Ah, vituperata riforma quanto bene ci hai fatto

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paperino73
00mercoledì 12 aprile 2006 15:04
Il fondato sospetto che la legge elettorale abbia aiutato l'Unione

Il leader della Lega nord, Umberto Bossi, commentando l'esito delle elezioni politiche ha sostenuto che, se non si fosse riformata la legge elettorale, il centrodestra avrebbe ottenuto una solida maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Se le cose stessero così, peraltro, questa non sarebbe che l'ennesima riprova della regola non scritta secondo la quale chi cerca di farsi regole elettorali su misura, di solito ne finisce danneggiato. Il fenomeno, catalogato dagli addetti ai lavori come "eterogenesi dei fini", trova svariate conferme. Persino Alcide De Gasperi, quando decise di affrontare le elezioni del 1953 con una nuova legge che attribuiva un premio di maggioranza alla coalizione di partiti apparentati che avessero ottenuto il 50 per cento dei voti più uno, ne uscì sconfitto. La propaganda avversaria, denunciando, da destra e da sinistra, quel provvedimento come una "legge truffa", riuscì a impedire che scattasse il premio di maggioranza per pochissimi voti.
D'altra parte, anche la legge vigente prima dell'ultima riforma, il bizzarro sistema per tre quarti maggioritario uninominale e per un quarto proporzionale, fu ideata da Sergio Mattarella, ed ebbe il duplice effetto di far scomparire la Dc di Mino Martinazzoli e di consentire a Silvio Berlusconi di vincere le elezioni del 1994. Tra i partiti che si avvantaggiarono di quel sistema, Lega e Msi (in via di trasformazione in Alleanza nazionale) votarono contro la sua approvazione, mentre Forza Italia non esisteva neppure.
Se le recriminazioni di Bossi, per una riforma decisa dal governo che appoggiava, appaiono quindi tardive, le lamentele del centrosinistra per una legge che in realtà gli ha permesso di vincere, seppure di strettissima misura, appaiono alquanto precipitose, se non addirittura immotivate, come temo risulterà da un'analisi spassionata.
Ora in ogni caso tocca al centrosinistra - il quale ha messo nel suo programma la revoca della legge elettorale vigente - sfidare l'eterogenesi dei fini. Fausto Bertinotti, per esempio, ha sostenuto che, se si deve scegliere tra il modello francese e quello tedesco, il suo partito sarebbe favorevole a quest'ultimo, che consiste, in sostanza, in un proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Tale meccanismo permetterebbe a Rifondazione di sbarazzarsi della concorrenza delle varie formazioni minori dell'Unione, Comunisti Italiani, Verdi, Rosa nel pugno, Italia dei valori e Udeur, nessuna delle quali raggiunge la soglia di sbarramento, ma se fosse stata applicata alle elezioni attuali avrebbe dato una maggioranza nettissima al centrodestra.
Naturalmente bisogna anche tener conto che tutti i ragionamenti che applicano ai voti espressi con un sistema gli effetti che avrebbero con un altro (come quello svolto da Bossi) contengono un robusto margine di errore. Non si può assemblare a tavolino su candidati uninominali di coalizione la somma dei suffragi ottenuti dai singoli partiti coalizzati in quella circoscrizione. Infatti, il centrodestra ha sempre ottenuto per il candidato unitario meno voti della somma di quelli ottenuti nel proporzionale dalle singole forze. Così, per passare all'idea di Bertinotti, è probabile che, in presenza di uno sbarramento alto, i partiti minori si presenterebbero in liste comuni, per superarlo.
La complessità della materia elettorale, e il rischio costante che ogni riforma diventi controproducente per chi la propone, probabilmente, farà accantonare il problema fino alla vigilia delle elezioni successive, e questa è la ragione che ha quasi sempre portato a riformare i meccanismi di voto all'ultimo momento, con l'idea di scegliere quella più favorevole, idea che si rivela però molto spesso ingannevole

Sergio Soave
Arjuna
00mercoledì 12 aprile 2006 15:31
Quindi in pratica riformare la legge elettorale vuol dire auto-gufarsi? [SM=x44452]
ska77c
00mercoledì 12 aprile 2006 16:53
Io sapevo che l UDC ha voluto il proporzionale!!!
jackfalcineto
00mercoledì 12 aprile 2006 17:02
La questione è solo che, quando si è con differenze di voti così minimi, basta poco per cambiare la maggioranza, non credo si tratti di vero autogol della vecchia maggioranza.
O meglio autogol si, ma forse inaspettato, in quanto alla vigilia del voto nessuno si aspettava un testa a testa così serrato e per così pochi voti che il senato ha dovuto attendere l'esito del voto all'estero.
never169
00mercoledì 12 aprile 2006 17:06
Re:

Scritto da: jackfalcineto 12/04/2006 17.02
La questione è solo che, quando si è con differenze di voti così minimi, basta poco per cambiare la maggioranza, non credo si tratti di vero autogol della vecchia maggioranza.
O meglio autogol si, ma forse inaspettato, in quanto alla vigilia del voto nessuno si aspettava un testa a testa così serrato e per così pochi voti che il senato ha dovuto attendere l'esito del voto all'estero.



l'autogol consiste nel fatto che il Senato e' sempre stato un bacino di votanti per il centrosinistra, solo che stavolta e' stato il contrario e la CDL l'ha preso in der :|
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