Ancona, minacce a Mazzone

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Asgeir Mickelson
00lunedì 7 luglio 2003 20:35
ANCONA, 7 luglio 2003 - Questo "matrimonio" non si deve fare. Deve essere stato questo il pensiero di alcuni tifosi (ma è giusto definirli così?) che hanno minacciato la famiglia di Carlo Mazzone, allenatore in pectore dell'Ancona. Motivo? La "macchia" del tecnico romano che ha allenato e vive ad Ascoli Piceno, rivale storica (calcisticamente parlando) dei dorici. Per questo motivo l'ex trainer del Brescia avrebbe rinunciato all'incarico, anche se il presidente dei biancorossi, Ermanno Pieroni, lascia aperta qualche speranza. "Mazzone ha preso ancora qualche ora di tempo - ha dichiarato il patron marchigiano - per decidere se accettare o meno l'incarico, dopo le minacce ricevute dalla sua famiglia". Secondo Pieroni, il tecnico romano si sarebbe dichiarato "molto preoccupato. Non voglio creare problemi né a voi né alla mia famiglia".

Stando alle prime notizie il figlio di Mazzone sarebbe stato minacciato in spiaggia a San Benedetto del Tronto; la moglie in un supermercato (che ai giornalisti ha dichiarato "Non credo che avrei dovuto avvertire la polizia"), mentre nell'abitazione della famiglia ad Ascoli Piceno sarebbe stata recapitata una lettera minatoria. Infine, un Sms dai contenuti minacciosi, siglato "Settembre bianconero", sarebbe stato indirizzato a un numero privato del trainer. La Questura di Ancona e quella di Ascoli Piceno tuttavia non hanno confermato queste notizie, e sul sito di "Settembre bianconero" (di esplicita ispirazione neofascista) si può leggere una versione diversa dell'accaduto secondo la quale Pieroni avrebbe trovato una scusa per giustificare il no di Mazzone all'Ancona. C'è chi pensa, infatti, che il "sor Carletto" abbia già declinato o stia per declinare l'offerta anconetana per motivi tecnici, legati alla composizione della squadra. Una decisione sulla quale avrebbe ovviamente pesato anche il clima non favorevole delle tifoserie.

In ogni caso nel panorama variegato del calcio italiano questa situazione ha davvero poche analogie. Anzi, una piazza calda come quella della capitale, ad esempio, non ha creò a Zeman che passò dalla panchina laziale a quella della Roma. Un caso analogo si verificò qualche anno fa a Crotone (C1), quando il neoallenatore Fausto Silipo fu costretto a dimettersi perché ex tecnico del Catanzaro (oltre a essere nato e a vivere nel capoluogo calabrese). Guarda caso i giallorossi sono stati allenati in serie A anche da Mazzone. Ma per gli pseudo supporter non era questo "l'ostacolo" insuperabile.
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