Re: Re: Re:
Scritto da: Zalmoxis 21/11/2006 22.13
Dici? Io non sarei così sicuro: su EBay - se se ne accorgono - chiudono l'inserzione e magari ti denunciano pure..
"Il bootleg è illegale ed assimilato alla copia pirata, fine.
Viola gli art.80 e 171 e 171 ter della legge 633 1941"
Leggi infatti un rappresentante della FIMI a tal riguardo
Bootleg: una parola che viene fuori dal vocabolario inglese che letteralmente indica il contrabbando. Il bootleg-record invece è la 'registrazione pirata' fatta in discoteca durante un dj-set a base di inediti e poi messi illegalmente in circolazione. Ma il termine ha subito delle varianti negli ultimi 15 anni. Infatti il 'bootleg' non rappresenta più solo la semplice registrazione ma anche una vera e propria creazione che trae spunto da composizioni preesistenti. La moda verso questa tipologia artistica (concedetemi tale espressione perchè creare un bootleg può sembrare facile ma non lo è) nacque tra le lande nebbiose inglesi agli inizi degli anni '90 quando un produttore pensò di ingannare il tempo libero unendo un pezzo strumentale ad un'accappella ovvero la parte cantata di un'altra canzone. Nacque così una nuova composizione che traeva spunto da due precedenti che potevano anche non avere assolutamente nulla in comune ad eccezione del fatto che insieme suonassero bene. Negli anni a seguire il fenomeno dilagò in maniera spaventosa e molte case discografiche si diedero da fare coi propri avvocati per cercare di arginare il fenomeno. Nella maggior parte dei casi infatti il bootleg è illegale poichè privo di autorizzazioni da parte degli autori e/o delle case discografiche titolari del master. Oggi il bootleg continua a vivere grazie a white-labels monofacciata totalmente anonime che riescono a beffare le major facendo invece la felicità di tutti quelli in cerca di qualcosa di diverso e bizzarro per colorire i propri sets.
quella di cui si parla qui è una delle tante forme di pirateria musicale...
il fenomeno dei bootleg, che vennero a costituire una industria culturale alternativa, con tutte le implicazioni ideologiche del caso, nacque nel 1969 col disco "great white wonder", che raccoglieva registrazioni in studio inedite e performance in concerto di bob dylan: tutti lo intesero al suo comparire, come il nuovo disco ufficiale di dylan, ed invece, erano nati i bootleg:
i bootleg in vinile furono ed ancora sono, oggetto di collezione in tutto il mondo, mentre il fenomeno dei bootleg su cd, pure fiorente sino a pochi anni fa, ha subito un forte restringimento del mercato proprio grazie alla pubblicazione dei concerti su siti come quello da me indicato:
l'opera dei bootlegger è, spesso, assolutamente meritoria: strappano all'oblio performance talvolta storiche, e, talvolta, ben superiori al materiale pubblicato ufficialmente:
una collezione di dylan, o di springsteen, ad esempio, che non comprendesse dei bootleg, risulterebbe assolutamente risibile ed insignificante:
il fenomeno non è legale, ma, nella misura in cui non danneggia l'artista (e le case di produzione) "rubando" materiale pubblicato ufficialmente, è ampiamente tollerato: ed alcuni artisti, come nota giustamente bremaz, lo vedono persino di buon occhio:
non far circolare illegalmente materiale ufficiale è, del resto, un punto d'onore, un fatto "deontologico", per tutti i collezionisti seri:
quanto all'etimologia, "bootleg", come sinonimo di "bootlegged whiskey", designava inizialmente il whiskey importato di contrabbando, che veniva nascosto, appunto, dentro gli stivali (bootlegs).