l'importanza del titolo
IN LIBRERIA LA PAROLACCIA VENDE…
Riccardo Chiaberge per il “Domenicale” de “Il Sole 24 Ore”
Quanto conta il titolo nel successo di un libro? Paolo Giordano, per esempio, era scontento del suo. Avrebbe preferito “Dentro e fuori dell'acqua”. È stato Antonio Franchini, editor della Mondadori, a inventare quel
“La solitudine dei numeri primi” che ha sfondato in libreria e ha contribuito a fargli vincere lo
Strega. Una formula indovinata, che in poco tempo è diventata un mantra come
“L'insostenibile leggerezza dell'essere” o “Va' dove ti porta” il cuore o “Io uccido”. Se avesse dato retta all'autore, altro che dentro e fuori: dall'acqua – anzi dalla palude – del mercato editoriale non sarebbe mai emerso.
Ma qual è il segreto di un buon titolo?
Talvolta, spiega Sandra Petrignani in un'approfondita inchiesta su «Panorama» di questa settimana,
anche le parolacce aiutano.
Tanto per dirne una,
“Il metodo antistronzi” di Robert Sutton, pubblicato dalle edizioni Elliot, viaggia oltre le 200 mila copie vendute (sfido, con tutti gli stronzi che girano). E la Sperling& Kupfer, a dicembre, tenterà di ripetere l'exploit con
“La banda delle stronze”, «spiritoso romanzo di tal Sonia Muller su quattro ragazzine modaiole alla conquista della banlieue parigina».
La copertina di Giordano, dice giustamente Ernesto Ferrero, «buca lo schermo con quel volto che ti guarda dritto negli occhi». Ma, voltando gli occhi in un'altra direzione, nessun titolo buca più di quello sfornato da e/o una quindicina di anni fa:
“In culo oggi no”, una raccolta di poesie erotiche di Jana Cerná. «Le vendite ci premiarono – dichiara orgoglioso l'editore Sandro Ferri – 30 mila copie contro le 150 (senza altri zeri) previste con altri titoli».
Ben prima del boom di
“Gomorra”, dunque, c'è stato quello di Sodoma. A un congresso della Cisl ne furono acquistati 200 esemplari da regalare ai partecipanti, ci informa Petrignani. La Cgil, invece, pare lo abbia rifiutato in nome della lotta alla precarietà. «Perché oggi no? – ha commentato un portavoce della confederazione – Noi vogliamo solo rapporti a tempo indeterminato». Peccato, con tutti quei pensionati iscritti sarebbero arrivati di sicuro alla seconda edizione.
In quel posto oggi no. E neanche domani, né mai. Sarà questo, d'ora in poi, il motto dei
lettori che in libreria non vogliono farsi rifilare delle stronzate.