Calitri

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Etrusco
00lunedì 4 luglio 2011 12:16
Un bel paesino in provincia di Avellino

Calitri è un comune italiano di 5.042 abitanti[1] della provincia di Avellino in Campania.

Indice


Geografia

Note generali

Situato su una collina a 530 metri di altezza, confina con la Basilicata. L'altezza del punto più rappresentativo del paese (comune) è esattamente di 601,00 slm

Idrografia

Il territorio di Calitri è attraversato dal fiume Ofanto e da tre suoi affluenti: Ficocchia, Isca, Orata.

Storia

Le prime tracce della presenza umana nel territorio di Calitri risalgono al Neolitico, cui appartengono alcuni utensili in selce levigata conservati presso il Museo Irpino di Avellino. Il nome di Calitri risale al toponimo greco "Alètrion" derivante dall'originario "Alètriom" etrusco, che in epoca romana sarà "Aletrium" poi "Caletrum" ed, infine, "Calitri".

Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), elencando le popolazioni irpine, parla della colonia degli Aletrini, dando conferma della presenza di una comunità nella zona dove sorge Calitri.

Nel periodo medioevale, Calitri è uno dei tanti centri sottoposti all'amministrazione Longobarda prima e Normanna e degli Svevi poi. Proprio sotto queste due dinastie l'insediamento calitrano conosce un periodo di crescita e prosperità.

Al tramonto dell'Impero romano, la storia di Calitri è strettamente legata alle diverse sorti che nei secoli vivrà l'ampio feudo di Conza, importante punto strategico del meridione.

Durante la dominazione normanna, il feudo di Calitri venne affidato ai Balvano, mentre sotto il regno di Federico II di Svevia appartenne al regio demanio.

Nel 1304 Calitri passò ai Gesualdo, principi di Venosa che ne ebbero il possesso per tre secoli. Con i Gesualdo, Calitri conobbe la sua epoca d'oro e l'antico castello venne trasformato in una sontuosa dimora signorile.

Dopo i Gesualdo, Calitri passò ai Ludovisi che, nel 1676, lo cedettero alla famiglia Mirelli. Durante il terremoto dell'8 settembre 1694 il famoso castello di Calitri fu completamente distrutto e morì il principe Mirelli. I superstiti della famiglia Mirelli optarono per l'abbandono dei ruderi in cima alla collina ricostruendo il palazzo baronale più a valle. L'area del castello divenne, dal XVIII secolo in poi, oggetto di grosse modifiche fino ad essere completamente abbandonata a sé stessa.

Dopo l'unità d'Italia la storia di Calitri si confonde con quella di tanti altri centri dell'Italia meridionale: brigantaggio, emigrazione, latifondismo baronale, lotte per la spartizione della terra. Nel 1861 fu conquistata dagli uomini del brigante lucano Carmine Crocco, assieme ad Aquilonia e Sant'Andrea di Conza.

Nel 1910 e nel 1930 dei sismi di notevole magnitudo colpirono Calitri; nella Prima guerra mondiale Calitri diede un notevole contributo alla causa nel 1915 e nel 1918,nel 1924 eressero una Vittoria Alata che ricorda le 120 vittime del conflitto. Nel ventennio fascista vennero realizzate molte opere pubbliche.

Nel 1943 arrivarono le truppe tedesche che distrussero molti ponti tra cui quello sull'Ofanto. L'8 settembre, giorno in cui si celebra la natività della Beata Vergine Maria (giorno di festa per i calitrani), una radio annunciò che l'Italia aveva chiesto l'armistizio: i calitrani pensarono alla fine della guerra, ma a Calitri si combatterà, comunque, una battaglia contro i Tedeschi in ritirata. La mattina del 29 settembre dello stesso anno, dei facinorosi si rivoltarono e malmenarono l'allora sindaco conte Salvatore Zampaglione e l'ex podestà, saccheggiarono lo stesso palazzo e uccisero alcuni componenti della famiglia Ricciardi.

Nel Secondo dopoguerra ai vertici nazionali c'era la Democrazia Cristiana, tra cui si distinse il concittadino Salvatore Scoca che fu più volte ministro; Calitri risentì con lieve ritardo anche del boom economico: in quegli anni Calitri divenne il più importante centro dell'Alta Irpinia grazie al potere attirante dei suoi istituti scolastici (Scuola Media, ITC, Istituto d'Arte, Liceo Scientifico, Istituto Professionale). Negli anni 1960 la SALCA, fabbrica locale produttrice di laterizi, conobbe uno sviluppo crescente, tuttavia ciò non evitò l'emigrazione verso il Settentrione e l'Europa.

Il terremoto catastrofico del 23 novembre 1980 fermò improvvisamente la vita del paese.

Onorificenze

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al Merito Civile
  «In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.»
— 23 novembre 1980

 

Tradizione e folclore

Il 25 maggio viene festeggiato il santo patrono, San Canio, che viene portato in processione per le vie del paese; l'8 settembre viene celebrata la natività della Beata Vergine Maria, anche essa portata per le vie del paese.

A Pasqua, partendo dalla chiesa dell'Immacolata Concezione, si porta una statua di Gesù sulla croce per le vie del paese: chi lo desidera può indossare un vestito bianco con una corona di spine in testa per simboleggiare Gesù.

A Natale, nel centro storico, si tiene una rappresentazione dei lavori antichi e della natività.

Le Fontane Storiche

Notevoli sono le presenze di fontane di qualsivoglia fattura (pietra lavorata, mattoni, ecc.) utilizzate soprattutto per l'abbeveraggio degli animali.

Fontana Berrilli

Di notevole importanza è la fontana che si trova in località Serre situata nella tenuta agricola della famiglia Berrilli. Questa fontana comunemente chiamata "Pila",fu edificata nel 1851 per volere di Don Giuseppe Nicola Berrilli, come riporta chiaramente una scritta incisa sul frontespizio. La fontana è stata realizzata con pietra di natura silicea e mattoncini in laterizio, è alimentata da una sorgente sotterranea sempre ricca di acqua, anche nei periodi di maggiore siccità. Molto probabilmente è sorta per assolvere alle necessità dei bovini durante la transumanza.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

Cittadini stranieri

Al 31 dicembre 2009 risultano residenti nel comune di Calitri 121 cittadini stranieri. Le comunità più numerose sono quelle di:

(dati: Istat 31 dicembre 2009)

Eventi

  • Palio di Calitri
  • Sagre Gastronomiche
  • Rappresentazione storica del periodo dei Gesualdo
  • Rappresentazione Presepe Vivente ne Borgo Antico
  • Torneo Don Siro Colombo
  • MotoClub Alta Irpinia
  • Calitri Off-Road
  • Festa degli Emigranti
  • Fiera Interregionale
  • Stracalitri

 

Cucina

La gastronomia calitrana tradizionale è molto piccante e poco elaborata: i cingul' (affini ai cavatelli pugliesi) sono il piatto tipico per eccellenza, ed anche le lahan' (tagliatelle) e le aurecch' du' u' preut' (orecchiette).

Altri piatti tipici sono le cannazze (ziti spezzati) servite con ragù e formaggio pecorino, gli sc'lient' (vermicelli) conditi con sugo a base di olio fritto con aglio e peperoncino piccante, il baccalà alla ualanegna', pietanza in tempi antichi prediletta dai bifolchi (ualan' significa proprio bifolco) che consiste in baccalà lessato e condito con sugo a base di olio fritto con aglio e peperoncino molto piccante, l'acqua sala' che consiste in fette di pane bagnate con acqua bollente che è stata leggermente salata sulle quali si versano olio o lardo fritti con aglio e peperoncino piccante.

Etrusco
00lunedì 4 luglio 2011 12:19



clara.clandestina
00sabato 9 luglio 2011 15:53
è letteralmente fuori dal mondo! [SM=x44474]
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