A Baku, dove brilla l’oro nero

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killing zoe
00domenica 14 ottobre 2012 16:33
A Baku le mura delle città vecchia racchiudono l'Oriente come in un ghetto. Nel suo dedalo di vicoli si concentrano moschee, minareti, hammam, caravanserragli, fontane, case con verande in legno, il Palazzo degli Shirvan Shah adibito a museo, favolosi negozi di sete e tappeti, botteghe del tè dove gli uomini giocano a scacchi e a backgammon fumando il narghilè. Ma Ilchari-Shahar è solo un quartiere, la memoria medievale di una città che la leggenda vuole fondata da Alessandro Magno. Perché la vecchia di Baku è assediata dalla modernità, dai favolosi grattacieli costruiti con i soldi facili del petrolio e del gas naturale di cui abbondano la terra e il mare (Caspio) dell'Azerbaijan. Il Paese caucasico, che lo stereotipo ha sempre descritto come la cerniera tra l'Europa e l'Asia, oggi appare più che mai occidentale con le sue ragazze in minigonna, la birra e la vodka bevute per strada, le boutique di tutti gli stilisti italiani e francesi nell'affollata zona pedonale, le stazioni della metropolitana coperte da avveniristiche strutture in cristallo, gli innamorati che si baciano sulla promenade del lungomare, i centri commerciali zeppi di merci importate dall'Europa e la selva di Porsche, Mercedes e Bmw che alimentano il traffico cittadino.

Baku affonda le radici nel gas e nel petrolio. Il Tempio del Fuoco di Suraxani è un antico luogo di culto zoroastriano, costruito dove le rocce sputavano generose lingue fuoco. Nulla ci poteva essere luogo più sacro per i seguaci Zathustra, adoratori di fuoco, acqua, aria e terra. Oggi il giacimento di gas sotto il tempio si è esaurito e il fuoco che brucia nella torre centrale è alimentato da una tubatura che porta il metano di uso domestico. Si trova ai margini della metropoli tra una selva di pozzi petroliferi. Fu l'avventura del petrolio, estratto qui a fine Ottocento da una pattuglia di industriali europei, a trasformare il volto della città. Robert Nobel (il fratello di Alfred, l'inventore della dinamite a cui si deve il famoso premio) e gli altri imprenditori divennero ricchissimi e con il denaro guadagnato dallo sfruttamento dell'oro nero costruirono i favolosi palazzi del centro di Baku. Un caleidoscopio architettonico dove l'art nouveau mostrò il suo lato più eclettico con edifici neogotici, neomoreschi, neorinascimentali. Stili che si mescolavano a costruzioni ottomane, persiane, barocche e neopalladiane. E più tardi al caleidoscopio architettonico si aggiunse l'imponenza neoclassica del Soviet Empire. Ma oggi è l'architettura contemporanea a dominare l'orizzonte di Baku. Le Flames Towers, i tre grattacieli di cristallo alti 190 metri che, davanti alla Moschea Turca e al viale dei Martiri, dominano l'orizzonte della città vecchia e la notte sono illuminati da giochi di fiamme. Il sinuoso edificio bianco della Fondazione Heydak Aliev (l'ex presidente), opera dell'architetto turco Zaha Hadid. La Crystal Hall sulla punta sud della baia che lo scorso maggio ospitò Eurovision. Lo Yacht Club dove sono ancorate barche principesche. Il Jumerah Beach Hotel, costruito su una spiaggia vicino all'aeroporto dall'omonima società di Dubai: quella del Burj al Arab. E gli altri otto alberghi a cinque stelle che svettano con cemento, acciaio e cristallo sulla città.
Città ricchissima il giorno e soprattutto la notte quando, grazie all'energia a basso costo (la benzina viaggia a 55 centesimi al litro) tutti gli edifici di pregio, indipendentemente dallo stile, sono illuminati. Così come le autostrade che portano fuori città, arterie che dopo qualche decina di chilometro finiscono in sgangherate stradine di campagna attraversate da greggi, mucche e cammelli. E le auto di lusso lasciano il posto ad ammaccate Lada (la 124 prodotta in Unione Sovietica). Perché non tutto l'Azerbaijan luccica e se Baku è ricca come l'America, il resto del Paese è dimesso come l'Asia Centrale. Informazioni utili. Turkish Airlines (www.turkishairlines.com) collega Torino, Genova, Milano, Bologna, Roma e Napoli a Baku, via Istanbul, con il migliore servizio di bordo offerto nei voli inter-europei. Per entrare il Azerbaijan serve il visto rilasciato dall'Ambasciata di Roma (www.azembassy.it). Informazioni a www.tourism.az.



di MARCO MORETTI
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