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Gambe femminili sulla locandina L'ossessione voyeuristica del cinema

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2012 12:48
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16/01/2012 23:57

Che il corpo delle donne venga sfruttato, al cinema in tv o in pubblicità, lo sanno tutti: fa vendere, e bene, il prodotto a cui è associato. Un fenomeno evidente a chiunque, e come tale stra-analizzato e stra-commentato. Ma c'è un dato ricorrente che riguarda le locandine dei film, e che sembra sfuggire ai radar: l'enfasi enorme data a una singola parte anatomica femminile. Le gambe. Meglio se aperte, anzi spalancate; immortalate dal lato posteriore; spesso raffigurate sotto gli occhi di un uomo che le guarda. Per richiamare esplicitamente il voyeurismo dell'operazione.
Una tendenza assolutamente universale, che accomuna paesi e generi diversi: a sottolinearla ed evidenziarla, tra gli altri, il blogger francese Christophe Courtois, che - come ha scoperto il sito di "D" di Repubblica - ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. Un modello insospettabilmente "classico", che come spettatori associamo a pellicole tipo 007; o alle tante produzioni adolescenziali e più o meno demenziali. Ma che in realtà appare anche in opere dai contenuti molto meno attinenti all'immagine.
Un esempio fra i tanti, in casa nostra: Gianni e le donne, diretto dal regista di Pranzo di ferragosto Gianni Di Gregorio. Commedia sorridente sulle peripezie agrodolci di un sessantenne: eppure, anche qui, vediamo due grandi gambe che sovrastano il protagonista. Nessuno è immune dalla tentazione di ricorrere al giochino, per attirare l'attenzione degli spettatori.

Ma non c'è solo il repertorio delle superdonne raffigurate "a metà", spesso con immagini di enormi proporzioni, come Courtois ha fatto notare. La storia del rapporto tra questa parte anatomica femminile e le locandine cinematografiche è più stretta. Ed è una anche storia di successi: negli ultimi decenni, infatti, sono stati tanti i film che ai manifesti con le loro bellissime star, e con un'enfasi evidente sulle loro gambe, hanno dovuto tanta parte del loro appeal. Tanto che i poster, oltre che le pellicole, spesso sono diventate cult. Il caso di scuola è Pretty Woman: tutti gli osservatori hanno sempre concordato sul fatto che le lunghissime gambe di Julia Roberts, ingauinate negli stivaloni neri, hanno contribuito a fare entrare l'opera nell'immaginario collettivo. E pazienza se in realtà non erano della diva, ma di una controfigura: l'impatto è stato comunque fortissimo.
Al di là del caso Roberts, ci sono altre dive che hanno cavalcato l'onda della presenza forte nelle locandine. Restando sul fronte gambe, vanno segnalati almeno i casi di Jennifer Beals in Flashdance (seduta con la magliettona, spalla scoperta e gambe aperte); di Sharon Stone in Basic Instinct 1 e 2 (qui gli arti allargati servono per evocare la famosa sequenza senza mutandine); di Demi Moore in Rivelazioni e Striptease. Anche classici considerati intramontabili come Il Laureato non sono immuni: ricordate la gamba di Mrs Robison che nel manifesto si infila una calza autoreggente?



di CLAUDIA MORGOGLIONE
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17/01/2012 00:57

Re:
killing zoe, 1/16/2012 11:57 PM:

Anche classici considerati intramontabili come Il Laureato non sono immuni: ricordate la gamba di Mrs Robison che nel manifesto si infila una calza autoreggente?




Calza autoreggente? [SM=x44463] [SM=x44463]



None, calze con tanto di reggicalze, che viene chiaramente allacciato!



Solo la recente riedizione Blue Ray ha inserito le autoreggenti, ma è un falso storico!

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Presumo che la pistola in mano a Roger Moore sia un evidente simbolo fallico [SM=x44452]

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Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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03/02/2012 16:56






Una donna in ginocchio, in una posizione inequivocabile, campeggia ai piedi di un elegantissimo Jean Dujardin che parla al telefono e nel frattempo la tiene sott'occhio. E' scandalo in Francia per la locandina-shock de "Les infideles", il film a episodi sull'infedeltà maschile secondo sette registi tra cui Jean Dujardin, Gilles Lellouche e Emmanuelle Bercot che uscirà il 29 febbraio. Dai giornali a Twitter, per tutti è "volgare".
Dujardin, protagonista del manifesto, è stato nominato agli Oscar come miglior attore per "The Artist". E per il quotidiano "Le Parisien" la polemica potrebbe nuocergli, perché "rischia di non piacere ai votanti dell'accademia degli Oscar che rappresentano l'industria cinematografica", visto che l'America non scherza con questo tipo di immagini spinte.

D'altronde in Francia ha sollevato un polverone ed è stato bollato come "volgare", "degradante per le donne" e "banale". Il sito internet di France Television ha persino lanciato un sondaggio in cui chiede se "Questa locandina è scioccante?". Dura anche la reazione dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (Arpp) che ha descritto la locandina come "offensiva della dignità umana" e ha chiesto di ritirarla.

Non è la prima volta che un manifesto desta scandalo. In passato venne censurato un Michael Douglas che sollevava la gonna di Demi Moore scoprendone la coscia in "Disclosure". Senza dimenticare "Larry Flint" in cui un uomo nudo coperto solo dalla bandiera americana veniva simbolicamente crocifisso sul pube di una donna e "Amen", creato da Oliviero Toscani che si era divertito a trasformare una croce cattolica nella svastica nazista. Ma, in fondo, nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli.
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04/02/2012 01:24

Re:
uepino, 03/02/2012 16.56:


Dura anche la reazione dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (Arpp) che ha descritto la locandina come "offensiva della dignità umana" e ha chiesto di ritirarla.




Questa sì che è una notizia!

Il cartello dell'autodisciplina pubblicitaria che si erge a paladino della morale! [SM=g1470351]

E' vero che siamo in Francia, ma queste sono esternazioni che mi fanno cascare dalla sedia!

La gilda dei pubblicitari, che si "autodisciplina" come la cupola mafiosa "autodisciplina" le sue altrettanto losche attività, ed il cui unico fine è impedire che qualcuno danneggi gli interessi degli altri membri della setta, sale in cattedra per bollare quell'infame che, udite udite, osa sfruttare il corpo femminile per biechi fini commerciali! [SM=x44498]

Ma chi mai avrebbe pensato a tanto sciagurato mercimonio! Magari una nuova agenzia che non è ancora affiliata alla cosca ed ancora non paga il suo obolo per avere la meritata protezione? [SM=x44476]
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04/02/2012 12:42

Re:
uepino, 03/02/2012 16.56:






Una donna in ginocchio, in una posizione inequivocabile, campeggia ai piedi di un elegantissimo Jean Dujardin che parla al telefono e nel frattempo la tiene sott'occhio. E' scandalo in Francia per la locandina-shock de "Les infideles", il film a episodi sull'infedeltà maschile secondo sette registi tra cui Jean Dujardin, Gilles Lellouche e Emmanuelle Bercot che uscirà il 29 febbraio. Dai giornali a Twitter, per tutti è "volgare".
Dujardin, protagonista del manifesto, è stato nominato agli Oscar come miglior attore per "The Artist". E per il quotidiano "Le Parisien" la polemica potrebbe nuocergli, perché "rischia di non piacere ai votanti dell'accademia degli Oscar che rappresentano l'industria cinematografica", visto che l'America non scherza con questo tipo di immagini spinte.

D'altronde in Francia ha sollevato un polverone ed è stato bollato come "volgare", "degradante per le donne" e "banale". Il sito internet di France Television ha persino lanciato un sondaggio in cui chiede se "Questa locandina è scioccante?". Dura anche la reazione dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (Arpp) che ha descritto la locandina come "offensiva della dignità umana" e ha chiesto di ritirarla.

Non è la prima volta che un manifesto desta scandalo. In passato venne censurato un Michael Douglas che sollevava la gonna di Demi Moore scoprendone la coscia in "Disclosure". Senza dimenticare "Larry Flint" in cui un uomo nudo coperto solo dalla bandiera americana veniva simbolicamente crocifisso sul pube di una donna e "Amen", creato da Oliviero Toscani che si era divertito a trasformare una croce cattolica nella svastica nazista. Ma, in fondo, nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli.
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Siamo un paese cattolico e quindi una donna in ginocchio sta pregando [SM=x44452]

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