Sicilia, arrestato deputato Udc
Davide Costa, braccio destro di Cuffaro,
è accusato di concorso in associazione mafiosa
15/11/2005
Davide Costa,
deputato regionale siciliano dell'Udc, è stato arrestato questa mattina a Marsala (Trapani) dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza con l'accusa di concorso in associazione mafiosa
su disposizione del gip del tribunale di Palermo, Giacomo Montalbano, che ha accolto la richiesta dei pm della Dda Massimo Russo, Roberto Piscitello e Gaetano Paci.
Davide Costa si era dimesso lo scorso anno dalla carica di assessore alla presidenza della Regione Sicilia dopo che era stato raggiunto da un avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa.
Nelle numerose conversazioni intercettate nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Palermo che coinvolge il deputato regionale Davide Costa, emerge, secondo gli inquirenti,
l'esistenza di un patto, «serio e concreto», fra politici ed esponenti di rilievo della famiglia mafiosa di Marsala.
Gli accordi politico-mafiosi, secondo gli investigatori, prevedevano il
procacciamento di voti da parte dei boss in favore di Costa, candidato nella lista del Ccd nelle elezioni del 2001 per il rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana.
I pm sostengono che
l'organizzazione mafiosa, tramite Angelo Mannirà, con il boss di Marsala, Natale Bonafede, all'epoca latitante, avrebbe fornito sostegno elettorale dopo l'intervento di affiliati alla cosca, tra i quali anche Rocco Curatolo, Antonino Bonafede e Francesco Raia, coinvolti in passato nell'inchiesta.
Secondo l'accusa Costa avrebbe favorito, attraverso il suo personale intervento presso i vertici della Direzione del
Banco di Sicilia, la positiva definizione di una controversia bancaria, nella quale erano interessati
Angelo Mannirà e Natale Bonafede, riguardante debiti di rilevante valore economico contratti, nei confronti dell'istituto di credito, da alcuni loro parenti, nonchè dalla
cooperativa agricola Agrituris in cui erano, a vario titolo, interessati.
L'ex assessore, per l'accusa, avrebbe fatto avere
posti di lavoro a molte persone riconducibili a boss mafiosi, in particolare,
sollecitato da Mannirà, si sarebbe interessato a trovare un'occupazione a Lucrezia Evola, figlia di Giuseppe, indicato come uomo d'onore della famiglia di Castellammare del Golfo, ucciso durante la guerra di mafia di Alcamo.
Costa si sarebbe interessato, per lo stesso motivo, anche per
Rocco Curatolo, uomo d'onore della famiglia mafiosa di Marsala.
I pm della Dda di Palermo sostengono nel provvedimento di arresto del deputato regionale Davide Costa che «nel contesto probatorio già delineato, si innestano ulteriori, rilevantissimi elementi di prova che, definitivamente, danno conto di come
Cosa nostra marsalese sia pesantemente intervenuta a turbare il corretto svilupparsi dell' attività politico-amministrativa di Marsala».
Secondo gli inquirenti i boss mafiosi avrebbero anche scelto «i candidati da fare eleggere in seno all'Assemblea regionale, sia con riferimento alla stessa designazione dei vertici elettivi del Comune di Marsala».
Con particolare riferimento alle elezioni regionali del 2001, gli investigatori sostengono che Cosa nostra «con l'obiettivo di massimizzare i benefici e le utilità derivanti dalla propria attività di sostegno elettorale, ha posto in essere un' articolata strategia di intervento, elaborata progressivamente a seconda delle contingenti situazioni, finendo per diversificare il proprio sostegno in favore, oltre che di
Pietro Pizzo, nell'interesse del figlio Francesco, anche di Davide Costa».
Fonte: