Alchimia!

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Peppinox
00martedì 24 febbraio 2004 21:57
L’Alchimia è stata una cultura di antichissima formazione. Già si conoscono tracce del pensiero alchemico fin dalla età del ferro ed in particolare dalla antica cultura della Cina. L’Alchimia Cinese si fondò sulla base della alternanza di due principi complementari detti YANG-YIN - che generavano una unione di opposti YANG (Cielo - Sole - Maschio) (YIN -Terra- Luna -Femmina), capaci di realizzare tra di loro inversione di proprietà attive e passive generalmente simbolizzata da un cerchio in cui una doppia spirale a rotazione inversa genera un polo nero in un semi-campo bianco e viceversa un polo bianco nell’altro semi-campo nero.

Nella cultura Mediterranea venne considerato fondatore dell’Alchimia Ermete Trimegisto (nome che significa il Re tre volte Grande) una figura probabilmente immaginaria a cui furono attribuite numerose scritture; all’epoca dell’antico Egitto, Ermete fu spesso identificato con una divinità che possiede la conoscenza di tutte le arti e le scienze sacre e segrete della mummificazione dei corpi.

La parola Alchimia è pure incerta si ritiene infatti che la etimologia venga da Al ( = il in arabo), e Kimia (la terra del "Kamel" = il cammello, cioè l'odierno Egitto; oppure il suolo del "Kem-it", che significa "nero", e che quindi si riferisce all'aspetto scuro della terra fertile dell'Egitto, altri ritengono invece che Alchimia possa derivare dal vocabolo greco "chyma" (che significa : scioglimento -fusione).

Il simbolismo di ogni trasformazione alchemica fu concepito nell’ambito della idea che l’uomo, che è parte della natura, proponendosi il ruolo di ordinatore del tempo dello sviluppo naturale, potesse aiutare, la natura ad accelerare i tempi di evoluzione prestabiliti dagli influenze celesti. L’ "opus Alchemico" sintetizzato nella frase "pensa agendo ed agisci pensando", fu infatti considerato come "la levatrice delle trasformazioni vitali della natura" proprio in quanto gli alchimisti ermetici ritennero che qualora venisse scoperto il segreto, detto della "Pietra Filosofale" o principio di purificazione di tutte le qualità, ciò avrebbe permesso di "trasmutare" tutti i metalli in oro puro a partire dallo stato di materia imperfetta.

Infatti le sostanze che compongono l’universo vennero considerate, potenzialmente "oro", ma temporalmente esistenti in varie fasi della loro purificazione che, naturalmente senza l’intervento dell’Opus Alchemica, si sarebbe realizzata in tempi indefiniti.

La Pietra Filosofale è stata quindi considerata il mistero da scoprire, che di fatto è quello della intelligenza della natura, da assecondare per accelerare i ritmi temporali della trasmutazione verso la perfezione.

Si disse pertanto negli scritti Alchemici "nessun uomo all’interno di una barca può ostinarsi a svuotare il mare", volendo indicare come l’uomo armato di sola ragione è impotente di fronte al mistero occulto della purificazione alchemica, proprio in quanto il pensiero razionale non è in grado di cogliere l’essenza intelligente della propria natura ovvero della "Pietra Filosofale".

1/4

orckrist
00mercoledì 25 febbraio 2004 14:28
L'alchimia non è una conoscenza aperta a tutti, ma solo a pochi eletti che ad essa vengono avvicinati da un maestro; ogni maestro ha un solo ed unico allievo che viene scelto solo se meritevole ed intellettualmente preparato ad assorbirne gli insegnamenti.
Dopo un vero e proprio tirocinio l'allievo viene iniziato alla comprensione dei messaggi contenuti all'interno dei libri che formano il corpus alchemico; tali scritti infatti per essere interpretati e compresi hanno bisogno di una chiave di lettura, spesso infatti informazioni importanti o processi basilari sono nascosti in narrazioni di poco conto; un'ulteriore difficoltà risiede nel fatto che spesso le informazioni ricavate sembrano contraddirsi tra loro.
Risulta chiaro che l'insegnamento, l'apprendimento, la comprensione e l'applicazione dell'alchimia è un processo che coinvolge oltre al mondo materiale anche lo spirito dell'alchimista in modo che esso riesca a raggiungere nello stesso tempo l'essenza delle cose (pietra filosofale) e l'essenza di se stesso.
Peppinox
00sabato 28 febbraio 2004 17:33
L’intuizione Alchemica di base risiede in una prospettiva cosmologica globale che correla i metalli al cielo ed ai pianeti; pertanto ogni trasformazione, al di là delle apparenze, non è di natura caotica e casuale in quanto è favorita dagli influssi intelligenti ("energheja") del cielo sulla terra.
Pertanto nella tradizione della Alchimia Metallifera piombo, ferro, stagno, rame, mercurio, sono soggetti alla corruzione, mentre due, (argento, oro) sono incorruttibili, cioè rispettivamente meno e non soggetti al decadimento fisico prodotto dal tempo.
La maggiore o minore perfezione gli alchimisti ritennero che dipendesse dallo stato di maturità qualitativamente raggiunto. Solo l'oro sarebbe il risultato ultimo di una scala di perfezione che tutti i metalli potevano raggiungere in seguito a "trasmutazioni". Si pensò inizialmente che le "trasmutazioni" sarebbero state il risultato di un gran numero di trasformazioni progressive frutto del miglioramento cognitivo dell’ Opus Alchemica nonché dall’influsso benevolo degli astri nel cielo.

Nel "Libro dei sette capitoli", attribuito ad Ermete le fasi di ciascuna trasformazione sono descritte come fasi di transizione che vennero associate alle influenze del sole, della luna e dei cinque pianeti visibili ad occhio nudo.
La fase iniziale di ogni trasformazione venne considerata protetta da Mercurio (Argento vivo) che fu considerato il solvente per eccellenza.
Infatti si sapeva che il mercurio scioglie anche l’oro e l’argento formando con tali metalli delle amalgame liquide. Si ricorda che gli antichi artigiani alchimisti purificavano l’oro e l’argento sciogliendoli con mercurio dalla terra impura e poi con il fuoco allontanavano il mercurio estraendo oro ed argento puri, da impurità ed anche dalle leghe con altri metalli.
Proprio sulla base di tali procedimenti sperimentali già da vari secoli a.C. si conosceva che il Mercurio (principio passivo Femminile perché senza forma) scioglie lo zolfo giallo (considerato come principio maschile o fuoco solido), dando origine al cinabro (di colore rosso - detto sangue matriciale; Mercuro e Solfo si imparentavano nel così detto matrimonio Alchemico)

Alla fase iniziale di ogni trasformazione che serviva a dissolvere la sostanza allo stato embrionale in "materia prima", succedevano tre fasi dette di "espansione";la prima, protetta da Saturno, (pianeta correlato al Piombo), che veniva detta fase di "NIGREDO", cioè dello scioglimento o della macerazione apparentemente caotica; protegge la seconda fase (detta di "RUBEDO" per la temperatura del "calor rosso" raggiunta dai metalli riscaldati dal fuoco nel forno Alchemico), il pianeta Giove (associato allo Stagno);la terza fase detta "ALBEDO" corrisponde al massimo del calore e della lucentezza del metallo ed aveva la protezione della Luna (associata all’Argento). Poi succedevano altre tre fasi di "contrazione e raffreddamento", che furono considerate rispettivamente sotto la protezione di Venere (Rame), di Marte (Ferro) e infine del Sole (Oro e/o solfo).
Da questa teoria delle trasformazioni osservata sperimentalmente gli Alchimisti conclusero che la maggiore o minore perfezione della materia dipendeva dallo stato di maturità da essa raggiunto.
La alchimia fu pertanto considerata l'arte di distruggere i composti che la natura ha formato in modo imperfetto al fine di migliorare la loro natura purificandoli modificandone le proprietà temporanee al fine ultimo di raggiungere la perfezione assoluta.

È importante considerare alcuni elementi della saggezza Alchemica, che hanno condotto questo particolare atteggiamento mentale a sopravvivere, con più o meno elevata fortuna, in tutte le epoche nell’immaginario collettivo umano, traversando civiltà così profondamente diverse dell’oriente e dell’occidente.

2/4
Zalmoxis
00martedì 2 marzo 2004 09:24
Oh! Un tema a me familiare..


[SM=x44520] [SM=x44520] [SM=x44520]
Peppinox
00martedì 2 marzo 2004 16:16
Re: Oh! Un tema a me familiare..

Scritto da: Zalmoxis 02/03/2004 9.24


[SM=x44520] [SM=x44520] [SM=x44520]



Che aspetti a darti da fare allora!!![SM=x44498]

[SM=x44496] [SM=x44496] [SM=x44496]
Zalmoxis
00martedì 2 marzo 2004 21:16
Re: Re: Oh! Un tema a me familiare..

Scritto da: Peppinox 02/03/2004 16.16


Che aspetti a darti da fare allora!!![SM=x44498]

[SM=x44496] [SM=x44496] [SM=x44496]




Domattina provvederò..
Ora è tempo della nanna per me


[SM=x44514] [SM=x44514] [SM=x44514]
Zalmoxis
00mercoledì 3 marzo 2004 08:00


Questo sito ha tutto sull'alchimia...
Curiosità, fonti, immagini, forum, testi da scaricare, ecc.





Interessa qualcosa nello specifico? (Ammesso e non concesso che io la sappia)

[SM=x44473] [SM=x44450] [SM=x44473]



Peppinox
00mercoledì 3 marzo 2004 11:51
Re:

Scritto da: Zalmoxis 03/03/2004 8.00


Questo sito ha tutto sull'alchimia...
Curiosità, fonti, immagini, forum, testi da scaricare, ecc.





Interessa qualcosa nello specifico? (Ammesso e non concesso che io la sappia)

[SM=x44473] [SM=x44450] [SM=x44473]






Che aspetti a tradurre tutto!!!![SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]

Bellissimo sito...poi mi metto a leggere con calma![SM=x44462]
Zalmoxis
00giovedì 4 marzo 2004 01:30
Re: Re:

Scritto da: Peppinox 03/03/2004 11.51


Che aspetti a tradurre tutto!!!![SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]

Bellissimo sito...poi mi metto a leggere con calma![SM=x44462]





Link in italiano?
Mo' cerco..


orckrist
00giovedì 10 giugno 2004 12:43
Tra gli alchimisti illustri spicca la figura di Nicolas Flamel, (Pontoise 1330 - Parigi 1417) notaio di Parigi che secondo la tradizione riuscì a trasformare il mercurio in oro.
Flamel rappresenta il punto di contatto tra la tradizione alchemica nord-europea con il filone ebraico e quello islamico; la sua figura non può, tuttavia, essere separata da quella della moglie, Perrenelle, in quanto i due rappresentano la coppia alchemica (maschio/femmina, zolfo/mercurio) che sta alla base del magistero alchemico.
Entrambi sono sepolti nella chiesa di Saint-Jacques-la-Bucherie, ma il mito vuole che siano ancora vivi grazie ai poteri della pietra filosofale.
Peppinox
00giovedì 10 giugno 2004 16:32
Breve biografia di Nicolas Flamel



Nel 1357 lo scrivano e copista Nicolas Flamel aveva acquistato un insolito libro "La legatura era in solido ottone e dentro vi erano figure e caratteri che non erano né latini né francesi. Era stato scritto con una matita di piombo su fogli di corteccia, ed era stranamente colorato". Sulla prima pagina, in lettere d'ora era scritto: "Abramo l'Ebreo, principe, Levita, astrologo e filosofo, alla nazione degli Ebrei dispersa in Francia dall'ira di Dio, augura salute."

L'autore del volume, dopo aver minacciato chiunque leggesse il libro senza essere un rabbino o uno scrivano, diceva che il volume rivelava come trasformare i metalli vili in oro. Flamel iniziò la traduzione del libro di Abramo e la portò quasi a termine, ma una pagina densa di iscrizioni simboliche poteva essere tradotta solo da un ebreo esperto di Quabbalah. Per oltre un decennio il mistero rimase tale, fino a quando Flamel incontrò un erudito di nome Canches durante un pellegrinaggio a Santiago de Campostela in Spagna. Camches tradusse la pagina, ma rivelò il suo contenuto a Flamel solo in punto di morte.

Se Flamel sia riuscito o meno a creare la pietra filosofale non lo sapremo mai, ma la sola Parigi conta quattordici ospedali, tre cappelle e sette chiese tutte edificate dalle fondamenta ed arricchite con generosi lasciti, quasi altrettanti ne conta Boulogne, per non parlare della beneficenza nei confronti degli orfani e delle vedove.

Nel 1419 all'età di 106 anni Flamel morì senza che nessuno conoscesse il segreto della sua favolosa ricchezza. Si dice però che Flamel non sia affatto morto, e con la moglie Perrenelle sia stato visto in seguito, nel 1761 all'opera di Parigi, nel XIX secolo sempre a Parigi in Boulevard du Temple, e c'è anche chi sostiene che tra il 1925 ed il 1930 abbia scritto due libri firmandosi con lo pseudonimo Fulcanelli ("I segreti delle Cattedrali" e"Le dimore Filosofali"),

Se veramente Flamel scoprì il segreto della pietra filosofale, mai ricchezza fu più generosamente usata a fin di bene.

Belthasar Uth Wistan
00lunedì 14 giugno 2004 21:00
Adoro l'alchimia... cosi metaforica...
stupenda...

"Non mangiare il figlio la cui madre abbia un mestruo abbondante" (abbi cura che non vi sia più acqua che fuoco naturale)
"sono necessarie sette aquile per combattere il leone" (bisogna che il mercurio sia sublimato ed esaltato sette volte)

L'alchimia è una vera sfida intellettuale... per questo l'adoro...
orckrist
00martedì 22 giugno 2004 12:11
Re:

Scritto da: Belthasar Uth Wistan 14/06/2004 21.00
Adoro l'alchimia... cosi metaforica...
stupenda...

"Non mangiare il figlio la cui madre abbia un mestruo abbondante" (abbi cura che non vi sia più acqua che fuoco naturale)
"sono necessarie sette aquile per combattere il leone" (bisogna che il mercurio sia sublimato ed esaltato sette volte)

L'alchimia è una vera sfida intellettuale... per questo l'adoro...



Be' se fosse aperta a tutti che gusto ci sarebbe? [SM=x44450]
Comunque se ci pensi bene non è molto diversa da altre discipline, ad es. la matematica, nelle quali bisogna essere "iniziati" a ragionare in un certo modo.......

[Modificato da orckrist 22/06/2004 12.12]

Belthasar Uth Wistan
00martedì 22 giugno 2004 20:02
E' tutto a raggiungere un dato schema di pensiero.

Come, appunto, per la matematica o per l'antica chimica.
Zalmoxis
00martedì 22 giugno 2004 20:42
Re:

Scritto da: Belthasar Uth Wistan 14/06/2004 21.00
Adoro l'alchimia... cosi metaforica...
stupenda...

"Non mangiare il figlio la cui madre abbia un mestruo abbondante" (abbi cura che non vi sia più acqua che fuoco naturale)
"sono necessarie sette aquile per combattere il leone" (bisogna che il mercurio sia sublimato ed esaltato sette volte)

L'alchimia è una vera sfida intellettuale... per questo l'adoro...





Mah...




Zalmoxis
00martedì 22 giugno 2004 20:43
Re: Re:

Scritto da: orckrist 22/06/2004 12.11


Be' se fosse aperta a tutti che gusto ci sarebbe? [SM=x44450]
Comunque se ci pensi bene non è molto diversa da altre discipline, ad es. la matematica, nelle quali bisogna essere "iniziati" a ragionare in un certo modo.......

[Modificato da orckrist 22/06/2004 12.12]





Vi interessano le dispute della Scolastica su questo punto? La Pereira le ha ben studiate..
Non è così palmare accostare l'alchimia alle altre "artes" od alle "scientiae" - nel Medioevo, spesso aristotelico, il dibattito a tal proposito fu aspro e si risolse per lo più con una netta distinzione



[Modificato da Zalmoxis 22/06/2004 20.51]

orckrist
00giovedì 24 giugno 2004 14:29
Re: Re: Re:

Scritto da: Zalmoxis 22/06/2004 20.43



Vi interessano le dispute della Scolastica su questo punto? La Pereira le ha ben studiate..
Non è così palmare accostare l'alchimia alle altre "artes" od alle "scientiae" - nel Medioevo, spesso aristotelico, il dibattito a tal proposito fu aspro e si risolse per lo più con una netta distinzione



[Modificato da Zalmoxis 22/06/2004 20.51]





Molto interessante [SM=x44462] grazie.

Mi sono immerso nella lettura [SM=x44515] [SM=x44514]

Inoltre in rete ho trovato questo (per chi ha voglia e non l'ha già letto)

Sapienza alchemica tra immaginario e filosofia.

[Modificato da Peppinox 25/06/2004 13.08]

orckrist
00giovedì 24 giugno 2004 14:30
Re: Re: Re:

Scritto da: Zalmoxis 22/06/2004 20.43



Vi interessano le dispute della Scolastica su questo punto? La Pereira le ha ben studiate..
Non è così palmare accostare l'alchimia alle altre "artes" od alle "scientiae" - nel Medioevo, spesso aristotelico, il dibattito a tal proposito fu aspro e si risolse per lo più con una netta distinzione



[Modificato da Zalmoxis 22/06/2004 20.51]





Molto interessante [SM=x44462] grazie.

Mi sono immerso nella lettura [SM=x44515] [SM=x44514]

Inoltre in rete ho trovato questo (per chi ha voglia e non l'ha già letto)

Sapienza alchemica tra immaginario e filosofia.

[Modificato da orckrist 24/06/2004 14.31]

Zalmoxis
00venerdì 25 giugno 2004 06:04
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: orckrist 24/06/2004 14.29



Molto interessante [SM=x44462] grazie.

Mi sono immerso nella lettura [SM=x44515] [SM=x44514]

Inoltre in rete ho trovato questo (per chi ha voglia e non l'ha già letto)

Sapienza alchemica tra immaginario e filosofia.





Il link è vuoto...
Il post è reduplicato!
Sono contento che degli studi poco "mitici" sull'alchimia (ho citato solo la Pereira perché so che sarebbe stata facilmente reperibile sul web) riescano essere utili, conciliando il sonno: con questo mondo sociale che gira, riuscire a far sogni tranquilli già alle due del pomeriggio è già un gran risultato!


[SM=x44458] [SM=x44457] [SM=x44477]




orckrist
00venerdì 25 giugno 2004 12:42
Ohmarò.....chiedo umilmente perdono [SM=x44476]
Ho combinato un casino mentre cercavo di linkare [SM=x44476]

Comunque nel secondo post (quello modificato) il link funziona. [SM=x44450]

Certo che fare letture impegnate dopo pranzo.... [SM=x44513]
Peppinox
00venerdì 25 giugno 2004 13:12

Ho modificato il link che non andava, ora dovrebbe essere tutto ok, ieri non me ne ero accorto...probabilmente [SM=x44514]

Grazie della segnalazione Zalmo, ora però non lo leggo sennò [SM=x44513] non arrivo al lavoro alle 14...[SM=x44461]
orckrist
00lunedì 12 luglio 2004 12:34
Continuando con gli alchimisti illustri è doveroso citare:

Basilio Valentino Figura emblematica del XVI secolo tedesco, che per tradizione viene considerato se non il padre certo uno dei più grandi alchimisti della storia. Le poche notizie che lo riguardano provengono esclusivamente dalle sue stesse opere, ove si accenna ad un pellegrinaggio fatto a San Giacomo di Compostela ed a viaggi in Belgio ed in Inghilterra. Vi è indicata la sua origine nella zona renana tedesca, nonchè l’appartenenza all’ordine di San Benedetto, confraternita di San Pietro di Erfurt, dove sarebbe vissuto tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. Secondo quanto riferito da J.J. Manget nell’opera Bibliotheca Chemica Curiosa del 1702, i trattati a lui attribuiti sarebbero venuti fuori dalla breccia aperta da un fulmine in una colonna della chiesa di Erfurt. Nel libro The last will and testament of B., edito a Londra nel 1671, sul frontespizio è raccontato che egli giace sotto una tavola di marmo dietro l’altare maggiore della Cattedrale di Erfurt. Queste sono le uniche scarne notizie oggi disponibili su questo misterioso personaggio. Comunque il suo nome allegorico si presta ad essere ricordato come vera "potenza dell’alchimia", ed è indiscutibilmente diventato leggenda e verità pseudonima. Le opere a lui attribuite, pubblicate fin dal 1599, sono una miscela di conoscenze metallurgiche e metafisiche. Secondo il filosofo Leibniz, l’editore Johann Tholde di Hesse le avrebbe tradotte manipolandole purtroppo a fondo. Vi si ritrovano formule chimiche sistematicamente collegate ad una profonda simbologia spirituale. Nel "Cocchio trionfale dell’Antimonio" l’insegnamento alchemico è dichiarato sia nella chiave chimico-operativa che nella sua più esplicita chiave mistica. Vi è compresa la definizione fondamentale della dottrina, riassunta nella frase "Tutte le cose vengono da uno stesso seme; esse sono generate, in origine, dalla stessa madre". Altre famose opere di B. sono "Le dodici Chiavi della Filosofia", un trattato di arte spagirica e di filosofia ermetica, e l’Azoth, pubblicata a Francoforte nel 1613 dall’editore Johann Bringern in una doppia versione in tedesco ed in latino. Inizialmente solo quest’ultima venne attribuita al misterioso frate. Stefano Anseani, direttore della biblioteca ermetica per conto delle casa editrice Mediterranee, ci aiuta nella consultazione dell’Azoth nella sua prefazione all’edizione del 1988, chiarendo che "questo trattato è diviso in due parti:

.. la prima, in forma di dialogo, sposa la tesi di un abbandono al fervore sapienziale, esortando ad un’esercitazione riflessiva che, partendo dal libro della Natura, contrappunti con ragionata modestia l’aspirazione al compimento della fede. Così l’iniziando viene esortato ad integrare la propria devozione con l’esercizio di una pia procedura mirante all’invenimento alchemico: la rielaborazione operante dello stato di grazia primigenio, condotta rammentando costantemente la vicenda salvifica di Cristo archetipo alchemico per eccellenza;

.. la seconda parte, pratico-operativa, è corredata di quindici illustrazioni che offrono una teoria di testi ermetici tradizionali che, con i quesiti sollevati, sfidano la capacità intuitiva del lettore. L’enigma e la demolizione dell’orgoglio razionale sono sempre il tacito sfondo di ogni testo ermetico. Il quesito irrisolvibile può infatti far riverberare, per Grazia, nel nostro indurito flusso coscienziale l’Azoth proteico e camaleontico con cui cripticamente si ripropone il coraggio della semplicità devozionale, nascosto ma non umiliato dalla lussureggiante foresta metaforica del dettato alchemico". Tra la ricca e complessa simbologia alchemica compresa nell’Azoth, assume primaria importanza un pentacolo (v.) raffigurante un Androgino (v.), una figura simbolo della Morte alchemica denominata anche "Rebis" (v.). Esso racchiude e comprende in sè l’intera dottrina alchemica, e può essere considerato un paradigma di tutta l’Arte Reale ermetica. Nell’Androgino di E. Zolla (Ediz. Red, 1989), viene riportato un testo della tradizione sciamanica (v.), che così recita: "Sono Maria Sabina. Maria Sabina è la donna che sa attendere, la donna che ricerca, la donna della vittoria. E' la donna del pensiero, la donna che crea, che cura, la donna Sole, e la donna Luna". Sono infatti due le forze: centrifuga e centripeta, rispettivamente del Sole e della Luna, che unendosi nel mondo degli Elementi, creano un punto centrale di massimo equilibrio, rappresentabile con la figura dell’Androgino, tradizionalmente assimilato a Mercurio, il cui simbolo allude a questo processo. Tra le varie figure simboliche della Tradizione Occidentale, dimostrative in questo senso, quella del Rebis di B. è certo dominante su tutte: ottenuta dal "Solve et Coagula" alchemico, che sta ad indicare l’Uovo filosofico, corrisponde nelle sue due parti a Cielo e Terra, quali principio maschile e femminile della manifestazione. Il Rebis diventa così "l’uomo cosmico", il demiurgo, il ponte, colui che , equilibrate le parti maschile e femminile del suo unico essere, si pone al centro della "Croce", ricollegandosi al suo Sè, e quindi al Cosmo intero, diventandone elemento equilibratore, in sintonia con il ritmo universale della vita che si rigenera continuamente. La critica più recente ritiene leggendaria se non improbabile l’esistenza di B., e giudica le opere a lui attribuite parto quasi esclusivo della fantasia e delle conoscenze dell’editore Tholde di Hesse, che vi avrebbe introdotto concetti e teorie paracelsiane che storicamente dovrebbero invece essere di molto posteriori. Ma B. resta comunque una figura indelebile e cara ai moderni studiosi, quelli ancora impregnati di una vena di romanticismo: questi sanno tuttora apprezzare l’annotazione apposta da un’ignota mano seicentesca sulla prima carta bianca di un’edizione del Currus Triumphalis Antimonii custodita in un’antica biblioteca cistercense, che recita: "Chi sa non può, chi vuol non ha, e chi nè vuol nè sa, tutt’ha e può", con accanto la nota "Vero proverbio per chi non è chimico sofista ma vero".

Fonte: www.esonet.org
texdionis
00mercoledì 14 luglio 2004 14:06
Per i non adepti l'alchimia è veramente ardua da comprendere,però grazie di qualunque tentativo di erudizione in materia! [SM=x44462] [SM=x44515]
orckrist
00giovedì 26 agosto 2004 23:46
Parlando di alchimia non si può fare a meno di menzionare il conte Cagliostro, al secolo Giuseppe Balsamo (Palermo, 1743 - San Leo, 1795) alchimista, mistificatore, imbroglione, massone.
Il suo contributo alla filosofia alchemica è essenzialmente negativo in quanto ha portato l’opinione comune ad associare l’alchimia all’imbroglio e a considerarla alla stregua della magia dei ciarlatani.
Avviato alla carriera ecclesiastica, dopo aver lasciato il seminario di Caltagirone apprese chimica e medicina come aiutante farmacista; obbligato a fuggire da Palermo a causa della sua vita sregolata si rifugia a Roma dove nel 1768 sposa Lorenza Feliciani dandosi alla falsificazione di monete che diceva di produrre con la sua segreta abilità di fabbricare l’oro. Diviene, inoltre, famoso per il suo potere magnetico-ipnotico che gli consente di dar luogo a prodigiose guarigioni. Intanto viaggia per tutta l’Europa finchè a Parigi nel 1786 si scatena contro di lui una campagna di stampa che smaschera tutti i suoi trucchi. Si rifugia, quindi, dapprima in Trentino poi a Roma dove fonda con scarso successo una loggia massonica di rito egizio. Denunciato dalla sua stessa moglie, viene arrestato nel 1789 e condannato a morte ma Pio VI commuta la pena in carcere perpetuo che Cagliostro sconterà nella fortezza di San Leo dove muore.

[SM=x44515]
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