Chiariamo un discorso: io NON sono buddhista.
Mi sono solo avvicinato a questa particolare pratica (la Soka Gakkai) perchè coinvolto senza impegno da persone che ritengo meritevoli di fiducia.
Ora, gli articoli postati da Zalmo sono evidentemente di parte
Tralasciando i documenti di derivazione cristiana, che non mi interessano, mi concentro sui documenti del sito "Fiore di loto".
Alcuni concetti da loro espressi sono fuorvianti: non è vero che i praticanti la soka gakkai mentano sulla natura della loro pratica, almeno a me, hanno spiegato il tutto chiaramente.
Il loro non è buddhismo nel senso tradizionale del termine, ma una derivazione che prende come spunto non il risvegliato (Siddharta) bensì un monaco medievale.
Seconco costui l'insegnamento del buddhismo si limita ad un mantra, e alla ripetizione ossessiva di una frase (Nam Myoho Renge Kio) capace di risvegliare i centri vitali non per il suo significato, ma per una questione di vibrazione ergo musicalità.
E' inesatto inoltre riferire il presunto materialismo della pratica: la realizzazione personale del Buddha non è un obiettivo pratico bensì uno status interiore di soddisfazione e realizzazione, riprendendo il concetto che non si può fare la felicità degli altri se non si realizza la propria.
Posta in questi termini, è evidente la fuga dal materialismo, che è invece un motivo per il quale ci si rifugia nella pratica.
Insomma, la situazione è più complessa di quanto si voglia far credere
E soprattutto, la Soka Gakkai non si propone di reclutare i propri membri tra ragazzetti o in maniera impositiva: è una libera scelta di persone adulte e consenzienti.
Non è un mistero infine l'osticismo del buddhismo tradizionale nei confronti della soka gakkai: mi venne spiegato immediatamente
CIò che non sapevo era solo la sua origine giapponese: era questione di tempo prima che ci arrivassi.
Morale della favola: non sono buddhista, ma la pratica della soka gakkai, come le altre pratiche buddhiste non sono pericolose.
La pratica è uno specchio per l'anima, un modo per raggiungere la consapevolezza della propria vita e delle proprie azioni.
Infine, non esistono bambini battezzati da appena nati, o educati dalla fanciullezza a seguire un concetto inculcato nella propria mente.
E' una scelta adulta e ipoteticamente razionale.
Citando Charles Darwin:
"Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati,
da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene"
E' tanto facile criticare qualcosa per mezzo della parola d'altri, quanto difficile conoscere e giudicare con cognizione di causa.
E a me la conoscenza piace