"Varoufakis va tolto di mezzo il prima possibile ad ogni costo, proprio come si fece con Berlusconi nel novembre 2011" - BCE contro il governo Tsipras

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Robert - W la... foiga!
00sabato 2 maggio 2015 23:50
Eppure il duo greco Tsipras-Varoufakis mai ha avuto a che fare con Dell'Utri, Mangano, Bontrade, Previti, Squillante, Noemi, D'Addario, Ruby, Renzi...

Default e “piano umanitario” europeo: il “piano B” di Germania e BCE per salvare la Grecia - Il piano: un esecutivo tecnico “alla Monti” per gestire un fallimento pilotato (Articolo de La Stampa del 30 aprile 2015 di Tonia Mastrobuoni, inviata a Berlino de La Stampa)

Nella foto, Il ministro delle Finanze greco Varoufakis (a destra) con la moglie Danae Stratou (a sinistra).


Mentre da Atene trapelano notizie sull’accelerazione impressa dal governo alla formulazione del piano di riforme, tra Berlino e Francoforte si intensificano i ragionamenti a voce alta sui «piani B». Una delle ipotesi cui si sta lavorando è un default senza uscita dall’euro, con l’introduzione di una sorta di mini assegni ad uso interno, combinato con «piano umanitario», un programma di emergenza della Ue, che scongiurerebbe un prevedibile collasso delle banche e garantirebbe aiuti per la popolazione. Ma che presupporrebbe un cambio di governo o, addirittura, un esecutivo tecnocratico.

Le incognite legate a questo piano sono pesantissime, anzitutto quelle politiche, tanto che non si può escludere che Tsipras preferisca piuttosto tornare alla dracma che farsi commissariare o spodestare. Tuttavia, la cosa inquietante è che neanche questo preoccupa più molti politici e banchieri centrali: «Siamo tutti consapevoli - racconta una fonte autorevole tedesca - che si tratta di un Paese importante, anche dal punto di vista geopolitico. Ma deve passare il concetto che per far parte dell’euro ci sono delle regole che devono essere rispettate. Soprattutto: se dopo questo estenuante muro contro muro, la Grecia esce dall’euro, molti pensano che le cose potrebbero andare meglio».

Un pensiero agghiacciante, ormai discusso apertamente, persino stringendosi nelle spalle sul fatto che l’euro non sarebbe più «irreversibile» e si tornerebbe a un sistema monetario, di cui l’Italia ha un triste ricordo perché ne fu temporaneamente buttata fuori, quasi un quarto di secolo fa. D’altra parte, è lapalissiano che arrivati a questo punto, nelle «war room» della Bce e dei ministeri delle Finanze, si discuta apertamente dello scenario peggiore. Alcuni ministri delle Finanze hanno chiesto già all’ultimo Eurogruppo, che si discuta un «piano B». E Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, lo ha evocato: «Se uno Stato membro dell’unione monetaria decide di non rispettare i propri impegni e smette di pagare i creditori, un default disordinato è inevitabile», ha avvertito, in un’intervista a Focus. Del resto, la scadenza che terrorizza l’Eurozona, quella del prossimo rimborso al Fmi, che Atene dovrà onorare entro il 12 maggio, si avvicina a grandi passi. E nelle mani dei governi europei, dopo tre mesi, non è ancora arrivato neanche uno straccio di proposta.

Per il clima che si respira negli uffici di Wolfgang Schaeuble, peraltro, sarà molto difficile che il governo tedesco si accontenti ormai di piani parziali, di bozze di programmi, che la Grecia, stando a indiscrezioni, ha presentato ieri e continuerà a discutere al livello più tecnico oggi tra Bruxelles e Atene. Varoufakis, peraltro, ha smentito di essere stato commissariato dal suo premier: in un’intervista su Zeit online, ha dichiarato «sono sempre io che decido e negozio, con l’Eurozona».

Certo, la posizione di Angela Merkel è meno dura, ma ci sono ormai molti Paesi anche più intransigenti di Schaeuble; all’ultimo Eurogruppo, il presidente Dijsselbloem ha dichiarato dunque che ormai serve un’agenda «completa» perché la trattativa di sblocchi. I «falchi» stanno rispondendo alle provocazioni dei greci con un «chicken game» altrettanto duro. L’elaborazione di scenari catastrofici sembra anche una risposta alla sfida di Atene a buttarsi per ultimi dall’auto, nella folle corsa verso il burrone.

LA STAMPA - 30 APRILE 2015 | ARTICOLO DI TONIA MASTROBUONI - INVIATA A BERLINO | COMMENTI? FATELI!
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