Questo è il titolo di un editoriale uscito oggi su un quotidiano cittadino, "L'Eco di Bergamo", a firma Giorgio Patrizi.
Riprendo un argomento già trattato da Sandro in un suo editoriale (e da me commentato), l'accanimento giornalistico in generale e, nello specifico, verso la tragedia di Cogne.
Riporto alcuni dati (fonte: "L'Eco di Bergamo", 16.03.2002)
[...] Grande interesse ha suscitato giovedì sera lo speciale di "Porta a porta" condotto da Bruno Vespa, la tragedia di Cogne ha incollato (Nota di Waldemar: ???) davanti ai teleschermi 8 milioni e 380 mila spettatori, 36,11% di share, con la punta massima di 10 milioni e 523 mila spettatori.
Esprimo un personalissimo parere:
in questa storia non riesco a cogliere nulla che vada al di là del dolore, della sofferenza, della tristezza, del desiderio di non sentirne più parlare ... perchè se le cose stanno veramente come i media ci dicono ... beh, vedrei DUE grandissime tragedie ... e non soltanto una.
Le sensazioni di cui sopra mi portano a dire che "l'unico comportamento corretto da seguire è il silenzio, la riservatezza, l'umana comprensione, il cordoglio che si manifesta in queste situazioni, le condoglianze sussurrate all'orecchio di colui che ha perso qualcuno che gli è caro, carissimo" ... ma qui sta avvenendo esattamente il contrario, sbatti il mostro in prima pagina, crocifiggilo ed esponilo al pubblico ludibrio.
No, Italia del giovedì sera davanti a Vespa, Italia bramosa di partecipare a questa sorta di tiro al piccione, questa specie di caccia grossa, Italia del pettegolezzo e del "l'avevo detto io" ... non sono d'accordo ... e cambio canale ... triste ed avvilito, abbattuto e spento ...
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Waldemar
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[Modificato da Waldemar 16/03/2002 15:49]