Gli zombies
di Marco Cavallotti
Veltroni guarda avanti e resuscita l'antifascismo. Di fronte al sindaco di Roma Alemanno, che aveva sostenuto che le leggi razziali non possono essere viste come la sintesi ed il riassunto di tutta intera la vicenda del fascismo – un discorso non insensato –, il quasi-segretario del Pd cerca di risalire la china e di ristabilire un'immagine credibile tra i suoi minacciando le proprie dimissioni dal Comitato per il Museo romano della Shoah:
se non si condividono i valori dell'antifascismo non si può lavorare insieme, ha in sostanza dichiarato il nostro Uolter, con sdegnata fermezza.
E Alemanno, che ha poi precisato il proprio pensiero in maniera fin troppo remissiva, ha perso la buona occasione per chiedersi – e per chiedere al solito Veltroni, che se ne intende anche in quanto discendente da un nomenklaturista d'alto bordo –
come mai quando si parla di antifascismo possano essere utilizzati nella polemica e nella condanna eventi e circostanze di quasi 80 anni fa, mentre quando si parla del comunismo possano far politica, pontificare e circolare per i salotti del bel mondo e altrove persone che pochi decenni or sono approvarono le nefandezze del patto di Varsavia, ottennero contributi dall'Unione sovietica e dai suoi alleati, sostennero governi e movimenti collegati a doppio filo con il totalitarismo sovietico. Mistero.
Credo che chi davvero ha a cuore un partito socialdemocratico serio per l'Italia dovrebbe scendere da questo treno "democratico", lanciato a grande velocità in una direzione imprecisata, e fermarsi un po' a pensare.
È difficile conciliare una socialdemocrazia moderna con l'antiamericanismo di certi sinistri d'antan, con l'egualitarismo buonista e piagnone di certi cattolici dossettiani, con il diffuso antisemitismo di molti postcomunisti, con i laicismi spinti e preconcetti di tanti altri militanti. Dovrebbe inoltre prendere atto del fatto che né l'ondivaga ricerca di consenso del cinematografaro Uolter, né il tardo cominternismo "serio" del veleggiante D'Alema fanno al caso loro.
Voltar pagina può essere costoso, ma è pur sempre l'unica ricetta per vivere, non solo per sopravvivere.
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Le solite polemicucce di fine estate, se ne sentiva un gran bisogno
e cmq mi chiedo anch'io come mai tutti questi che considerano il fascismo come male assoluto, quando si tratta del comunismo (inteso come
regime e non come ideale) fanno mille distinguo e continuano a essere orgogliosi dei loro simboli. in tanti anni nessuno mi ha saputo dare una risposta convincente...