Battaglia nel centro di Bagdad - da repubblica.it

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Leonessa73
00lunedì 7 aprile 2003 10:52
La guerra irachena da stamattina è arrivata nel vivo del potere di Saddam: il centro della capitale irachena, dove si combatte attorno al principale palazzo presidenziale.

E' stata la seconda brigata, uomini e mezzi corazzati, a entrare in azione nel centro della capitale irachena; intanto un denso fumo nero si alzava da una nuova, grande trincea di petrolio data alle fiamme nel tentativo di rallentare la marcia alleata. L'attacco è partito di primo mattino, quando una colonna di oltre 60 carri armati e autoblindo americani ha lanciato una offensiva che è penetrata subito a fondo: "L'altro giorno si trattava giusto di una incursione - ha spiegato un portavoce militare - invece questa volta si fa sul serio".

I mezzi Usa, come detto, si sono spinti fino al principale sito presidenziale che sorge nel centro cittadino, dove, dopo aspri combattimenti (si sono udite numerose esplosioni), si sono riusciti ad attestare issando per pochi minuti la bandiera americana. Ma mentre venivano presi altri due palazzi del raìs, è partita una controffensiva con cui l'esercito di Saddam, sparando colpi di artiglieria pesante, vorrebbe riconquistare appunto il primo e più importante dei siti occupati.

Le truppe alleate potrebbero muoversi oggi stesso all'attacco degli strategici ministeri degli Esteri e dell'informazione. Quest'ultimo - dice il Pentagono - è già circondato. Ma secondo la Reuters, le truppe scelte della Guardia Repubblicana si sarebbero concentrate appunto in questi palazzi governativi, pronte a difenderli. Dalla stessa fonte si apprende che molti ponti della città sono stati bloccati dagli iracheni, che per rallentare la marcia dei blindati americani ne avrebbero fatti saltare almeno due.

Insomma, la battaglia è dura e difficile. E lo dimostra anche la morte di due marines negli scontri a sud est della capitale, lungo cioè l'altra direttrice di ingresso alla città. Qui la resistenza sarebbe forte. Oltre ai due soldati rimasti uccisi, ci sarebbero molti feriti.

Malgrado la drammaticità degli eventi, continua la guerra combattuta a colpi di propaganda. Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso, all'aperto, davanti ai giornalisti e ha negato che le truppe Usa siano entrate a Bagdad con 60 carri armati: "Posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti", ha detto. Perché - è sempre al Sahaf a parlare - le colonne statunitensi che hanno cercato di entrare sono state "massacrate". Anche sul palazzo presidenziale è in corso un botta e risposta: per gli Stati Uniti è "al sicuro", mentre il ministro iracheno smentisce che "sia stato preso dagli invasori".

Intanto, sulla capitale irachena, già semioscurata dal fumo proveniente dalle trincee di petrolio che sono state date alle fiamme, tornano i mulinelli di sabbia provocati dal vento del deserto. Il risultato è che nella città la visibilità è molto bassa, e ciò potrebbe rallentare, o cambiare in corso d'opera, i piani dell'offensiva americana.

(7 aprile 2003)
serenity77
00lunedì 7 aprile 2003 13:44
ho sentito in tv..che forse faranno un'ondata..e poi si ritirano in modo che la resistenza si arrenda e loro poi rientrano..staremo a vedere..nel mentre al nord nei pressi della turchia procedono con i bombardamenti..[SM=x44473]
serenity77
00lunedì 7 aprile 2003 13:48
le ultime
Le forze americane all'attacco con carri armati e mezzi blindati
Intanto sono state bloccate le vie di fuga, la capitale è isolata
Si combatte nel cuore di Bagdad
Battaglia per i palazzi di Saddam
Negli scontri 2 soldati Usa morti, sei feriti e alcuni dispersi
La Guardia Repubblicana di Saddam schierata a difesa dei ministeri
BAGDAD - Sulle rive del fiume, intorno ai siti presidenziali, proseguono gli scontri. Ma intanto la capitale irachena è completamente isolata. Secondo fonti militari Usa, infatti, intorno a Bagdad sono stati creati decine di posti di blocco che di fatto rendono impossibile il libero transito sulle principali arterie che entrano ed escono dalla metropoli. I checkpoint non riguardano però i civili, perché sono proprio i comandi delle forze alleate a precisare che si vuole "assicurare i militari iracheni che non possono muoversi liberamente, in nessuna direzione, mentre la popolazione civile può attraversare i posti di blocco e condurre la sua vita il più normalmente possibile".
Intanto, nella città, la battaglia prosegue da stamattina. Il Pentagono non vuole che la si chiami "battaglia per Bagdad". E anche il comando centrale in Qatar, prudentemente, parla di "attacchi ad obiettivi militari" e di raid "corazzato", che non ha per obiettivo quello di conquistare terreno. Comunque sia, la guerra da stamattina è arrivata nel vivo del potere di Saddam: il centro della capitale, dove si combatte attorno al principale palazzo presidenziale; ma anche la zona a sud est, l'altra direttrice da cui i marines stanno penetrando, incontrando però una accesa resistenza. Non si hanno dati sulle perdite irachene. Fonti Usa lamentano invece tra gli alleati due soldati morti, sei feriti e alcuni dispersi.
E' stata la seconda brigata a portare i suoi uomini e mezzi corazzati nel centro della capitale irachena; intanto un denso fumo nero si alzava da una nuova, grande trincea di petrolio data alle fiamme nel tentativo di rallentare la marcia alleata. L'attacco è partito di primo mattino, quando una colonna di oltre 60 carri armati e autoblindo americani ha lanciato una offensiva che è penetrata subito a fondo: "L'altro giorno si trattava giusto di una incursione - ha spiegato un portavoce militare - invece questa volta si fa sul serio".
I mezzi Usa, come detto, si sono spinti fino al principale sito presidenziale che sorge nel centro cittadino, dove, dopo aspri combattimenti (si sono udite numerose esplosioni), si sono riusciti ad attestare issando per pochi minuti la bandiera americana. Ma mentre venivano presi altri due palazzi del raìs, è partita una controffensiva con cui l'esercito di Saddam, sparando colpi di artiglieria pesante, vorrebbe riconquistare appunto il primo e più importante dei siti occupati.
Le truppe alleate potrebbero muoversi oggi stesso all'attacco degli strategici ministeri degli Esteri e dell'informazione. Quest'ultimo - dice il Pentagono - è già circondato. Ma secondo la Reuters, le truppe scelte della Guardia Repubblicana si sarebbero concentrate appunto in questi palazzi governativi, pronte a difenderli. Dalla stessa fonte si apprende che molti ponti della città sono stati bloccati dagli iracheni, che per rallentare la marcia dei blindati americani ne avrebbero fatti saltare almeno due.
Malgrado la drammaticità degli eventi, continua la guerra combattuta a colpi di propaganda. Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso, all'aperto, davanti ai giornalisti e ha negato che le truppe Usa siano entrate a Bagdad con 60 carri armati: "Posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti", ha detto. Perché - è sempre al Sahaf a parlare - le colonne statunitensi che hanno cercato di entrare sono state "massacrate". E così sulle presunte posizioni acquisite: mentre il comando centrale in Qatar ripete che le forze alleate si sono attestate all'interno di due palazzi di Saddam, il ministro iracheno smentisce che alcun palazzo "sia stato preso dagli invasori".
Intanto, sulla capitale, già semioscurata dal fumo proveniente dalle trincee di petrolio che sono state date alle fiamme, tornano i mulinelli di sabbia provocati dal vento del deserto. Il risultato è che nella città la visibilità è molto bassa, e ciò potrebbe rallentare, o cambiare in corso d'opera, i piani dell'offensiva americana.

serenity77
00lunedì 7 aprile 2003 22:38
Le forze americane all'attacco, gli uomini di Saddam resistono
Intanto sono state bloccate le vie di fuga: "Ma non per i civili"
Battaglia nel cuore di Bagdad
Colpiti palazzi, 14 vittime
Missile centra alcuni edifici in una zona centrale
Violenti scontri anche davanti all'hotel Rashid


BAGDAD - Una battaglia durissima si è svolta oggi nel cuore della capitale irachena, con l'attacco - da parte dei militari Usa - portato contro molti dei luoghi simbolo del potere: due palazzi governativi sarebbero stati conquistati. In una città che, grazie a una rete di posti di blocco, è stata completamente isolata rispetto all'esterno. Una situazione di grave emergenza per gli abitanti, anche perché continuano a cadere bombe e missili: nel pomeriggio un ordigno ha colpito una via commerciale nel quartiere centrale di al Mansur facendo crollare quattro edifici e lasciando un cratere largo 15 metri e profonto 8. Ci sono almeno quattordici vittime, tra cui due bambini, ma il bilancio non è ancora definitivo mentre si continua ancora a scavare tra le macerie dei palazzi crollati.
La città dunque continua a essere presa nella morsa della battaglia. Con i residenti che ovviamente si sentono in trappola. Anche se, precisano le fonti Usa, l'isolamento della metropoli non riguarda i civili. Anzi, sono proprio i comandi delle forze alleate a sottolineare: "I militari iracheni non possono muoversi liberamente, in nessuna direzione, mentre la popolazione civile può attraversare i posti di blocco e condurre la sua vita il più normalmente possibile".


Resta il fatto che la guerra, da stamattina, è arrivata nel vivo della città. E nel cuore del potere di Saddam: il centro della capitale, dove si è combattuto attorno al principale palazzo presidenziale; ma anche la zona a sud est, l'altra direttrice da cui i marines stanno penetrando, incontrando però una accesa resistenza. Violenti scontri anche davanti al centralissimo hotel Rashid, circondato da paramilitari iracheni. Secondo fonti Usa ci sono due soldati morti (ma potrebbe essere stato fuoco amico), sei feriti e alcuni dispersi.

E' stata la seconda brigata a portare i suoi uomini e mezzi corazzati nel centro della capitale irachena; intanto un denso fumo nero si alzava da una nuova, grande trincea di petrolio data alle fiamme nel tentativo di rallentare la marcia alleata. L'attacco è partito di primo mattino, quando una colonna di oltre 60 carri armati e autoblindo americani ha lanciato una offensiva che è penetrata subito a fondo: "L'altro giorno si trattava giusto di una incursione - ha spiegato un portavoce militare - invece questa volta si fa sul serio".

Secondo la Reuters, le truppe scelte della Guardia Repubblicana si sono concentrate in alcuni palazzi governativi, pronti a difenderli. Dalla stessa fonte si apprende che molti ponti della città sono stati bloccati dagli iracheni, che per rallentare la marcia dei blindati americani ne avrebbero fatti saltare almeno due.

Malgrado la drammaticità degli eventi, continua la guerra combattuta a colpi di propaganda. Il ministro dell'Informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso, all'aperto, davanti ai giornalisti e ha negato che le truppe Usa siano entrate a Bagdad con 60 carri armati: "Posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti", ha detto. Perché le colonne statunitensi che hanno cercato di entrare sono state massacrate. E così sulle presunte posizioni acquisite: mentre il comando centrale in Qatar ripete che le forze alleate si sono attestate all'interno di due palazzi di Saddam, il ministro iracheno smentisce che alcun palazzo "sia stato preso dagli invasori".



[SM=x44473] dnq, i civili possono fare vita normale..però se girano per le strade o centri vengono colpiti...
Il ministro contrasta dicendo che i nemico non ha concluso o quanto meno poco..[SM=x44473] forse per evitare rivoluzione del popolo contro il regime?

[Modificato da serenity77 07/04/2003 22.41]

serenity77
00lunedì 7 aprile 2003 22:44
I paracadutisti britannici occupano la città
ma è giallo sulla sorte di "Alì il chimico"
Annuncio dal quartier generale
"A Bassora il regime è finito"
Gli americani combattono a Bagdad
mentre nel nord viene bombardata Mosul


"IL REGIME a Bassora è finito". Con queste parole dal Quartier generale americano in Qatar si commenta la presa della seconda città irachena da parte delle forze inglesi. Dopo un lungo combattimento, in contemporanea con la battaglia di Bagdad, la resistenza tenace dei miliziani di Saddam è stata piegata. Intanto a Bagdad prosegue l'avanzata degli americani ma sarebbe in corso la controffensiva irachena. Anche il fronte nord è incandescente: i violenti bombardamenti su Mosul proseguono e prosegue l'avanzata dei combattenti curdi alleati degli americani.

Bassora. I britannici sarebbero arrivati fin dentro l'università della città. Ma intanto è giallo sulla sorte di Ali Hassan al Majid, il cugino del dittatore iracheno conosciuto come "Ali il chimico" dopo la guerra chimica scatenata contro i curdi ed i 5 mila morti provocati nel massacro di Halabja nel marzo del 1988. Secondo gli inglesi il corpo del feroce uomo del regime sarebbe stato trovato a Bassora, invece dal Quartier generale Usa nel Qatar ci sono ancora dubbi. "Non posso confermare la morte di Alì" ha detto il generale Usa Vincent Brooks. L'arrivo dei paracadutisti a dar man forte alle truppe di fanteria ha sbriciolato le ultime resistenze irachene e i plotoni di marines e Dragoni hanno occupato anche l'università cittadina ed il centro città.

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Bagdad. E' stata la seconda brigata, uomini e mezzi corazzati, a entrare in azione nel centro della capitale irachena; intanto un denso fumo nero si alzava da una nuova, grande trincea di petrolio data alle fiamme nel tentativo di rallentare la marcia alleata. Mentre sarebbero stati presi due residenze di Saddam. Sarebbe però in corso una controffensiva, con cui l'esercito iracheno, che spara colpi di artiglieria, vorrebbe riconquistare appunto il primo dei palazzi occupati. Le forze Usa potrebbero comunque muoversi oggi stesso verso gli strategici ministeri degli Esteri e dell'informazione. Secondo la Reuters, le truppe scelte della Guardia Repubblicana si sarebbero appunto concentrate nei ministeri dell'informazione e degli esteri (che si trova a poca distanza). E sarebbero pronte a difendere i palazzi governativi. Dalla stessa fonte si apprende che molti ponti della città sono stati bloccati dagli iracheni, che per rallentare la marcia dei blidati americani ne avrebbero fatti saltare due. Ma la battaglia smbra andare avanti.

L'Iraq nega tutto. Malgrado la drammaticità degli eventi continua la guerra di propaganda. Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso, all'aperto, davanti ai giornalisti e ha negato che le truppe Usa siano entrate a Baghdad con 65 carri armati: "Posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Baghdad", ha detto. Perché - è sempre al Sahaf a parlare - le colonne statunitensi che hanno cercato di entrare sono state "massacrate".

Il fronte nord. Dalle prime ore di questa mattina Mosul si trova di nuovo sotto un intenso bombardamento da parte degli aerei alleati. Al Jazeera ha trasmesso immagini di enormi colonne di fumo nero che si levavano al cielo dalle zone colpite. Secondo fonti giornalistiche presenti sul posto, gli attacchi alla principale città del nord iracheno si sono susseguiti a intermittenza per tutta la notte mentre nella mattinata si sarebbero concentrate su quello che appare come un deposito di munizioni. I peshmerga, combattenti curdi, alleati degli americani hanno conquistato la piccola città di Faida a cinque chilometri da Mosul.

Armi chimiche. Esperti americani ritengono possibile di aver trovato un deposito di armi di distruzione di massa a sud della città di Hindiyah nel centro dell'Iraq, ha detto il maggiore Ros Coffman, un portavoce della terza divisione di fanteria americana. "I nostri detector hanno individuato qualcosa", ha riferito Coffman. "Stiamo parlando della possibilità di aver trovato un deposito per armi di distruzione di massa. Il rapporto è ancora all'inzio ma potrebbe diventare esplosivo", ha detto Coffman. "Non è come se una nuvola di gas stesse minacciando le teste dei nostri soldati. Stiamo parlando di una possibilità", ha concluso.

Le vittime Usa. Nelle ultime ore è stato fornito dal Pentagono il bilancio aggiornato sulle vittime Usa. In totale, dall'inizio della guerra in Iraq, sono morti 81 soldati americani, di cui 66 uccisi in combattimento e 15 in incidenti vari. I prigionieri di guerra che ufficialmente risultano in mano al nemico sono sette, i dispersi otto. I feriti nelle file delle forze armate Usa sono 155.


oreZrd
00martedì 8 aprile 2003 00:23
Avete notato il sudicio sfarzo del palazzo di Saddam?

Con la popolazione in condizioni pietose questo sguazzava nel superfluo più rivoltante [SM=x44504]
serenity77
00martedì 8 aprile 2003 14:36
Bagdad, la vittima è un cameramen della Reuters
Un reporter di Al Jazeera era stato ucciso poco prima
Tank spara sull'hotel Palestine
un morto e 4 giornalisti feriti
Gli Usa: "Nell'albergo c'erano cecchini iracheni"
Inviato inglese: "Non ho sentito sparare dalle finestre"


BAGDAD - Un obice partito da un carroarmato Usa ha colpito l'hotel Palestine di Bagdad, l'albergo dove si trovano la maggior parte dei giornalisti stranieri. Nell'splosione fra il quindicesimo e il diciassettesimo piano dell'albergo è rimasto ucciso un cameramen della Reuters, il trentacinquenne Taras Protsyuk e altri quattro sono rimasti feriti: tre sempre della Reuters, un cameramen spagnolo di Telecinco, Jose Couso che avrebbe perso una gamba. Questo mentre, poco prima, durante un raid nella zona del ministero dell'Informazione, che si trova nella zona del Palestine, era stata colpita la sede di Al Jazeera dove è rimasto ucciso un reporter della tv araba e ferito un suo collega.

Nessuno si aspettava che potesse essere colpito il quartier generale della stampa internazionale. L'esplosione, che ha semidistrutto due piani dell'albergo, ha scatenato subito una ridda di ipotesi su chi potesse aver sparato. Si è pensato agli iracheni, poi ad un missile Usa, poi un giornalista francese ha detto di aver visto un tank Usa puntare il suo cannone verso l'albergo e di aver sentito un colpo subito dopo.

Ipotesi alla fine confermata dai comandi americani secondo i quali è stato proprio un tank della III divisione a colpire la sede dei giornalisti dalla quale, secondo l'Us Army, operavano cecchini iracheni e partivano colpi di granate anticarro contro i tank americani. Per questo sarebbe stato sparato quel colpo di cannone contro l'albergo, "poi il fuoco è finito", ha detto il generale Buford Blount comandante della III divisione.

Ricostruzione smentita dall'inviato di Sky News, David Chater, ha negato la presenza di cecchini al Palestine. "Non ho sentito un solo colpo in questa zona, certamente non dall'albergo", ha affermato. In diretta ha raccontato che si trovava sul balcone quando ha visto un carro armato Usa che puntava il cannone in direzione dell'albergo. Il giornalista britannico è rientrato insieme ai colleghi e non ha visto partire il colpo. Poi, ha raccontato, l'hotel è stato squassato da una esplosione violentissima.

Intanto dal Comando centrale in Qatar il capitano Frank Thorp precisava: l'albergo dei giornalisti non era certo "un bersaglio". "Le forze americane - ha detto l'ufficiale - non colpirebbero mai intenzionalmente i rappresentanti dei media". Ma, ha puntualizzato, un'area civile diventa "un legittimo obiettivo militare" in presenza di combattenti iracheni. "Sin dall'inizio abbiamo detto molto chiaramente che Bagdad sarebbe stata molto pericolosa, è zona di guerra".



Dnq,ne hanno comminata un'altra...[SM=x44492] però leggitimo dire che in alcuni art.precedenti dicevano che i civili erano liberi di continuare nel possibile la propria vita..ora non so perchè ma noto sempre dei forti contrasti quando parlano[SM=x44473]

serenity77
00martedì 8 aprile 2003 14:38
Re:

Scritto da: oreZrd 08/04/2003 0.23
Avete notato il sudicio sfarzo del palazzo di Saddam?

Con la popolazione in condizioni pietose questo sguazzava nel superfluo più rivoltante [SM=x44504]



Si..ed è una cosa davvero atroce...[SM=x44491]
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