Perchè dunque questo addio? «Non lo so - ha detto - il mio punto di vista è che noi come Confindustria rappresentiamo imprese che sono anche disponibili a rotture per cambiare. Però poi bisogna convergere con i lavoratori e i sindacati per trovare nuovi accordi. No allo scontro continuo». Il presidente di Confindustria non crede però che il divorzio dal gruppo torinese sia il preludio a un addio al nostro Paese: «credo che Fiat manterrà i suoi investimenti in Italia».
La Stampa 9 10 2011
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.