I misteri dell'antica India

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
punishMYheaven
00mercoledì 5 maggio 2004 13:11
Se ci si imbarca in una navigazione Internet cercando termini come "vedico" o "vimana", si hanno molte sorprese. A cominciare dall'esistenza di un sito, intitolato Real Moon, hollow Moon (Luna reale, Luna nascosta), il cui webmaster afferma che certe misteriose costruzioni piramidali fotografate dalla NASA su Marte (e che molto probabilmente sono di origine naturale), potrebbero essere invece state realizzate millenni or sono dagli alieni. "Vi sono delle piramidi sul bordo del cratere lunare Pythagoras", afferma; "ed anche su Marte. Il produttore P. Oaks ha collegato l'Egitto con il termine indiano Ajapati, indicante i discendenti di Aja, nonno del dio Rama (e Ramesse era il fondatore dell'Egitto). Sappiamo di una statua egizia che mostra un progettista di piramidi, vestito come un dravida indiano, e sappiamo che il faraone di Menfi si vestiva come il dio indù Vaishnava. Al di sotto delle piramidi esistono per miglia e miglia trafori, gallerie e alloggiamenti; sono così profondi che non sono stati ancora completamente esplorati. Dove portano? Nel Libro egiziano dei morti ci sono numerosi riferimenti a mondi sotterranei, raggiungibili tramite queste gallerie. Esse sono state individuate nel 1978 da un radar che ha tracciato un complesso sotterraneo straordinario sotto le piramidi. Accordi presi con il presidente egiziano Sadat hanno portato, per tre decadi, a scavi segreti per mappare l'intero sistema. Ad una riunione tenutasi in Australia, uno degli scienziati che hanno partecipato a questo progetto, nome in codice Giza, il dottor Jim Hurtak, ha mostrato un filmato in cui si vedono questi condotti,
vecchi di 15.000 anni. Il film mostrava una necropoli identificata nella leggendaria città degli dèi.
Questi dèi hanno lasciato tracce anche su Marte e sulla Luna. Shrila Prabhupada afferma che nel Canto 4 (capitolo 22, testo 54) del Bhagaat Purana si sostiene che la Luna sia abitata da esseri altamente elevati, in contatto con i semidèi. Così potrebbe essere che le piramidi sparse lungo tutto il nostro pianeta, come pure su Marte e sulla Luna indichino le entrate sotterranee delle civiltà descritte nei Purana. Gli esseri elevati di cui la Luna è piena, secondo Shrila Prabhupada Bhaktivedanta, potrebbero vivere in un mondo sotterraneo e sublunare".
"Se leggiamo i Purana", conclude il webmaster, "scopriamo riferimenti a civilizzazioni su altri pianeti; costoro potrebbero avere costruito sfingi e piramidi su Marte. E ci sembra una conclusione ragionevole". Mi sia consentito di dubitare di queste affermazioni; a parte ciò, on line si può trovare ben altro materiale, di indubbio interesse: dagli articoli di stampa a sfondo ufologico raccolti da un certo Dharmapada e postati in una mailing list (specie un pezzo dello scienziato C.S.R. Prabhu sulle vimana come "antiche astronavi", apparso sul giornale locale The Hindu il 16 dicembre 2000) alle dichiarazioni del dottor Srikumar V. Gopalakrishna, secondo cui esisterebbero precisi riferimenti alle "macchine volanti" in un libro in sanscrito di Dileep Kanjilal. Nel libro sarebbero elencati altri testi che riferirebbero dettagliatamente degli UFO: lo Yukti-kalpataru di Bhoja (50 a.C.); il Mayamatam attribuito a Maya Dfinava ma probabilmente databile 50 a.C.; il Kathdsaritsdgara (X° sec. a.C.); la letteratura Avaddna (I-III° sec. a.C. ); il Raghuvamsam e l'Abhijndna-sakuntalam di Kalidasa (I° sec. d.C.); l'Abhimdraka di Bhasa (II° sec. d.C.) e il Jdtakas (III° sec. d.C.). Ancora, il 23 dicembre del 2001 scrivevo ad una mailing list Hare Krishna in italiano, 108avyakta108, un vero e proprio giornale virtuale scaricabile dal sito www.geocities.com/avyakta108, chiedendo cosa ne pensasse il moderatore del fenomeno UFO e se vi fossero riferimenti nei loro testi. Mi rispondeva la signora Parama: "Certamente i Veda sono pieni di accenni agli UFO, cioè ad abitanti di altri pianeti dell'universo e ai loro viaggi su astronavi. Secondo la cosmografia vedica, esistono 14 sistemi planetari, e la Terra si trova in una posizione mediana. Esistono pianeti di diversi generi, abitati da razze buone e da razze cattive, che generalmente sono sempre in lotta tra loro. Lo Srimad Bhagavatam parla addirittura di un avatara di Buddha che manifestò i suoi lila (giochi) come astronauta predicando per salvare le persone confuse di un'altra era del mondo, viaggiando nello spazio. La particolarità del pianeta Terra è che su questo pianeta le condizioni di vita sono molto speciali, in quanto permettono l'evoluzione, sia materiale che spirituale (cioè la costruzione del karma). Su altri pianeti l'evoluzione è praticamente assente, perciò più o meno tutti i pianeti dell'universo sono interessati a quello che succede sulla Terra, specialmente adesso che, come possiamo facilmente vedere dai telegiornali, l'evoluzione sul pianeta Terra è arrivata a un punto cruciale della storia. I Veda ci spiegano però che la tecnologia spaziale di molte razze si basa su concetti scientifici che, giustamente, sono totalmente alieni alla scienza ufficiale moderna, e utilizzano le proprietà del suono, della luce, del campo magnetico dell'essere vivente. Le stesse conoscenze che un tempo erano tramandate sulla terra dagli yogi. Esiste persino una scrittura specifica, chiamata Vimana sastra, che spiega sommariamente (in linguaggio un po' esoterico purtroppo) come costruire vari tipi di astronavi. Il termine vimana in sanscrito, contenuto fin nei testi vedici più antichi significa astronave" cioè carro volante. La moderna Biman Airlines, cioè la compagnia di bandiera del Bangladesh, prende appunto il suo nome dal termine sanscrito vimana (ma ne esiste una indiana con il nome dell'uccello divino Garuda).
"Molti personaggi sono descritti nei Veda come viaggiatori spaziali (compresi il famoso saggio Narada Muni e tutto il popolo di Siddhaloka, che sono in grado di viaggiare senza bisogno di aiuti meccanici di alcun genere, come hanno sempre fatto gli yogi più avanzati; viaggiano utilizzando un ponte dimensionale a cui si accede attraverso la vibrazione sonora sostenuta dalla concentrazione del campo magnetico mentale). Tale tecnologia permette di trasportare la materia insieme con la mente. Il grande yogi Kardama Muni creò un'astronave enorme su cui viaggiò per anni insieme con la moglie Devahuti per visitare i vari pianeti dell'universo. É detto che nelle precedenti ere del mondo i deva (gli abitanti dei pianeti superiori) visitavano regolarmente la Terra con le loro aeronavi, ma sono descritte anche aeronavi utilizzate da rakhsasas (popoli demoniaci) come Ravana, Salva e altri cattivi. L'aeronave di Salva (una sorta di Stealth; N.d.A.) descritta nel decimo canto del Bhagavatam usava, come molte altre descritte nei testi vedici, un complicato sistema di rifrazione della luce per risultare invisibile. Il cannibale Tripura se ne andava in giro su una enorme astronave simile a una città, che fu distrutta da Shiva in persona perché stava causando morte e distruzione tra gli eremi dei saggi. Gli esempi sono innumerevoli. Qui a Jagannath Puri, dove io abito, in India, è opinione comune che i deva vengano regolarmente a visitare il tempio prendendo varie forme umane per confondersi nella folla.
"Tutti i templi tradizionali in India hanno una piccola piattaforma definita parcheggio per il vimana, perché si considera che la Divinità che risiede nel tempio debba avere uno spazio a disposizione per il proprio vascello ogni volta che desideri recarsi nella sua dimora.
"Che altro dire? Ci sono un sacco di informazioni sull'argomento. In conclusione, possiamo dire semplicemente che gli extraterrestri sono esseri viventi con pregi e difetti, ma sono tutti soggetti all'autorità del Signore Supremo (sarva loka mahesvaram, il Signore di tutti i pianeti).
"Il sanscrito è definito la lingua delle città dei deva, cioè devanagari. Magari imparando il sanscrito attraverso la lettura dei testi tradizionali potremmo farci capire più facilmente dagli extraterrestri o capirli meglio? Una bella domanda...".
Chi però non sembra condividere l'ottimismo degli Hare Krishna è l'ufologo indiano Prashant Solomon, che nel proprio sito Internet ha dichiarato che gli avvistamenti in India sono relativamente rari (in realtà, è lui che dispone di pochissima documentazione, sia detto senz'offesa). A lui l'ufologo Jerry Glass del MUFON americano ha scritto la seguente lettera: "Nel tuo sito ho letto che affermi che gli avvistamenti sono relativamente rari. Diversi anni fa ho visto un programma televisivo della serie Sightings e ricordo che parlava di un avvistamento UFO in una provincia indiana di lingua portoghese, credo Goa. Riferiva di un disco uscito dall'oceano, dal quale era fuoriuscita una strana creatura simile ad una piovra; questo resoconto mi impressionò facendomi riflettere sul fatto che la vita si è sviluppata negli oceani primordiali. E quindi è logico ritenere che le creature senzienti, umanoidi, bipedi come noi, i Grigi, i Rettiloidi (alcune delle categorie aliene schedate dagli ufologi; si veda sotto; N.d.A.) eccetera possano essere una minoranza, nello spazio...".
punishMYheaven
00mercoledì 5 maggio 2004 13:13
Tornando all'India, a margine delle grandi religioni, in tempi più recenti vi sono state alcune prese di posizione di celebri guru, mistici ed asceti indiani, entrati in contatto con la nostra cultura e con la letteratura ufologica. Sai Baba è un santone che vive nella cittadina indiana di Puttapharti; egli non ha fondato un culto specifico ma, pur essendo ritenuto da molti fra i suoi cinquanta milioni di seguaci un dio in Terra, invita ognuno a mantenere la fede in cui è stato allevato. A quanto mi confidarono nel 1989 due suoi discepoli italiani (che dissero di avere appena letto di atterraggi con tracce circolari al suolo, in India), egli avrebbe un giorno ricevuto degli ufologi australiani, ai quali avrebbe confidato che gli extraterrestri esistevano. Questa dichiarazione è peraltro ritenuta apocrifa dalla signora Alida Parkes, rappresentante in Italia dei movimenti che seguono la filosofia propugnata da Sai Baba. Ma un altro occidentale, lo studioso francese Michel Coquet, che ha viaggiato a lungo in India, si dice altrettanto sicuro del fatto che Baba creda negli E.T. Addirittura, secondo quanto dichiarato dal contattista italiano Giorgio Bongiovanni, in un'occasione sarebbe stato chiesto a Sai Baba, da uno degli studenti con i quali si era ritirato in una foresta, cosa ne pensasse delle testimonianze sugli UFO. "Il Maestro", scrive Bongiovanni, "guardò il ragazzo e fece per rispondere, quando in quell'istante, nel campo alle sue spalle ed in pieno giorno apparve un UFO e stazionò in cielo sopra il gruppetto. Senza nemmeno guardare alle sue spalle, Baba disse pacatamente che gli UFO erano solo immaginazione, ed in quel momento l'astronave sparì". Il curioso episodio è stato riportato in Internet da uno scrittore a nome Craig, che, se vero l'episodio, non ha potuto non sottolineare l'atteggiamento contraddittorio di Sai Baba.
Più documentabile è invece una dichiarazione di Paramahansa Yogananda, il celebre yogi indù che insegnò al mondo occidentale la pratica del kriya yoga ed il risveglio "della coscienza divina nell'uomo". Nel volume Autobiografia di uno yogi (edizioni Astrolabio) vi è una frase illuminante, ed importante, se si tiene conto che il libro è stato scritto prima del 1947, quando cioè degli UFO non si sapeva ancora nulla. A pagina 378 dell'edizione italiana si legge: "Vi sono molte sfere astrali piene di tali esseri. I loro abitanti usano veicoli astrali o masse di luce, per viaggiare da un pianeta all'altro più velocemente dell'elettricità e delle energie radioattive" (una descrizione che riporta subito alla mente le "navi di luce" del moderno contattista messicano Carlos Diaz o certi globi luminosi che dal 1984 si vedono nella vallata norvegese di Hessdalen).
Ho poi chiesto informazioni al Centro Oshoba di Tradate (VA), che divulga gli insegnamenti del guru Osho Rajneesh, per sapere se questi avesse mai trattato il tema della vita extraterrestre o dei dischi volanti. La risposta è stata deludente: "Non sappiamo se ne ha parlato, a noi risulta di no". Un altro yogi, Swâmi Vivekânanda, ci conferma invece indirettamente l'esistenza di mondi abitati commentando gli "aforismi sui poteri del Raja Yoga" del grande guru Patanjali. "Gli yogi", scrive Vivekânanda, "vengono tentati dagli dèi e da altri esseri e corrono pericolo. Questi esseri sono cattivi e gelosi e ostacolano ogni processo di liberazione per non perdere le proprie posizioni... Temendo malefici futuri gli yogi rifiutano completamente gioie e tentazioni da parte degli esseri celesti "; ed ancora: "Patanjali insegna che può volare come una luce per tutti i cieli lo yogi che fa un Samyana (esercizio di controllo; N.d.A.) sul rapporto tra il capo e l'Akasha... possiamo conoscere i mondi con un Samyana sul sole... conosciamo le stelle e le costellazioni con un Samyana sulla Luna". A proposito di quest'ultimo aforisma lo yogi Chandre Taaraavyuvhaj Naanam (noto in Occidente con il nome di Elenjitam) commenta: "La mente yogica, lanciandosi negli abissi del sistema solare e lunare, può intuire le costellazioni ed i misteri interstellari".
Ci deve essere qualcosa di vero in questi "viaggi spaziali" mentali degli yogi; il guru Swami Prabhavananda e lo studioso occidentale Christopher Isherwood hanno dichiarato: "É già stato notato che esiste una forte somiglianza tra la cosmologia di Patanjali e le teorie della fisica atomica molecolare; eppure gli antichi induisti, per quel che ne sappiamo, non avevano praticamente nessun apparato scientifico di precisione. Soltanto questo fatto potrebbe essere una prova della validità dei poteri psichici. I saggi dell'antichità con quale altro ausilio possono avere formulato una visione della natura dell'universo così corretta e completa? La loro conoscenza non si poteva basare, come la nostra, semplicemente sulla percezione sensoriale assistita dagli strumenti".




Peppinox
00mercoledì 5 maggio 2004 16:12

I Veda ed i Purana sono i libri più antichi che siano arrivati sino a noi, quindi direi che ciò che c'è scritto proviene dalla più remota antichita, per il libro dei Morti egizio i può fare lo stesso discorso.
Graham Hancock sta portando avanti proprio un'indagine in questo campo in un libro che mi sembra si intitoli "civiltà sommerse"...[SM=x44461]
texdionis
00giovedì 6 maggio 2004 01:50
Re:

Scritto da: Peppinox 05/05/2004 16.12

I Veda ed i Purana sono i libri più antichi che siano arrivati sino a noi, quindi direi che ciò che c'è scritto proviene dalla più remota antichita, per il libro dei Morti egizio i può fare lo stesso discorso.
Graham Hancock sta portando avanti proprio un'indagine in questo campo in un libro che mi sembra si intitoli "civiltà sommerse"...[SM=x44461]



tempo fa ho notato il libro che citi in un punto Euroclub,di cui sono socio.
dovevo fare l'acquisto trimestrale.

ero indeciso tra quello e un altro libro di archeologia misteriosa intitolato "La civiltà perduta di Uriel".Alla fine ho scelto quest'ultimo [SM=x44472] [SM=x44472]
Peppinox
00giovedì 6 maggio 2004 14:24
Re: Re:

Scritto da: texdionis 06/05/2004 1.50


tempo fa ho notato il libro che citi in un punto Euroclub,di cui sono socio.
dovevo fare l'acquisto trimestrale.

ero indeciso tra quello e un altro libro di archeologia misteriosa intitolato "La civiltà perduta di Uriel".Alla fine ho scelto quest'ultimo [SM=x44472] [SM=x44472]



Ma sai che la civiltà perduta di Uriel l'ho letto non più tardi di due settimane fa!!!!

Ti assicuro però che non vale assolutamente i soldi spesi...[SM=x44455] io l'ho preso in blblioteca.....[SM=x44496]

A parte gli scherzi mi è sembrato veramente un po' troppo assurdo, mentre trovo molto più stimolanti e condivisibili le affermazioni di Graham Hancock, nonostante questi abbia la mania di far fare le foto alla moglie per tutti i suoi libri...[SM=x44457]

texdionis
00giovedì 6 maggio 2004 18:53
Re: Re: Re:

Scritto da: Peppinox 06/05/2004 14.24


Ma sai che la civiltà perduta di Uriel l'ho letto non più tardi di due settimane fa!!!!

Ti assicuro però che non vale assolutamente i soldi spesi...[SM=x44455] io l'ho preso in blblioteca.....[SM=x44496]

A parte gli scherzi mi è sembrato veramente un po' troppo assurdo, mentre trovo molto più stimolanti e condivisibili le affermazioni di Graham Hancock, nonostante questi abbia la mania di far fare le foto alla moglie per tutti i suoi libri...[SM=x44457]




Infatti ne ho letto più o meno la metà finora e mi pare alquanto dispersivo...

[SM=x44464]

in questi giorni devo andare a prendere due libri perchè sono rimasto in arretrato con l'acquisto trimestrale in quanto socio.
Spero di trovare qualcosa di interessante [SM=x44461]
Peppinox
00venerdì 7 maggio 2004 12:48
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: texdionis 06/05/2004 18.53


Infatti ne ho letto più o meno la metà finora e mi pare alquanto dispersivo...

[SM=x44464]




Anche a me è sembrato un cumulo di notizie infastellate le une alle altre...alcune delle quali decisamente poco interessanti tra l'altro...[SM=x44473]

Se ti mancano i libri di Hancock questa penso sarebbe una buona occasione![SM=x44462]
texdionis
00venerdì 7 maggio 2004 19:00
Graham Hancock
Di lui ho in passato comprato e letto "L'ENIGMA DI MARTE" e l'ho trovato molto interessante.. [SM=x44515] [SM=x44462]
Peppinox
00venerdì 17 settembre 2004 11:40
Per "Veda" (letteralmente "conoscenza") si deve intendere un corpus di opere sacre scritte da Krishna Dvaipayana Vyasa circa 2800 anni fa (secondo alcuni studiosi 6000 anni fa), ma sicuramente più antiche, in quanto trasmesse oralmente da un tempo che non è possibile precisare. L'opera è divisa in quattro parti ("Rig Veda", "Yajur Veda", "Sama Veda" e "Atarva Veda") a loro volta divise in diverse branche (come i "Purana" ed il "Mahabharata").
Gli antichi documenti indiani in sanscrito, riferiscono di creature-divinità provenienti da altre parti dell'Universo su carri volanti conosciuti con il nome di "Vimana", curiosamente impegnate a contendersi le donne terrestri. Il "Ramayana" è pieno di descrizioni di tali immense aeronavi; per esempio, il carro del re di Lanka, Vibhasana, viene così descritto: "Quel carro si muove da sé, era tutto lucente e dipinto: aveva due piani e molte finestre molte camere e tante bandiere; mentre volava emetteva un suono melodioso che sembrava un mormorio".
Sempre in tale testo, l'intervento di Garuda in difesa di Rama nel corso della guerra tra quest'ultimo ed il perfido Ravana viene così descritto: "Improvvisamente si levò un grande vento che fece tremare le montagne, e si vide una fiamma di fuoco che navigava nell'aria".
Su un altro testo, il "Mahabharata", possiamo poi leggere: "Scorgemmo nel cielo una cosa che sembrava una nube luminosa, come delle fiamme di un fuoco ardente. Da questa massa emerse un enorme Vimana scuro che lanciò dei proiettili fiammeggianti. Si avvicinò al suolo a velocità incredibile, lanciando delle ruote di fuoco."
Ed ancora, sempre in uno dei libri del "Mahabharata" (precisamente il "Vanaparvan"), nella parte in cui si riferisce della guerra tra Arjuna e gli "asura" (demoni), troviamo scritto: "Arjuna salì nei cieli per ottenere le armi divine dagli esseri celesti ed imparare ad usarle. Durante la sua permanenza, Indra, Signore dei Cieli, ordinò ad Arjuna di distruggere l'esercito degli asura (...) Indra, Signore dei Cieli, prestò ad Arjuna il proprio carro volante, pilotato dal suo abile assistente Malati. Il velivolo poteva anche viaggiare sott'acqua."
In aggiunta, il "Varnaparvan" riferisce di un viaggio dello stesso Arjuna nei cieli con la sua macchina volante e della scoperta da parte di quest'ultimo di una città situata nello spazio e ruotante intorno al proprio asse denominata "Hiranyapura" (a questo proposito è di estremo interesse ricordare la presenza nel "Rig Veda" di più città volanti difese da falchi ed aquile di bronzo). Nel "Samaranga Sutradhara" si specificano addirittura alcuni dettagli tecnici degli aereomobili "Vimana": "Forte e durevole deve essere il corpo, come un grande uccello volante, di materiale leggero".
Il potere distruttivo dei "Vimana" doveva inoltre essere enorme: il fatto che possedessero una vasta gamma di armi letali, si evince chiaramente dalle furibonde battaglie aeree raccontate dai testi vedici, che richiamano alla mente i combattimenti della saga di "Star Wars".
Il "Mausola Parva", ad esempio, parla di un raggio della morte che in pochi attimi poteva incenerire intere armate e provocare nei sopravvissuti la caduta delle unghie e dei capelli (effetto che non può non ricordare quello provocato dalle bombe atomiche). In un altro testo, precisamente il "Drona Parva", vi è l'interessante descrizione degli effetti provocati da un'arma di nome "agneya": "Una freccia sfolgorante che possedeva lo splendore del fuoco senza fumo venne lanciata. All'improvviso, una densa oscurità avvolse gli eserciti. (...) Venti terribili cominciarono a soffiare. Le nuvole ruggirono negli strati superiori dell'atmosfera, facendo piovere sangue. (...) Il mondo, ustionato dal calore di quell'arma, sembrava in preda alla febbre. (...) Perfino l'acqua si riscaldò, e le creature che vivono nell'acqua parvero bruciare. I nemici caddero come alberi arsi da un incendio devastatore."
Anche qui appaiono chiare le analogie con gli effetti provocati dalle esplosioni nucleari.
Leggendo poi lo "Srimad Bhagavatam", nella parte riguardante la guerra tra il dio Krishna ed il demone Banasura, troviamo altre interessanti descrizioni del potenziale offensivo dei "Vimana". Da segnalare, in particolare, la descrizione del "sivajvara", un terrificante congegno che poteva distruggere qualunque cosa entro la sua portata, producendo temperature dodici volte superiori a quella solare, e la cui forma (descritta con tre teste e tre gambe) ricorda i moderni missili a testata multipla con tre derive di coda.
Per di più, il "Ramayana" riferisce che: "Il figlio di Ravana possedeva un'arma molto terribile che dicevano fosse stata donata dal dio Brahma: aveva la caratteristica di esplodere durante il suo percorso e di incenerire qualsiasi bersaglio."

Semplici miti e leggende tramandatisi di generazione in generazione?

Così non sembrano pensarla diversi studiosi ed esperti delle opere indiane.
Secondo il prof. Dileep Kumar Kanjilal, docente di sanscrito presso l'Istituto di sanscrito di Calcutta, l'unica deduzione logica che si può ricavare dallo studio di questi testi è che la Terra, migliaia di anni fa, deve aver conosciuto una civilizzazione con una conoscenza scientifica sufficiente a costruire aerei e colonie orbitanti intorno alla Terra.
Lo scrittore e studioso di sanscrito Subramanyam Iyer, che ha passato diversi anni della sua vita a tradurre i "Shastras" (testi scientifici vedici), sostiene di avervi scoperto la descrizione di numerose differenti leghe metalliche sconosciute e le loro applicazioni per la costruzione delle fusoliere dei "Vimana". A dargli man forte è intervenuto il dotto C.S.R. Prabhu, Direttore Tecnico del Centro Informatico Nazionale (il dipartimento del governo indiano dedito alla traduzione di antichi testi), il quale sostiene di essere già riuscito a preparare alcuni materiali descritti. A suo dire, si tratterebbe di super-leghe con proprietà sconosciute nei tempi moderni, utilizzabili nel settore aeronautico, in quello della tecnologia spaziale e nella difesa. E aggiunge che i campioni, preparati in base alle formule ritrovate, hanno avuto modo di essere collaudati non solo in India, ma anche all'estero: per esempio dall'Università di S. José in California.
Altro ricercatore convinto della veridicità dei racconti vedici era lo scomparso scrittore inglese, nato in India, David Davenport, esperto di sanscrito e di tradizioni popolari indiane. Giunto agli onori delle cronache una ventina d'anni fa per aver sostenuto con forza la tesi di un'esplosione nucleare avvenuta millenni fa nel bacino della valle dell'lndo, con epicentro a Mohenjo Daro, nell'attuale Pakistan, egli ottenne una inaspettata conferma dalle analisi effettuate dagli esperti del C.N.R. di Roma. I bracciali, le anfore e le pietre da lui raccolti in loco (che si mostravano come vetrificati) risultarono essere stati esposti in passato ad una temperatura di circa 1500 gradi seguita da un brusco raffreddamento. Ciò che si può certamente dire è che non esiste nessuna calamità naturale che avrebbe potuto procurare simili effetti sugli utensili e sul terreno del posto, né tantomeno alcuna battaglia combattuta con lance e spade.
In conclusione, dunque, alcune parti delle opere sacre indiane, alla luce delle conquiste scientifiche, se spogliate del loro alone mitologico, sembrano trasmetterci un chiaro messaggio: il futuro è un'ombra che si è già proiettata su di noi.

So che è lungo, perdonatemi ma tagliandolo perde troppo.
texdionis
00domenica 19 settembre 2004 11:41
Re:

Scritto da: Peppinox 17/09/2004 11.40

So che è lungo, perdonatemi ma tagliandolo perde troppo.



ho un'idea...

...quando si è in possesso di un argomento lungo,la cui lettura tutta d'un fiato si rivela spesso faticosa e procrastinabile,si potrebbe pensare di mettere una discussione in evidenza a tempo determinato,in modo da svilupparla magari un pezzetto al giorno,così da invogliare a leggerla.
Una volta terminata l'esposizione,si può togliere dall'evidenza e magari sostituirla con un'altra quando si ha un nuovo lungo argomento a disposizione.


Attualmente si sarebbe già potuto fare con "L'isola di Pasqua",ma ormai mi manca solo più una breve parte e poi sarà conclusa.
[SM=x44461] [SM=x44475]
Peppinox
00domenica 19 settembre 2004 17:30
Re: Re:

Scritto da: texdionis 19/09/2004 11.41


ho un'idea...

...quando si è in possesso di un argomento lungo,la cui lettura tutta d'un fiato si rivela spesso faticosa e procrastinabile,si potrebbe pensare di mettere una discussione in evidenza a tempo determinato,in modo da svilupparla magari un pezzetto al giorno,così da invogliare a leggerla.
Una volta terminata l'esposizione,si può togliere dall'evidenza e magari sostituirla con un'altra quando si ha un nuovo lungo argomento a disposizione.


Attualmente si sarebbe già potuto fare con "L'isola di Pasqua",ma ormai mi manca solo più una breve parte e poi sarà conclusa.
[SM=x44461] [SM=x44475]



Hai ragione, io ho il problema che leggo molto velocemente per cui mi accorgo magari troppo tardi che per altri può essere un problema, l'unica cosa è che facendo così dovremmo selezionare attentamente le discussioni da mettere in evidenza sennò rischiamo di creare una lista di discussioni troppo lunga in cima alla pagina.[SM=x44464]
texdionis
00lunedì 10 gennaio 2005 22:01


Guerre nucleari, armi micidiali e sconosciute, velivoli incredibili che solcano il cielo, teoria della relatività, fusione dell’atomo, combinazione di leghe metalliche, insospettabili conoscenze metallurgiche: tutti argomenti che sembrano tratte da opere di fantascienza o da reportage di inviati sui fronti di guerra dal 1945 in poi.

Terreno fertile per geni della letteratura fantasy come Lovercraft o Burroughs, o, per avvicinarci ai nostri tempi, Isaac Asimov.

Invece niente di tutto questo: i testi che contengono tali numerosi e particolareggiati riferimenti a mezzi, armi e tecniche che suonano particolarmente familiari ai nostri tempi, cioè al tempo che vede l’uomo affacciarsi al nuovo millennio, sono antecedenti alla nostra civiltà di migliaia di anni, frutto, non delle menti ardite dei grandi nomi della letteratura fantasy sopra citati, ma di ignoti scribi dell’antica India, che, in un determinato periodo storico, forse il 1500 a.C., decisero di vergare su carta millenarie tradizioni, tramandate di generazione in generazione in forma orale, magari accanto al fuoco di un bivacco di pastori o nei cortili delle case, dove un vecchio cantastorie ammaliava con i suoi racconti bambini sognanti, così come è successo per i testi biblici.

Testi come il Mahabharata, il Samarangana Sutradara, il Ramayana, la Mahavira Chiarita, e altri ancora, suonano alle nostre orecchie stranamente contemporanei, benché non si possa nascondere lo stupore più genuino quando si considera che sono divisi da noi da una coltre di circa 3500 anni o forse più.

E ancora più strani, questi poemi epici ( poiché così furono considerati e ancora lo sono) dovettero sembrare ai loro primi traduttori in lingua inglese che, nel tardo 1800, incominciarono , con la loro traslazione, ad affrontare un mistero senza eguali, tanto da costringere il loro principale traduttore, P. Chandra Roy, che nel 1884 terminò la traduzione del Mahabharata, a sostenere, nella prefazione, che "in questo libro vi sono molte cose che appariranno ridicole al lettore tipicamente inglese"!

In effetti la descrizione di aeronavi spaziali (vimanas), armi paralizzanti (mohanastra),, di cannoni cilindrici ( agneyastras), di carri celesti a due piani, con tutto un contorno di razzi, proiettili e vari tipi di esplosivo, dovettero sembrare voli pindarici di fantasia, se raffrontati all’epoca, la seconda metà dell’800, in cui vennero rese note le prime traduzioni; un epoca in cui era ancora a divenire l’invenzione dell’aeroplano, dei gas nervini (avrebbero fatto il loro esordio nella 1° guerra mondiale), dei razzi con equipaggio umano e delle bombe atomiche!

Proprio queste incongruenze conoscitive rende queste traduzioni tutt’altro che confutabili, in quanto, proprio per la mancanza delle conoscenze scientifiche e quindi di un’adeguata terminologia, dovrebbero essere esenti da errori dovuti ad una contaminazione dell’interpretazione linguistica.

Quasi che fossero stati scritti oggi, invece di migliaia di anni fa, questi testi parlano di argomenti come la relatività del tempo, dei raggi cosmici, la natura dell’atomo, la legge della gravità ed altro ancora.

La scuola filosofica scientifica Vaisesika sviluppò e conservò la teoria che gli atomi erano in continuo movimento.

...
Terence Trinity
00lunedì 24 gennaio 2005 12:34
Il Mahabharata, gigantesco poema composto da 200000 versi, non solo parla di usi, costumi, religione, del cosmo, storie e e leggende degli dei, ma si addentra persino nella descrizione di particolari macchine volanti, i vimanas, (presenti anche in altri testi), sulle loro capacità tecniche di volo, sui materiali di costruzione, e persino sul tipo di propellente usato, il mercurio rosso ( di cui oggi si fa un gran parlare, anche se la sue esistenza non è stata accertata), nonché sui principi per costruirle.

In altri passi sembra descrivere una guerra atomica, osservata direttamente.

Questi versi, che riporto di seguito, sembrano risvegliare in noi, lettori del 2000, paure ancestrali agghiaccianti, nate nel nostro animo dal 1945 in poi, e che raggiunsero il loro apice durante il periodo della Guerra Fredda fra USA ed URSS;

"Un solo proiettile, carico di tutta la potenza dell’universo. Una colonna incandescente di fuoco e fumo, lucente come diecimila soli, si levò in tutto il suo splendore..era un’arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte, che ridusse in cenere l’intera razza dei Vrishnis e degli Andrakas… I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I loro capelli e le loro unghie caddero, il vasellame si ruppe senza causa apparente, e gli uccelli divennero bianchi. Nel giro di poche ore, tutti i cibi erano diventati infetti..per sfuggire a questo fuoco, i soldati si gettarono nei fiumi, per lavarsi e lavare i loro equipaggiamenti…. Quella potente arma portò via masse di guerrieri, cavalli, elefanti e carri, come fossero foglie secche degli alberi.. trascinate dal vento..sembrano bellissimi uccelli in volo..che volano via dagli alberi..grandi nuvole che si aprono l’una sopra l’altra come una serie di giganteschi parasoli (N.d.A.:la famosa nube a forma di fungo, tipica di un’esplosione atomica?)…..l’arma misurava tre cubiti e sei piedi..era rovinosa per tutte le creature viventi….le due armi si scontrarono in cielo. Allora la terra, con tutte le sue montagne, i mari e gli alberi prese a tremare, e tutte le creature viventi furono riscaldate dall’energia delle armi e gravemente danneggiate, i cieli avvamparono e i dieci punti dell’orizzonte si riempirono di fumo.."
Peppinox
00lunedì 24 gennaio 2005 13:57

Toh, un nuovo utente....[SM=x44456]
texdionis
00lunedì 24 gennaio 2005 14:30
Re:

Scritto da: Peppinox 24/01/2005 13.57

Toh, un nuovo utente....[SM=x44456]



[SM=x44455]

ogni tanto mi parte il dito
texdionis
00venerdì 11 febbraio 2005 01:14
Vi è anche la descrizione dello scontro fra due di questi missili in cielo:

"…Le due armi si incontrarono in cielo, in mezzo all’aria. Allora la terra, con tutte le sue montagne, i mari e gli alberi prese a tremare, e tutte le creature viventi furono riscaldate dall’energia delle armi, e gravemente danneggiate: I cieli avvamparono e i dieci punti dell’orizzonte si riempirono di fumo…"
Non siete soddisfatti? E allora beccatevi le misure di questa bomba o arma che dir si voglia:

" Uno strale funesto come la verga della morte. Misurava tre cubiti e sei piedi. Dotato della forza dell’Indra dai mille occhie era rovinoso per tutte le genti e le creature viventi.."
In un altro testo indiano, il Ramayana, sembra esistano curiose descrizioni di viaggi aerei, descritti con tanta dovizia di particolari ( frangenti sulla spiaggia, curvatura della terra, i pendìì di monti e colline, l’aspetto di fiumi, città e foreste) da far pensare che veramente questo sia il resoconto di un viaggiatore aereo dei tempi remoti.

Ecco un brano tratto dall’epopea di Rama, mitico semi-dio indiano, narrata nel Ramayana:di ritorno da Lanka, dove si è recato per salvare la moglie, Sita, rapita dalle forze malvagie, il nostro eroe viene munito di uno di questi famosi velivoli, conosciuti come vimanas:

Rama :"sembra che il movimento di questo veicolo sia cambiato.."
Vishishara :" ora questo veicolo si sta allontanando dal centro del mondo.."
Sita : " Come mai questo circolo di stelle appare..persino di giorno..?"
Rama :" Regina! E’ davvero un circolo di stelle, ma a causa dell’enorme distanza noi non possiamo scorgerlo durante il giorno, perché i nostri occhi sono offuscati dalla luce del sole. Ma ora, con l’ascesa di tale veicolo, questo non ha più ragione di essere..e così noi possiamo vedere le stelle.."

Il riferimento al circolo di stelle visibile anche di giorno solo con l’ascenzione in cielo, con il superamento del confine atmosferico, non può farci dubitare piu di tanto!

Molti studiosi sostengono che la grande guerra narrata nel Mahabharata non sia altro che il resoconto, mitizzato, dell’invasione ariana nel vasto territorio dell’India, effettuata da popoli provenienti dal Nord, e enfatizzano questa tesi adducendo come motivo che non vi sono tracce di una guerra nucleare.

Invece non è proprio così. Certe parti dell’Asia, ma in generale di tutto il mondo, presentano quelle che potremmo definire cicatrici atomiche, ricevute millenni primi dell’avvento della nostra era nucleare. La Siberia, l’Iraq, l’India stessa, ma anche zone come il Colorado, negli USA, sono dei veri e propri rebus dal punto di vista della ricerca scientifica.

texdionis
00domenica 20 marzo 2005 11:36
Nel 1947, in Iraq, durante scavi che riportarono alla luce antichi tracce di insediamenti che andavano dai resti della civiltà babilonese ed assira, a quelli molto più remoti di un’antica civiltà primitiva, risalente ad un periodo compreso tra il 6000-7000 a.C., per finire a tracce di culture del Magdeliano, cioè circa 16000 anni fa, ebbene, venne riportato alla luce un piano di cristallo fuso, simile a quello che venne a crearsi nel deserto del New Mexico, dopo l’esplosione che diede inizio alla nostra era atomica!

Sempre in India, l’ antica, e misteriosa, città di Mohenjo-Daro, vero modello urbanistico per l’epoca, presenta alcune anomalie molto strane: la sua stessa distruzione fù improvvisa e, dal ritrovamento di alcuni oggetti vetrificati, pare che sia stata sottoposta ad un’ondata di calore pari a 1500° centigradi ed ad un subitaneo raffreddamento: proprio gli effetti che avrebbe una bomba atomica fatta scoppiare al suolo. Naturalmente è superfluo affermare che nessun incendio potrebbe mai creare tale ondata di calore.

I pochi scheletri ritrovati fanno pensare che la città fosse stata abbandonata poco prima della distruzione; inoltre, tali scheletri, ben lungi dall’essere contrassegnati da ferita di arma bianca, sono altresì estremamente radioattivi!
[SM=x44497]

Le antiche tradizioni di questi posti narrano che divinità adirate con gli abitanti di queste città, discesero dal cielo con i loro mezzi volanti e con armi terribili portarono morte e distruzione, in una similitudine narrativa che ci riporta al mito biblico di Sodoma e Gomorra.

texdionis
00domenica 20 marzo 2005 14:11
Naturalmente, bisogna pur ammettere che una civiltà e un popolo, come quello di Mohenjo-Daro, seppur mirabilmente organizzati ed in grado di costruire una perfetta metropoli, con un impiantistica urbana notevole per l’epoca, ma comunque risalente a circa il 2500 a.C., difficilmente potrebbe essere stata una civiltà con conoscenze tali da manipolare l’energia atomica; infatti non si capirebbe come abbia potuto scomparire senza lasciare minima traccia della suo livello tecnologico.Alla nostra civiltà, seppur giungesse ad una catastrofe simile, probabilmente non basterebbero sicuramente 4000 anni per smaltire almeno i nostri rifiuti, sotto forma di opere cementizie e metallurgiche. E allora? E’ ipotizzabile l’intervento di esseri venuti dallo spazio, con una tecnologia avanzatissima, e che avrebbero solcato i cieli, non solo dell’India, nei tempi remoti e avrebbero ingaggiato tra loro o contro i primitivi umani epiche battaglie, che in seguito sarebbero confluite in quel grande calderone che sono l’insieme dei miti umani, mai troppo valorizzati e sempre più che sufficientemente sottostimati?

Ancora una volta ci troviamo davanti ad un enigma che affiora dal nostro nebuloso passato.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a prove concrete di un passato, abiurate dal dogma scientifico, che forse non è stato proprio come lo abbiamo "immaginato"

Ancora una volta forse ci troviamo di fronte all’intervento non tanto divino, ma di esseri provenienti da altri mondi, che hanno in passato visitato il nostro mondo, hanno giocato con noi come il gatto con il topo, ci hanno manipolato geneticamente, stupito con le loro tecnologie, persino puniti, proprio come farebbero delle divinità mitologiche.

Mappe cartografiche, fantastiche costruzioni, scheletri ed oggetti inclassificabili nei normali canoni storici, miti e leggende su creazioni e distruzioni, ed ora manuali di tecnologia dall’antica India: cosa manca più al completamento del puzzle della nostra storia?

Forse solo la presentazione ufficiale degli alieni.

Forse solo la rivisitazione corretta e senza paura della nostra storia da parte di studiosi che cercano disperatamente di tappare falle in una barca, la loro dottrina, che va sempre più a fondo.

Oppure la nostra sola presa di coscienza che tutto è ciclico, che tutto si rinnova e si distrugge, e che da meri presuntuosi porci al centro di un universo che non conosciamo appieno, pensando di poter sapere quello che è successo sul nostro pianeta nei milioni di anni da quando si è formato.

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com