Bomba alla Bocconi

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binariomorto
00giovedì 17 dicembre 2009 23:12
Pacco bomba alla Bocconi
Ordigno esploso in parte la scorsa notte intorno alle 3


MILANO - Tornano le bombe anarchiche: un pacco bomba ieri sera al Centro immigrati di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) e un ordigno rudimentale la scorsa notte all'università Bocconi di Milano: il primo intercettato dal direttore della struttura e scoppiato senza far danni e il secondo esploso solo in parte in un tunnel dell'ateneo, con danni limitatissimi. Su entrambi gli attentati la stessa firma, quella del Fai (Federazione anarchica informale), un gruppo che ha rappresentato, come affermano i servizi segreti, "negli ultimi anni, la principale minaccia terroristica di matrice anarco-insurrezionalista a livello nazionale".

Tra il 2003 e il 2006 tante le azioni rivendicate dal Fai, tra cui le due bombe esplose nelle vicinanze della casa dell'allora presidente della commissione Ue, Romano Prodi, a Bologna e il pacco esplosivo recapitato a Eurojust a Bruxelles. E' anche per questo, forse, che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, afferma che il ritorno degli ordigni degli anarco-insurrezionalisti "non è da sottovalutare, è una cosa seria che si articola in una serie di azioni in varie città, a Milano, in Friuli, ma anche a Firenze ed in altri luoghi". Il ministro si riferisce al blitz di Firenze, dove il contenuto di finti pacchi regalo con liquidi maleodoranti è stato versato da un gruppo di anarchici e punkabbestia sulla soglia delle vetrine dei negozi vip di via Tornabuoni e via Strozzi, fra le più eleganti strade del centro di Firenze. Per questa azione la polizia ha denunciato undici persone. "Prestiamo grandissima attenzione a queste iniziative - ha sottolineato Maroni - monitoriamo sempre e studiamo misure da prendere per evitare che si diffondano sul territorio".

L'ordigno alla Bocconi e il pacco-bomba al Cie di Gradisca sono stati accompagnati dalla stessa rivendicazione: nei volantini si parla di lotta al capitalismo, di attacco ai Cie, "nuovi campi di concentramento del 'civilissimo' occidente di inizio XXI secolo" e di lotta ai ricchi e al potere. Al Cie di Gradisca il pacco bomba, preceduto da volantini di minaccia, è giunto ieri sera: un portafoglio imbottito di polvere pirica. Solo la prontezza di spirito del direttore del Centro, Luigi Del Ciello, che si è accorto in tempo dell'innesco, ha evitato il peggio: tutto si è risolto in pochi attimi. Il portamonete era in una busta giallastra, probabilmente spedita dalla provincia di Milano, di 25 centimetri per 15, indirizzata indistintamente al Cie di Gradisca. La busta è stata recapitata insieme ad altra posta. Quando il direttore ha aperto il piccolo pacco si è accorto dell'innesco, ha scaraventato il portamonete a terra, dove è esploso. Un vero ordigno, invece, è quello esploso, solo in parte, la scorsa notte, intorno alle due all'Università Bocconi di Milano. Un cilindro metallico infilato all'interno di una conduttura elettrica di un tunnel dell'Ateneo, di circa 25 centimetri con un timer.

Quanto all'esplosivo, la rivendicazione giunta a Libero parla esplicitamente di "due chili di dinamite", ma la polizia ha repertato circa un chilo di un composto che potrebbe essere simile alla dinamite. Sicuramente a esplodere è stata della polvere pirica, anche perché se fosse esplosa la dinamite, sebbene in parte, gli effetti sarebbero stati ben più gravi: plausibile quindi che ad esplodere sia stato solo l'innesco. In ambienti investigativi si fa notare che si è trattato di un'azione dimostrativa: avendo funzionato bene il timer (una sveglietta) e vista l'ora di chiusura del tunnel di passaggio, le 20, l'ordigno non era destinato a provocare vittime. La Questura ha disposto in serata una intensificazione della vigilanza nei pressi delle Università milanesi.

Fonte: ANSA
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