"La Sindone appartiene allo Stato italiano"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Arjuna
00martedì 26 maggio 2009 17:57
La superperizia: i Savoia non potevano donarla al Vaticano

GIACOMO GALEAZZI
torino

L’atto di donazione di Umberto di Savoia al Papa è giuridicamente nullo. La Sacra Sindone appartiene ancora allo Stato Italiano». Al termine di perizie e studi approfonditi il professor Francesco Margiotta Broglia, tra i padri della revisione del Concordato del 1984 e massimo studioso dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia, nega validità alla cessione della più celebre icona mondiale al Vaticano. «In base al terzo comma della tredicesima disposizione transitoria, i beni esistenti nel territorio nazionale degli ex re di casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi sono avocati allo Stato - spiega Margiotta Broglio -. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946 sono nulli. Ed è appunto il caso di quello che molti considerano il lenzuolo funerario di Cristo».

Secondo la versione corrente, invece, Il Papa è il proprietario della Sindone avendola ricevuta in dono dai Savoia per espresso desiderio testamentario dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, morto nel 1983. Per tradizione i Savoia consideravano la Sindone il «palladio» della loro casata, segno tangibile del favore di Dio, dell’origine divina di ogni potere temporale e in occasione delle ricorrenze religiose o di famiglia spesso veniva esposta in modo che tutti la potessero vedere. Perfino Pio VII approfittò di una di queste ostensioni pubbliche per rivederla. L'ultima ostensione concessa dai Savoia in occasione di feste di famiglia avvenne nel 1931, (matrimonio tra Umberto e Maria José), la prima Ostensione televisiva fu quella del 1973. Poi il dono, disposto da Umberto, della reliquia al Papa.

Le prime testimonianze documentarie relative alla Sindone di Torino risalgono alla metà del XIV secolo, quando Geoffroy de Charny, generale francese, depose il Lenzuolo nella chiesa da lui fondata nel 1353 nel suo feudo di Lirey nello Champagne. Nella prima metà del ‘400, nel pieno della guerra dei Cento anni, Marguerite de Charny ritirò la Sindone dalla chiesa di Lirey (1418) e la condusse con sé nel suo peregrinare attraverso l’Europa. Trovò accoglienza alla corte dei duchi di Savoia, perciò nel 1453 avvenne il trasferimento della Sindone ai Savoia, attraverso una serie di atti giuridici intercorsi tra il duca Ludovico e Marguerite. A partire dal 1471, Amedeo IX il Beato, figlio di Ludovico, incominciò ad abbellire ed ingrandire la cappella del castello di Chambéry, capitale del Ducato, in previsione di una futura sistemazione della Sindone. Dopo una iniziale collocazione nella chiesa dei francescani, la Sindone venne definitivamente riposta nella «Sainte-Chapelle du Saint-Suaire».

In questo contesto i Savoia richiesero ed ottennero nel 1502 dal Papa il riconoscimento di una festa liturgica particolare per la quale fu scelto il 4 maggio. Il 4 dicembre 1532, un incendio devastò la «Sainte-Chapelle» e causò al sacro lenzuolo gravi danni che saranno riparati nel 1534 dalle Clarisse della città. Emanuele Filiberto trasferì definitivamente la Sindone a Torino il 14 settembre 1578. Il Lenzuolo giunse in città il 14 settembre 1578 tra le salve dei cannoni, in un’atmosfera di grande solennità. La Sindone restò, da quel momento, definitivamente a Torino dove, nei secoli seguenti, fu oggetto di numerose ostensioni pubbliche o private. «Divenuta l’Italia una Repubblica, dal 2 giugno 1946 ogni passaggio dai Savoia ad altri soggetti non ha valore giuridico, quindi la Sindone resta dello Stato italiano», sostiene Margiotta Broglio.

Fonte la stampa
Etrusco
00martedì 26 maggio 2009 18:31
Ma uno stato laico cosa se ne dovrebbe fare di un simile pezzo di stoffa
che tra l'altro diversi studiosi ne sostengono la non autenticità? °_O

Colonnello Kilgore
00mercoledì 27 maggio 2009 20:24
Re:
Etrusco, 26/05/2009 18.31:

Ma uno stato laico cosa se ne dovrebbe fare di un simile pezzo di stoffa
che tra l'altro diversi studiosi ne sostengono la non autenticità? °_O




..turisti.. Quindi...
Etrusco
00mercoledì 27 maggio 2009 22:32
Si potrebbe anche tagliare la stoffa
e dividersela metà ciascuno...
orckrist
00venerdì 29 maggio 2009 11:03
Re:
Etrusco, 26/05/2009 18.31:

Ma uno stato laico cosa se ne dovrebbe fare di un simile pezzo di stoffa
che tra l'altro diversi studiosi ne sostengono la non autenticità? °_O






E' semplicemente un simbolo e l'uomo ha (e avrà) sempre bisogno di simboli.

Tralasciando il fatto che uno stato laico(almeno nel senso che intendi tu) non esiste.



Etrusco
00venerdì 29 maggio 2009 13:22
Re: Re:
orckrist, 29/05/2009 11.03:





E' semplicemente un simbolo e l'uomo ha (e avrà) sempre bisogno di simboli.

Tralasciando il fatto che uno stato laico(almeno nel senso che intendi tu) non esiste.







e pensi che i tempi non sono ancora maturi (o decadenti) a tal punto da far il grande salto
e sostituire i feticci religiosi con altri di ben altra natura
(tipo il galiardetto della squadra di calcio)?

[SM=x44452]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:43.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com