BUSH: IN IRAQ NE' PIU' TRUPPE NE' RITIRO, E' ANCORA LOTTA AL TERRORISMO
WASHINGTON - Il presidente George W. Bush, citando a piu' riprese la strage dell'11 settembre, ha ribadito martedi' che l'Iraq e' diventato il fronte centrale della guerra al terrorismo e che le truppe americane non intendono lasciare il paese ''finche' la missione non sara' stata completata''.
Bush, parlando a Fort Bragg (Carolina del Nord) nel primo anniversario del passaggio dei poteri in Iraq, ha detto che le truppe americane ''non resteranno un giorno piu' del necessario'' ma che ''sarebbe un errore'' fissare scadenze precise. Ha detto anche che inviare piu' truppe danneggerebbe la strategia americana di incoraggiare gli iracheni ad assumere il ruolo guida nella lotta agli insorti.
Rivolgendosi ad una platea di 700 militari, Bush e' partito dai sacrifici delle truppe e da una domanda di base: vale la pena di fare questo sacrificio? Bush ha detto che la risposta e' affermativa. ''E' un sacrificio vitale alla sicurezza futura del nostro paese. E stasera intendo spiegarvi perche'''. Bush ha descritto l'Iraq come il fronte centrale della battaglia al terrorismo: e' qui che si decidera' il loro destino. ''La nostra missione in Iraq e' chiara: dare la caccia ai terroristi, aiutare gli iracheni a costruire una nazione libera, far avanzare la causa della liberta' nel resto del Medio Oriente''.
''Dobbiamo impedire ad Al Qaida e agli altri terroristi stranieri di trasformare l'Iraq in quello che l'Afghanistan era diventato sotto i Taleban: un rifugio sicuro da cui lanciare attacchi contro l'America ed i suoi amici - ha detto Bush - Il modo migliore per completare questa missione e' aiutare gli iracheni a edificare una nazione libera, in grado di governarsi, sostenersi e difendersi''.
''La nostra strategia puo' essere riassunta in una frase: man mano che gli iracheni si faranno avanti, noi potremo farci indietro. Stiamo cercando di creare forze di sicurezza irachene piu' rapidamente possibile perche' possano assumere la guida nello sconfiggere i terroristi e gli insorti'', ha detto Bush ricordando i vari paesi, compresa l'Italia, che stanno aiutando in questo ruolo di addestramento.
''Gli americani desiderano che le nostre truppe tornino a casa prima possibile. Lo desidero anch'io - ha detto Bush - Ma sarebbe un errore fissare una scadenza artificiale per il rimpatrio. Manderebbe un messaggio sbagliato agli iracheni, che devono invece sapere che l'America non se ne andra' finche' il lavoro non sara' stato completato''.
''Manderebbe un messaggio sbagliato alle nostre truppe, che devono sapere che siamo seri sulla necessita' di completare una missione per cui stanno rischiando le loro vite - ha detto Bush - manderebbe un messaggio sbagliato al nemico, che dovrebbe solo aspettare la nostra partenza. Resteremo in Iraq finche' sara' necessario. Ma non un giorno di piu'''.
Il presidente ha detto che per completare la missione non sara' necessario inviare truppe aggiuntive: ''Mandare piu' truppe danneggerebbe la nostra strategia di incoraggiare gli iracheni ad assumere la guida. E suggerirebbe che noi intendiamo restare in Iraq per sempre quando invece stiamo lavorando per far giungere il giorno in cui gli iracheni potranno difendersi da soli e noi potremo andare a casa''.
Bush ha ricordato i prossimi passi previsti per la ricostruzione politica dell'Iraq - costituzione, referendum, elezioni governo non provvisorio - definendo ''critica'' la partecipazione dei Sunniti al processo. ''La combinazione di riforme politiche e militari gettera' le solide fondamenta per un Iraq libero e stabile'', ha detto Bush. Con effetti positivi per l' intera regione: ''l'avanzata della liberta' in questa vitale regione eliminera' le condizioni che alimentano il radicalismo e le ideologie di morte e renderanno piu' sicura l'America'', ha affermato il presidente.
''Stiamo combattendo contro uomini che sono capaci di qualsiasi atrocita' - ha detto Bush - desiderano attaccare il nostro paese e uccidere i nostri cittadini e in Iraq e' dove hanno deciso di formare il fronte. Li combatteremo, in Iraq e in tutto il mondo, e continueremo a combattere finche' vinceremo'', ha detto Bush nell'unica frase del discorso, durato circa trenta minuti, interrotta da un applauso.
Bush ha chiuso il discorso invitando gli americani, in vista della imminente Festa Nazionale del 4 Luglio, a far sentire il loro sostegno ai soldati. Per l'occasione il Pentagono ha creato un apposito sito web: AmericaSupportYou.mil.
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