A tavola con i pesticidi

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Peppinox
00sabato 28 maggio 2005 13:36

metà della frutta che mangiamo è contaminata


Altro che mela avvelenata. Se la favola fosse scritta oggi, Biancaneve dalla strega riceverebbe un bel grappolo d'uva. Nulla infatti tra la frutta e la verdura che arriva sulla nostra tavola è inquinato come gli acini, bianchi o rossi che siano. A svelarlo, insieme ad altri dati decisamente allarmanti, è l'inchiesta annuale sui pesticidi presenti nei prodotti ortofrutticoli condotta da Legambiente in collaborazione con il Movimento di difesa del cittadino.

"Metà della frutta commercializzata in Italia è contaminata da uno o più residui di pesticidi, il 2,2% è addirittura fuorilegge", ha spiegato il direttore dell'associazione ambientalista Francesco Ferrante illustrando i risultati dello studio nell'ambito delle iniziative collegata alla manifestazione Park Life in corso a Roma.

La distinzione tra "semplice" contaminazione e illegalità è fondamentale, ma non sposta di molto il grado di preoccupazione. "Bisogna precisare - ha ricordato Ferrante - che i valori di legge sono comunque delle convenzioni e che la normativa italiana, essendo decisamente antiquata, non prende in esame il fondamentale aspetto del possibile effetto sinergico dovuto alla presenza 'lecita' di molecole di diversi pesticidi".

"Per le verdure invece - ha proseguito il direttore di Legambiente - la situazione è leggermente migliore: il 22,7% presenta tracce di pesticidi, l'1,2% ha concentrazioni assai pericolose. Anche i prodotti derivati (olio, pasta, vino, miele, ecc.) presentano tracce di molecole chimiche utilizzate in agricoltura nel 13,7% dei casi. Cala però il numero totale dei campioni fuorilegge: era pari al 2% nel 2004 e scende all'1,4%".

Il dossier non è il risultato di analisi fatte in proprio, ma si limita ad aggregare ed elaborare dati ufficiali raccolti da strutture pubbliche come le Asl e le agenzie regionali per l'ambiente, anche se non tutte le autorità preposte a questo tipo di vigilanza effettuano un numero di controlli sufficiente e qualcuno - come la regione Molise - ha persino deciso di farne a meno.

Complessivamente i campionamenti presi in esame sono stati 3.601 per la frutta e 3.478 per la verdura, prodotti coltivati in Italia ma anche merce di importazione arrivata nei nostri negozi e nei nostri mercati dall'estero. Anzi, una lettura approfondita dei dati sembra porre sul banco degli imputati i prodotti di importazione molto più che non quelli delle campagne italiane.

La maglia nera della contaminazione spetta, come detto, all'uva, l'alimento che ha collezionato più di ogni altro valori fuori norma. In un campione analizzato in Piemonte sono state scoperte addirittura otto sostanze chimiche pericolose per la salute riconducibili a prodotti utilizzati nei campi per difendere le colture da infestanti di vario genere. Ma i controlli effettuati nei laboratori hanno evidenziato valori allarmanti anche nel prezzemolo, nel sedano, nelle pere, nelle mele e negli agrumi.

Dalle insidie che minacciano la nostra tavola, hanno spiegato Francesco Ferrante e Antonio Longo del Movimento difesa del cittadino, è possibile difendersi sia sul piano politico che attraverso le scelte quotidiane compiute in qualità di consumatori. Da un lato è necessaria una riforma in grado di far emergere il valore dell'agricoltura italiana di qualità, attraverso una riduzione della forbice esistente attualmente tra prezzi di produzione e prezzi al dettaglio. Dall'altro lato occorre impegnarsi nell'osservanza di semplici accorgimenti come esigere l'etichettatura con la provenienza della merce e privilegiare i prodotti di stagione.

da [URL]www.repubblica.it[=URL]www.repubblica.it
Etrusco
00sabato 28 maggio 2005 23:27
Re:

Scritto da: Peppinox 28/05/2005 13.36
dati decisamente allarmanti, è l'inchiesta annuale sui pesticidi presenti nei prodotti ortofrutticoli condotta da Legambiente in collaborazione con il Movimento di difesa del cittadino.

........cut......
Anche i prodotti derivati (olio, pasta, vino, miele, ecc.) presentano tracce di molecole chimiche utilizzate in agricoltura nel 13,7% dei casi. Cala però il numero totale dei campioni fuorilegge: era pari al 2% nel 2004 e scende all'1,4%".

Il dossier non è il risultato di analisi fatte in proprio, ma si limita ad aggregare ed elaborare dati ufficiali raccolti da strutture pubbliche come le Asl e le agenzie regionali per l'ambiente, [SM=x44474]
anche se non tutte le autorità preposte a questo tipo di vigilanza effettuano un numero di controlli sufficiente e qualcuno - come la regione Molise - ha persino deciso di farne a meno.


da [URL]www.repubblica.it[=URL]www.repubblica.it



pochi mesi fa ero a cena con un agronomo di Arezzo
che è responsabile di un importante laboratorio di analisi:
mi ha confidato che in una famosa casa olearia toscana le analisi bocciarono l'olio proprio per la presenza consistente di sostanze tossiche derivate da pesticidi che tra l'altro sono proibiti in Europa...
forse quell'olio proveniva dall'Algeria o da altri paesi dove
in agricoltura non ci sono regole....

PS le analisi naturalmente furono ripetute in un laboratorio di Napoli e l'olio divenne miracolosamente perfetto [SM=x44491]


Lunga vita all'olio comprato direttamente dal contadino [SM=x44462]
Nikki72
00domenica 29 maggio 2005 09:23
Re: Re:


Scritto da: Etrusco 28/05/2005 23.27


pochi mesi fa ero a cena con un agronomo di Arezzo
che è responsabile di un importante laboratorio di analisi:
mi ha confidato che in una famosa casa olearia toscana le analisi bocciarono l'olio proprio per la presenza consistente di sostanze tossiche derivate da pesticidi che tra l'altro sono proibiti in Europa...
forse quell'olio proveniva dall'Algeria o da altri paesi dove
in agricoltura non ci sono regole....

PS le analisi naturalmente furono ripetute in un laboratorio di Napoli e l'olio divenne miracolosamente perfetto [SM=x44491]


Lunga vita all'olio comprato direttamente dal contadino [SM=x44462]





Pazzesco, per fortuna di solito non compro né olio né ortaggi e roba varia ma a volte "cedo" ai succhi di frutta industriali! Meglio non pensare a quello che c'è dentro! [SM=x44472]



Etrusco
00lunedì 30 maggio 2005 08:03
Re: Re: Re:

Scritto da: Nikki72 29/05/2005 9.23





Pazzesco, per fortuna di solito non compro né olio né ortaggi e roba varia ma a volte "cedo" ai succhi di frutta industriali! Meglio non pensare a quello che c'è dentro! [SM=x44472]




Sui succhi di frutta industriali non mi allarmerei più di tanto:
hai fatto mai caso alle etichette quando sugli ingredienti indicano vagamente altre sostanze naturali oltre alla polpa di frutta?
Molti anni fa osservando una fabbrica di succi di frutta si notavano entrare molti camion carichi di zucche! [SM=x44458]
Non so quanto c'azzecchi una zucca dentro il Zucco di frutta,
ma sicuramente meglio di pesticidi e tossine varie :fD:
Peppinox
00venerdì 3 giugno 2005 18:22
La mappa delle contaminazioni

Arriva su internet la mappa delle contaminazioni da Ogm. Il progetto del primo registro mondiale della contaminazione da prodotti geneticamente modificati è stato lanciato da Greenpeace e dalla britannica GeneWatch. Sul sito GmContaminationRegister risultato della collaborazione tra le due organizzazioni no profit, si possono conoscere i dettagli di tutti i casi noti di contaminazione da Ogm di cibo, mangimi, semi e piante selvatiche nel mondo.

"Nessun governo o agenzia internazionale" sottolinea Federica Ferrario, della campagna Ogm di Greenpeace "ha creato un registro pubblico degli incidenti o degli altri problemi associati alle colture Ogm. Non si può chiudere un occhio quando si ha a che fare con il biotech che implica un rilascio incontrollato di organismi viventi nell'ambiente".

"Dalla loro introduzione nel 1996, gli Ogm" secondo quanto riferito da Greenpeace "hanno causato 62 incidenti legati alla contaminazione da Ogm illegali o senza etichettatura, in 27 Paesi di cinque continenti. E questi sono solo gli incidenti di cui si è venuti a conoscenza".

"Lanciamo oggi questo registro mentre i governi si incontrano a Montreal per decidere sul regime di responsabilità internazionale per le colture Ogm. Se non si prendono delle misure concrete in questo senso, gli Ogm saranno completamente fuori controllo", afferma Ferrario.

Greenpeace rende noti i dati contenuti nel sito: scorrendo il registro, rivela l'associazione, si scopre che il maggior numero di casi di contaminazione da Ogm si è registrato negli Stati Uniti (11 incidenti). La contaminazione da mais "Starlink" si è verificata in sette Paesi: Stati Uniti, Canada, Egitto, Bolivia, Nicaragua, Giappone e Corea del Sud.

Il rilascio illegale di Ogm nell'ambiente o nella catena alimentare, prosegue Greenpeace, è avvenuto in India (cotone), Brasile (cotone e soia), Cina (riso), Croazia (mais), Germania (papaia) e Thailandia (cotone e papaia). Sei casi di effetti collaterali negativi in agricoltura sono stati riportati, inclusa la diffusione di erbe infestanti resistenti agli erbicidi.

da [URL]www.repubblica.it[=URL]www.repubblica.it

Mais in Croazia...alla faccia![SM=x44492]
Etrusco
00venerdì 3 giugno 2005 19:00
Re: La mappa delle contaminazioni

Scritto da: Peppinox 03/06/2005 18.22
Il rilascio illegale di Ogm nell'ambiente o nella catena alimentare, prosegue Greenpeace, è avvenuto in India (cotone), Brasile (cotone e soia), Cina (riso), Croazia (mais), Germania (papaia) e Thailandia (cotone e papaia). Sei casi di effetti collaterali negativi in agricoltura sono stati riportati, inclusa la diffusione di erbe infestanti resistenti agli erbicidi.

da [URL]www.repubblica.it[=URL]www.repubblica.it

Mais in Croazia...alla faccia![SM=x44492]



Accidenti! [SM=x44497]
Se il mais OGM è arrivato fino in Croazia allora non solo eviterò di comprarlo, ma dovrò buttar via tutte le scorte accumulate in dispensa [SM=x44471]

Tanto si sa quanto siano blandi i controlli alle frontiere
quando ci sono di mezzo gli interessi economici..... [SM=x44492]
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