Addio a Ricky Bruch, l' ex lanciatore svedese che una volta soffiò la parte a Bud Spencer

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binariomorto
00giovedì 2 giugno 2011 22:14
Addio a Bruch, discobolo-attore
Soffiò una parte a Bud Spencer

Si è spento a 64 anni l'ex lanciatore svedese, noto per i suoi atteggiamenti sopra le righe e la carriera nel cinema. Sostituì Carlo Pedersoli nel film "Anche gli angeli tirano di destro"

MILANO, 1 giugno 2011 - Indimenticabile, folle Ricky Bruch. La notizia della morte dell’ex primatista mondiale del disco, avvenuta martedì a 64 anni per le conseguenze di un tumore al fegato, non è di quelle che passa inosservata per chi ha seguito l’atletica (non solo) negli anni 70. Dal punto di vista atletico Bruch, nonostante il primato del mondo eguagliato del disco con 68.40 nel 1972, non fu un vincente: il massimo traguardo lo raggiunse con il bronzo all’Olimpiade di Monaco ’72, a cui abbinò un argento e un bronzo europeo. Lui che era stato il numero uno del disco per diverse stagioni negli anni 70, ebbe la forza di tornare nell’84 a 38 anni (tantissimi per l’epoca) stabilendo a Malmoe in novembre con 71.26 quella che è ancora oggi l’ottava prestazione mondiale e il record svedese del disco. Salvo confessare a fine carriera di aver fatto largo uso di sostanze dopanti.


PERSONAGGIO — Ma la sua vita spericolata lo rese spesso protagonista anche fuori dal campo. Lui stesso si rivisitò con la biografia Gladiators Kamp pubblicata nel ’90 (preceduta da un’antologia delle sue poesie). Qualcuno di noi lo ricorderà anche in veste d’attore, attività in cui si era distinto in patria: nel 1974 fu lanciato da E.B. Clucher come alternativa a Bud Spencer nel film “Anche gli angeli tirano di destro”, in coppia con Giuliano Gemma, che era in realtà il sequel di “Anche gli altri mangiano fagioli” dove Bruch aveva interpretato la parte di Padre Rocky in sostituzione proprio di Bud Spencer. Ricky era diventato un protagonista soprattutto in patria, distinguendosi prima con le dispute e le pubbliche arrabbiature, poi come controverso commentatore televisivo, incline a perdere le staffe e anche a cambiare idea. L’elenco delle sue malefatte pubbliche e private sarebbe lungo, ma noi che lo abbiamo visto tante volte gareggiare in Italia preferiamo ricordarlo con barba e abbondante capigliatura incolta, mentre lanciava il disco con urla disperate.

Fausto Narducci

Fonte: gazzetta
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