- Non aprite quel processo -

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meulen
00lunedì 1 maggio 2006 01:52


di Marco Travaglio

Mentre le cronache sull’arresto di Provenzano tendono sempre più pericolosamente al gossip giudiziario (imperdibili i particolari sulla seconda dentiera, quella di riserva, sequestrata al boss nel covo di Corleone), accadono cose strane intorno al processo a Marcello Dell’Utri, cioè all’uomo che per il Tribunale di Palermo stipulò un patto d’acciaio con Provenzano nel 1993, al momento di inventare Forza Italia e anche per questo è stato condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Una serie di eventi naturali, o quasi, ha privato il braccio destro del Cavaliere dei suoi coimputati, sia nel processo principale (ora in fase d’appello), sia in quello parallelo che lo vede accusato di concorso in calunnia pluriaggravata per un complotto di falsi pentiti che dovevano screditare quelli veri (ormai agli sgoccioli in primo grado). Nel senso che, nel giro di due mesi, sono passati a miglior vita sia il suo amico del cuore Gaetano Cinà, condannato in Tribunale a 6 anni per associazione mafiosa (infarto); sia il suo amico ergastolano Cosimo Cirfeta, boss pentito ma non troppo della Sacra Corona Unita, morto in circostanze misteriose nella sua cella di Busto Arsizio mentre sniffava gas da un fornelletto con la finestra aperta, subito dopo aver promesso al Tribunale nuove dichiarazioni prima della sentenza. Sulla sua prematura scomparsa la Procura di Palermo ha chiesto chiarimenti a quella di Busto.

Ma s’incontrano stranezze anche uscendo dagli obitori ed entrando nel Palazzo di Giustizia di Palermo. Qui si attende da quasi due anni l’inizio del processo di appello a Dell’Utri, dopo che il primo grado ne era durati otto. La sentenza del Tribunale è dell’11 dicembre 2004. Il deposito delle motivazioni è del 10 luglio 2005. Gli atti di appello della Procura (che ha chiesto una pena più severa, anche in base a nuove prove su fatti recentissimi) e della difesa (che ha chiesto l’assoluzione) sono del settembre scorso. Da allora la Corte d’appello ha dormito sonni profondi e solo nei giorni scorsi ha fissato la data d’inizio del dibattimento al 30 giugno 2006. Il che significa che, fra un’eccezione e un cavillo preliminare, si arriva alla pausa del 15 luglio e ci si rivede a settembre. Se tutto va bene il secondo grado decollerà due anni dopo la fine del primo. La Corte non ha ancora designato i giudici che affiancheranno il presidente Dall’Acqua. Uno potrebbe essere Salvatore Barresi, noto per aver assolto Andreotti, salvo poi esser platealmente smentito in appello e in Cassazione.

L’ultima stranezza, in ordine di tempo, è una notizia di due giorni fa. Nessun giornale nazionale, ritenendola routine, ne ha dato conto. Ma forse proprio routine non è. Il procuratore generale di Palermo, Celesti, ha respinto come “inopportuna” la domanda di applicazione dei pm Gozzo e Ingroia, che si erano offerti di affiancare il sostituto procuratore generale per sostenere l’accusa in appello a carico di Dell’Utri. E ha designato un solo Pg, Antonino Gatto, ottimo magistrato.

Ma per studiare un processo così complicato, frutto di dieci anni di lavoro su trent’anni di storia della mafia, dell’imprenditoria e della politica, raccolti in centinaia di faldoni con decine di migliaia di fogli, e che ha portato a una sentenza di primo grado di 1800 pagine, è evidente che al dottor Gatto non basterà qualche mese. Ed è ovvio che il suo compito sarebbe agevolato dalla presenza dei pm che conoscono l’indagine, avendola condotta dall’inizio. Tantopiù che il processo Dell’Utri s’è arricchito ultimamente di una serie di fatti nuovi (un assegno di Berlusconi al sindaco mafioso Ciancimino; una società antenata della Fininvest nel Sudamerica emersa al processo per il delitto Calvi; le telefonate fra Vito Roberto Palazzolo, boss latitante in Sudafrica, e la signora Dell’Utri). E tantopiù che Celesti denuncia da tempo al Csm gravi vuoti d’organico nel suo ufficio, al punto da aver ottenuto spesso l’applicazione di magistrati venuti da fuori: l’ultimo è arrivato da Treviso, in trasferta permanente a Palermo.

Perché allora rifiutare l’offerta di Gozzo e Ingroia, che non vengono da Treviso, ma dal piano di sopra? Perché in un altro processo, quello a carico di Nicky Grauso per il caso Melis, Celesti ha chiesto lui stesso l’applicazione di un pm della Procura e ora respinge la proposta della Procura nel processo Dell’Utri? Gozzo e Ingroia sono forse infettivi? O, in alternativa: cos’ha di speciale Dell’Utri, a parte aver inventato Forza Italia e sedere al Parlamento italiano e al Consiglio d’Europa?

unita.it
Catilina.Ancona
00lunedì 1 maggio 2006 03:48
Non aprite quel processo....
Catilina.Ancona
00lunedì 1 maggio 2006 04:21
Re: Non aprite quel processo....

Scritto da: Catilina.Ancona 01/05/2006 3.48



Allora, caro amico, ma tu...quanta cose vvuo' sapè ? Scusa l'espressione vernacola (sono napoletano)...volevo dirti che più leggevo il tuo scritto - che condivido fino all'ultima parola - e più affiorava alla memoria il ricordo di "Alto Gradimento", una trasmissione radiofonica che imperversò dal 70-71 in poi, condotta da Arbore e Boncompagni, più alcuni figuri come Mario Marenco o Bracardi ai quali si devono personaggi spassosissimi. Ma ora me ne torna in mente uno, lo "zio Carmine", zio d'America di Arbore, se ricordo bene, che i due cialtroni invitavano reiteratamente in Italia ma portando many money perchè qui la vita è molto cara...ora, lo zio Carmine che fino a quel momento aveva capito tutto, non capiva più niente, la comunicazione era disturbata (chiamava da Broccolino...)e se ne usciva con un "quale dici?" che, scritto, perde il 90% della comicità.
Ma i due, Arbore e Boncompagni, non demordevano, si affannavano a spiegare e a battere sul tasto del denaro finendo regolarmente con domande indiscrete sull'attività pregressa dello zio Carmine e su come avesse fatto i soldi. E qui, era il momento critico, con voce cavernosa e vagamente minacciosa, lo zio diceva: "Voi non dovete chiedere mai..........", spaventando gli incauti indagatori..........ecco, non so perchè, ma mi è tornata in mente quella trasmissione.....mah.
[SM=x44456] [SM=x44488] [SM=x44517]
giogio232323
00lunedì 1 maggio 2006 10:12
...comunque,
Catilina ha ragione; aprire (ma seriamente) quel processo potrebbe essere...come dire...imbarazzante. In Sicilia c'è un certo detto (riferito ai condannati a morte del Castellammare) che dice: piglia tempo, e camperai! Infatti, quasi sempre, coloro che cercavano di far valere le loro (spesso buone) ragioni, e di conseguenza infastidivano i giudici, calati nella loro tradizionale albagia, si vedevano applicare con grande solerzia la pena capitale. Mentre invece coloro che tacevano, o si raccomandavano all'eccellente bontade di lor signori Giudici Illustrissimi, spesso finivano per scamparla, con i motivi più svariati (esempio più frequente: un giudice incorruttibile veniva, prima o poi, sostituito da uno più accomodante, o amico di amici del condannato...).
Nihil sub Sole novi!

Giorgione

[SM=x44455] [SM=x44456] [SM=x44455]
Bestionn
00lunedì 1 maggio 2006 11:24
Non aprite quel processo...
[SM=x44462] Ottima lungimiranza citare la cantilena del saggio autore di Qohelet.

In fondo, anche ai servi la stessa speranza dei padroni: la prescrizione!

Chissà che le toghe rosse d’oggi, non rimedino con incarichi a magistrati incorruttibili e d’indiscussa onestà per dare le giuste competenze e superare l’insabbiatura burocratica diretta a non accelerare i soliti tempi infiniti… [SM=x44467]

Forza Di Pietro, ti auguro il ministero della Giustizia, con quale potresti tanto bonificare… [SM=x44458]
Mah… son troppo utopico? [SM=x44473]
meulen
00lunedì 1 maggio 2006 17:51
Re: Non aprite quel processo...

Scritto da: Bestionn 01/05/2006 11.24

Forza Di Pietro, ti auguro il ministero della Giustizia, con quale potresti tanto bonificare… [SM=x44458]
Mah… son troppo utopico? [SM=x44473]



Ha troppi "nemici" nell'Unione x ottenere un ministero. [SM=x44464]



[Modificato da meulen 01/05/2006 17.51]

meulen
00lunedì 1 maggio 2006 17:52
Consiglio di cercare in quadrupedi vari: Travaglio Intoccabili.

giogio232323
00lunedì 1 maggio 2006 18:12
La Bindi alla P. I.???
NNNOOOOOOOOO!
Sarebbe ora che questo ministero, dopo tante mezze figure (anzi...figuracce!) avesse un responsabile serio e competente. Povera Italia...
Meno male che sarò in pensione!

Giorgione

[SM=x44453]
Bestionn
00lunedì 1 maggio 2006 18:16
Re: Re: Non aprite quel processo...

Scritto da: meulen 01/05/2006 17.51


Ha troppi "nemici" nell'Unione x ottenere un ministero. [SM=x44464]



[Modificato da meulen 01/05/2006 17.51]





Azz... sempre aggiornato! [SM=x44462]


[SM=x44473] mmm... quanto all'onesto Di Pietro, per questo ho detto se la possibilità di un suo ministero alla Giustizia fosse, anzi, è solo una utopia... [SM=x44468]



dimenticavo: dare un ministero al ruffiano Mastella e non riconoscerne uno a Di Pietro (imparagonabili i voti di preferenza che ha preso lui rispetto a Mastella!) è un brutto smacco e la solita spartizione di poltrone ai più furbi!

Mah! [SM=x44474]

[Modificato da Bestionn 01/05/2006 18.24]

meulen
00lunedì 1 maggio 2006 19:36
Re: Re: Re: Non aprite quel processo...

Scritto da: Bestionn 01/05/2006 18.16

dimenticavo: dare un ministero al ruffiano Mastella e non riconoscerne uno a Di Pietro (imparagonabili i voti di preferenza che ha preso lui rispetto a Mastella!) è un brutto smacco e la solita spartizione di poltrone ai più furbi!

Mah! [SM=x44474]

[Modificato da Bestionn 01/05/2006 18.24]




Condivido l'indignazione... vedremo, magari il Mortadella ci sorprenderà...

[SM=x44475]
Etrusco
00martedì 2 maggio 2006 14:23
Re:

Scritto da: meulen 01/05/2006 1.52


di Marco Travaglio

Mentre le cronache sull’arresto di Provenzano tendono sempre più pericolosamente al gossip giudiziario (imperdibili i particolari sulla seconda dentiera, quella di riserva, sequestrata al boss nel covo di Corleone), accadono cose strane intorno al processo a Marcello Dell’Utri, cioè all’uomo che per il Tribunale di Palermo stipulò un patto d’acciaio con Provenzano nel 1993, al momento di inventare Forza Italia e anche per questo è stato condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Una serie di eventi naturali, o quasi, ha privato il braccio destro del Cavaliere dei suoi coimputati, sia nel processo principale (ora in fase d’appello), sia in quello parallelo che lo vede accusato di concorso in calunnia pluriaggravata per un complotto di falsi pentiti che dovevano screditare quelli veri (ormai agli sgoccioli in primo grado). Nel senso che, nel giro di due mesi, sono passati a miglior vita sia il suo amico del cuore Gaetano Cinà, condannato in Tribunale a 6 anni per associazione mafiosa (infarto); sia il suo amico ergastolano Cosimo Cirfeta, boss pentito ma non troppo della Sacra Corona Unita, morto in circostanze misteriose nella sua cella di Busto Arsizio mentre sniffava gas da un fornelletto con la finestra aperta, subito dopo aver promesso al Tribunale nuove dichiarazioni prima della sentenza. Sulla sua prematura scomparsa la Procura di Palermo ha chiesto chiarimenti a quella di Busto.

Ma s’incontrano stranezze anche uscendo dagli obitori ed entrando nel Palazzo di Giustizia di Palermo. Qui si attende da quasi due anni l’inizio del processo di appello a Dell’Utri, dopo che il primo grado ne era durati otto. La sentenza del Tribunale è dell’11 dicembre 2004. Il deposito delle motivazioni è del 10 luglio 2005. Gli atti di appello della Procura (che ha chiesto una pena più severa, anche in base a nuove prove su fatti recentissimi) e della difesa (che ha chiesto l’assoluzione) sono del settembre scorso. Da allora la Corte d’appello ha dormito sonni profondi e solo nei giorni scorsi ha fissato la data d’inizio del dibattimento al 30 giugno 2006. Il che significa che, fra un’eccezione e un cavillo preliminare, si arriva alla pausa del 15 luglio e ci si rivede a settembre. Se tutto va bene il secondo grado decollerà due anni dopo la fine del primo. La Corte non ha ancora designato i giudici che affiancheranno il presidente Dall’Acqua. Uno potrebbe essere Salvatore Barresi, noto per aver assolto Andreotti, salvo poi esser platealmente smentito in appello e in Cassazione.

L’ultima stranezza, in ordine di tempo, è una notizia di due giorni fa. Nessun giornale nazionale, ritenendola routine, ne ha dato conto. Ma forse proprio routine non è. Il procuratore generale di Palermo, Celesti, ha respinto come “inopportuna” la domanda di applicazione dei pm Gozzo e Ingroia, che si erano offerti di affiancare il sostituto procuratore generale per sostenere l’accusa in appello a carico di Dell’Utri. E ha designato un solo Pg, Antonino Gatto, ottimo magistrato.

Ma per studiare un processo così complicato, frutto di dieci anni di lavoro su trent’anni di storia della mafia, dell’imprenditoria e della politica, raccolti in centinaia di faldoni con decine di migliaia di fogli, e che ha portato a una sentenza di primo grado di 1800 pagine, è evidente che al dottor Gatto non basterà qualche mese. Ed è ovvio che il suo compito sarebbe agevolato dalla presenza dei pm che conoscono l’indagine, avendola condotta dall’inizio. Tantopiù che il processo Dell’Utri s’è arricchito ultimamente di una serie di fatti nuovi (un assegno di Berlusconi al sindaco mafioso Ciancimino; una società antenata della Fininvest nel Sudamerica emersa al processo per il delitto Calvi; le telefonate fra Vito Roberto Palazzolo, boss latitante in Sudafrica, e la signora Dell’Utri). E tantopiù che Celesti denuncia da tempo al Csm gravi vuoti d’organico nel suo ufficio, al punto da aver ottenuto spesso l’applicazione di magistrati venuti da fuori: l’ultimo è arrivato da Treviso, in trasferta permanente a Palermo.

Perché allora rifiutare l’offerta di Gozzo e Ingroia, che non vengono da Treviso, ma dal piano di sopra? Perché in un altro processo, quello a carico di Nicky Grauso per il caso Melis, Celesti ha chiesto lui stesso l’applicazione di un pm della Procura e ora respinge la proposta della Procura nel processo Dell’Utri? Gozzo e Ingroia sono forse infettivi? O, in alternativa: cos’ha di speciale Dell’Utri, a parte aver inventato Forza Italia e sedere al Parlamento italiano e al Consiglio d’Europa?

unita.it




L'indignazione è troppo forte,
non riesco proprio a finire di leggere con la necessaria serenità e distacco quest'articolo che riguarda anche le vicende giudiziarie del Forzista Marcello Dell'Utri....
condannato in 2° grado a 9 anni di galera e ancora in Parlamento! [SM=x44492] [SM=x44472]

Riproverò a leggere con più distacco in serata [SM=x44475]
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