Calamite orbitanti: L'enigma delle "magnetar"

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Zalmoxis
00domenica 6 febbraio 2005 00:10







La definizione di magnetar dice che si tratta di una stella di neutroni caratterizzata da un intensissimo campo magnetico. Semplice. Proprio come devono essere le definizioni. Ma quando si approfondisce il significato c'è da restare a bocca aperta.
Già immaginarsi una stella di neutroni è piuttosto complicato. Un corpo celeste di massa paragonabile a quella del nostro Sole contenuto in una sfera di una decina di chilometri non fa parte dei pensieri quotidiani, ma ci possiamo comunque arrivare. Ora proviamo a pensare che questo oggetto possieda un campo magnetico la cui intensità è un milione di miliardi di volte quello terrestre. Ed ecco una magnetar.
E' pur vero che di oggetti strani è pieno l'universo e dunque uno in più o uno in meno non crea problema, ma per gli astrofisici l'esistenza delle magnetar è sempre stata un enigma. Se ne conoscono una decina e, come le più "normali" pulsar, sono state individuate in regioni galattiche nelle quali si sono verificate esplosioni di supernova. Visto che le origini potrebbero essere molto simili, dunque, che cosa rende le magnetar così differenti? Da qualche tempo c'era il sospetto che la massa della stella progenitrice potesse avere un ruolo chiave. L'idea era che le magnetar potessero essere generate alla morte di una stella di grande massa, ma qualcosa non quadrava. Secondo i modelli teorici, infatti, le stelle di grande massa alla loro morte lasciavano un buco nero. Recentemente, però, si è cominciato a vederci un po' più chiaro.

Studiando una magnetar distante 9000 anni luce nella costellazione della Carina, un team di astronomi coordinati da Bryan Gaensler (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) ha trovato una possibile spiegazione e i risultati ufficiali stanno per essere pubblicati su The Astrophysical Journal Letters. I ricercatori hanno osservato che la magnetar è circondata da un enorme inviluppo di idrogeno e ritengono che si tratti di materiale espulso dalla stella grazie a un intenso vento stellare. Prima dell'esplosione di supernova, insomma, la stella avrebbe fatto una energica cura dimagrante e questo spiegherebbe la formazione della stella di neutroni al posto del buco nero. "Un meccanismo davvero raro - spiega Gaensler - che rende le magnetar vere e proprie tigri bianche".

Per spiegare la presenza degli intensi campi magnetici, poi, bisogna ricorrere ad un modello che prevede una rotazione mille volte più rapida della norma. Se, infatti, un astro lascia alla sua morte una stella di neutroni in rapidissima rotazione (500-1000 volte al secondo) si innesca un meccanismo a dinamo in grado di generare campi magnetici tremendamente intensi.
Nello zoo dell'universo, dunque, anche le tigri bianche hanno una spiegazione.



[URL]www.coelum.com[=URL]www.coelum.com
Peppinox
00domenica 6 febbraio 2005 11:03

Ho giusto perso un ago in un pagliaio..che ne dici di portarmene una?[SM=x44461]

Molto interessante, non penso di aver capito una mazza, ma molto interessante![SM=x44459]
texdionis
00domenica 6 febbraio 2005 16:01
non ne avevo mai sentito parlare [SM=x44466]

Grazie Zalmo [SM=x44462]
Zalmoxis
00lunedì 7 febbraio 2005 15:24
[SM=x44475]
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