Mi riferisco alle altre sue vicende giudiziarie antecedenti alla "casa del Colosseo", quando era sindaco di Imperia:
Come il padre Ferdinando, che dovette dimettersi dopo solo un anno di mandato poiché sospettato di aver favorito il cognato per un posto di primario[6], Claudio Scajola fu costretto a dimettersi a sua volta, per l'accusa di concussione. In quella vicenda, relativa all'appalto per la gestione del Casinò di Sanremo, Scajola venne inizialmente coinvolto nelle indagini per essere stato presente a un incontro segreto a Martigny (Svizzera) insieme all'allora sindaco di Sanremo Osvaldo Vento e ad una delle parti in gara (il conte Giorgio Borletti), con l'accusa di tentata concussione aggravata[7].
Venne perciò arrestato il 12 dicembre 1983 su disposizione del procuratore di Milano Piercamillo Davigo, ma alla fine fu prosciolto da ogni accusa di richiesta di tangenti nel 1988 perché considerato estraneo ai fatti. In pratica il giudice accolse la tesi difensiva che sosteneva che l'incontro avvenne soltanto per chiedere al conte Borletti un maggiore equilibrio politico nella gestione della casa da gioco.[8] L'accusa dei PM si basava sulla sua accettazione di un invito rivoltogli da Vento, Sindaco di Sanremo, a partecipare ad un pranzo con il conte Borletti in Svizzera.
Vento voleva con sé Scajola perché l'uomo di spicco della Dc ad Imperia, per cui sperava che questo convincesse Borletti ad invalidare l'asta per la gestione del casinò, ma non fu provato che Scajola ne sapesse qualcosa, dunque nulla di più successe
[9]; a causa di quelle accuse
fu recluso per 71 giorni in carcere a San Vittore.[10] Poi, a parte le condanne e gli arresti, è imbarazzante la questione dei
"voli ad personam voluti per Albenga-Fiumicino"