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Luigi Bisignani in una immagine del 1992 (Ansa) |
ROMA - Ci sono le intercettazioni e le testimonianze di tante persone, protagonisti e spettatori delle trame individuate dalla Procura di Napoli dietro quel gruppo di potere occulto soprannominato P4. Alla fine però, è stato proprio uno dei presunti appartenenti al «sistema criminale», Luigi Bisignani, ad aver fornito i principali riscontri al quadro accusatorio disegnato dagli inquirenti. Con alcune parziali ammissioni, seppure in chiave difensiva, che gli hanno evitato di finire in carcere. Come quando l'uomo d'affari, definito dai pubblici ministeri «ascoltato consigliere dei vertici dirigenziali di alcune delle più importanti aziende controllate dallo Stato, di ministri, sottosegretari e alti dirigenti statali», spiega di aver avuto un ruolo nella nomina di Roberto Mazzei al vertice del Poligrafico dello Stato: «Ho sicuramente segnalato il Mazzei al professor Tremonti per fargli ottenere la nomina di presidente. Con il Poligrafico la Ilte (una società di Bisignani, ndr) è in rapporti per il modello unico. Non mi risulta che siano state conferite utilità a dirigenti del Poligrafico da parte della Ilte».
Le «indicazioni infondate»
Ma è soprattutto sul suo principale coindagato - l'onorevole Alfonso Papa (PdL), che il giudice ha chiesto alla Camera di spedire in cella - che Bisignani s'è soffermato nei suoi interrogatori. Spiegando che «il Papa da una parte proponeva di adoperarsi nel mio interesse, e dall'altro mi dava indicazioni spesso infondate; si accreditava, e diceva di poter intervenire propalando i suoi agganci e i suoi legami». Precisa il giudice che qualche millanteria è possibile, ma è da escludere che le notizie fornite dal deputato ex-magistrato fossero «complessivamente infondate». E sembrava escluderlo pure Bisignani, che Papa salutava così in un messaggio telefonico inviato la sera del 6 settembre scorso: «Ciao capo! Finalmente si riprende. Oggi ho fatto varie cose e domani completo l'opera. Ti devo parlare».
Tre giorni dopo i due conversano al telefono e Bisignani dice: «Tu lavora a quella cosa». Poi Papa racconta: «Mi ha chiamato Frattini, proprio lui... Mi ha detto guarda io ho parlato con il Presidente gli ho detto che bisogna creare questo think tank, non mi ha parlato di quel progetto che ci siamo detti oggi... ma mi ha parlato delle schede, per i progetti di riforma della giustizia, le solite cose che ci siamo detti da tantissimo tempo. Lui mi ha detto preparale, e quando le hai preparate la settimana prossima mi chiami e vieni da me...», Papa rassicura Bisignani che «ovviamente quando ho fatto tutto vengo da te», ma l'uomo d'affari sembra interessato ad altro: «D'accordo... Tu lavora a quella storia più importante».
I problemi giudiziari
Quale sia questa storia «più importante» non si sa. Però dalle dichiarazioni di Bisignani s'intuisce quale fosse la principale attività di Papa: «Strinsi rapporti con lui quando ebbi alcuni problemi giudiziari con la Procura di Nola riferiti alla dottoressa Tucci, cui io ero legato... Addirittura a un certo punto il Papa mi diede la notizia che la Tucci sarebbe stata arrestata a breve». Cosa che non avvenne, ma solo perché il giudice respinse la richiesta avanzata dai pubblici ministeri. «Papa ha proposto - continua Bisignani - per il mio tramite e per tramite di Galbusera (imprenditore amico di Bisignani, ndr), di interessarsi e intercedere assumendo notizie e informazioni anche sulle vicende giudiziarie riguardanti il dottor Borgogni di Finmeccanica, ultimamente interessato da problemi giudiziari. Si propose anche quando il Verdini (Denis, all'epoca coordinatore del Pdl, ndr) fu coinvolto nella nota vicenda giudiziaria agli onori della cronaca (la cosiddetta P3, ndr). Mi consta che il Papa era molto amico dell'allora procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, e del figlio Camillo... Verdini medesimo cominciò a stringere i suoi rapporti con il Papa che fino a quel momento aveva calcolato poco, da quando il Papa stesso cominciò a proporre il suo interessamento e la sua possibilità di intervento sulle vicende giudiziarie che lo riguardavano... Sicuramente Papa aveva notizie riservate anche sull'indagine P3».
E ancora: «Papa si propose di prendere notizie e di intercedere anche a proposito delle vicende giudiziarie riferite a Masi (all'epoca direttore generale della Rai, ndr) per ciò che riguarda la Procura di Trani. Venne da me e mi disse di aver acquisito informazioni rassicuranti, e io le girai al Masi... Mi parlò delle indagini sulla "cricca" (gli appalti sui Grandi eventi, ndr), e in particolare del filone di indagini che pendeva a Roma su Bertolaso; me ne parlò sicuramente prima del deposito degli atti, e più precisamente prima degli arresti».
Gli altri politici
Le notizie giudiziarie che arrivavano dall'ex magistrato divenuto deputato non si fermavano sul tavolo di Bisignani, per stessa ammissione dell'uomo d'affari: «Sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ndr) delle informazioni comunicatemi e partecipatemi dal Papa, e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente, come la vicenda Verdini, come la vicenda inerente al procedimento che riguardava lui stesso, e cioè il Letta, e come, da ultimo, la vicenda inerente al presente procedimento».
La fuga di notizie sull'inchiesta P4 è uno dei crucci degli inquirenti: improvvisamente, nell'autunno scorso, nessuno ha parlato più sui telefoni intercettati. Secondo Bisignani fu l'onorevole Italo Bocchino a riferirgli le prime voci, ma il parlamentare finiano nega. In ogni caso, l'uomo d'affari ne parlò poi con Alfonso Papa: «Mi diceva che aveva fatto i suoi giri negli ambienti della Guardia di Finanza, al comando provinciale della Finanza di Napoli; mi disse che era andato anche da Bardi il quale gli aveva confermato l'esistenza dell'indagine, ma tuttavia l'aveva rassicurato dicendo che l'indagine era di scarso peso». Il generale Bardi è il comandante regionale della Finanza in Campania, e a seguito di queste dichiarazioni è finito nella lista degli indagati; interrogato, ha negato tutto e denunciato Papa per calunnia.
Magistrati e carabinieri
Per chiarire un'intercettazione in cui Papa gli dice «Mi sono fatto un poco di giri napoletani», Bisignani ha spiegato: «Quando parlo dei suoi giri o giretti, e delle fonti alle quali attingeva notizie riservate di matrice giudiziaria, faccio riferimento all'ambito giudiziario napoletano... Tra i magistrati che il Papa mi nominava come suoi amici c'erano, oltre al Toro e al Miller (capo dell'Ispettorato del ministero della Giustizia, ndr) e anche Laudati di Bari», cioè il procuratore del capoluogo pugliese.
Ma la fonte principale del deputato è il carabiniere Enrico La Monica, da ieri latitante, che il 10 settembre scorso diceva al telefono con Papa: «Ti volevo spiegare bene il passaggio che ho fatto». E Papa: «E no, perché questi pendono dalle mie labbra... Non ho capito perché stanno così terrorizzati, comunque». La Monica sembra saperlo ma non vuole discutere al telefono, e Papa conclude «Me lo spieghi tu allora. Domattina ti chiamo e mi dici». La Monica: «Ti raggiungo, va bene». Riferisce un testimone dell'inchiesta: «La Monica si è sfogato con me e s'è lamentato del fatto che il Papa lo chiamava in continuazione facendogli continue richieste».