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Ustica, ministeri condannati a maxi risarcimento

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2012 20:44
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13/09/2011 00:17

Ustica, ministeri condannati a maxi risarcimento
Oltre cento milioni di euro per i parenti delle 81 vittime della strage.

12 settembre, 21:32



PALERMO - Quattro anni dopo i primi risarcimenti per 980 mila euro ai familiari di 4 delle 81 vittime della strage di Ustica, il tribunale di Palermo ha nuovamente condannato lo Stato - e stavolta a oltre 100 milioni di euro - a risarcire 81 parenti di una quarantina di passeggeri che persero la vita sull'aereo Itavia in servizio da Bologna a Palermo. La sentenza del giudice Paola Protopisani dà ragione al collegio difensivo che aveva puntato sulla responsabilità dello Stato, indipendentemente dall'accertamento della causa che provocò la strage e che in questi anni non è mai venuta a galla. Trentuno anni dopo la strage, mentre non è ancora chiaro se l'aereo fu abbattuto da un missile o cadde per l'esplosione interna di una bomba, il tribunale ha ritenuto responsabili i ministeri per non avere garantito la sicurezza del volo, ma anche per l'occultamento della verità con depistaggi e distruzione di atti.

"La sentenza - dice il collegio legale costituito da Alfredo Galasso, Daniele Osnato, Massimiliano Pace, Giuseppe Incandela, Fabrizio e Vanessa Fallica, Gianfranco Paris - è il frutto di una lunga e articolata istruttoria, durata circa tre anni, nella quale il tribunale ha avuto modo di apprezzare e valutare tutte le emergenze probatorie già emerse nel procedimento penale". Secondo i legali, "il risultato della vicenda processuale rende giustizia per la ultratrentennale tortura che i parenti delle vittime hanno dovuto subire ogni giorno della loro vita anche a causa dei numerosi e comprovati depistaggi di alcuni soggetti deviati dello Stato". La ricerca della verità potrebbe ripartire da questa sentenza, "nella quale - spiega l'avvocato Osnato, che sposa la tesi del missile, probabilmente di nazionalità francese - si parla esplicitamente del famigerato 'Punto Condor', un tratto dell'aerovia militare usata dai francesi, la 'Delta Wisky' che incrocia proprio sopra il cielo di Ustica l'aerovia civile 'Ambra 13'. La pericolosità di quel punto - aggiunge - era stata più volte segnalata da piloti dei mezzi di linea".

La sentenza, aggiunge l'avvocato, "contiene caratteri innovativi anche per quanto riguarda la quantificazione del danno. Il giudice ritiene che le prescrizioni sul piano penale per i circa 50 militari indagati non possono essere trasferite sul piano civile e la sentenza condanna i due ministeri secondo il principio della 'immedesimazione organica', e cioé la responsabilità civile dei militari ricade sugli organi dello Stato da cui dipendevano". I legali auspicano inoltre che "in concomitanza della caduta del regime di Gheddafi, la nazione sia direttamente informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenuti ulteriori documentazioni rilevanti sul fatto. E ciò consentendosi un accesso diretto da parte dell'Italia senza alcuna manomissione". Intanto, per il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Carlo Giovanardi, "la sentenza, per quello che sembrano essere le motivazioni, è in totale contrasto con quella della Cassazione, già passata in giudicato, e con le altre sentenze del Tribune civile di Roma.

E' ormai accertato che nessun altro aereo era in volo in quella notte in prossimità del DC9 Itavia, mentre la Commissione dei periti internazionali ha concluso all'unanimità per l'esplosione di una bomba in una toilette di bordo". Di parere opposto Daria Bonfietti, la presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime, secondo la quale quella di Palermo è una "sentenza molto importante" perché "dice che non èstata difesa la vita di cittadini italiani. Siamo in una stranissima situazione - ha spiegato - la verità ha trovato una conferma da Cossiga, è stata ammessa da Formica come quella che tutti conoscevano, ma il nostro Governo non vuole accettarla, imprigionato dalle banalità di Giovanardi che, oltre ad imperversare a Bologna per gli anniversari, va all'ambasciata Usa a pietire il sostegno alle sue tesi. Il presidente della Repubblica - ha concluso - negli ultimi due anniversari ha parlato di 'intrecci eversivi e intrighi internazionali' e ha chiesto che 'ogni sforzo deve essere compiuto per arrivare alla verita'".

ANSA
16/03/2012 20:44


Ustica, Corte appello: stop risarcimenti
Sospesa l'efficacia della esecutività della sentenza che ha condannato i ministeri dei trasporti e della difesa a risarcire con oltre 110 milioni di euro 81 familiari delle vittime

16 marzo, 20:04
di Lara Sirignano


Il corpo di una delle 81 vittime del disastro


Per avere una risposta dallo Stato dovranno aspettare ancora tre anni gli 81 familiari delle vittime della strage del Dc-9 che si inabissò nel mare di Ustica il 27 giugno nel 1980. Tre anni che si aggiungono ai 31 trascorsi dal misterioso disastro. La corte d'appello che dovrà decidere se confermare o meno la condanna milionaria dei ministeri dei Trasporti e della Difesa ha rinviato al 2015 il processo. Ma intanto ha deciso il congelamento del verdetto di primo grado: i parenti di chi nella tragedia dell'Itavia perse la vita, per ora, non incasseranno i risarcimenti. Sospesi in attesa della pronuncia sull'impugnazione del verdetto che riteneva colpevole lo Stato di non avere garantito la sicurezza del volo e di avere negato a chi la chiedeva la verità sul disastro. Un'impugnazione che, secondo la corte, non sarebbe manifestamente infondata e che richiederebbe un'accurata valutazione. A far pendere la bilancia per la sospensione dei risarcimenti c'é poi - scrive il collegio presieduto da Rocco Camerata Scovazzo - "la considerevole entità della somma oggetto della condanna". Insomma i 110 milioni liquidati pesano: recuperarli dalle parti in caso di accoglimento dell'appello dell'avvocatura dello Stato sarebbe difficile. E comunque, il debitore - cioé lo Stato - avrebbe un grave danno dall'adempimento".

"La decisione della corte d'appello di Palermo in realtà non ci sorprende: la sospensiva è in un certo senso comprensibile vista l'estrema importanza della somma liquidata in primo grado ai familiari delle vittime", commenta Daniele Osnato, legale di 68 delle 81 parti costituite al processo. "Quello per cui davvero ci rammarichiamo - spiega - è il rinvio del processo al 2015. Dalla strage di Ustica sono passati quasi 32 anni: quanto tempo devono attendere le persone per avere una risposta?". Un'attesa lunga decenni quella dei familiari delle vittime che fu stigmatizzata anche dalla sentenza di condanna dei ministeri. Il giudice riconobbe "il loro interesse a conoscere come e perché i congiunti sono morti e anche perché tale conoscenza sia stata così evidentemente preclusa per trent'anni". In parole povere nel verdetto venne riconosciuta l'esistenza di un diritto alla verità leso e quindi da risarcire. "L'esigenza di sapere la verità - scrisse il giudice - "é indispensabile per poter definitivamente seppellire i morti e compiutamente elaborare il lutto che è conseguito al disastro aereo di Ustica". A ricostruire un pezzetto di quella verità il magistrato di primo grado ci provò: e nero su bianco scrisse che la notte del 27 giugno del 1980, sui cieli di Ustica, c'era un'azione di guerra. Una conclusione tutt'altro che scontata e negata per anni.

ANSA
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