Le agenzie di rating declassano l' Italia
S&P e Fitch bocciano i conti. Moody' s: noi aspettiamo «Pochi tagli, troppe concessioni a sinistra e sindacati»
ROMA - Conti pubblici bocciati. È questo il verdetto di due tra le maggiori agenzie di valutazione del debito, Fitch e Standard & Poor' s, che ieri hanno messo in dubbio il percorso di risanamento avviato dal governo con la Finanziaria e riaperto lo scontro sulla sua entità e efficacia. L' unica agenzia a confermare il proprio giudizio alla fine è stata Moody' s (stabile su AA2). «La manovra sarà rigorosa e impegnativa» ha promesso il presidente del Consiglio, Romano Prodi, definendo «ampiamente previsto» l' allarme lanciato dalle agenzie di rating e attribuendone la responsabilità alla gestione del precedente governo. Ma l' opposizione lo ha incalzato, chiedendone le dimissioni. Ha iniziato Fitch, in mattinata, abbassando il giudizio sul debito italiano da AA a AA-, ma migliorando la valutazione delle prospettive (outlook da «negativo» a «stabile»). Il declassamento «riflette il peggioramento delle finanze pubbliche con un debito pubblico in aumento dal 2004 e un forte calo dell' avanzo primario, dovuto soprattutto a pressioni a livello di spesa». Una situazione rispetto alla quale la Finanziaria appare «non robusta» e deludente sul piano delle «misure di contenimento della spesa». Pur riconoscendo al governo l' impegno alla correzione dei conti, Fitch ritiene che sarà difficile portare l' avanzo primario al 3,5% del Pil (Prodotto interno lordo) mentre la crescita prevista nel medio termine non sarà «molto superiore all' 1%». Più politico il giudizio di Standard & Poor' s intitolato: «Si chiude la porta su un' altra possibilità di risanamento». Il rating italiano passa da AA- a A+, a livello del Botswana. Nella manovra, si spiega, mancherebbe «la disciplina della spesa» capace di farsi sentire anche «sullo scenario futuro», in pratica, «le concessioni fatte all' estrema sinistra e ai sindacati» avrebbero minato la prospettiva di riforme strutturali future. Le speranze sulla manovra, si sottolinea «erano forse troppo elevate, perché il Documento di programmazione si era posto «obiettivi ambiziosi». Ma alla fine la Finanziaria è «la riprova che l' equilibrio di potere nel governo è mutato a sfavore dei riformisti». «Ve l' avevo detto che servivano sacrifici» è la prima reazione del ministro dell' Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo aver riferito al consiglio dei ministri il declassamento. Poi, in un comunicato, il ministro prima nota gli apprezzamenti sulla manovra di Fitch, non entrando «nel merito del giudizio politico» di Standard & Poor' s. Poi rivendica alla manovra «la correzione strutturale di una pesante situazione ereditata» e la capacità di rispettare gli impegni con l' Ue. La stessa linea di Prodi, che si dice fiducioso «nei prossimi giudizi, quelli cioè che terranno conto delle politiche economiche di questo governo». Il viceministro dell' Economia, Vincenzo Visco è lapidario: «Penso siano valutazioni sbagliate. Ognuno fa il suo mestiere». * * *
L' AFFONDO DEGLI ARBITRI Standard and Poor' s ieri ha declassato l' Italia portando il giudizio in «singola A più». Si tratta della seconda bocciatura dell' agenzia negli ultimi anni. Fitch ha invece declassato a «doppia A meno», un gradino sopra.
TRA LONDRA E BRUXELLES Fra Unione Europea e agenzie di rating i giudizi sulla manovra sono divergenti. Per S&P' s il deficit non scenderà sotto il 3% del pil nel 2007, il Tfr è debito e non un' entrata e la manovra non funziona. Opposto il giudizio dell' Ecofin.
LA REAZIONE DEI MERCATI Alla notizia del declassamento dell' Italia sul debito da parte di S&P' s e Fitch, i volumi sui titoli di Stato italiani sono aumentati e il differenziale con i titoli decennali tedeschi è salito da 26,5 a 29 punti base, per poi restringersi un po'.
Baccaro Antonella
archiviostorico.corriere.it/2006/ottobre/20/agenzie_rating_declassano_Italia_co_9_0610200...
(20 ottobre 2006) - Corriere della Sera
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