2101 Odissea nello spazio

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texdionis
00martedì 14 giugno 2005 23:31
Entro 50 anni avremo macchine dotate di intelligenza paragonabile a quella dei grandi vertebrati. Esseri umani compresi. Poi scopriremo un territorio nuovo. Ci saranno macchine super intelligenti in grado di fare ciò che oggi nessuno sulla Terra può fare”. Sono parole dette qualche anno fa alla BBC da Hans Moravec, del Robotics Institute della Carnegie Mellon University di Pittsburgh negli USA, ritenuto uno dei maggiori esperti del settore. Che dice ancora: “I computer attuali sono all’incirca un milione di volte meno potenti del cervello umano. La loro potenza però si moltiplica mille volte ogni 15 anni. A questo ritmo potrebbero raggiungere in soli trent’anni la capacità di elaborazione del cervello umano. Di conseguenza entro il 2030 dovremmo avere computer capaci di eseguire tutto il lavoro di un sistema nervoso umano”. Il mondo delle tecnologie, tanto quello della ricerca quanto quello dell’industria, non ha più davanti a sé fari come il pc, la telefonia cellulare o Internet, che hanno guidato la convergenza di interi settori e che hanno costituito, nell’ordine, le tre “Big Next Thing”, le tre “grandi prossime cose” degli ultimi venti anni. Come già sottolineato qui in altre occasioni, non si vedono nei prossimi dieci anni tecnologie altrettanto “disruptive” (sradicanti). L’attenzione del mondo delle tecnologie (ma anche, ad esempio, dei media) si sta progressivamente spostando verso quelle che potrebbero essere le prossime “Big Thing”. E se negli ultimi venti anni le rivoluzioni sono state portate da tecnologie in grado di aumentare in modo prima impensabile la nostra capacità di comunicare, nei prossimi venti o trenta si guarderà a tecnologie capaci di imitare sempre più le funzioni proprie del sistema nervoso e del cervello umano.
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never169
00mercoledì 15 giugno 2005 00:53
Siceramente rimango dubbioso, anche perchè il progresso tecnologico degli ultimi 20-30 anni non ha fatto grandi balzi in avanti rispetto agli altri 30-50 anni precedenti.
Le stesse frontiere spaziali sono rimaste più o meno quelle degli anni 70 la stessa tecnologia dei computer e delle loro applicazioni è molto modesta rispetto a quello che si prevedeva.
e in più aggiungo come dice Beppe Grillo che ci muoviamo con una invenzione della fine dell'ottocento ovvero l'automobile col motore a scoppio
texdionis
00giovedì 16 giugno 2005 11:41
Verso un futuro "tecno-intelligente"
Così da una parte, rispetto alle tecnologie già in nostro possesso quotidiano, si punta ad aumentare la nostra capacità di utilizzarle per aggiungere valore alle nostre attività (con l’aiuto delle macchine creare oggetti più belli grazie al design, diminuire i costi di gestione di un processo produttivo o comunicare più velocemente, per fare esempi banali). Dall’altra si cerca di individuare le aree nelle quali andare a costruire nuovi “incroci”, nuove “convergenze”, come accadde negli anni Ottanta e Novanta per settori come telecomunicazioni, informatica, editoria e via discorrendo. Quelle convergenze ruotavano attorno agli imperativi “comunicare più frequentemente, con maggior velocità e scambiandosi più informazioni”. Le convergenze del futuro, non solo vicino, avranno come elementi centrali la gestione della conoscenza (sia essa quella umana, già esistente, sia quella applicata alle macchine) e l’acquisizione, da parte delle macchine, di capacità non più “muscolari” o “manuali”, come già accaduto, ad esempio, per i robot industriali o per i programmi di fotoritocco. Le macchine dovranno diventare “intelligenti”. La “convergenza” del futuro ruoterà quindi attorno a nuovi cardini: la conoscenza da organizzare (in Rete e non); l’uso delle macchine per comunicare esperienze; l’emulazione delle funzioni umanistiche nel software; la sostituzione progressiva dell’uomo in alcune funzioni “intelligenti” (una osservazione per i meno “esperti”. Con i termini “macchine” e “robot” qui si intendono tanto i robot meccanici guidati dai computer, quanto un motore di ricerca che svolge in modo automatico le sue funzioni. Come anche lo stesso computer). Tutto ciò dovrebbero farlo motori di ricerca sempre più “intelligenti”, al punto di essere essi stessi organizzatori di conoscenza (e non solo “braccia digitali” capaci di recuperarla in fretta dagli “scaffali” di Internet); così anche robot capaci di sostituire l’uomo in funzioni nelle quali è richiesto l’apprendimento oltre alla capacità di elaborare una propria linea di decisione o di pensiero su cosa fare e altre tecnologie che, secondo gli esperti più autorevoli, non arriveranno presto, ma arriveranno. Quando?
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texdionis
00giovedì 16 giugno 2005 14:08
Abbiamo bisogno di macchine intelligenti?
Arthur C. Clarke è l'autore del racconto “The sentinel” del 1951, che ispirò “2001: Odissea nello spazio” (che fu sceneggiato dallo scrittore stesso in collaborazione con Stanley Kubrick). Quel film ci mise per la prima volta al cospetto di un computer, dal nome Hal 9000, in grado di pensare autonomamente. In un'intervista rilasciata all'epoca alla BBC, Clarke diceva: “Probabilmente entro la fine del secolo riusciremo a costruire computer o intelligenze artificiali capaci di andare per la loro strada e sviluppare linee di pensiero indipendenti dalla programmazione. Potrebbero essere più intelligenti di noi”. Intervistato nuovamente sull’argomento nel 1996, il suo giudizio era mutato: “Non è realistico pensare ad Hal realizzato nel 2001, ma lo sarà nel 2101, se non prima”. Le tecnologie capaci di stimolare la fantasia degli scrittori, come l’intelligenza artificiale o la robotica, sono state spesso oggetto di previsioni lontanissime dall’essere rispettate. Al contrario, tecnologie più semplici e meno affascinanti da raccontare, proprio come il cellulare o il personal computer, di cui si trova minor traccia anche nei racconti di fantascienza, ci hanno cambiato la vita oltre ogni ragionevole previsione. Nel 1984, quando uscì il Macintosh, tra la maggior parte degli addetti ai lavori il personal computer costruito dalla Apple era considerato come un oggetto destinato a un piacevole futuro di macchina per i ragazzini e i videogiochi. Sono passati venti anni e quanto fallace sia stata quella visione lo sappiamo tutti. Così anche per il cellulare, accolto con riserva e scetticismo o il suo “by-product”, l’SMS, nato per sbaglio. Eppure, il fascino delle “macchine pensanti” continua a mietere adepti e, sicuramente, i progressi fatti dall’informatica e dalla robotica negli ultimi venti anni danno modo di pensare come possibili cose prima descritte solo nei libri. Ma, in realtà, quello di cui abbiamo bisogno sono macchine capaci di sostituirci in funzioni intelligenti? O sarà più utile avere macchine capaci di potenziare la nostra intelligenza grazie al loro utilizzo?
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texdionis
00giovedì 16 giugno 2005 21:16
Se un robot dovrà comprarci le sigarette
Questa potrebbe essere un’altra frontiera. Inseguire macchine che tra 50 o 100 anni sapranno fare meglio di noi cose elementari o anche complesse (sarebbe divertente sentire il parere di uno degli esperti su un robot regista, scrittore o pittore…) non potrebbe essere un obiettivo troppo lontano da noi? Lontano al punto di rendere più efficace per la nostra civiltà avere macchine capaci di “supportare” la nostra intelligenza “aumentandola” ben oltre quello che hanno già fatto i computer? Sarà meglio avere motori di ricerca capaci di “organizzare” la conoscenza a nostra disposizione, o avere strumenti molto più potenti a disposizione per poterlo fare noi? Questo magma fatto di conoscenza che si auto-organizza, robot, intelligenza artificiale, funzioni umanistiche del software, macchine che apprendono è veramente il massimo punto di arrivo nel nostro rapporto con la tecnologia? E’ veramente ciò di cui abbiamo bisogno? O il punto di arrivo più giusto è qualcosa che prevede il lavoro e il pensiero dell'uomo al primo posto, pur supportato da tecnologie sempre più straordinarie? E’ interessante a questo proposito riprendere le parole di uno dei maggiori esperti di intelligenza artificiale degli anni Ottanta, Donald Michie. “Far sì che un robot guidi un veicolo spaziale fin sulla Luna è al giorno d’oggi un problema banale. Far sì che un robot vada fino all’angolo della strada e ci compri un pacchetto di sigarette è invece un problema difficile. A confronto, anche riordinare l’intero sistema economico mondiale può risultare più semplice”.
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[SM=x44515]
texdionis
00venerdì 17 giugno 2005 13:32
Chi deciderà alla fine
Viene da chiedersi, provocatoriamente, se progresso tecnologico e sociale sia farsi portare un pacchetto di sigarette da un automa o andare con lui sulla Luna. Ma, ovviamente, il problema non è così banale. Nel momento in cui si comincia a parlare nella realtà di “robot guerrieri” organizzati in “sciami", proprio come i computer descritti in “Preda” di Michael Crichton; [SM=x44497] nel momento in cui si parla di progetti di “bilocazione” (realizzata grazie a microcomputer che riproducono a distanza un organismo umano assemblandosi sulla base di una sua “immagine” digitale, permettemdo di fargli una visita medica virtuale) come descritto parzialmente di nuovo in “Preda” e in “Timeline” dello stesso autore; nel momento in cui si pensa di delegare ad aziende che producono un “robot” in grado di cercare informazioni su Internet l’organizzazione del sapere del mondo, questi stanno diventando problemi cardinali del nostro futuro. Alla fine deciderà, come sempre, l’uomo, con le sue scelte quotidiane, cosa entrerà nelle nostre vite e cosa rimarrà sui libri. E, tra le altre cose, viene anche da chiedersi come fare a essere presenti in queste sfide.
Per crescere.
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Peppinox
00domenica 19 giugno 2005 01:23
Re: Se un robot dovrà comprarci le sigarette

Se questo sarà vero come farà un uomo sposato a fuggire dalla moglie nel 2101?[SM=x44497]
Asgeir Mickelson
00lunedì 4 luglio 2005 02:12
Re: Re: Se un robot dovrà comprarci le sigarette

Scritto da: Peppinox 19/06/2005 1.23

Se questo sarà vero come farà un uomo sposato a fuggire dalla moglie nel 2101?[SM=x44497]

[SM=x44457]
Asgeir Mickelson
00lunedì 4 luglio 2005 02:13
Re: Se un robot dovrà comprarci le sigarette

Scritto da: texdionis 16/06/2005 21.16
“Far sì che un robot guidi un veicolo spaziale fin sulla Luna è al giorno d’oggi un problema banale. Far sì che un robot vada fino all’angolo della strada e ci compri un pacchetto di sigarette è invece un problema difficile”.
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[SM=x44515]

sembra una contraddizione ma è la verità.

forse xkè comprare le sigarette è un gesto troppo umano [SM=x44473]
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