A caccia dei segreti (persi) del piccione Aveva i dispacci dello sbarco in Normandia

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killing zoe
00venerdì 2 novembre 2012 19:37
Portava con sé i dispacci delle forze alleate. Messaggi criptati. Codici alfanumerici spediti al di là della Manica. Ma il piccione non ha mai fatto ritorno alla base, perdendo così informazioni rilevanti proprio il giorno dello sbarco in Normandia. Il 6 giugno 1944 gli Alleati decisero l'invasione della costa settentrionale della Francia allora sotto il giogo nazista. Scelta che si rivelò vincente, tale da cambiare completamente l'inerzia della seconda guerra mondiale, provocando la lenta ritirata tedesca fino alla sconfitta totale.

IL RITROVAMENTO - Ora 70 anni dopo lo scheletro di quel piccione è stato ritrovato in un camino, ma i suoi segreti - conservati in una capsula rossa attaccato al suo corpo - non sono stati ancora decifrati. E la notizia ha incuriosito, tanto che alcuni dei principali quotidiani britannici, dal Times al Daily Telegraph, ma anche il New York Times dall'altra parte dell'Atlantico, se ne sono occupati. Sul foglietto una serie impressionante di codici, ora dimenticati dai servizi di sicurezza inglesi. Ma il dipartimento governativo di Cheltenham sta provando a decifrare i segreti che il piccione portava con sé. L'associazione (reale) dei piccioni viaggiatori - in Gran Bretagna esiste ed è molto attiva - ritiene che l'uccello si sia perso durante il viaggio, disorientato dal brutto tempo, o semplicemente esausto per il tragitto percorso nella Manica. I suoi resti però sono stati scoperti da un tale David Martin, che stava accendendo il fuoco dentro la sua casa a Bletchingley.

L'IPOTESI - Secondo gli esperti il piccione doveva informare i Generali alleati sull'esito delle operazioni di guerra in Normandia. Ora però è un mistero capire il contenuto degli scritti. E soprattutto comprendere come si sia trovato 70 anni dopo a 80 miglia da dove doveva essere, cioè a Bletchley Park. Il messaggio - raccontano i resoconti di guerra - fu spedito alle 16.45 del 6 giugno e conteneva 27 codici, ognuno dei quali composto da quattro cinque lettere o numeri. Ora il tentativo di decriptarli dando forma a contenuto al giorno più importante della seconda guerra mondiale.



Redazione online
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killing zoe
00mercoledì 26 dicembre 2012 09:11
Il messaggio segreto del piccione viaggiatore «Truppe, carri armati, artiglieria...»
Per settimane esperti e servizi segreti inglesi hanno provato in tutti i modi a decifrare un misterioso messaggio in codice trovato in Inghilterra sul corpo di un piccione viaggiatore della Seconda Guerra Mondiale. Mentre altri ricercatori avevano già alzato bandiera bianca, uno storico sarebbe riuscito adesso a risolvere l’enigma. Cosa si nasconde dietro quelle lettere? «Truppe, carri armati, artiglieria, ingegneri, qui».

IL MISTERO - La storia del «piccione col messaggio segreto» risale a quattro settimane fa. Nel corso dei lavori di ristrutturazione della sua casa a Bletchingley, nel Surrey (sudest dell’Inghilterra), il 74enne britannico David Martin aveva fatto un’incredibile scoperta: nel camino aveva infatti trovato lo scheletro di un piccione viaggiatore risalente all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Legato a una zampa dell’animale c’era un cilindro rosso dentro al quale era custodito un foglietto con un messaggio in codice. Era composto da quattro colonne e sei righe di gruppi di cinque lettere. Il contenuto? Un arcano. Gli storici del dipartimento per le comunicazioni dell’intelligence britannica (il Government Communications Headquarters) si sono arresi dopo pochi giorni spiegando che il codice non poteva essere tradotto poiché i volumi che contenevano le chiavi di decrittazione erano stati distrutti alla fine del conflitto mondiale.

LA SOLUZIONE - Martin, però, era convinto che quel rebus poteva essere risolto. E aveva ragione. Uno storico britannico si è applicato giorno e notte a questo enigma e, come riferisce il Daily Mail, ora ha fornito parte della soluzione. Il messaggio sarebbe stato spedito da un soldato di 27 anni: in Normandia, il sergente inglese stava infatti tenendo sotto controllo le truppe e i carri armati tedeschi e spiava possibili obbiettivi d’attacco. Nel breve dispaccio descrive i tedeschi come «Jerrys», un nomignolo assai noto durante il Secondo conflitto mondiale. E poi: «Truppe, carri armati, artiglieria, ingegneri, qui. Contromisure contro i carri armati non funzionano».

IL GIORNO DELL’ATTACCO - A scardinare quella combinazione complicata è stato l’esperto Gord Young grazie a un vecchio manuale della Royal Artillery, l’Artiglieria campale. Quel manuale era stato custodito da un veterano della Seconda Guerra Mondiale, parente di Young. Lo storico lavora al Lakefield Heritage Research, in Ontario (Canada). Ma cosa si nasconde effettivamente nel messaggio trasportato dal piccione? Secondo Young, il foglietto è la conferma che il paracadutista William Stott si era spinto oltre le linee nemiche. Il soldato doveva di conseguenza aiutare gli strateghi militari a guidare l’attacco degli alleati nel cosidetto D-Day dell’estate del 1944.

I CODICI - «Siamo riusciuti a decifrare gran parte della comunicazione che solo in apparenza risultava incomprensibile», ha detto lo storico. Ciononostante, non tutto è stato tradotto. Il messaggio scritto a mano si compone di 27 gruppi di parole, ciascuna di cinque lettere: «AOAKN»; «HVPKD»; «FNFJW»; «FNFJW» e così via. Il piccione viaggiatore era uno dei circa 250 mila animali consegnati dagli allevatori durante la Seconda Guerra Mondiale, avevano riferito i servizi segreti britannici.



di Elmar Burchia
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