Chi e perchè vuole impedire la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II ?

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Etrusco
00martedì 6 marzo 2007 00:48
PRETI-SPIE, UN COMPLOTTO ANTI-WOJTYLA

- L'EX SEGRETARIO STANISLAO:
“VOGLIONO IMPEDIRE LA BEATIFICAZIONE DI KAROL”


– NOMINATO IL SUCCESSORE DI WIELGUS: “IL PASSATO DELLA CHIESA POLACCA È EROICO”

- LA DURA QUARESIMA DELLA CHIESA POLACCA…





Luigi Accatoli per il “Corriere della Sera”



Quella che sta vivendo la Chiesa polacca è una dura Quaresima:
il mercoledì delle Ceneri (21 febbraio) ha tenuto una «giornata di digiuno e di preghiera» per la «collaborazione» di una parte dei suoi sacerdoti con il passato regime comunista, ma la penitenza non è conclusa.
Ieri è arrivata la nomina del nuovo arcivescovo di Varsavia in sostituzione del dimissionario Wielgus accusato di quella collaborazione e sempre ieri il cardinale Dziwisz ha dichiarato che gli «attacchi alla Chiesa» — che si esprimono nelle accuse ai preti spie — mirano anche a «ostacolare» la beatificazione di papa Wojtyla.


(Kazimierz Nycz)


Il nuovo arcivescovo di Varsavia è Kazimierz Nycz, 57 anni, già ausiliare di Cracovia dal 1988 e vescovo di Koszalin-Kolobrzeg dal 2004. «Un'ottima scelta, una persona serena, simpatica, mossa da una calda curiosità per chiunque incontra, sullo stile di Karol Wojtyla»: così descrive il nuovo arcivescovo il padre Adam Boniecki, direttore del quindicinale Tygodnik Powszechny.

Con un'intervista alla Radio vaticana, il nuovo arcivescovo indirizza con garbo una critica alla cosiddetta «lustrazia», ossia «la verifica storica» sui collaboratori del regime comunista fortemente voluta dal governo dei gemelli Kaczyinsky e che spesso sfocia in «attacchi a mezzo stampa» a singole persone: «Non è stata e non sarà la soluzione del problema».

Per Nycz «il passato della Chiesa polacca è eroico» e questa «verità» non può essere «cancellata» anche se «un certo numero di sacerdoti non è stato all'altezza della sfida, che esigeva eroismo». Nella «purificazione» della «memoria» della Chiesa «non si può agire precipitosamente, ma occorre procedere in modo evangelico», facendo chiarezza «con serenità e continuando il nostro lavoro».


(Papa Wojtyla con il suo segretario Stanislaw Dziwisz)


Con un'altra intervista alla Radio vaticana il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, prende le difese dell'arcivescovo Henryk Nowacki, nunzio apostolico in Slovacchia, già membro e poi responsabile per diversi anni della sezione polacca della Segreteria di Stato, che viene individuato dai media come l'«agente segreto» chiamato «Henryk». Anche Boniecki dice al telefono che quell'individuazione gli appare «infondata», ma il cardinale è più categorico: «Conosco la responsabilità dell'arcivescovo Nowacki per ogni parola, la sua condotta e laboriosità. Colpire quest'uomo è colpire tutti i polacchi collaboratori del papa, e perciò colpire il Servo di Dio Giovanni Paolo II».

Infine la protesta del cardinale prende il tono dello sfogo di un figlio a difesa della figura del padre: «Si sta creando un quadro di spie intorno a papa Wojtyla e ciò è una menzogna e una calunnia. Si mira in questo modo anche a ostacolare il processo di canonizzazione».

L'arcivescovo di Cracovia afferma poi che non si possono considerare «credibili» le note degli agenti dei servizi segreti di epoca comunista senza che queste vengano prima «studiate con la massima responsabilità» e valutate «guardando a tutta la vita delle persone accusate». Come esempio di «non credibilità» cita «la nota dell'agente che mi seguiva, dove si legge che sono nato a Mszana Dolna e che passavo le vacanze a Poronin: né l'una, né l'altra notizia sono vere come si può verificare».

In Vaticano si dice che in privato il cardinale di Cracovia, che fu segretario personale di papa Wojtyla,
aveva già espresso questa sua «idea» che si voglia creare difficoltà alla causa di beatificazione del «suo» papa
sia a proposito delle accuse nei confronti dell'arcivescovo emerito di Poznam Juliusz Paetz (che fu maestro di anticamera di papa Wojtyla),
sia per la pubblicazione dei nomi di cinque preti suoi «amici», tra i quali l'ex parroco della cattedrale di Varsavia — che ha lasciato l'incarico in gennaio — e il canonico di Santa Maria Maggiore in Roma, Michal Jaosz, che lavora in funzione di «storico» alla causa di beatificazione del papa polacco.


Dagospia 05 Marzo 2007

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