Cancro: 200mila bimbi morti l'anno

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eevee
00lunedì 16 febbraio 2004 09:25

Cancro: 200mila bimbi morti l'anno
Un rapporto denuncia all'Onu assenza di farmaci e di fondi


(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Duecentomila bambini nel mondo vengono lasciati morire ogni anno di cancro, in una lenta e dolorosa agonia senza i farmaci base.I bimbi che ogni anno si ammalano di cancro sono 250.000, ma solo uno su cinque (50.000) risiede nei paesi ricchi e puo' avere le cure adeguate; gli altri 200.000 sono tra i poveri dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, dove i farmaci non arrivano affatto o se ci sono costano moltissimo.Questa la realta' denunciata in un rapporto all'Onu.
© Ansa


Etrusco
00lunedì 16 febbraio 2004 10:35
Re:

Scritto da: eevee 16/02/2004 9.25

Cancro: 200mila bimbi morti l'anno
Un rapporto denuncia all'Onu assenza di farmaci e di fondi


Duecentomila bambini nel mondo vengono lasciati morire ogni anno di cancro, in una lenta e dolorosa agonia senza i farmaci base.




Questa notizia mi fa veramente iniziare male la settimana:
morire di cancro, peggio se col corpo pieno di metastasi ossee,
è la morte più dolorosa che possa esistere,
si soffre fino all'ultima settimana di vita nonostante le cure e tutta la morfina che possa essere somministrata...

Ancor più dolorosa è questa lenta morte se a subirla è un bambino
senza assistenza medica e senza pagliativi contro il dolore come possano essere la morfina ed altri antidolorifici....

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Zalmoxis
00martedì 17 febbraio 2004 07:05
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 16/02/2004 10.35


Questa notizia mi fa veramente iniziare male la settimana:
morire di cancro, peggio se col corpo pieno di metastasi ossee,
è la morte più dolorosa che possa esistere,
si soffre fino all'ultima settimana di vita nonostante le cure e tutta la morfina che possa essere somministrata...

Ancor più dolorosa è questa lenta morte se a subirla è un bambino
senza assistenza medica e senza pagliativi contro il dolore come possano essere la morfina ed altri antidolorifici....

[SM=x44468]






E' assolutamente vero...
E TRISTISSIMO


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Ma è altrettanto vero che il problema è a monte: può un servizio sanitario locale metter mano senza controlli preventivi, con strutture limitate, ad un numero incontrollato di nuovi nati? Basta un aiuto esterno davvero a risolvere tutto?
Da quel che lessi nei vari rapporti FAO pubblicati qualche anno fa sui quotidiani (a Roma si riunirono per più giorni), l'assoluta inanità dei tentativi di controllare lì le nascite ne è la vera causa...
Come creare da mane a sera un qualcosa di funzionante, se il tasso di natalità programmato salta di anno in anno? Il problema umano che ne è dietro è lacerante, ma tutti i rapporti presentati sottolineavano - più che l'inadeguatezza degli aiuti occidentali - la loro pericolosità: un intervento esterno "congela" solo apparentemente la situazione, causa degli spostamenti di masse sociali dalle campagne nelle città, implica un'abbandono degli antichi mezzi rurali di approvigionamento..
Si dona paradossalmente un pacco viveri o di medicine, ma si fa di fatto lasciare a chi si reca in città (il pacco basta per poco tempo e bisogna tornare) il suo contesto originario. Economico, sociale e culturale...
Tanti sono così i nuovi déracinés che si creano - e come pensare di convincerli a rifare i propri passi verso il villaggio, a cambiare le antiche abitudini di vita, certe norme di profilassi e igieniche? Le stesse terre, abbandonate per un tempo relativamente lungo, risultano poi improduttive - se non occupate da altri...
Chi dovesse rientrare in tempi non rapidi, dopo aver cercato fortuna in città, cosa ritroverebbe?

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Sembrerà crudele, ma la nostra specie umana ha le stesse leggi delle specie animali: in un ambiente difficile, per istinto e spirito di sopravvivenza è spinta ad avere più prole. Più figli perché più ne moriranno. La fine dolorosa e eticamente ingiustificabile di tanti bambini (ma l'etica è legge nostra, non di natura) è strettamente correlata ai suoi milieux. Possiamo intervenire su questi, ma fino a che punto? Con quali effetti poi?
Questa è la crux che dovremo fra qualche tempo affrontare tutti noi, per il nostro cortile e quello altrui: il problema dell'acquisizione e del mantenimento delle risorse che garantiscono la sopravvivenza della nostra specie. E non sarà bello e idealizzato - spesso non sarà purtroppo democratico...



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