C'era una volta la Rai

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Etrusco
00giovedì 16 giugno 2005 12:28
C’era una volta la Rai

| Lunedi 6 Giugno 2005 - 13:51 | Cristiano Tinazzi |

Molti conosceranno il detto: “Si stava meglio quando si stava peggio”.
Un modo di dire un poco retrò che generalmente è sempre in bocca gli anziani, come se loro avessero vissuto nell’età dell’oro e dopo di loro solo il decadimento.
In questo caso però, ovvero quello della Rai, il “si stava meglio quando si stava peggio” è in parte vero.

Una volta c’era il Pentapartito e la Democrazia Cristiana si pappava quasi tutto lasciando le briciole (neanche tanto briciole, poi) agli alleati di Governo e una rete all’opposizione.
E c’era anche la censura, che però non impediva a molti giornalisti di poter lavorare.
Era più una censura bigotta, che non tollerava indecenze e doppi sensi.
La Rai è un ‘servizio pubblico’. Ma di chi?
Degli abbonati, dei cittadini, di tutti quelli che dovrebbero e vorrebbero trarre notizie corrette da una televisione imparziale.
In realtà i cittadini italiani ricevono sì informazioni, ma "corrette": nel senso che vengono manipolate.

Continua....

[Modificato da Etrusco 16/06/2005 12.29]

--MUTTLEY--
00giovedì 16 giugno 2005 12:40
Che dire....[SM=x44463]
Etrusco
00giovedì 16 giugno 2005 12:41
....Dice Beppe Grillo nella sua post fazione al libro di Marco Travaglio.
(Travaglio è un giornalista, di Destra, che lavorava con Indro Montanelli, anche lui di Destram e che lo seguì quando venne estromesso dal Berlusconi.
Per correttezza di informazione non è stato sempre equidistante nelle sue inchieste quando si trattava di perseguire la Sinistra nella vicenda di Mani Pulite)
e Gomez, “Regime”:
"In Rai la lottizzazione c’è sempre stata. E continua tutt’oggi, a dispetto delle dichiarazioni di Destra e di Sinistra che si affannano.
La censura della Rai democristiana non era brutale e intimidatoria, violenta e ottusa come quella di oggi.
Non cercava di annientarti, di rovinarti con le denunce.
Era più bonaria, famigliare, melliflua. Si presentava col volto del vecchio zio burbero benefico, che ti dà buoni consigli per il tuo bene.
E tu, con un pò di astuzia, la potevi aggirare”.
Aggiramento che Grillo non riuscì a portare a termine quando venne censurato per aver anticipato Tangentopoli con due battute sul Psi (Grillo in quell’occasione racconta che quando Craxi era andato in Cina accompagnato da decine di compagni di partito, Claudio Martelli, il suo vice, gli ha domandato: “Ma se sono tutti socialisti, a chi rubano?”).
Dal 1986 ad oggi Grillo non è più andato in televisione se non sporadicamente. Prima di lui era toccato a Mastelloni per aver bestemmiato in diretta. Da allora non è più potuto andare in televisione.
Quindi anche prima la Rai era lottizzata e censurava, ma non si sono mai raggiunti livelli come quelli che hanno contraddistinto la gestione Berlusconi.
E da quello che traspare, questo modo di gestire la televisione pubblica non cambierà di molto quando e se la sinistra salirà al governo nelle prossime elezioni del 2006.
Perché la ‘sinistra’ dovrebbe comportarsi diversamente? D’altronde i problemi in Rai per Santoro sono iniziati con il centrosinistra.

Ma facciamo un passo indietro:
nel 2001 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara pubblicamente che i giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro, insieme con il comico Daniele Luttazzi “fanno un uso criminoso della televisione”.
Immediatamente tutti e tre vengono allontanati dalla tv e le loro trasmissioni sono sospese.
Stessa sorte è toccata a Massimo Fini, il quale doveva dirigere un programma su Rai2 intitolato Cyrano.
Il programma non uscirà mai perché Fini è personaggio ‘non gradito’ a qualcuno che sta in alto (Socci e Marano avrebbero giocato poi a rimpallarsi la paternità della censura verso Fini).
Il programma satirico Blob, nel 2002, prevede quattro trasmissioni speciali sul Presidente del Consiglio: vanno in onda le prime tre puntate e la quarta viene annullata. Nel 2003 - dopo la prima puntata - viene sospesa la trasmissione Raiot, di Sabina Guzzanti.

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Etrusco
00giovedì 16 giugno 2005 12:59
...Il continuo balletto di nomine ai vertici Rai non cambia le cose, anzi le peggiora.
Il neo Ministro delle Telecomunicazioni Mario Landolfi,
in una delle sue prime dichiarazioni da quando ha preso il posto di Maurizio Gasparri, ha ammesso che la televisione pubblica è ancora fortemente lottizzata.

“Se andiamo a vedere i programmi,
le tendenze, i messaggi, si vede che in Italia il regime non c’è, ma c’é un’informazione ancora lottizzata - ha spiegato l’esponente di AN - si deve recuperare un’idea più alta di servizio pubblico, che non è la sommatoria delle culture politiche o dei partiti che siedono in Parlamento, ma qualcosa che è soprattutto al servizio del cittadino”.
Parole, quelle dell’esponente governativo, che sono piaciute al segretario dell’Usigrai Roberto Natale,
secondo il quale “sono da apprezzare le dichiarazioni del neoministro delle Comunicazioni.
La Rai non può essere considerata bottino di guerra - ha affermato - ha ragione Landolfi quando parla della necessità di puntare ad una Rai sottratta al dominio della maggioranza politica di turno”.

Il problema è che la Rai è il bottino di guerra di chi vince le elezioni.
Ma anche chi sta all’opposizione una parte del bottino se la prende sempre, e, al posto di controllare il controllato, si mette d’accordo con lui. [SM=x44492]
Così il tanto decantato Claudio Petruccioli (in quota Ds), presidente della commissione di vigilanza, che in questi giorni una parte della sinistra ha tentato di rilanciare come personaggio eccellente per la Presidenza del Cda della Rai, un uomo per il quale Veltroni ha detto di avere “una grande stima” e che è “una persona rigorosa, della quale - ha spiegato Veltroni - ho sempre apprezzato e apprezzo l’onestà intellettuale e personale, il coraggio e la coerenza politica (…), non ha dato grandi prove di autonomia della commissione di vigilanza quando si è trattato di difendere i censurati dal 2001 ad oggi.
Forse perché il figlio della moglie di Petruccioli, Giangiacomo Mazucchelli, lavora al Tg5 e lo stesso Presidente della Commissione di Vigilanza pare sia un caro amico del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. [SM=x44466] [SM=x44473]

Un vero esempio di imparzialità, dunque.
Bruciata la nomina di Petruccioli e di Monorchio, Curzi diventa provvisoriamente, insieme a Cattaneo, presidente del Cda Rai.

L’Associazione dei dirigenti Rai intanto esprime “preoccupazione e sconcerto” per la vicenda della nomina dei nuovi vertici aziendali. E’ quanto si legge in una nota dell’Adrai.
“La politica non ha dimostrato in questa occasione sufficiente senso di responsabilità nei confronti della Rai - si legge nella nota - che è servizio pubblico ma anche impresa che si deve confrontare ogni giorno su un mercato sempre più concorrenziale.
Nelle prossime settimane incombono scadenze come la presentazione dei nuovi palinsesti autunnali, i rinnovi contrattuali per il campionato di calcio e la competizione per la Champions League - prosegue l’Adrai - I dirigenti Rai chiedono quindi ai vertici politici del Paese di farsi carico con estrema urgenza della grave situazione del servizio pubblico televisivo”.
Dovremo abituarci a vedere le partite con il contagocce, perché soldi in cassa non ci sono, dicono i dirigenti Rai.
Anche perché i giornalisti di punta che facevano ascolti e incassi non ci sono più.
La domanda che ci si dovrebbe porre alla fine di tutto questo è:

interessa realmente a questo governo una ripresa della Rai?

Silvio Berlusconi possiede le uniche televisioni in grado di fare concorrenza alla televisione di Stato.
Il dubbio è più che legittimo.

Cristiano Tinazzi

[SM=x44465]
Leonessa73
00giovedì 16 giugno 2005 13:50
Mi immolo io, anticipando il primo che arriva a dire "ma il conflitto di interessi non esiste, siete voi comunisti mangia-bambini che ce l'avete con Berlusconi che è bravo bello e intelligente"

Ooooh, a posto, adesso il prossimo a dirlo non sarà manco il primo [SM=x44453]
--MUTTLEY--
00giovedì 16 giugno 2005 13:51
Re:

Scritto da: Leonessa73 16/06/2005 13.50
Mi immolo io, anticipando il primo che arriva a dire "ma il conflitto di interessi non esiste, siete voi comunisti mangia-bambini che ce l'avete con Berlusconi che è bravo bello e intelligente"

Ooooh, a posto, adesso il prossimo a dirlo non sarà manco il primo [SM=x44453]



Cattiva! Volevo essere io!!!
never169
00giovedì 16 giugno 2005 15:05
ieri sera ho finito il capitolo riguardante Biagi, devo ancora leggere quello su Santoro, devo dire che anche se molte cose le conoscevo alcuni fatti erano sfuggiti pure a me
Nikki72
00giovedì 16 giugno 2005 21:27
Re:


Scritto da: Leonessa73 16/06/2005 13.50
Mi immolo io, anticipando il primo che arriva a dire "ma il conflitto di interessi non esiste, siete voi comunisti mangia-bambini che ce l'avete con Berlusconi che è bravo bello e intelligente"

Ooooh, a posto, adesso il prossimo a dirlo non sarà manco il primo [SM=x44453]





Ma a un'eventuale legge sul conflitto di interessi non poteva pensarci il centro-sinistra in tutti quegli anni che era al governo con Prodi, D'Alema ecc. Che si aspettavano, che fosse Berlusca a danneggiarsi da solo??? Cmq, dal 2006 in poi, se il centro-sinistra vince, potrà sistemare tutto! [SM=x44452]







Leonessa73
00giovedì 16 giugno 2005 23:12
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 16/06/2005 21.27





Ma a un'eventuale legge sul conflitto di interessi non poteva pensarci il centro-sinistra in tutti quegli anni che era al governo con Prodi, D'Alema ecc. Che si aspettavano, che fosse Berlusca a danneggiarsi da solo??? Cmq, dal 2006 in poi, se il centro-sinistra vince, potrà sistemare tutto! [SM=x44452]






come darti torto! [SM=x44472]
Neongenesis
00venerdì 17 giugno 2005 10:32
Viva la RAI
Ci fa crescere sani…viva la RAI
Viva la RAI
Quanti geni lavorano solo per noi…
Viva la RAI
Con il suo impero
Dice la RAI
Soltanto il vero
Viva la RAI
Dimmi da quale parte stai
Viva la RAI
Se sarai buono il tuo Mazinga vedrai
Oppure no…
Dipende dal funzionario RAI
Viva la RAI
Che cosa giusta
E con la RAI
È sempre festa
Viva la RAI
Coi capoccioni e gli operai
In Viale Mazzini
Ci giocano i bambini
Mentre tu, vivi grazie alla RAI/TV
In fondo è la tua mamma
Ti allatta dall'antenna
Mamma RAI, non ti abbandona mai…se no guai!
Viva la RAI
Quante battaglie nei corridoi…
Poveri noi…
Se non si mettessero d'accordo alla RAI
Paghiamo allora questo abbonamento
Per mantenerli in salute e in sentimento…
Perché oramai
Questo cervello
Avrà un padrone lo sai ?
Viva la RAI
Con il suo impero
Dice la RAI
Soltanto il vero
Viva la RAI
Coi capoccioni e gli operai
(Coro) Viva la RAI





[SM=x44461]
[SM=x44461]
[SM=x44461]
Etrusco
00venerdì 17 giugno 2005 21:12
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 16/06/2005 21.27




Ma a un'eventuale legge sul conflitto di interessi non poteva pensarci il centro-sinistra in tutti quegli anni che era al governo con Prodi, D'Alema ecc. Che si aspettavano, che fosse Berlusca a danneggiarsi da solo??? Cmq, dal 2006 in poi, se il centro-sinistra vince, potrà sistemare tutto! [SM=x44452]




Ah, ma non lo sai?
Il più grande alleato di Berlusconi è proprio D'Alema [SM=x44458]
Si è camuffato da comunista e si è infiltrato tra loro
in modo da boicottare qualsiasi legge che andasse contro Mediaset o Berlusconi [SM=x44461]

Pensaci:
cosa avrebbe potuto fare di meglio lo stesso schifani
se fosse stato al posto del D'Alema Presidente del Consiglio?

[SM=x44452]

Vedi cosa succede quando un gruppo di politicanti è troppo miope
e pensa solo ai giochini per conservare potere e privilegi?
--MUTTLEY--
00sabato 18 giugno 2005 13:24
Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 17/06/2005 21.12


Ah, ma non lo sai?
Il più grande alleato di Berlusconi è proprio D'Alema [SM=x44458]
Si è camuffato da comunista e si è infiltrato tra loro
in modo da boicottare qualsiasi legge che andasse contro Mediaset o Berlusconi [SM=x44461]

Pensaci:
cosa avrebbe potuto fare di meglio lo stesso schifani
se fosse stato al posto del D'Alema Presidente del Consiglio?

[SM=x44452]

Vedi cosa succede quando un gruppo di politicanti è troppo miope
e pensa solo ai giochini per conservare potere e privilegi?




[SM=x44458]
i-modium
00domenica 19 giugno 2005 22:57
Re:

Scritto da: never169 16/06/2005 15.05
ieri sera ho finito il capitolo riguardante Biagi, devo ancora leggere quello su Santoro, devo dire che anche se molte cose le conoscevo alcuni fatti erano sfuggiti pure a me



il capitolo di cosa? che libro?

il guaio della Rai è per me l'aver perso Bonolis [SM=x44472]
Etrusco
00martedì 13 maggio 2008 11:18

NON BASTANO 13 MILA DIPENDENTI, 43 MILA COLLABORATORI:
IL 64% VIENE APPALTATO
STUDIO-CHOC DI CGIL: O SI TAGLIANO I COSTI DEL PERSONALE O SI RISCHIA IL DECLINO

SI “VEDE” RAI MA SI LEGGE MEDIASET.
LA PARTE DEL LEONE DEI PROGRAMMI ENDEMOL


1 - RAI, DAI CONTI AGLI APPALTI: ORA VA IN ONDA IL DECLINO
Giuseppe Sarcina per il “CorrierEconomia”


Non bastano 11.436 dipendenti fissi (più 1.872 contratti a tempo determinato).
E non sono sufficienti neppure 43 mila collaboratori.
La Rai non può fare a meno degli «appalti esterni», quasi non avesse energie e talenti all’altezza dei propri compiti.

Se si tolgono i tg e qualche programma di informazione (come «Report» o «La Storia siamo noi») praticamente tutto quello che vediamo su Rai1, Rai2 e Rai3, dalla mattina a notte fonda, è confezionato all’esterno.

Cuochi, pacchi, nonni, piste da pattinaggio, ballerini sotto le stelle, seggiole e divani. Tutto, o quasi: le fiction, i varietà della prima serata, i talk show, i documentari. Nel bilancio 2006 su un totale di ricavi pari a 3.111 milioni di euro, 1.516 sono stati stanziati per «l’acquisto di beni e servizi esterni», cui vanno aggiunti 580 milioni di euro di investimenti per comprare diritti televisivi.
Totale: 2.096 milioni di euro spesi fuori casa, a fronte di 979 milioni di euro versati al personale interno. Il consuntivo del quinquennio 2002-2006 mostra che per ogni 100 euro che entrano nelle casse aziendali, 64,4 vanno ad alimentare una «mezza Rai» che negli anni si è sviluppata lontana dagli studi di Saxa Rubra o di via Teulada.


Claudio Petruccioli
© Foto U.Pizzi

Queste risorse si trasformano negli incassi delle società di produzione, tra le quali spiccano Endemol (che fa capo a un pool di azionisti guidato da Mediaset), Magnolia (De Agostini) e la Ballandi Entertainment. La Rai, l’azienda del servizio pubblico, la «compagnia di bandiera» della tv italiana, può andare avanti così? La Slc-Cgil (Sindacato lavoratori della comunicazione) ha fatto esaminare i bilanci degli ultimi cinque anni (2002-2006) da un gruppo di esperti coordinati dal consulente finanziario Sergio Cusani. Ed è giunta a una conclusione che è allarmante.

No, la Rai non può continuare così, perché di questo passo l’azienda presieduta da Claudio Petruccioli è destinata al declino. Sia chiaro: non a un tracollo violento come quello dell’Alitalia; piuttosto un cedimento lento, ma inesorabile. Uno slittamento dei conti, con le perdite che si accumulano, gli investimenti che non tengono il passo dell’innovazione e le risorse del canone che non bastano più. L’analisi della Slc, guidata da Fulvio Miceli, parte da un pacchetto di dati «strutturali». Dal 2002 al 2006 (quattro anni e mezzo di governo Berlusconi, sei mesi con Prodi), l’azienda di viale Mazzini ha incassato 7.261 milioni di canone, cioè di denaro pubblico, più 5.900 milioni dalla raccolta pubblicitaria. Il 21,2% degli incassi (cioè 3.131 milioni) è stato investito soprattutto nell’acquisto di diritti televisivi (2.753 milioni). Solo una quota residuale, 482 milioni è servita per svecchiare il parco degli impianti, dei macchinari, delle attrezzature da studio.

Negli anni il costo del lavoro è cresciuto con regolarità (dagli 868 milioni del 2002 ai 979 del 2006), oscillando su un livello pari al 20-21% dei ricavi. Completa il quadro la voce più cospicua, il 45,7% (6.751 milioni) destinato ai «beni e servizi esterni», da sommare ai 2.753 milioni di euro per investimenti «fuori porta» (18,6% dei ricavi), per un totale di 9.504 milioni pari al 64,4% del fatturato.

Di nuovo, attraverso le cifre, la Cgil arriva a quello che considera il passaggio cruciale: dal 2002 al 2006 «il ricorso a produzioni esterne è cresciuto in media dell’11%». Vista da un’altra angolazione: nel 2002 a fronte di un euro speso per i dipendenti, ce n’era 1,38 per gli esterni. Nel 2006 questo rapporto è salito fino a quota 1,46. Illuminante anche il confronto con gli altri operatori europei che si avvalgono del canone. Dall’esame del «piano triennale 2008-2010» messo a punto dai vertici di viale Mazzini, risulta che l’azienda italiana può contare sul 75% di lavorazioni interne, il 3% di co-produzioni e il 22% di esterne. Tuttavia, si legge nel documento del sindacato, «le produzioni interne di Rai attengono sostanzialmente ad attività a basso valore aggiunto e non caratteristiche del business».


Claudio Cappon
© Foto U.Pizzi

In altri termini in casa si fanno le cose più facili e, spesso, meno pregiate. Gli inglesi della Bbc, invece, hanno una quota più bassa di «interni» 62%, il 34% di co-produzioni e solo il 4% di esterni. La Bbc è inarrivabile? Non proprio. Basta osservare nella tabella pubblicata in queste pagine che i francesi di Tdf e i tedeschi di Ard si regolano nello stesso modo.
Fin qui i numeri di quella che la Cgil definisce «l’anomalia» della Rai. Lo stesso studio, comunque, sottolinea come l’impianto finanziario dell’azienda abbia sostanzialmente retto. A monte dell’attività il margine operativo lordo (nel 2006) pari a 702 milioni di euro, ha dato copertura a sostanziali investimenti. Il punto è che, anche qui, la gestione ha utilizzato i due terzi delle risorse all’esterno e il resto, 109 milioni, ai «beni tangibili» (fabbricati, impianti e macchinari). Il risultato è che il patrimonio interno diventa sempre più obsoleto e quindi è chiaro che, alla lunga, appare più semplice ricorrere alle lavorazioni esterne (studi, troupe eccetera).

Secondo la Slc-Cgil la tendenza sarebbe destinata a durare. Nel piano triennale 2008-2010 della Rai i costi esterni «non subiscono riduzioni»: si parte dai 1.327 milioni previsti nel 2007 e si arriva a 1.311 milioni nel 2010. Tuttavia la direzione generale di viale Mazzini è convinta di poter riportare i bilanci in attivo. Esiste, però, anche un’altra simulazione, quella del cosiddetto «scenario inerziale». Che cosa succederà se le dinamiche di spesa dei prossimi tre anni continueranno ad aumentare con il ritmo del biennio 2006-2007? Le cose si metterebbero male, avverte il gruppo di esperti guidato da Cusani. I conti chiuderebbero in rosso, accumulando a fine percorso (2010) una perdita di quasi 200 milioni e una posizione finanziaria negativa per 500 milioni di euro. E a quel punto la svolta sarebbe obbligatoria.



Sandro Curzi
© Foto U.Pizzi


2 - E ENDEMOL (MEDIASET) FA IL PIENO
Maria Silvia Sacchi per il “CorrierEconomia”


Si «vede» Rai ma, in buona parte, si può leggere Mediaset.
La parte del leone dei programmi che la società pubblica affida all’estero è, infatti, di Endemol, cioè della società partecipata al 33% dal gruppo del Biscione.

Oltre 800 ore nel 2006, quasi il 40% di tutte le ore che la Rai ha comprato da terzi in quell’anno.
Endemol ha la sua vera roccaforte in Rai nell’intrattenimento, dove nel 2006 ha prodotto 795,9 ore trasmesse dalla televisione pubblica, il 48% di tutte quelle acquistate da produttori esterni. Più della metà sono state trasmesse su RaiUno.
Si tratta di programmi di successo come la «Prova del cuoco» e «Affari tuoi». Il dato emerge dall’analisi realizzata dallo Iem (l’Istituto di economia dei media della Fondazione Rosselli) sul mercato dell’intrattenimento e della fiction tv.

Endemol resta anche in testa alla classifica delle cinque società «top» del settore, con circa 138 milioni di euro di fatturato, quasi il doppio della seconda classificata che (a dati 2006) è la Lux Vide della famiglia Bernabei, con quasi 76 milioni di euro.

Se si paragona questa classifica con quella degli inizi del 2000, però, si nota quello che è stato il cambiamento più importante del settore: l’arrivo di Magnolia, la società produttrice de «L’isola dei famosi» fondata nel 2001 da Giorgio Gori e oggi parte del gruppo De Agostini. In pochissimi anni Magnolia ha scalato le posizioni e nel 2006 si è piazzata al terzo posto con quasi 64 milioni di euro di giro d’affari. Per il gruppo Rai, Magnolia significa intrattenimento sulle reti Uno e Due: i dati Iem indicano che in questo filone è al secondo posto dopo Endemol, con una quota del 27,1% delle ore Rai acquistate da terzi nel 2006. Un totale per Magnolia di 450 ore trasmesse, divise quasi equamente tra il primo e il secondo canale.


Paolo Bassetti
© Foto La Presse

Seguendo la classifica si trova, poi, al terzo posto un classico come la Ballandi Entertainment, il signore dei grandi show del sabato sera di RaiUno: nel 2006 ha collezionato 111,6 ore su RaiUno, pari al 6,7% delle ore totali di intrattenimento appaltate a terzi dalla tv pubblica.

Più variegato è, invece, il mondo Rai della fiction fatta realizzare esternamente. Nel 2006 il maggior fornitore della Rai è stato Grundy Italia, la società che fa capo al gruppo Bertelsmann forte di titoli come «Un posto al Sole» e «La squadra» giunti, rispettivamente, al tredicesimo e al decimo anno di età. Complessivamente Grundy ha coperto il 31,6% delle ore di ficton date in appalto ed è il punto di riferimento della Terza rete Rai. Al secondo posto, la Videa Cde di Sandro Parenzo con il 16,7% delle ore fornite da terzi (relative alla sfortunata soap «Sotto casa»), seguita da Palomar Endemol con l’8,5%.

Interessante anche la situazione della programmazione fiction Rai di quest’anno. Al primo posto Grundy Italia con lavori per complessivi 42,9 milioni di euro (da «Un posto al sole» a «Medicina generale 2»). Seconda Lux Vide (famiglie Bernabei-Ben Ammar) con lavori per 29,4 milioni di euro, il cui punto di forza è «Don Matteo», settima edizione. Terza, infine, la Publispei di Carlo Bixio («Un medico in famiglia 6») con lavori per 21 milioni di euro.




CorrierEconomia 12 Maggio 2008
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