"I nuovi mostri", nelle fauci di un'informazione truccata

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Etrusco
00venerdì 12 giugno 2009 21:20
il terribile pamphlet di Oliviero Beha sugli intellettuali scomparsi e il sistema mediatico decomposto e prostituito.
PER PRESENTARE UN PAESE TERREMOTATO NON-STOP,
OLIVIERO BEHA CHIAMA A Sé IL MAGGIOR ESPERTO DI SISMI, EZO BOSCHI

- UN CAPITOLO A PIZZI, CHE immortaLA lo sfascio e la volgarità da basso impero in cui siamo precipitati...

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo


"i nuovi mostri" beha

Folla alla libreria Internazionale Feltrinelli, a Roma,
per la presentazione de "I nuovi mostri",
il terribile pamphlet di Oliviero Beha sugli intellettuali scomparsi e il sistema mediatico decomposto e prostituito.

A parlarne, il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica, Enzo Boschi, esperto di terremoti e quindi adatto metaforicamente a trattare del libro, e il saggista e Docente di Diritto Pubblico, Michele Ainis.

Il libro stabilisce infatti un collegamento tra l'informazione truccata e la carenza di democrazia reale in Italia.

Tra i presenti, l'ex direttore dell'Unità, Antonio Padellaro, il pluridirettore del Tg1, Albino Longhi, Gianni Perrelli, inviato de "L'Espresso", una platea variegatissima di medici, accademici, avvocati, magistrati, studenti. I presentatori hanno rilevato come sul libro si sia stesa una cortina pubblica di silenzio, perché discuterne le tesi provocherebbe un "terremoto" oppure andrebbe alle radici del mancato rispetto della Costituzione. La circolazione de "I nuovi mostri" resta dunque affidata al passaparola, e a internet.

IN GLORIA DI UMBERTO PIZZI DA ZAGAROLO
un capitolo del libro di Beha "I nuovi mostri"

Partiamo da qualcuno che possa fare a buona ragione da testimonial del cambiamento di prospettiva. Dal punto di vista del movimento. Chi vi viene in mente ? Tempo fa Galileo Galilei per sottolineare che alcuni togati dell'Università di Padova non erano all'altezza, scrisse un piccolo brano, intitolato "Contro il portar la Toga", nel quale descriveva non solo i segreti dell'universo scrutabile bensì anche quelli quasi quasi meno scrutabili dell'animo umano.

Le conclusioni non proprio sorridenti che tirava hanno a che vedere con il giudizio sugli intellettuali correnti, o scadenti, o scaduti: " ...gli uomini son fatti come i fiaschi: o son pieni di vento, o di belletti, o d'acque profumate, o son fiascacci da pisciarvi dentro ".


Andando verso la fine del pamphlet, in questo capitolo un po' bizzarro perché cerca e cita nuove persone e nuovi indizi per un Paese migliore o anche solo per una suggestione di reversibilità (come se non fossimo per forza fottuti ma avessimo degli spiragli e un' ipotesi di ottimismo almeno biologico), metto insieme persone e indizi assai diversi, prendendo dal versante etico e da quello estetico, e collegando le due cose che nei casi migliori vanno di conserva con un strano personaggio che è antico e moderno, etico ed estetico, razionale ed emotivo, tecnologico ed artistico.

Il suo nome è Umberto Pizzi. Ma procediamo con ordine, alla ricerca di un punto di vista che vada oltre quello "della bara" dell'inizio........

......Chi svolge un'opera speciale, perché è pontiere tra l'etica, fondamentale in un libro come "Mafia pulita", e l'estetica innovativa di forme inedite di tecnologia e d'arte di cui parlerò tra poco, è il signor Umberto Pizzi, da Zagarolo, vicino Roma, paesotto che ha dato i natali anche a musicisti del calibro di Goffredo Petrassi.

Che fa il signor Pizzi, fotografo di rara abilità arrivato a forza di scatti a doppiare il capo della settantina ? Appunto fotografa. Ma lo fa da Pasquino moderno o postmoderno, immortalando lo sfascio e la volgarità da basso impero del medioevo post-tecnologico in cui siamo precipitati. Sono professionalmente suoi tutti i salotti possibili, con o senza grembiuli e grembiulini, sue le foto esteticamente valenti ed eticamente rappresentative che ritraggono i potenti o i subpotenti e qualche volta gli impotenti nelle loro "recite" pubbliche.


Pubblico in ascolto - copyright pizzi

Tutto il materiale che solitamente i giornali ignorano o trascurano finisce sul sito di Roberto D'Agostino (già citato anche in queste pagine, Dagospia.com, a proposito di un mio duetto con il Quirinale sulla vicenda delle scalate bancarie che ha fottuto il Gip Clementina Forleo), in una rubrica chiamata adeguatamente "Cafonal" che è l'equivalente del Fellini Satyricon se non proprio delle cronache anticoromane di Petronio Arbitro.

Come mai i notabili si fanno riprendere e in pose che chiunque giudicherebbe sconvenienti, giacché Pizzi è abile e svelto ma non è esattamente James Bond? Perché glielo domandano proprio loro stessi, incerti tra la fama, garantita dalla presenza sul famoso sito di gossip e varia subumanità spesso a base di scoop sulle sabbie mobili della finanza, e la riservatezza che in tempi normali forse sarebbe un valore: prevale la prima, anche se con l'indicazione data a Pizzi, sulla porta del Salotto metafora di una stanza del metaforico Residence, che suona "Umberto, mi raccomando, comportati bene". Lui obietta: "Ma non dovreste comportarvi bene voi? Io sono solo il fotografo...".


Oliviero Beha - copyright pizzi

Ho citato Pizzi, la sua umanità scandalizzata, il suo talento professionale politicizzatissimo sul piano del costume degenerato dei nostri Eroi, anche perché il suo lavoro ha risvolti tecnologici e rimanda dunque soprattutto a internet. E su internet si giocano diverse partite importanti per il futuro, a cominciare naturalmente da quella sulla censura che in tutto il mondo ma gradualmente anche da noi fa o farà passi da gigante nella Rete.

Intendiamoci, la Rete sembra tutto e il suo contrario. Presenta vari aspetti commerciali a volte rischiosi e truffaldini, oppure catastrofici a spese del contribuente come il portale rutelliano dell'Italia turistica. Diffonde un'informazione libera quanto incontrollata, e spesso i due aggettivi cozzano tra loro infiammando la comunicazione come un acciarino della meravigliosa "Histoire du Soldat" stravinskiana.



E' teatro o schermo- alla lettera- di "furto di identità" con sistemi dubbi alla face-book ma anche luogo di preziosi e forse ormai indispensabili social-networks, e poi ospita e promuove violenze, bullismo, razzismi pericolosissimi, che paiono la versione aggiornata dello "stato di natura" e dell' homo homini lupus di Hobbes che ho già citato nel capitolo "La nuova stagione dei guardiacaccia".

Ma se è vero che l'arte come ricerca della bellezza e come "promessa della felicità" arriva prima a intuire e ispirare novità, che l'estetica slegata da qualunque altro scopo spinge il Grande Carro dell'Orsa Maggiore nel cielo del diverso più e meglio che l'etica perlomeno per la prima pelle o il primo sangue del bipede implume, beh, fatevi un giro sul web, e mi saprete dire.


La signora Beha - copyright pizzi


Cent'anni fa le novità cariche di significato anche se poi foriere di periodi bellici tremendi per la Vecchia Europa vennero dal futurismo marinettiano. Oggi sembra che il linguaggio delle tecniche classiche tradizionali di pittura e scultura sia vicino all'esaurimento, e il nuovo sia altrove. Nella Rete, direi, e nel rapporto reale-virtuale-reale che c'è tra la Rete e la realtà circostante.

E' come se la realtà ormai slabbrata e sfiatata fornisse elementi a internet e trasferisse dal sito reale al sito virtuale la sua materia. Ma anche come se questo naturalmente non bastasse, non potesse bastare. Per cui dallo schermo che è il vero elemento futurista per eccellenza di questi anni, dal computer al display del telefonino all'ipod, si ripassa alla realtà materiale, concreta: che altro sono i manifesti o le foto che riempiono le città e che danno luogo a una febbrile "arte da strada" ? Vie e piazze sono luoghi tradizionali rivisitati da uno spirito virtuale che cerca il suo oggetto oltre la virtualità insufficiente e inappagante.

[12-06-2009]
rosalia_72
00lunedì 21 settembre 2009 22:57
Etrusco, 12/06/2009 21.20:

PER PRESENTARE UN PAESE TERREMOTATO NON-STOP,
OLIVIERO BEHA CHIAMA A Sé IL MAGGIOR ESPERTO DI SISMI, EZO BOSCHI

- UN CAPITOLO A PIZZI, CHE immortaLA lo sfascio e la volgarità da basso impero in cui siamo precipitati...

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo


"i nuovi mostri" beha

Folla alla libreria Internazionale Feltrinelli, a Roma,
per la presentazione de "I nuovi mostri",
il terribile pamphlet di Oliviero Beha sugli intellettuali scomparsi e il sistema mediatico decomposto e prostituito.

A parlarne, il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica, Enzo Boschi, esperto di terremoti e quindi adatto metaforicamente a trattare del libro, e il saggista e Docente di Diritto Pubblico, Michele Ainis.

Il libro stabilisce infatti un collegamento tra l'informazione truccata e la carenza di democrazia reale in Italia.

Tra i presenti, l'ex direttore dell'Unità, Antonio Padellaro, il pluridirettore del Tg1, Albino Longhi, Gianni Perrelli, inviato de "L'Espresso", una platea variegatissima di medici, accademici, avvocati, magistrati, studenti. I presentatori hanno rilevato come sul libro si sia stesa una cortina pubblica di silenzio, perché discuterne le tesi provocherebbe un "terremoto" oppure andrebbe alle radici del mancato rispetto della Costituzione. La circolazione de "I nuovi mostri" resta dunque affidata al passaparola, e a internet.

IN GLORIA DI UMBERTO PIZZI DA ZAGAROLO
un capitolo del libro di Beha "I nuovi mostri"

Partiamo da qualcuno che possa fare a buona ragione da testimonial del cambiamento di prospettiva. Dal punto di vista del movimento. Chi vi viene in mente ? Tempo fa Galileo Galilei per sottolineare che alcuni togati dell'Università di Padova non erano all'altezza, scrisse un piccolo brano, intitolato "Contro il portar la Toga", nel quale descriveva non solo i segreti dell'universo scrutabile bensì anche quelli quasi quasi meno scrutabili dell'animo umano.

Le conclusioni non proprio sorridenti che tirava hanno a che vedere con il giudizio sugli intellettuali correnti, o scadenti, o scaduti: " ...gli uomini son fatti come i fiaschi: o son pieni di vento, o di belletti, o d'acque profumate, o son fiascacci da pisciarvi dentro ".


Andando verso la fine del pamphlet, in questo capitolo un po' bizzarro perché cerca e cita nuove persone e nuovi indizi per un Paese migliore o anche solo per una suggestione di reversibilità (come se non fossimo per forza fottuti ma avessimo degli spiragli e un' ipotesi di ottimismo almeno biologico), metto insieme persone e indizi assai diversi, prendendo dal versante etico e da quello estetico, e collegando le due cose che nei casi migliori vanno di conserva con un strano personaggio che è antico e moderno, etico ed estetico, razionale ed emotivo, tecnologico ed artistico.

Il suo nome è Umberto Pizzi. Ma procediamo con ordine, alla ricerca di un punto di vista che vada oltre quello "della bara" dell'inizio........

......Chi svolge un'opera speciale, perché è pontiere tra l'etica, fondamentale in un libro come "Mafia pulita", e l'estetica innovativa di forme inedite di tecnologia e d'arte di cui parlerò tra poco, è il signor Umberto Pizzi, da Zagarolo, vicino Roma, paesotto che ha dato i natali anche a musicisti del calibro di Goffredo Petrassi.

Che fa il signor Pizzi, fotografo di rara abilità arrivato a forza di scatti a doppiare il capo della settantina ? Appunto fotografa. Ma lo fa da Pasquino moderno o postmoderno, immortalando lo sfascio e la volgarità da basso impero del medioevo post-tecnologico in cui siamo precipitati. Sono professionalmente suoi tutti i salotti possibili, con o senza grembiuli e grembiulini, sue le foto esteticamente valenti ed eticamente rappresentative che ritraggono i potenti o i subpotenti e qualche volta gli impotenti nelle loro "recite" pubbliche.


Pubblico in ascolto - copyright pizzi

Tutto il materiale che solitamente i giornali ignorano o trascurano finisce sul sito di Roberto D'Agostino (già citato anche in queste pagine, Dagospia.com, a proposito di un mio duetto con il Quirinale sulla vicenda delle scalate bancarie che ha fottuto il Gip Clementina Forleo), in una rubrica chiamata adeguatamente "Cafonal" che è l'equivalente del Fellini Satyricon se non proprio delle cronache anticoromane di Petronio Arbitro.

Come mai i notabili si fanno riprendere e in pose che chiunque giudicherebbe sconvenienti, giacché Pizzi è abile e svelto ma non è esattamente James Bond? Perché glielo domandano proprio loro stessi, incerti tra la fama, garantita dalla presenza sul famoso sito di gossip e varia subumanità spesso a base di scoop sulle sabbie mobili della finanza, e la riservatezza che in tempi normali forse sarebbe un valore: prevale la prima, anche se con l'indicazione data a Pizzi, sulla porta del Salotto metafora di una stanza del metaforico Residence, che suona "Umberto, mi raccomando, comportati bene". Lui obietta: "Ma non dovreste comportarvi bene voi? Io sono solo il fotografo...".


Oliviero Beha - copyright pizzi

Ho citato Pizzi, la sua umanità scandalizzata, il suo talento professionale politicizzatissimo sul piano del costume degenerato dei nostri Eroi, anche perché il suo lavoro ha risvolti tecnologici e rimanda dunque soprattutto a internet. E su internet si giocano diverse partite importanti per il futuro, a cominciare naturalmente da quella sulla censura che in tutto il mondo ma gradualmente anche da noi fa o farà passi da gigante nella Rete.

Intendiamoci, la Rete sembra tutto e il suo contrario. Presenta vari aspetti commerciali a volte rischiosi e truffaldini, oppure catastrofici a spese del contribuente come il portale rutelliano dell'Italia turistica. Diffonde un'informazione libera quanto incontrollata, e spesso i due aggettivi cozzano tra loro infiammando la comunicazione come un acciarino della meravigliosa "Histoire du Soldat" stravinskiana.



E' teatro o schermo- alla lettera- di "furto di identità" con sistemi dubbi alla face-book ma anche luogo di preziosi e forse ormai indispensabili social-networks, e poi ospita e promuove violenze, bullismo, razzismi pericolosissimi, che paiono la versione aggiornata dello "stato di natura" e dell' homo homini lupus di Hobbes che ho già citato nel capitolo "La nuova stagione dei guardiacaccia".

Ma se è vero che l'arte come ricerca della bellezza e come "promessa della felicità" arriva prima a intuire e ispirare novità, che l'estetica slegata da qualunque altro scopo spinge il Grande Carro dell'Orsa Maggiore nel cielo del diverso più e meglio che l'etica perlomeno per la prima pelle o il primo sangue del bipede implume, beh, fatevi un giro sul web, e mi saprete dire.


La signora Beha - copyright pizzi


Cent'anni fa le novità cariche di significato anche se poi foriere di periodi bellici tremendi per la Vecchia Europa vennero dal futurismo marinettiano. Oggi sembra che il linguaggio delle tecniche classiche tradizionali di pittura e scultura sia vicino all'esaurimento, e il nuovo sia altrove. Nella Rete, direi, e nel rapporto reale-virtuale-reale che c'è tra la Rete e la realtà circostante.

E' come se la realtà ormai slabbrata e sfiatata fornisse elementi a internet e trasferisse dal sito reale al sito virtuale la sua materia. Ma anche come se questo naturalmente non bastasse, non potesse bastare. Per cui dallo schermo che è il vero elemento futurista per eccellenza di questi anni, dal computer al display del telefonino all'ipod, si ripassa alla realtà materiale, concreta: che altro sono i manifesti o le foto che riempiono le città e che danno luogo a una febbrile "arte da strada" ? Vie e piazze sono luoghi tradizionali rivisitati da uno spirito virtuale che cerca il suo oggetto oltre la virtualità insufficiente e inappagante.

[12-06-2009]




grande Beha, è uno dei miei preferiti [SM=x44459]


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